DA LETTERA DI BENEDETTO XVI XVI CENTENARIO MORTE DI S. GIOVANNI CRISOSTOMO....Giovanni spesso e insistentemente esorta i fedeli ad accostarsi degnamente all’altare del Signore, «non con leggerezza … non per abitudine e formalità», ma con «sincerità e purezza di spirito»[61]. Egli ripete instancabilmente che la preparazione alla Santa Comunione deve includere il pentimento dei peccati e la gratitudine per il sacrifico compiuto da Cristo per la nostra salvezza. Pertanto egli esorta i fedeli a partecipare pienamente e devotamente ai riti della Divina Liturgia e a ricevere con le stesse disposizioni la Santa Comunione: «Non lasciate, ve ne supplichiamo, che siamo uccisi dalla vostra irriverenza, ma avvicinatevi a Lui con devozione e purezza, e quando lo vedete posto davanti a voi, dite a voi stessi: “In virtù di questo corpo io non sono più terra e cenere, non sono più prigioniero, ma libero; in virtù di questo io spero nel paradiso, e di riceverne i beni, l’eredità degli angeli, e di conversare con Cristo”»[62].
Naturalmente, dalla contemplazione del Mistero egli trae poi anche le conseguenze morali in cui coinvolge i suoi uditori: a loro egli ricorda che la comunione con il Corpo e il Sangue di Cristo li obbliga a offrire assistenza materiale ai poveri e agli affamati che vivono tra di loro[63]. La mensa del Signore è il luogo dove i credenti riconoscono ed accolgono il povero e il bisognoso che forse prima avevano ignorato[64]. Egli esorta i fedeli di tutti i tempi a guardare oltre l’altare su cui è offerto il sacrificio eucaristico e a vedere Cristo nella persona dei poveri ricordando che grazie all’aiuto prestato ai bisognosi essi possono offrire sull’altare di Cristo un sacrificio gradito a Dio[65].
Antifona I saggi risplenderanno come il firmamento; hanno indotto molti alla giustizia, risplenderanno come le stelle per sempre. (Cf. Dn 12,3)
Colletta O Dio, forza di chi spera in te, che hai fatto risplendere il santo vescovo Giovanni Crisostomo per la mirabile eloquenza e la perseveranza nella tribolazione, fa’ che, illuminati dai suoi insegnamenti, siamo rafforzati dal suo esempio di eroica costanza. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori. Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo 1Tm 1,15-17
Figlio mio, questa parola è sicura e degna di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna. Al Re dei secoli, incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 112 (113)
R. Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre.
Lodate, servi del Signore, lodate il nome del Signore. Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre. R.
Dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il nome del Signore. Su tutte le genti eccelso è il Signore, più alta dei cieli è la sua gloria. R.
Chi è come il Signore, nostro Dio, che si china a guardare sui cieli e sulla terra? Solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero. R.
Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. (Gv 14,23)
Alleluia.
Vangelo Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? Dal Vangelo secondo Luca Lc 6,43-49
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».
Le Parole dei Papi La roccia. Così è il Signore. Chi si affida al Signore sarà sempre sicuro, perché le sue fondamenta sono sulla roccia. È quello che dice Gesù nel Vangelo. Parla di un uomo saggio che ha costruito la sua casa su una roccia, cioè sulla fiducia nel Signore, sulle cose serie. E questa fiducia anche è un materiale nobile, perché il fondamento di questa costruzione della nostra vita è sicuro, è forte.
