Prima Lettura Is 66,10-14c Io farò scorrere verso di lei, come un fiume, la prosperità.
Dal libro del profeta Isaia Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa quanti la amate. Sfavillate di gioia con essa voi tutti che avete partecipato al suo lutto. Così succhierete al suo petto e vi sazierete delle sue consolazioni; succhierete, deliziandovi, all'abbondanza del suo seno. Poiché così dice il Signore: «Ecco io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la prosperità; come un torrente in piena la ricchezza dei popoli; i suoi bimbi saranno portati in braccio, sulle ginocchia saranno accarezzati. Come una madre consola un figlio così io vi consolerò; in Gerusalemme sarete consolati. Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore, le vostre ossa saran rigogliose come erba fresca. La mano del Signore si farà manifesta ai suoi servi».
Salmo Responsoriale Gdt 13,18-20 Benedetta sei tu, Maria, fra tutte le donne.
Benedetta sei tu, figlia, davanti al Dio Altissimo più di tutte le donne, e benedetto il Signore Dio, che ha creato il cielo e la terra.
Il coraggio che ti ha sostenuta non cadrà dal cuore degli uomini: essi ricorderanno per sempre la potenza di Dio.
Il Signore dà esito felice alla tua opera, a tua perenne esaltazione. Con prontezza hai esposto la vita per sollevare il tuo popolo dall'umiliazione e dall’abbattimento.
Canto al Vangelo Lc 1,45 Alleluia, alleluia. Beata sei tu, o Vergine Maria, perché hai creduto: si è adempiuta in te la parola del Signore. Alleluia.
Vangelo
Lc 1,41b-55 Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente: ha innalzato gli umili.
Dal vangelo secondo Luca In quei giorni, Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore». Allora Maria disse:
«L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Isræle, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre».
PAROLE DEI PAPI E’ un episodio, del quale i Padri della Chiesa hanno colto una grande ricchezza di significato. Il mare simboleggia la vita presente, e l’instabilità del mondo visibile; la tempesta indica ogni sorta di tribolazione, di difficoltà, che opprime l’uomo. La barca, invece, rappresenta la Chiesa costruita da Cristo e guidata dagli Apostoli. […] Il brano continua poi con il gesto dell’apostolo Pietro, il quale, preso da uno slancio di amore verso il Maestro, chiese di andargli incontro, camminando sulle acque. […] Sant’Agostino, immaginando di rivolgersi all’apostolo, commenta: il Signore “sì è abbassato e t'ha preso per mano. Con le tue sole forze non puoi alzarti. Stringi la mano di Colui che scende fino a te” (Enarr. in Ps. 95,7: PL 36, 1233) e dice questo non solo a Pietro, ma lo dice anche a noi. Pietro cammina sulle acque non per la propria forza, ma per la grazia divina, in cui crede, e quando viene sopraffatto dal dubbio, quando non fissa più lo sguardo su Gesù, ma ha paura del vento, quando non si fida pienamente della parola del Maestro, vuol dire che si sta interiormente allontanando da Lui ed è allora che rischia di affondare nel mare della vita, e così anche per noi: se guardiamo solo a noi stessi, diventiamo dipendenti dai venti e non possiamo più passare sulle tempeste, sulle acque della vita. (Benedetto XVI – Angelus a Castel Gandolfo, 7 agosto 2011)
Che cosa ci consiglia la nostra Madre? Oggi nel Vangelo la prima cosa che dice è: «L’anima mia magnifica il Signore» (Lc 1,46). Noi, abituati a sentire queste parole, forse non facciamo più caso al loro significato. Magnificare letteralmente significa “fare grande”, ingrandire. Maria “ingrandisce il Signore”: non i problemi, che pure non le mancavano in quel momento. Da qui scaturisce il Magnificat, da qui nasce la gioia: non dall’assenza dei problemi, che prima o poi arrivano, ma la gioia nasce dalla presenza di Dio che ci aiuta, che è vicino a noi. Perché Dio è grande. E soprattutto, Dio guarda ai piccoli. Noi siamo la sua debolezza di amore: Dio guarda e ama i piccoli. ( P. Francesco Angelus, 15 agosto 2020)
Antifona I più ricchi del popolo cercano il tuo favore, vergine Regina; con te le giovani compagne al Re sono condotte in gioia ed esultanza. (Cf. Sal 44,13.15.16)
Colletta Perdona, o Padre, le colpe dei tuoi servi, e poiché non possiamo piacere a te con le nostre opere, salvaci per l’intercessione della Madre del Figlio tuo e nostro Signore. Egli è Dio, e vive e regna con te.
