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mercoledì 29 maggio 2024

SAN PAOLO VI







5 commenti:

  1. ...dal TESTAMENTO DI S.PAOLO VI
    ...Fare presto. Fare tutto. Fare bene. Fare lietamente: ciò che ora Tu vuoi da me, anche se supera immensamente le mie forze e se mi chiede la vita. Finalmente, a quest’ultima ora.

    Curvo il capo ed alzo lo spirito. Umilio me stesso ed esalto Te, Dio, « la cui natura è bontà » (S. Leone). Lascia che in questa ultima veglia io renda omaggio, a Te, Dio vivo e vero, che domani sarai mio giudice, e che dia a Te la lode che più ambisci, il nome che preferisci: sei Padre. Poi io penso, qui davanti alla morte, maestra della filosofia della vita, che l’avvenimento fra tutti più grande fu per me, come lo è per quanti hanno pari fortuna, l’incontro con Cristo, la Vita. Tutto qui sarebbe da rimeditare con la chiarezza rivelatrice, che la lampada della morte dà a tale incontro. A nulla infatti ci sarebbe valso il nascere se non ci avesse servito ad essere redenti. Questa è la scoperta del preconio pasquale, e questo è il criterio di valutazione d’ogni cosa riguardante l’umana esistenza ed il suo vero ed unico destino, che non si determina se non in ordine a Cristo: « o mira circa nós tuae pietatis dignatio! », o meravigliosa pietà del tuo amore per noi! Meraviglia delle meraviglie, il mistero della nostra vita in Cristo. Qui la fede, qui la speranza, qui l’amore cantano la nascita e celebrano le esequie dell’uomo. Io credo, io spero, io amo, nel nome Tuo, o Signore.

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  2. VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 16,12-15

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

    «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.

    Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
    Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Un cristiano deve annunziare Gesù Cristo in una maniera che Gesù Cristo venga accettato, ricevuto, non rifiutato. E Paolo sa che lui deve seminare questo messaggio evangelico. Lui sa che l’annunzio di Gesù Cristo non è facile, ma che non dipende da lui: lui deve fare tutto il possibile, ma l’annunzio di Gesù Cristo, l’annunzio della verità, dipende dalla Spirito Santo. Gesù ci dice nel Vangelo di oggi: ‘Quando verrà Lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità’. Paolo non dice agli ateniesi: ‘Questa è la enciclopedia della verità. Studiate questo e avrete la verità, la verità!’. No! La verità non entra in una enciclopedia. La verità è un incontro; è un incontro con la Somma verità: Gesù, la grande verità”

    . FAUSTI – Gesù , col Suo andarsene, ci ha detto tutto su Dio , non può dirci o darci di più.
    Ma l'amore sorpassa ogni conoscenza . C'è sempre un di più da capire, che rimane non detto.
    Lo Spirito ci farà capire il “non detto” di ciò che Gesù ci ha detto , attualizzerà nella storia la Sua presenza., parlando qui e ora di ciò che Egli ha detto allora. Tutta la storia è compimento della rivelazione del Figlio, alla luce dell'amore che aumenta la conoscenza e della conoscenza che cresce in amore. La Parola, principio di tutto, ha un peso specifico superiore a qualsiasi realtà.
    Solo dopo la croce, dove vediamo e accogliamo il Suo amore, comprendiamo ciò che Gesù ha detto e siamo in grado di portare il peso delle Sue Parole.
    Se il Vangelo ci racconta Gesù, lo Spirito d'amore è come la luce che ce lo fa comprendere e vivere.
    E' vero che la carne di Gesù ci ha mostrato la gloria.
    Ma questa non è mai totalmente capita , sarà sempre più comprensibile , all'infinito, perché è infinita.
    E' una verità dinamica, un cammino di comprensione e di amore senza fine.
    Cessato il “dire” di Gesù, continuerà il “parlare” dello Spirito n noi, che renderà presenti a noi le Sue Parole.
    La Parola diventata carne ci ha rivelato tutto . Lo Spirito : lo Spirito ce la ripete e annuncia di nuovo, dandoci la luce e per interpretarla e viverla nella nostra situazione concreta.
    Lo Spirito della Verità ci farà comprendere il mistero del Figlio nella storia : è lo Spirito di profezia, che ci fa leggere ciò che avviene alla luce di “Colui che viene”.
    La profezia cristiana consiste nel vedere il presente alla luce del passato di Gesù .
    Ciò che è accaduto a Lui , accade e accadrà a ogni discepolo, in ogni luogo e tempo.
    La nostra profezia è ricordo attualizzante di Gesù, : ci fa vedere cosa Lui fa, ora come allora.
    Anzi, ci dona di vedere la realtà con i Suoi occhi di Figlio, che sono gli stessi del Padre.

