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mercoledì 2 agosto 2023

S. EUSEBIO VESCOVO


 

5 commenti:

  1. Antifona
    Il Signore lo ha scelto come sommo sacerdote,
    gli ha aperto i suoi tesori
    e lo ha ricolmato di ogni benedizione.

    Ecco il sommo sacerdote che nella sua vita piacque a Dio.
    Il Signore lo ha reso grande
    in mezzo al suo popolo. (Sir 50,1; 44,16.22)

    Signore Dio, concedi a noi di imitare la fortezza
    del vescovo sant’Eusebio di Vercelli
    nel professare la divinità di Cristo,
    perché nella ferma adesione alla fede che egli insegnò
    siamo partecipi della vita del tuo Figlio.
    Egli è Dio, e vive e regna con te.

    Prima Lettura
    Vedendo che la pelle del suo viso era raggiante, ebbero timore di avvicinarsi a Mosè.
    Dal libro dell'Èsodo
    Es 34,29-35

    Quando Mosè scese dal monte Sinai – le due tavole della Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte – non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con il Signore.
    Ma Aronne e tutti gli Israeliti, vedendo che la pelle del suo viso era raggiante, ebbero timore di avvicinarsi a lui. Mosè allora li chiamò, e Aronne, con tutti i capi della comunità, tornò da lui. Mosè parlò a loro. Si avvicinarono dopo di loro tutti gli Israeliti ed egli ingiunse loro ciò che il Signore gli aveva ordinato sul monte Sinai.
    Quando Mosè ebbe finito di parlare a loro, si pose un velo sul viso. Quando entrava davanti al Signore per parlare con lui, Mosè si toglieva il velo, fin quando non fosse uscito. Una volta uscito, riferiva agli Israeliti ciò che gli era stato ordinato.
    Gli Israeliti, guardando in faccia Mosè, vedevano che la pelle del suo viso era raggiante. Poi egli si rimetteva il velo sul viso, fin quando non fosse di nuovo entrato a parlare con il Signore.

    Parola di Dio.


    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 98 (99)
    R. Tu sei santo, Signore, nostro Dio.
    Esaltate il Signore, nostro Dio,
    prostratevi allo sgabello dei suoi piedi.
    Egli è santo! R.

    Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti,
    Samuèle tra quanti invocavano il suo nome:
    invocavano il Signore ed egli rispondeva. R.

    Parlava loro da una colonna di nubi:
    custodivano i suoi insegnamenti
    e il precetto che aveva loro dato. R.

    Signore, nostro Dio, tu li esaudivi,
    eri per loro un Dio che perdona,
    pur castigando i loro peccati. R.

    Esaltate il Signore, nostro Dio,
    prostratevi davanti alla sua santa montagna,
    perché santo è il Signore, nostro Dio! R.


    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Vi ho chiamato amici, dice il Signore,
    perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio
    l’ho fatto conoscere a voi. (Gv 15, 15b)

    Alleluia.

    Vangelo
    Vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 13,44-46

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
    Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».

    Parola del Signore.

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    1. PAROLE DEL SANTO PADRE
      I gesti di quell’uomo e del mercante che vanno in cerca, privandosi dei propri beni, per comprare realtà più preziose, sono gesti decisi, sono gesti radicali, direi soltanto di andata, non di andata e ritorno: sono gesti di andata. E, per di più, compiuti con gioia perché entrambi hanno trovato il tesoro. Siamo chiamati ad assumere l’atteggiamento di questi due personaggi evangelici, diventando anche noi cercatori sanamente inquieti del Regno dei cieli. Si tratta di abbandonare il fardello pesante delle nostre sicurezze mondane che ci impediscono la ricerca e la costruzione del Regno: la bramosia di possedere, la sete di guadagno e di potere, il pensare solo a noi stessi. Ai nostri giorni, tutti lo sappiamo, la vita di alcuni può risultare mediocre e spenta perché probabilmente non sono andati alla ricerca di un vero tesoro: si sono accontentati di cose attraenti ma effimere, di bagliori luccicanti ma illusori perché lasciano poi al buio. Invece la luce del Regno non è un fuoco di artificio, è luce: il fuoco di artificio dura soltanto un istante, la luce del Regno ci accompagna per tutta la vita. Il Regno dei cieli è il contrario delle cose superflue che offre il mondo, è il contrario di una vita banale: esso è un tesoro che rinnova la vita tutti i giorni e la dilata verso orizzonti più vasti. Infatti, chi ha trovato questo tesoro ha un cuore creativo e cercatore, che non ripete ma inventa, tracciando e percorrendo strade nuove, che ci portano ad amare Dio, ad amare gli altri, ad amare veramente noi stessi. (Angelus, 26 luglio 2020)

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  2. FAUSTI - “Per la gioia di esso, va e vende tutto quello che ha e compra quel campo”. Queste ultime brevi quattro parabole, rivolte ai discepoli, completano il discorso di Gesù con un appello alla decisione e alla responsabilità . La gioia è la forza per decidersi per il Regno, tesoro da vivere con coerenza e da trasmettere adeguatamente. Le prime due parabole sono simmetriche , seppure con differenze che illuminano aspetti diversi dell'unico tema : decidersi per ciò che vale.
    Parlano del “trovare” (frutto di un “cercare” esplicito o meno), di un “tesoro nascosto” e di una “bella perla” - immagini suggestive del valore e della bellezza del Regno – e pongono l'accento sul “ vendere tutto” per “comprare” il campo e la perla.
    Non basta cercare o trovare : occorre decidere.
    Chi vuol tenere il piede in due scarpe, non cammina.
    Il motivo della decisione è la gioia, la passione per il tesoro.
    L'amore per Gesù rende indifferenti al resto, liberi di camminare finalmente verso la felicità.
    Gesù è il tesoro nascosto e la perla preziosa . Chiunque, presto o tardi, Lo trova, sia che non Lo cerchi, come il contadino, sia che lo cerchi, come il mercante.
    Il Signore, come si fa trovare da chi Lo cerca (Is 66,6), così dice : “Eccomi” facendosi trovare anche da chi non Lo cerca (Is 55,1).
    Lui è la Sapienza che imbandisce il banchetto della vita : la gioia di averlo incontrato è la forza per decidere di conseguirlo.
    La Chiesa è fatta da coloro che centrano la propria vita su di Lui, tesoro e perla preziosa ; del resto si servono tanto quanto piace a Lui.
    Ognuno è responsabile di vivere concretamente alla luce di questo amore