Prima Lettura Mosè è l’uomo di fiducia in tutta la mia casa. Perché non avete temuto di parlare contro di lui? Dal libro dei Numeri Nm 12,1-13
In quei giorni, Maria e Aronne parlarono contro Mosè, a causa della donna etìope che aveva preso. Infatti aveva sposato una donna etìope. Dissero: «Il Signore forse parlato soltanto per mezzo di Mosè? Non ha parlato anche per mezzo nostro?». Il Signore udì. Ora Mosè era un uomo assai umile, più di qualunque altro sulla faccia della terra. Il Signore disse a un tratto a Mosè, ad Aronne e a Maria: «Uscite tutti e tre verso la tenda del convegno». Uscirono tutti e tre. Il Signore scese in una colonna di nube, si fermò all’ingresso della tenda e chiamò Aronne e Maria. I due si fecero avanti. Il Signore disse: «Ascoltate le mie parole! Se ci sarà un vostro profeta, io, il Signore, in visione a lui mi rivelerò, in sogno parlerò con lui. Non così per il mio servo Mosè: egli è l’uomo di fiducia in tutta la mia casa. Bocca a bocca parlo con lui, in visione e non per enigmi, ed egli contempla l’immagine del Signore. Perché non avete temuto di parlare contro il mio servo, contro Mosè?». L’ira del Signore si accese contro di loro ed egli se ne andò; la nube si ritirò di sopra alla tenda ed ecco: Maria era lebbrosa, bianca come la neve. Aronne si volse verso Maria ed ecco: era lebbrosa. Aronne disse a Mosè: «Ti prego, mio signore, non addossarci il peccato che abbiamo stoltamente commesso! Ella non sia come il bambino nato morto, la cui carne è già mezzo consumata quando esce dal seno della madre». Mosè gridò al Signore dicendo: «Dio, ti prego, guariscila!».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 50 (51)
R.Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità. Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro. R.
Sì, le mie iniquità io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto. R.
Così sei giusto nella tua sentenza, sei retto nel tuo giudizio. Ecco, nella colpa io sono nato, nel peccato mi ha concepito mia madre. R.
Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Non scacciarmi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito. R.
Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia. «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.
Parola del Signore.
Sulle offerte Accetta, o Signore, i doni che ti offriamo e irradia nei nostri cuori la luce del tuo santo Spirito, perché, sull’esempio della beata Vergine Maria, sappiamo meditare e custodire sempre le tue parole. Per Cristo nostro Signore.
Antifona alla comunione Lodate il Signore Dio nostro, che in Maria, sua serva, ha compiuto la sua misericordia, come aveva promesso alla casa d’Israele.
--+Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele! (Gv 1,49b)
Alleluia.
Vangelo Comandami di venire verso di te sulle acque. Dal Vangelo secondo Matteo Mt 14,22-36
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse:
PAROLE DEI PAPI Vangelo di oggi ci ricorda che la fede nel Signore e nella sua parola non ci apre un cammino dove tutto è facile e tranquillo; non ci sottrae alle tempeste della vita. La fede ci dà la sicurezza di una Presenza, quella presenza di Gesù, una presenza che ci spinge a superare le bufere esistenziali, la certezza di una mano che ci afferra per aiutarci ad affrontare le difficoltà, indicandoci la strada anche quando è buio. La fede, insomma, non è una scappatoia dai problemi della vita, ma sostiene nel cammino e gli dà un senso. Questa è la garanzia. (Papa Francesco, Angelus del 13 agosto 2024
FAUSTI - I discepoli vorrebbero arrestare il momento magico del pane , come nella trasfigurazione. Invece devono “ascoltare Lui”. Il pane che ci è dato è, come per Elia, la forza per camminare quaranta giorni e quaranta notti fino al Monte di Dio. Gesù li costringe al santo viaggio perchè preferirebbero restare sul posto, trasformando lo stesso pane in lievito di Erode. Le folle infatti volevano farlo re, mentre lui è il Servo che dà la vita. I discepoli , prima del pane, volevano congedare le folle, ora invece vorrebbero trattenerle. Gesù invece fa il contrario : prima dà il pane, poi le congeda con il “viatico”. Non si serve del pane per trattenerle e dominarle, ma si fa Servo del pane per farle camminare. Dopo la notte del pane viene un nuovo giorno, quello dei discepoli da soli sulla barca, in cui Gesù è presente in altro modo, con la Sua Parola che ordina di fare il Suo stesso cammino, affrontando la stessa notte che Lui ha vinto. Lui è salito sul Monte, in comunione col Padre, inviando i discepoli in tutto il mondo e promettendo di essere sempre con loro. Lui è già nella luce del Padre, lassù sul Monte, da solo, a pregare, noi nella notte, giù nel mare, da soli, a remare. E' la nostra condizione normale , dopo che Lui si è fatto Pane.