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  3. 29 maggio
    SAN PAOLO VI,
    papa
    PRIMA LETTURA
    Guai a me se non annuncio il Vangelo.
    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
    9, 16-19.22-23
    F ratelli, annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità
    che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!
    Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di
    mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia
    ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il
    diritto conferitomi dal Vangelo.
    Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne
    il maggior numero. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli;
    mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio
    per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io.
    Parola di Dio
    SALMO RESPONSORIALE
    Dal Salmo 95 (96)
    R/. Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.
    Cantate al Signore un canto nuovo,
    cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
    Cantate al Signore, benedite il suo nome. R/.
    Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
    In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
    a tutti i popoli dite le sue meraviglie. R/.
    Date al Signore, o famiglie dei popoli,
    date al Signore gloria e potenza,
    date al Signore la gloria del suo nome. R/.
    Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
    È stabile il mondo, non potrà vacillare!
    Egli giudica i popoli con rettitudine. R/


    CANTO AL VANGELO
    Mc 1, 17
    R/. Alleluia, alleluia.
    Venite dietro a me, dice il Signore,
    vi farò diventare pescatori di uomini.
    R/. Alleluia.
    VANGELO
    Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    16, 13-19
    In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi
    discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni
    dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
    Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo,
    il Figlio del Dio vivente».
    E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né
    sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei
    Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non
    prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che
    legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà
    sciolto nei cieli».
    Parola del Signore.