E anche la nostra vita può essere così quando le mie fondamenta non sono forti. Viene la tempesta — e tutti noi abbiamo tempeste nella vita, tutti, dal Papa all’ultimo, tutti — e non siamo capaci di resistere. E tanti dicono: “No, io cambierò vita”. E pensano che cambiare vita sia “truccarsi”. Cambiare vita è andare a cambiare i fondamenti della vita, cioè mettere la roccia lì che è Gesù. “Io vorrei ripristinare questa costruzione, questo palazzo, perché è molto brutto, molto brutto e io vorrei abbellirlo un po’ e anche assicurare le fondamenta”. Ma se rifaccio il trucco e faccio una “romanella”, la cosa non va avanti; cadrà. Con le apparenze, la vita cristiana cade. Noi non possiamo edificare la nostra vita sulle cose passeggere, sulle apparenze, fare finta che tutto va bene. Andiamo alla roccia, dove c’è la nostra salvezza. E lì saremo felici tutti. (Papa Francesco - Omelia Santa Marta, 5 dicembre 2019)
FAUSTI - Il Comandamento :“ Diventate misericordiosi così come il Padre vostro è Misericordioso” (6, 36), sintesi di tutto il discorso della Misericordia, è l'unica strada maestra per la salvezza. Contro possibili e facili deviazioni, viene ora confermato con una serie di similitudini. Chi insegna diversamente è guida cieca, falso maestro ; chi agisce diversamente, criticando il male altrui e non vedendo il proprio, è un ipocrita. Il Comandamento della misericordia è l'unica via di salvezza, perchè ci fa diventare ciò che siamo, cioè “figli dell'Altissimo”. Chi abbassa il tiro, perchè la ritiene troppo perfetta, è un cieco che guida alla perdizione. Chi ritiene di conoscerne una più perfetta, è un falso maestro che insegna cose inutili. La misericordia è il massimo bene perchè è quell'amore che sa realisticamente conoscere e farsi carico del male. Essa impedisce la stoltezza e la presunzione di criticare gli altri. La critica va esercitata solo verso se stessi, per conoscere il proprio male e la misericordia di cui si è indigenti. Così si entra in possesso del “tesoro buono”. Il discepolo vive di questo tesoro, che è la Cháris di Dio che ha sperimentato, e ne rende partecipi gli altri. Solo il cuore convertito dalla e alla misericordia può salvare dal male. L'uomo è nato per amare ed è fallito perchè non ama . Il suo desiderio essenziale non può fiorire, perchè è bacato. La misericordia può liberarlo, perchè sa volgere in bene il male. Se l'amore di Dio ha creato tutto dal nulla, la Sua Misericordia salva tutto dal male, peggiore del nulla. Giudicare gli altri e giustificare se stessi è il grave peccato di cecità che impedisce di conoscere il proprio male e di conoscere Dio. Questa duplice conoscenza è data nella misericordia. Al discepolo è chiesto di estromettere la propria trave che lo rende cieco : non deve credersi giusto e non bisognoso di misericordia! Così è guarita in radice la pianta cattiva. Allora è in grado di togliere il bruscolo dall'occhio del fratello. Non con un'operazione oculistica complicata, bensì semplicemente col suo occhio buono, vede buono e fa buono, comunicando un'esperienza di bontà. L'altro è da me graziato come io sono stato graziato! Il mio occhio verso l'altro è lo stesso di Dio verso di me! Più uno è peccatore, più è degno di amore misericordioso. E, come ho sperimentato Dio nei miei confronti, sono io nei confronti dell'altro. La nostra cattiveria verso gli altri è la mancanza di misericordia : è il germoglio marcio del nostro albero cattivo. Il male fondamentale è l'occhio cieco che non vede il proprio male e non sente il bisogno della misericordia. L'occhio cieco esprime un cuore tenebroso, senza bontà.
--->E questo cuore, come vede, così anche agisce male . Ha una mano piena di frutti dal sapore di morte. C'è una stretta connessione tra occhio/cuore/mano :il principio dell'azione buona o cattiva è il cuore pieno o meno di misericordia ; e il principio della misericordia nel nostro cuore è l'occhio , sua finestra, che ne riconosce il bisogno e ne accoglie la luce. Principio del bene è quindi il nostro occhio/cuore aperto sul nostro male e intenerito dalla misericordia ricevuta Questa misericordia salva dal male e crea il bene. Ho conosciuto un uomo che era sordo a ogni parola cattiva , mentre aveva l'udito sensibile a ogni cosa buona : in lui il male si spegneva e il bene lo illuminava. Aveva una sensibilità selettiva. Il cuore cattivo, invece, sente solo il male e germina il peggio, vittima parassita del male e suo moltiplicatore. Il problema serio del discepolo è riconoscersi come pianta cattiva dai frutti marci. Questa sincerità gli permette di non essere cieco sulla propria cecità. Chi vede con sincerità se stesso, vede il proprio male e il bisogno che ha di misericordia. E' l'unica condizione per la guarigione. Riconoscere il mio cuore cattivo, che ha tesorizzato un grande capitale di male di vivere, è l'innesto stesso che mi fa albero buono, mi mette in comunione con Lui che perdona e con i fratelli che , quindi, perdono. Questo brano ci richiama a discernere e a vivere con verità la nostra menzogna davanti a Dio, esponendo senza paura al Suo Occhio la nostra timorosa nudità.