FAUSTI – Mediante Maria, fattasi obbedienza alla Parola, Dio visita il Suo popolo e il Suo popolo Lo riconosce. Questo riconoscimento è il termine del Suo piano, fine della Sua fatica, compimento della storia della salvezza; l'incontro tra Israele e Chiesa, tra il popolo di Dio e il suo Messia. Il mistero della Visitazione è l'anticipo di questo avvenimento escatologico, in cui sarà usata Misericordia a tutti coloro che erano rinchiusi nella disobbedienza. E' la gioia finale dell'incontro, tanto ostacolato e tanto sospirato, tra Sposo e sposa, di cui parla il Cantico. La visita del Signore è il senso della storia personale e universale. Ma chi sa discernerla? Elisabetta è gravida di due millenni di attesa, Maria dell'Eterno atteso. Il loro incontro è l'abbraccio tra l'Antico e il Nuovo Testamento, tra la promessa e il compimento. Due donne si salutano. Nella loro reciproca accoglienza è riconosciuto Colui che è Accoglienza. L'incontro avviene per iniziativa di Colei che è beata poiché ha creduto nell'adempimento della Parola del Signore : Maria va da Elisabetta, segno che ha dato Colui al quale “nulla è impossibile” (1,36). Il N. Testamento va a riconoscere nell'Antico il dono pre-contenuto come promessa dell'impossibile. Solo in questa visita e frequentazione dell'A. T. il N. Testamento capisce la realtà di cui è compimento. Al di fuori della promessa dell'A. T. è impossibile riconoscere il dono di Dio che è venuto a visitarci. Solo il Battista è in grado di indicarlo! Legge e promessa sono come le mani che, attraverso Israele, Dio ha creato perché l'umanità possa tenderle verso di Lui e accoglierlo. Un dono che non trova mani per riceverlo e sostenerlo, cade e si perde. Maria, visitando Elisabetta, riconosce la verità di ciò che capita in Lei ; la Chiesa, ricorrendo all'A. Testamento, comprende ciò che ha concepito. E in Maria e nella Chiesa Israele vede la Visita che il Signore ci ha fatto. E' un grande mistero questo riconoscimento : segna il passaggio dalla promessa al compimento, dono della piena conoscenza del Signore. IL MAGNIFICAT , con il quale la Chiesa conclude ogni giorno i Vespri, è il canto di coloro che hanno sperimentato “oggi” la salvezza. E' un cantico di lode, sul tipo di quello di Anna (1Sam 2) , che vede la realizzazione della promessa. Esprime la beatitudine di chi ha riconosciuto l'azione di Dio in suo favore , prorompe dal cuore di chi ha accolto il suo Signore. E' un inno personale e insieme universale e cosmico. Maria è la bocca della figlia di Sion, di tutta l'umanità e dell'intera creazione che vede compiersi la promessa di Dio, più grande di ogni fama (Sl 138,2). E' il Canto nuovo che prorompe dall'uomo nuovo. L'azione di Dio culmina nel canto dell'uomo. Perché canta chi ama e l'amore riposa solo quando è amato. Il termine di tutta la storia sarà un canto di gioia senza fine. Questo canto, anticipato da Maria, è il frutto maturo dell' ascolto di fede, in cui si svela compiutamente il senso della creazione e della storia. Il Magnificat è un compendio di storia di salvezza , che descrive l'azione di Dio – esatto contrappunto di quella umana – attraverso un centone di citazioni e allusioni bibliche. La prima parte è il rendimento di grazie di Maria per cià che Dio ha compiuto in Lei. La seconda parte estende a tutti gli uomini l'azione che Dio in Lei ha compiuto, descritta con sette affermazioni. Il Canto di Maria, occasionato dalla beatitudine proclamata da Elisabetta, ha la stessa melodia delle Beatitudini (Lc 6, 20-26).