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  3. Antifona

    Dio sta nella sua santa dimora:
    a chi è solo fa abitare una casa;
    dà forza e vigore al suo popolo. (Cf. Sal 67,6.7.36)
    Colletta

    O Dio, nostra forza e nostra speranza,
    senza di te nulla esiste di valido e di santo;
    effondi su di noi la tua misericordia
    perché, da te sorretti e guidati,
    usiamo saggiamente dei beni terreni
    nella continua ricerca dei beni eterni.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.
    Prima Lettura
    Tutto il popolo si radunò contro Geremìa nel tempio del Signore.

    Dal libro del profeta Geremìa
    Ger 26,1-9

    All’inizio del regno di Ioiakìm, figlio di Giosìa, re di Giuda, fu rivolta a Geremìa questa parola da parte del Signore:
    «Così dice il Signore: Va’ nell’atrio del tempio del Signore e riferisci a tutte le città di Giuda che vengono per adorare nel tempio del Signore tutte le parole che ti ho comandato di annunciare loro; non tralasciare neppure una parola. Forse ti ascolteranno e ciascuno abbandonerà la propria condotta perversa; in tal caso mi pentirò di tutto il male che pensavo di fare loro per la malvagità delle loro azioni. Tu dunque dirai loro: Dice il Signore: Se non mi ascolterete, se non camminerete secondo la legge che ho posto davanti a voi e se non ascolterete le parole dei profeti, miei servi, che ho inviato a voi con assidua premura, ma che voi non avete ascoltato, io ridurrò questo tempio come quello di Silo e farò di questa città una maledizione per tutti i popoli della terra».
    I sacerdoti, i profeti e tutto il popolo udirono Geremìa che diceva queste parole nel tempio del Signore. Ora, quando Geremìa finì di riferire quanto il Signore gli aveva comandato di dire a tutto il popolo, i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo lo arrestarono dicendo: «Devi morire! Perché hai predetto nel nome del Signore: “Questo tempio diventerà come Silo e questa città sarà devastata, disabitata”?». Tutto il popolo si radunò contro Geremìa nel tempio del Signore.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale

    Dal Sal 68 (69)

    R. Nella tua grande bontà, rispondimi, o Dio.

    Sono più numerosi dei capelli del mio capo
    quelli che mi odiano senza ragione.
    Sono potenti quelli che mi vogliono distruggere,
    i miei nemici bugiardi:
    quanto non ho rubato, dovrei forse restituirlo? R.

    Per te io sopporto l’insulto
    e la vergogna mi copre la faccia;
    sono diventato un estraneo ai miei fratelli,
    uno straniero per i figli di mia madre.
    Perché mi divora lo zelo per la tua casa,
    gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me. R.

    Ma io rivolgo a te la mia preghiera,
    Signore, nel tempo della benevolenza.
    O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi,
    nella fedeltà della tua salvezza. R.

    Acclamazione al Vangelo

    Alleluia, alleluia.

    La parola del Signore rimane in eterno:
    e questa è la parola del Vangelo che vi è stato annunciato. (1 Pt 1,25)

    Alleluia.

    Vangelo
    Non è costui il figlio del falegname? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?

    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 13,54-58

    In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
    Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

    Parola del Signore.

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    1. PAROLE DEL SANTO PADRE
      I gesti di quell’uomo e del mercante che vanno in cerca, privandosi dei propri beni, per comprare realtà più preziose, sono gesti decisi, sono gesti radicali, direi soltanto di andata, non di andata e ritorno: sono gesti di andata. E, per di più, compiuti con gioia perché entrambi hanno trovato il tesoro. Siamo chiamati ad assumere l’atteggiamento di questi due personaggi evangelici, diventando anche noi cercatori sanamente inquieti del Regno dei cieli. Si tratta di abbandonare il fardello pesante delle nostre sicurezze mondane che ci impediscono la ricerca e la costruzione del Regno: la bramosia di possedere, la sete di guadagno e di potere, il pensare solo a noi stessi. Ai nostri giorni, tutti lo sappiamo, la vita di alcuni può risultare mediocre e spenta perché probabilmente non sono andati alla ricerca di un vero tesoro: si sono accontentati di cose attraenti ma effimere, di bagliori luccicanti ma illusori perché lasciano poi al buio. Invece la luce del Regno non è un fuoco di artificio, è luce: il fuoco di artificio dura soltanto un istante, la luce del Regno ci accompagna per tutta la vita. Il Regno dei cieli è il contrario delle cose superflue che offre il mondo, è il contrario di una vita banale: esso è un tesoro che rinnova la vita tutti i giorni e la dilata verso orizzonti più vasti. Infatti, chi ha trovato questo tesoro ha un cuore creativo e cercatore, che non ripete ma inventa, tracciando e percorrendo strade nuove, che ci portano ad amare Dio, ad amare gli altri, ad amare veramente noi stessi. (Angelus, 26 luglio 2020)

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