DA LETTERA DI BENEDETTO XVI
RispondiEliminaXVI CENTENARIO MORTE DI S. GIOVANNI CRISOSTOMO....Giovanni spesso e insistentemente esorta i fedeli ad accostarsi degnamente all’altare del Signore, «non con leggerezza … non per abitudine e formalità», ma con «sincerità e purezza di spirito»[61]. Egli ripete instancabilmente che la preparazione alla Santa Comunione deve includere il pentimento dei peccati e la gratitudine per il sacrifico compiuto da Cristo per la nostra salvezza. Pertanto egli esorta i fedeli a partecipare pienamente e devotamente ai riti della Divina Liturgia e a ricevere con le stesse disposizioni la Santa Comunione: «Non lasciate, ve ne supplichiamo, che siamo uccisi dalla vostra irriverenza, ma avvicinatevi a Lui con devozione e purezza, e quando lo vedete posto davanti a voi, dite a voi stessi: “In virtù di questo corpo io non sono più terra e cenere, non sono più prigioniero, ma libero; in virtù di questo io spero nel paradiso, e di riceverne i beni, l’eredità degli angeli, e di conversare con Cristo”»[62].
Naturalmente, dalla contemplazione del Mistero egli trae poi anche le conseguenze morali in cui coinvolge i suoi uditori: a loro egli ricorda che la comunione con il Corpo e il Sangue di Cristo li obbliga a offrire assistenza materiale ai poveri e agli affamati che vivono tra di loro[63]. La mensa del Signore è il luogo dove i credenti riconoscono ed accolgono il povero e il bisognoso che forse prima avevano ignorato[64]. Egli esorta i fedeli di tutti i tempi a guardare oltre l’altare su cui è offerto il sacrificio eucaristico e a vedere Cristo nella persona dei poveri ricordando che grazie all’aiuto prestato ai bisognosi essi possono offrire sull’altare di Cristo un sacrificio gradito a Dio[65].
Antifona
RispondiEliminaI saggi risplenderanno come il firmamento;
hanno indotto molti alla giustizia, risplenderanno come le stelle per sempre. (Cf. Dn 12,3)
Colletta
O Dio, forza di chi spera in te,
che hai fatto risplendere il santo vescovo Giovanni Crisostomo
per la mirabile eloquenza e la perseveranza nella tribolazione,
fa’ che, illuminati dai suoi insegnamenti,
siamo rafforzati dal suo esempio di eroica costanza.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
1Tm 1,15-17
Figlio mio, questa parola è sicura e degna di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna.
Al Re dei secoli, incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 112 (113)
R. Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre.
Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
da ora e per sempre. R.
Dal sorgere del sole al suo tramonto
sia lodato il nome del Signore.
Su tutte le genti eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria. R.
Chi è come il Signore, nostro Dio,
che si china a guardare
sui cieli e sulla terra?
Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. (Gv 14,23)
Alleluia.
Vangelo
Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,43-49
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo.
L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.
Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?
Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.
Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».
Parola del Signore.
Le Parole dei Papi
RispondiEliminaLa roccia. Così è il Signore. Chi si affida al Signore sarà sempre sicuro, perché le sue fondamenta sono sulla roccia. È quello che dice Gesù nel Vangelo. Parla di un uomo saggio che ha costruito la sua casa su una roccia, cioè sulla fiducia nel Signore, sulle cose serie. E questa fiducia anche è un materiale nobile, perché il fondamento di questa costruzione della nostra vita è sicuro, è forte.
E anche la nostra vita può essere così quando le mie fondamenta non sono forti. Viene la tempesta — e tutti noi abbiamo tempeste nella vita, tutti, dal Papa all’ultimo, tutti — e non siamo capaci di resistere. E tanti dicono: “No, io cambierò vita”. E pensano che cambiare vita sia “truccarsi”. Cambiare vita è andare a cambiare i fondamenti della vita, cioè mettere la roccia lì che è Gesù. “Io vorrei ripristinare questa costruzione, questo palazzo, perché è molto brutto, molto brutto e io vorrei abbellirlo un po’ e anche assicurare le fondamenta”. Ma se rifaccio il trucco e faccio una “romanella”, la cosa non va avanti; cadrà. Con le apparenze, la vita cristiana cade. Noi non possiamo edificare la nostra vita sulle cose passeggere, sulle apparenze, fare finta che tutto va bene. Andiamo alla roccia, dove c’è la nostra salvezza. E lì saremo felici tutti. (Papa Francesco - Omelia Santa Marta, 5 dicembre 2019)
FAUSTI - Il Comandamento :“ Diventate misericordiosi così come il Padre vostro è Misericordioso” (6, 36), sintesi di tutto il discorso della Misericordia, è l'unica strada maestra per la salvezza. Contro possibili e facili deviazioni, viene ora confermato con una serie di similitudini.