Il 5 agosto di ogni anno viene rievocato, attraverso una solenne Celebrazione, il "Miracolo della Nevicata": di fronte agli occhi commossi dei partecipanti una cascata di petali bianchi discende dal soffitto ammantando l'ipogeo e creando quasi un'unione ideale tra l'assemblea e la Madre di Dio.
Il Santo Padre Giovanni Paolo II fin dall'inizio del suo pontificato ha voluto che una lampada ardesse giorno e notte sotto l'icona della Salus, a testimonianza della sua grande devozione per la Madonna. Lo stesso Papa, l'8 dicembre del 2001, ha inaugurato un'altra perla preziosa della Basilica: il Museo, luogo dove la modernità delle strutture e l'antichità dei capolavori esposti offrono al visitatore un "panorama" unico.
Testimonianza di MARIJA PAVLOVIC LUNETTI veggente di Medjugorje –
(…) La Madonna ci ha detto che il 5 di agosto era il suo compleanno e noi abbiamo deciso di ordinare una torta. Era il 1984 e la Madonna compiva 2000 anni, così abbiamo pensato di fare una torta bella grande. Nel gruppo di preghiera che si trovava in canonica eravamo 68, più il gruppo che si trovava sulla collina, in totale eravamo un centinaio. Abbiamo deciso di metterci tutti insieme per fare questa grande torta. Non so come abbiamo fatto a portarla tutta intera, fin sulla collina della croce! Abbiamo messo le candeline e c’erano tante rose di zucchero. La Madonna poi è apparsa e abbiamo cantato “tanti auguri a Te”. Poi alla fine ad Ivan è venuto spontaneo di offrire una rosa di zucchero alla Madonna. Lei l’ha presa, ha accettato i nostri auguri e ha pregato su di noi. Noi eravamo al settimo cielo. Eravamo però perplessi per quella rosa di zucchero e il giorno dopo alle cinque di mattina siamo andati sulla collina per cercare la rosa, pensando che la Madonna l’avesse buttata, ma non l’abbiamo più trovata. Così la nostra gioia era tanta, perché una rosa di zucchero la Madonna l’ha portata in cielo. Ivan era tutto fiero perché gli era venuta questa idea. Questo per dire che con Gesù e la Madonna potete sbizzarrirvi quanto volete. Tanti mi dicono: “Ma non è il 5 agosto il compleanno della Madonna? Allora perché si festeggia l’8 di settembre?” Io dico: festeggiamola due volte. Perché dobbiamo complicare la vita? Per la Madonna il compleanno possiamo festeggiarlo due volte. Durante il tempo di vacanza il 5 agosto lo possiamo festeggiare con gli amici. Ad esempio per un nostro amico che va con l’oratorio in montagna con 200 ragazzi, la festa più bella è quella. Lui fa scrivere le letterine di auguri alla Madonna. Durante l’anno si diverte da matti perché raccoglie tutti questi cesti con le letterine; pensava di bruciarle ma poi ha deciso di conservarle e quando ha momenti di tristezza, legge le letterine dei bambini e prova una grande gioia. Anche voi potete fare qualcosa di simile il 5 agosto con i vostri amici durante le vacanze per la Madonna. Noi abbiamo visto che la Madonna ci ha dato tante idee per poter fare festa con Lei.
Prima Lettura Is 66,10-14c
RispondiEliminaIo farò scorrere verso di lei, come un fiume, la prosperità.
Dal libro del profeta Isaia
Rallegratevi con Gerusalemme,
esultate per essa quanti la amate.
Sfavillate di gioia con essa
voi tutti che avete partecipato al suo lutto.
