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venerdì 26 maggio 2023

SAN FILIPPO NERI


 

4 commenti:

  1. Conversione e sottomissione a Cristo erano al centro della sua spiritualità, la confessione era vista come il mezzo per condurre le persone a Cristo , a quest'opera di apostolato dedicava molte ore della sua giornata e la conservò sino alla fine della vita. Diceva :"E' più semplice guidare nella vita spirituale persone allegre piuttosto che tristi", "non si deve pretendere di diventare santi in quattro giorni, ma passo dopo passo". Era solito dire ai suoi ragazzi :"state buoni, se potete!" . Aveva visioni durante la S. Messa e cercava la solitudine , gradiva molto essere considerato un eccentrico. Protettore dei giovani .

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  2. LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura Fil 4, 4-9
    Ciò che è virtù e merita lode sia oggetto dei vostri pensieri.

    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
    Fratelli, rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino!
    Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.
    In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri.
    Ciò che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, è quello che dovete fare. E il Dio della pace sarà con voi!

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 102
    Benedetto il Signore, fonte della gioia.

    Benedici il Signore, anima mia,
    quanto è in me benedica il suo santo nome.
    Benedici il Signore, anima mia,
    non dimenticare tanti suoi benefici.

    Egli perdona tutte le tue colpe,
    guarisce tutte le tue malattie;
    salva dalla fossa la tua vita,
    ti corona di grazia e di misericordia.

    Buono e pietoso è il Signore,
    lento all'ira e grande nell'amore.
    Come un padre ha pietà dei suoi figli,
    così il Signore ha pietà di quanti lo temono,
    perché egli sa di che siamo plasmati.

    La grazia del Signore è da sempre,
    dura in eterno per quanti lo temono;
    la sua giustizia per i figli dei figli,
    per quanti custodiscono la sua alleanza
    e ricordano di osservare i suoi precetti.

    Canto al Vangelo Gv 15,4.5
    Alleluia, alleluia.
    Rimanete in me e io in voi, dice il Signore;
    chi rimane in me porta molto frutto.
    Alleluia.







    Vangelo Gv 15,1-8
    Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto.

    Dal vangelo secondo Giovanni
    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato.
    Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me.
    Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
    Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

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  3. . FAUSTI - “IO-SONO” è una forma di rivelazione , che richiama il nome del Dio Salvatore, dato a Mosè (Es.3.14). Gesù la applica a sé.
    Qui è seguita da un predicato , che specifica il Suo rapporto con noi.
    Ha già detto : IO SONO il pane, (6,35) , la luce (8,12) , la porta (10,7), il pastore (10,11), la risurrezione e la vita (11,25), la via ,la verità e la vita (14,6).
    Ora dice IO SONO la vite, quella vera, come aveva detto di essere il pane, quello vero.
    Lui è la vera vite, a differenza di altre che non danno frutto, come è il vero pane, diverso da altri cibi che non saziano, la vera luce, diversa da altri bagliori che non illuminano.
    La vigna è simbolo del popolo dell'Alleanza.
    Qui si sostituisce alla vigna la vite, si passa dal collettivo al singolo che rappresenta tutti.
    Questo passaggio dal molteplice all'Uno è fondamentale : in Lui, il Figlio, tutti diventiamo figli , vero popolo di Dio , che porta il frutto dell 'Alleanza.
    L'Alleanza vera è quella tra il Padre e il Figlio, che abbraccia la creazione intera.
    Nella carne del Figlio di Dio si compie la comunione tra Creatore e creatura.
    Finisce la storia di infedeltà dell'uomo ,che rende infruttuosa la sua esistenza : in lui finalmente la terra dà il suo frutto . Israele fiorisce e germoglia, riempiendo il mondo di frutti.
    Colui che ha cura della vite è il Padre stesso, nel Suo amore per il Figlio.
    L'unione tra il Figlio e ogni uomo è come quella tra la vite e il tralcio .
    Hanno un'unica vita e producono l'identico frutto .
    In Lui, Vera Vite, ritorniamo a Dio e alla Sua Alleanza.
    L'essere o dimorare “in” Lui è condizione per vivere ed essere fecondi. Gesù ha parlato di messe abbondante e di grano che porta molto frutto (12,24). Non portare frutto è essere fuori dal comando e dalla benedizione fondamentale del Creatore che vuole le creature partecipi della Sua fecondità. Una vita che non dà vita è morta, una luce che non dà luce è spenta.
    Il frutto di cui si parla sarà chiaro solo alla fine.
    Purtroppo possiamo essere discepoli di Gesù solo a parole, senza vivere la Sua Parola.
    E' un severo ammonimento perchè non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità. Se però non viviamo di Lui e non amiamo i fratelli, siamo rami morti, siamo non figli, che si autoescludono dal Figlio e dal Padre, recisi dalla fonte della vita.
    Questo è il dramma dell'uomo , ma anche di Dio che troverà la Sua soluzione sulla Croce, dove il legno verde porta in sé la maledizione del legno secco. “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito” (3,16). Nell'Alleanza, sia Antica che Nuova, Dio è sempre fedele
    Ciò che manca è la nostra risposta, lasciata alla nostra libertà.
    Gesù, il Figlio, è il primo che risponde, amando il Padre e i fratelli. Il Padre è un agricoltore che sa il Suo mestiere. Si prende cura della Sua vite togliendo i rami infecondi e sfrondando gli altri, perchè siano più fruttiferi. Dio in noi purifica dall'egoismo ciò che è bene e toglie ciò che è male, palese o meno.
    C'è una “purezza” fondamentale nel discepolo, operata dalla parola, “più tagliente di una spada a doppio taglio”, che penetra fin nelle profondità dei pensieri e del cuore.
    La Parola mette a nudo la nostra verità, è un costante esorcismo che ci libera dalla menzogna.
    La Parola del Signore è Spirito e Vita (6,63) : ci comunica lo Spirito, la Vita del Figlio.
    Il Battesimo di Cristo è innanzi tutto un'immersione nella Parola , che ce lo fa conoscere e amare.
    Essa ci porta a sfrondare i nostri egoismi , a rompere con l mondo e ad assimilarci a Lui.
    “Rimanete in me” : è un imperativo : il Signore ci supplica di essere tralci uniti alla vite. Dimoriamo in Lui dimorando nel Suo Amore per noi , sorgente del nostro amore reciproco.
    Amare Gesù e fare la Sua Volontà è un atto di libertà nostra, che nessuno, neppure Dio, può fare al nostro posto.
    Noi siamo sempre in Lui perchè ci ama.