RispondiEliminaChi insegna diversamente è guida cieca, falso maestro ; chi agisce diversamente, criticando il male altrui e non vedendo il proprio, è un ipocrita. Il Comandamento della misericordia è l'unica via di salvezza, perchè ci fa diventare ciò che siamo, cioè “figli dell'Altissimo”.
Chi abbassa il tiro, perchè la ritiene troppo perfetta, è un cieco che guida alla perdizione.
Chi ritiene di conoscerne una più perfetta, è un falso maestro che insegna cose inutili.
La misericordia è il massimo bene perchè è quell'amore che sa realisticamente conoscere e farsi carico del male. Essa impedisce la stoltezza e la presunzione di criticare gli altri. La critica va esercitata solo verso se stessi, per conoscere il proprio male e la misericordia di cui si è indigenti.
Così si entra in possesso del “tesoro buono”. Il discepolo vive di questo tesoro, che è la Cháris di Dio che ha sperimentato, e ne rende partecipi gli altri.
Solo il cuore convertito dalla e alla misericordia può salvare dal male.
L'uomo è nato per amare ed è fallito perchè non ama . Il suo desiderio essenziale non può fiorire, perchè è bacato. La misericordia può liberarlo, perchè sa volgere in bene il male.
Se l'amore di Dio ha creato tutto dal nulla, la Sua Misericordia salva tutto dal male, peggiore del nulla.
Giudicare gli altri e giustificare se stessi è il grave peccato di cecità che impedisce di conoscere il proprio male e di conoscere Dio.
Questa duplice conoscenza è data nella misericordia.
Al discepolo è chiesto di estromettere la propria trave che lo rende cieco : non deve credersi giusto e non bisognoso di misericordia!
Così è guarita in radice la pianta cattiva.
Allora è in grado di togliere il bruscolo dall'occhio del fratello. Non con un'operazione oculistica complicata, bensì semplicemente col suo occhio buono, vede buono e fa buono, comunicando un'esperienza di bontà.
L'altro è da me graziato come io sono stato graziato! Il mio occhio verso l'altro è lo stesso di Dio verso di me! Più uno è peccatore, più è degno di amore misericordioso.
E, come ho sperimentato Dio nei miei confronti, sono io nei confronti dell'altro.
La nostra cattiveria verso gli altri è la mancanza di misericordia : è il germoglio marcio del nostro albero cattivo.
Il male fondamentale è l'occhio cieco che non vede il proprio male e non sente il bisogno della misericordia. L'occhio cieco esprime un cuore tenebroso, senza bontà.
--->E questo cuore, come vede, così anche agisce male .
EliminaHa una mano piena di frutti dal sapore di morte. C'è una stretta connessione tra occhio/cuore/mano :il principio dell'azione buona o cattiva è il cuore pieno o meno di misericordia ; e il principio della misericordia nel nostro cuore è l'occhio , sua finestra, che ne riconosce il bisogno e ne accoglie la luce.
Principio del bene è quindi il nostro occhio/cuore aperto sul nostro male e intenerito dalla misericordia ricevuta Questa misericordia salva dal male e crea il bene.
Ho conosciuto un uomo che era sordo a ogni parola cattiva , mentre aveva l'udito sensibile a ogni cosa buona : in lui il male si spegneva e il bene lo illuminava. Aveva una sensibilità selettiva.
Il cuore cattivo, invece, sente solo il male e germina il peggio, vittima parassita del male e suo moltiplicatore. Il problema serio del discepolo è riconoscersi come pianta cattiva dai frutti marci.
Questa sincerità gli permette di non essere cieco sulla propria cecità. Chi vede con sincerità se stesso, vede il proprio male e il bisogno che ha di misericordia. E' l'unica condizione per la guarigione. Riconoscere il mio cuore cattivo, che ha tesorizzato un grande capitale di male di vivere, è l'innesto stesso che mi fa albero buono, mi mette in comunione con Lui che perdona e con i fratelli che , quindi, perdono. Questo brano ci richiama a discernere e a vivere con verità la nostra menzogna davanti a Dio, esponendo senza paura al Suo Occhio la nostra timorosa nudità.