Così succhierete al suo petto
e vi sazierete delle sue consolazioni;
succhierete, deliziandovi, all'abbondanza del suo seno.
Poiché così dice il Signore:
«Ecco io farò scorrere verso di essa,
come un fiume, la prosperità;
come un torrente in piena la ricchezza dei popoli;
i suoi bimbi saranno portati in braccio,
sulle ginocchia saranno accarezzati.
Come una madre consola un figlio così io vi consolerò;
in Gerusalemme sarete consolati.
Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore,
le vostre ossa saran rigogliose come erba fresca.
La mano del Signore si farà manifesta ai suoi servi».
Salmo Responsoriale Gdt 13,18-20
Benedetta sei tu, Maria, fra tutte le donne.
Benedetta sei tu, figlia,
davanti al Dio Altissimo
più di tutte le donne,
e benedetto il Signore Dio,
che ha creato il cielo e la terra.
Il coraggio che ti ha sostenuta
non cadrà dal cuore degli uomini:
essi ricorderanno per sempre
la potenza di Dio.
Il Signore dà esito felice alla tua opera,
a tua perenne esaltazione.
Con prontezza hai esposto la vita
per sollevare il tuo popolo
dall'umiliazione e dall’abbattimento.
Canto al Vangelo Lc 1,45
Alleluia, alleluia.
Beata sei tu, o Vergine Maria, perché hai creduto:
si è adempiuta in te la parola del Signore.
Alleluia.
Vangelo
Lc 1,41b-55
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente: ha innalzato gli umili.
Dal vangelo secondo Luca
In quei giorni, Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore». Allora Maria disse:
«L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Isræle, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre».
PAROLE DEI PAPI
EliminaE’ un episodio, del quale i Padri della Chiesa hanno colto una grande ricchezza di significato. Il mare simboleggia la vita presente, e l’instabilità del mondo visibile; la tempesta indica ogni sorta di tribolazione, di difficoltà, che opprime l’uomo. La barca, invece, rappresenta la Chiesa costruita da Cristo e guidata dagli Apostoli. […] Il brano continua poi con il gesto dell’apostolo Pietro, il quale, preso da uno slancio di amore verso il Maestro, chiese di andargli incontro, camminando sulle acque. […] Sant’Agostino, immaginando di rivolgersi all’apostolo, commenta: il Signore “sì è abbassato e t'ha preso per mano. Con le tue sole forze non puoi alzarti. Stringi la mano di Colui che scende fino a te” (Enarr. in Ps. 95,7: PL 36, 1233) e dice questo non solo a Pietro, ma lo dice anche a noi. Pietro cammina sulle acque non per la propria forza, ma per la grazia divina, in cui crede, e quando viene sopraffatto dal dubbio, quando non fissa più lo sguardo su Gesù, ma ha paura del vento, quando non si fida pienamente della parola del Maestro, vuol dire che si sta interiormente allontanando da Lui ed è allora che rischia di affondare nel mare della vita, e così anche per noi: se guardiamo solo a noi stessi, diventiamo dipendenti dai venti e non possiamo più passare sulle tempeste, sulle acque della vita.
(Benedetto XVI – Angelus a Castel Gandolfo, 7 agosto 2011)
Che cosa ci consiglia la nostra Madre? Oggi nel Vangelo la prima cosa che dice è: «L’anima mia magnifica il Signore» (Lc 1,46). Noi, abituati a sentire queste parole, forse non facciamo più caso al loro significato. Magnificare letteralmente significa “fare grande”, ingrandire. Maria “ingrandisce il Signore”: non i problemi, che pure non le mancavano in quel momento. Da qui scaturisce il Magnificat, da qui nasce la gioia: non dall’assenza dei problemi, che prima o poi arrivano, ma la gioia nasce dalla presenza di Dio che ci aiuta, che è vicino a noi. Perché Dio è grande. E soprattutto, Dio guarda ai piccoli. Noi siamo la sua debolezza di amore: Dio guarda e ama i piccoli. ( P. Francesco Angelus, 15 agosto 2020)
Antifona
EliminaI più ricchi del popolo cercano il tuo favore,
vergine Regina;
con te le giovani compagne al Re sono condotte
in gioia ed esultanza. (Cf. Sal 44,13.15.16)
Colletta
Perdona, o Padre, le colpe dei tuoi servi,
e poiché non possiamo piacere a te con le nostre opere,
salvaci per l’intercessione della Madre
del Figlio tuo e nostro Signore.