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  4. ->Ma noi possiamo non amarci , impedendo che Lui sia in noi. Lui ci ama, comunque ; tutto dipende dalla nostra risposta. L'espressione richiama il discorso eucaristico di Cafarnao :
    ”Chi mastica la mia carne e beve il mio sangue, dimora in me ed io in Lui”.
    (6,56). Il Suo amore per noi è la fonte del nostro dimorare in Lui : possiamo amarlo perchè Lui per primo ci ha amati.
    Si afferma ripetutamente , in negativo e in positivo, la necessità dell'unione con Lui : separati da Lui non si porta frutto, uniti a Lui si produce molto frutto.
    L'unione con Lui, non solo affettiva ma anche effettiva, è la possibilità stessa di una vita feconda.
    Corrisponde all'entusiastico “essere in Cristo” di Paolo, ritornello di tutte le sue lettere.
    La nostra azione scaturusce da ciò che siamo : uniti al Figlio siamo figli e possiamo portare frutti di amore fraterno.
    Soprattutto nell'azione apostolica , la nostra unione con il Signore è determinante.
    Se non Lo si conosce , si sbaglia nel fare il bene, se non Lo si ama, manca la forza di farlo.
    Qui Giovanni sta parlando della nostra “Vita nello Spirito”,
    indispensabile per glorificare e testimoniare al mondo l'Amore del Padre e del Figlio.
    L'unione con Gesù non è solo abbandono estatico, ma vita concreta, che porta i suoi stessi frutti.
    Mistica d'amore e mistica di servizio sono inseparabili.
    L'efficacia del servizio nasce dalla forza stessa dell'unione con Gesù.
     Non dimorare in Lui, vita di ciò che esiste, equivale a essere già morti. L'avvertimento è rivolto ai discepoli, affinché dimorino in Lui, nel Suo Amore, affinché Lui dimori in loro. Diversamente ogni loro attività è paglia, che sarà bruciata.
    Non è sufficiente accettare Gesù come persona ; bisogna accettare anche il Suo messaggio, con tutto ciò che ha detto, senza sconti.
    Accogliere una persona vuol dire concretamente accettare il suo mondo, la sua storia.
    Dimorare in Lui, accettarlo e amarlo, significa avere il suo stesso modo di pensare e agire.
    Non si tratta di moralismo.
    Un amore che non si traduce in comportamento, è falso, si ama con i fatti e nella verità.
    Se dimoriamo in Gesù e le Sue parole dimorano in noi, siamo in sintonia con Lui e vogliamo ciò che Lui vuole.
    Per questo avviene ciò che vogliamo. E' però importante chiedere ciò che vogliamo : un dono può essere fatto solo a chi lo desidera.
    Tuttavia non può essere preteso : va desiderato per aprire il cuore ad accoglierlo.
    Il Padre ci vuol donare ciò che ha dato al Figlio : tutto!
    Attende solo che noi, chiedendolo, gli diamo il via-libera.
    La preghiera è una richiesta a chi può e vuole esaudirci : esprime il nostro sì al dono.
    Senza il nostro assenso Dio non può donarci il Suo Amore.
    Perchè l'Amore è necessariamente libero.
     La gloria di Dio è la Sua manifestazione al mondo, che lo salva.
    Il Padre è stato glorificato nel Figlio perchè questi ha amato i fratelli con il Suo stesso amore incondizionato. Allo stesso modo è glorificato in noi
    se le Parole del Figlio dimorano in noi in modo fruttuoso, producendo ciò che dicono.
    La gloria del Padre è che diventiamo discepoli del Figlio,
    imparando ad essere figli.
    Già lo siamo.
    Eppure siamo chiamati a diventarlo, in un cammino sempre aperto, all'infinito.
    Siamo al vertice della rivelazione del Dio Amore :
    l'Amore unico e totale che il Padre ha per il Figlio, è lo stesso che il Figlio ha per noi, suoi fratelli.
    Nell'Amore di Gesù vediamo l'Amore estremo di Dio per noi.

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