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  4. FAUSTI “Interrogava i Suoi Discepoli” Fin qui erano gli altri a interrogarsi su di Lui. Ora è Lui che interroga . La fede inizia dove noi smettiamo di mettere in questione il Signore , e accettiamo di essere messi in questione da Lui. A ogni nostra domanda su di Lui corrisponde una nostra risposta su di Lui, che Lo riduce a misura delle nostre domande.
    La Sua domanda a noi invece ci apre al Suo Mistero.
    La fede è responsabilità, abilità-a-rispondere al Signore che ci interpella. Lui è e resta sempre per noi un mistero, su cui non abbiamo né risposte, né immagini : l'unica risposta siamo noi che diventiamo a Sua immagine. Lasciarsi interrogare da Lui e rispondergli secondo lo Spirito è l'arte e l'avventura di essere uomo. Dio è l'eterna domanda , l'uomo ne è la risposta, nella misura in cui ne ascolta la Parola e la incarna nella propria vita.
    C'è un si dice, un parlare generico e irresponsabile, che non corrisponde mai a verità. In esso ciò che è già noto, o si presume tale, diventa misura di tutto. Le nostre convinzioni ci velano la realtà del Figlio dell'uomo e dell'uomo stesso, che è sempre più grande di quanto possiamo già sapere. Giovanni Battista ed Elia sono le figure religiose più eminenti del passato, con una sorte di azione e di passione per la Parola, Hanno in comune il non essere state capite in vita e l'essere già morte.
    “Ma voi, chi dite che Io sia? “ IO-Sono chiede con umiltà ai discepoli : “Chi sono Io?” per introdurli nel Suo Mistero. Non è una crisi di identità Sua : è in gioco l'identità loro.
    Gesù rivolge loro la domanda con trepida attesa : essere riconosciuto è il desiderio dell'Amore che si rivela. La risposta personale a questa Sua domanda costituisce il discepolo.
    Il cristianesimo non è un'ideologia,una dottrina, una morale ma il mio rapporto con Gesù, il “Mio” Signore che amo come Lui mi ama.
    Ai discepoli si chiede prima cosa dicono gli uomini e poi cosa dicono loro, per suggerire che la loro risposta non deve essere come quella degli altri. Né la carne né il sangue, ma solo il Padre può rivelare chi è il Figlio..
    Siamo alla svolta decisiva del Vangelo : finalmente Pietro e quelli con lui Lo riconoscono come Messia e Figlio di Dio.
    Avvinti a Lui, d'ora in poi potranno ricevere il dono di quella conoscenza di Lui che può essere fatta solo a chi Lo ama.Pietro per primo risponde alla domanda . Lo riconosce come il Cristo e il Figlio del Dio vivente ; è il Salvatore atteso che compie ogni promessa del cielo e desiderio della terra, è l'inatteso Figlio di Dio, che in ogni promessa si compromette, dono oltre ogni desiderio. Gesù è venuto a portarci il dono del Padre, il Padre come dono, in modo che siam tutti figli e fratelli.
    “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio Vivente” Quella di Pietro è la professione di fede cristiana : Gesù è il Cristo, l'unico Cristo, è il Figlio, il Figlio Unigenito del Padre della vita.
    Vedere nella Carne di Gesù il Cristo, Figlio di Dio, è il centro della rivelazione, è entrare nella conoscenza del mistero del rapporto Padre/Figlio, rivelato ai piccoli.
    Da questa risposta Pietro è generato uomo nuovo, partecipe del segreto di Dio.
    Con ulteriore sorpresa dovrà capire in seguito che il Cristo non è quello che lui pensa, ma un Cristo che lui non si aspetta, scoprirà anche che il Figlio di Dio è un Figlio che lui neanche sospetta, e che il Dio Vivente è “Altro” da quello che lui immagina.
    Beato te, Simone” Quella di Pietro è la Beatitudine suprema : accogliendo il Figlio, entra nel Regno del Padre. Lui è il primo che riceve la rivelazione di ciò che è nascosto ai sapienti e agli intelligenti. Pietro vede quanto occhio umano mai vide : ciò che Dio ha preparato per coloro che Lo amano nella Carne del Figlio. Il cristianesimo è conoscere a amare la persona di Gesù.
    Credere al Suo messaggio non è apprezzare o adottare la Sua dottrina : è conoscere e amare Lui come Figlio di Dio, che si è fatto mio fratello per darmi il Suo stesso rapporto col Padre.
    E' il Signore che mi ha amato e ha dato Se stesso per me (Gal 2,20).

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    1. “Tu sei Pietro e su questa pietra Io edificherò la Mia Chiesa” Pietro diventa “Pietra” attributo di Dio ( Is 17,10), come lo fu anche Abramo, padre dei credenti (Is 51,1).
      La fede nel Figlio gli dona la prerogativa di Dio stesso. La Chiesa si costruisce su questa pietra come la casa di coloro che sono ormai familiari di Dio. Ogni potere di morte si infrangerà contro il Dio Vivente e contro quelli di casa Sua. La Sua fedeltà ha ormai l'ultima parola su ogni nostra infedeltà, al di là di ogni nostra fragilità e peccato, che pure Pietro sperimenterà.
      Ciò che vale per Pietro, vale per tutta la Chiesa.
      “A te darò le chiavi del regno dei cieli” la fede di Pietro è la chiave che apre il Regno.
      La promessa vale per il tempo che segue. La fedeltà di Dio garantisce la fede di Pietro, nella quale egli poi confermerà i suoi fratelli. Il ruolo di Pietro è quello della pietra su cui si edifica la Comunità che professa tale fede. In base al dono della fede , a Pietro è dato il pegno /impegno di dire ciò che è conforme o meno ad essa, e, di conseguenza, dichiarare chi appartiene o no al Regno. Legare o sciogliere significa proibire e permettere, ammettere ed escluder dalla Comunità, interpretando autenticamente la Parola.
      L'autorità nella Chiesa non è certo come quella dei capi delle nazioni, ma la stessa del Signore, che è venuto per salvare e dare la Vita. Si tratta di un servizio nella fede e nell'amore, principio di unione e di Vita.

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