Egli è Dio, e vive e regna con te.
Prima Lettura
Mosè è l’uomo di fiducia in tutta la mia casa. Perché non avete temuto di parlare contro di lui?
Dal libro dei Numeri
Nm 12,1-13
In quei giorni, Maria e Aronne parlarono contro Mosè, a causa della donna etìope che aveva preso. Infatti aveva sposato una donna etìope. Dissero: «Il Signore forse parlato soltanto per mezzo di Mosè? Non ha parlato anche per mezzo nostro?». Il Signore udì. Ora Mosè era un uomo assai umile, più di qualunque altro sulla faccia della terra.
Il Signore disse a un tratto a Mosè, ad Aronne e a Maria: «Uscite tutti e tre verso la tenda del convegno». Uscirono tutti e tre. Il Signore scese in una colonna di nube, si fermò all’ingresso della tenda e chiamò Aronne e Maria. I due si fecero avanti.
Il Signore disse:
«Ascoltate le mie parole!
Se ci sarà un vostro profeta,
io, il Signore,
in visione a lui mi rivelerò,
in sogno parlerò con lui.
Non così per il mio servo Mosè:
egli è l’uomo di fiducia in tutta la mia casa.
Bocca a bocca parlo con lui,
in visione e non per enigmi,
ed egli contempla l’immagine del Signore.
Perché non avete temuto
di parlare contro il mio servo, contro Mosè?».
L’ira del Signore si accese contro di loro ed egli se ne andò; la nube si ritirò di sopra alla tenda ed ecco: Maria era lebbrosa, bianca come la neve. Aronne si volse verso Maria ed ecco: era lebbrosa.
Aronne disse a Mosè: «Ti prego, mio signore, non addossarci il peccato che abbiamo stoltamente commesso! Ella non sia come il bambino nato morto, la cui carne è già mezzo consumata quando esce dal seno della madre». Mosè gridò al Signore dicendo: «Dio, ti prego, guariscila!».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 50 (51)
R.Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. R.
Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto. R.
Così sei giusto nella tua sentenza,
sei retto nel tuo giudizio.
Ecco, nella colpa io sono nato,
nel peccato mi ha concepito mia madre. R.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
«Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».
Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.
Parola del Signore.
Sulle offerte
Accetta, o Signore, i doni che ti offriamo
e irradia nei nostri cuori la luce del tuo santo Spirito,
perché, sull’esempio della beata Vergine Maria,
sappiamo meditare e custodire sempre le tue parole.
Per Cristo nostro Signore.
Antifona alla comunione
Lodate il Signore Dio nostro,
che in Maria, sua serva,
ha compiuto la sua misericordia,
come aveva promesso alla casa d’Israele.
Elimina--+Rabbì, tu sei il Figlio di Dio,
tu sei il re d'Israele! (Gv 1,49b)
Alleluia.
Vangelo
Comandami di venire verso di te sulle acque.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 14,22-36
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse:
PAROLE DEI PAPI
EliminaVangelo di oggi ci ricorda che la fede nel Signore e nella sua parola non ci apre un cammino dove tutto è facile e tranquillo; non ci sottrae alle tempeste della vita. La fede ci dà la sicurezza di una Presenza, quella presenza di Gesù, una presenza che ci spinge a superare le bufere esistenziali, la certezza di una mano che ci afferra per aiutarci ad affrontare le difficoltà, indicandoci la strada anche quando è buio. La fede, insomma, non è una scappatoia dai problemi della vita, ma sostiene nel cammino e gli dà un senso. Questa è la garanzia. (Papa Francesco, Angelus del 13 agosto 2024
FAUSTI - I discepoli vorrebbero arrestare il momento magico del pane , come nella trasfigurazione. Invece devono “ascoltare Lui”.
Il pane che ci è dato è, come per Elia, la forza per camminare quaranta giorni e quaranta notti fino al Monte di Dio. Gesù li costringe al santo viaggio perchè preferirebbero restare sul posto, trasformando lo stesso pane in lievito di Erode.
Le folle infatti volevano farlo re, mentre lui è il Servo che dà la vita.
I discepoli , prima del pane, volevano congedare le folle, ora invece vorrebbero trattenerle. Gesù invece fa il contrario : prima dà il pane, poi le congeda con il “viatico”.
Non si serve del pane per trattenerle e dominarle, ma si fa Servo del pane per farle camminare.
Dopo la notte del pane viene un nuovo giorno, quello dei discepoli da soli sulla barca, in cui Gesù è presente in altro modo, con la Sua Parola che ordina di fare il Suo stesso cammino, affrontando la stessa notte che Lui ha vinto.
Lui è salito sul Monte, in comunione col Padre, inviando i discepoli in tutto il mondo e promettendo di essere sempre con loro.
Lui è già nella luce del Padre, lassù sul Monte, da solo, a pregare, noi nella notte, giù nel mare, da soli, a remare.
E' la nostra condizione normale , dopo che Lui si è fatto Pane.
FAUSTI – Mediante Maria, fattasi obbedienza alla Parola, Dio visita il Suo popolo e il Suo popolo Lo riconosce. Questo riconoscimento è il termine del Suo piano, fine della Sua fatica, compimento della storia della salvezza; l'incontro tra Israele e Chiesa, tra il popolo di Dio e il suo Messia.
RispondiEliminaIl mistero della Visitazione è l'anticipo di questo avvenimento escatologico, in cui sarà usata Misericordia a tutti coloro che erano rinchiusi nella disobbedienza.
E' la gioia finale dell'incontro, tanto ostacolato e tanto sospirato, tra Sposo e sposa, di cui parla il Cantico. La visita del Signore è il senso della storia personale e universale. Ma chi sa discernerla?
Elisabetta è gravida di due millenni di attesa, Maria dell'Eterno atteso.
Il loro incontro è l'abbraccio tra l'Antico e il Nuovo Testamento, tra la promessa e il compimento.
Due donne si salutano. Nella loro reciproca accoglienza è riconosciuto Colui che è Accoglienza.
L'incontro avviene per iniziativa di Colei che è beata poiché ha creduto nell'adempimento della Parola del Signore : Maria va da Elisabetta, segno che ha dato Colui al quale “nulla è impossibile” (1,36).
Il N. Testamento va a riconoscere nell'Antico il dono pre-contenuto come promessa dell'impossibile. Solo in questa visita e frequentazione dell'A. T. il N. Testamento capisce la realtà di cui è compimento.
Al di fuori della promessa dell'A. T. è impossibile riconoscere il dono di Dio che è venuto a visitarci.
Solo il Battista è in grado di indicarlo!
Legge e promessa sono come le mani che, attraverso Israele, Dio ha creato perché l'umanità possa tenderle verso di Lui e accoglierlo.
Un dono che non trova mani per riceverlo e sostenerlo, cade e si perde.
Maria, visitando Elisabetta, riconosce la verità di ciò che capita in Lei ; la Chiesa, ricorrendo all'A. Testamento, comprende ciò che ha concepito.
E in Maria e nella Chiesa Israele vede la Visita che il Signore ci ha fatto.
E' un grande mistero questo riconoscimento : segna il passaggio dalla promessa al compimento, dono della piena conoscenza del Signore.
IL MAGNIFICAT , con il quale la Chiesa conclude ogni giorno i Vespri, è il canto di coloro che hanno sperimentato “oggi” la salvezza. E' un cantico di lode, sul tipo di quello di Anna (1Sam 2) , che vede la realizzazione della promessa. Esprime la beatitudine di chi ha riconosciuto l'azione di Dio in suo favore , prorompe dal cuore di chi ha accolto il suo Signore.
E' un inno personale e insieme universale e cosmico.
Maria è la bocca della figlia di Sion, di tutta l'umanità e dell'intera creazione che vede compiersi la promessa di Dio, più grande di ogni fama (Sl 138,2).
E' il Canto nuovo che prorompe dall'uomo nuovo.
L'azione di Dio culmina nel canto dell'uomo. Perché canta chi ama e l'amore riposa solo quando è amato.
Il termine di tutta la storia sarà un canto di gioia senza fine.
Questo canto, anticipato da Maria, è il frutto maturo dell' ascolto di fede, in cui si svela compiutamente il senso della creazione e della storia.
Il Magnificat è un compendio di storia di salvezza , che descrive l'azione di Dio – esatto contrappunto di quella umana – attraverso un centone di citazioni e allusioni bibliche.
La prima parte è il rendimento di grazie di Maria per cià che Dio ha compiuto in Lei.
La seconda parte estende a tutti gli uomini l'azione che Dio in Lei ha compiuto, descritta con sette affermazioni.
Il Canto di Maria, occasionato dalla beatitudine proclamata da Elisabetta, ha la stessa melodia delle Beatitudini (Lc 6, 20-26).
Il 5 agosto di ogni anno viene rievocato, attraverso una solenne Celebrazione, il "Miracolo della Nevicata": di fronte agli occhi commossi dei partecipanti una cascata di petali bianchi discende dal soffitto ammantando l'ipogeo e creando quasi un'unione ideale tra l'assemblea e la Madre di Dio.
RispondiEliminaIl Santo Padre Giovanni Paolo II fin dall'inizio del suo pontificato ha voluto che una lampada ardesse giorno e notte sotto l'icona della Salus, a testimonianza della sua grande devozione per la Madonna. Lo stesso Papa, l'8 dicembre del 2001, ha inaugurato un'altra perla preziosa della Basilica: il Museo, luogo dove la modernità delle strutture e l'antichità dei capolavori esposti offrono al visitatore un "panorama" unico.
COMPLEANNO DELLA MADONNA
RispondiElimina5 agosto
Testimonianza di
MARIJA PAVLOVIC LUNETTI
veggente di Medjugorje –
(…) La Madonna ci ha detto che il 5 di agosto era il suo compleanno e noi abbiamo deciso di ordinare una torta. Era il 1984 e la Madonna compiva 2000 anni, così abbiamo pensato di fare una torta bella grande. Nel gruppo di preghiera che si trovava in canonica eravamo 68, più il gruppo che si trovava sulla collina, in totale eravamo un centinaio. Abbiamo deciso di metterci tutti insieme per fare questa grande torta. Non so come abbiamo fatto a portarla tutta intera, fin sulla collina della croce! Abbiamo messo le candeline e c’erano tante rose di zucchero. La Madonna poi è apparsa e abbiamo cantato “tanti auguri a Te”. Poi alla fine ad Ivan è venuto spontaneo di offrire una rosa di zucchero alla Madonna. Lei l’ha presa, ha accettato i nostri auguri e ha pregato su di noi. Noi eravamo al settimo cielo. Eravamo però perplessi per quella rosa di zucchero e il giorno dopo alle cinque di mattina siamo andati sulla collina per cercare la rosa, pensando che la Madonna l’avesse buttata, ma non l’abbiamo più trovata. Così la nostra gioia era tanta, perché una rosa di zucchero la Madonna l’ha portata in cielo. Ivan era tutto fiero perché gli era venuta questa idea. Questo per dire che con Gesù e la Madonna potete sbizzarrirvi quanto volete. Tanti mi dicono: “Ma non è il 5 agosto il compleanno della Madonna? Allora perché si festeggia l’8 di settembre?” Io dico: festeggiamola due volte. Perché dobbiamo complicare la vita? Per la Madonna il compleanno possiamo festeggiarlo due volte. Durante il tempo di vacanza il 5 agosto lo possiamo festeggiare con gli amici. Ad esempio per un nostro amico che va con l’oratorio in montagna con 200 ragazzi, la festa più bella è quella. Lui fa scrivere le letterine di auguri alla Madonna. Durante l’anno si diverte da matti perché raccoglie tutti questi cesti con le letterine; pensava di bruciarle ma poi ha deciso di conservarle e quando ha momenti di tristezza, legge le letterine dei bambini e prova una grande gioia. Anche voi potete fare qualcosa di simile il 5 agosto con i vostri amici durante le vacanze per la Madonna. Noi abbiamo visto che la Madonna ci ha dato tante idee per poter fare festa con Lei.
Domenica di Pasqua, 11 aprile 2004
(Info da Medjugorie – Radio Maria)