Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino. (Sal 118 (119), 105)
Alleluia.
Vangelo Io vi dico di non opporvi al malvagio. Dal Vangelo secondo Matteo Mt 5,38-42
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: "Occhio per occhio" e "dente per dente". Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l'altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da' a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».
Parola del Signore. PAROLE DEL SANTO PADRE Consideriamo anzitutto quel senso di ingiustizia che avvertiamo nel “porgi l’altra guancia”. E pensiamo a Gesù. Durante la passione, nel suo ingiusto processo davanti al sommo sacerdote, a un certo punto riceve uno schiaffo da una delle guardie. E Lui come si comporta? Non lo insulta, no, dice alla guardia: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?» (Gv 18,23). Chiede conto del male ricevuto. Porgere l’altra guancia non significa subire in silenzio, cedere all’ingiustizia. Gesù con la sua domanda denuncia ciò che è ingiusto. Però lo fa senza ira, senza violenza, anzi con gentilezza. Non vuole innescare una discussione, ma disinnescare il rancore, questo è importante: spegnere insieme l’odio e l’ingiustizia, cercando di recuperare il fratello colpevole. (Angelus, 20 febbraio 2022)
FAUSTI - “Occhio per occhio...” E' la legge del taglione , comune nell'antichità come limitazione della vendetta selvaggia del più forte e ristabilimento di una certa parità. Ma non risolve il male : semplicemente lo raddoppia, nella speranza, per lo più vana, che ciò serva da deterrente. Infatti aiuta il male a farsi più furbo e prepotente. La legge del taglione è sostituita da quella della misericordia , che sola vince il male e riscatta chi lo fa. Gesù si pone nell'ottica della giustizia “eccessiva” del Padre. Solo questa vince il male. Sullo sfondo c'è la Croce del Figlio che si carica del male dei fratelli (Is 53,1) e così compie ogni giustizia. Gesù propone e dona la nuova economia dell'amore , che vince quella dell'egoismo. Seguono 5 esempi , che sono anche 5 regole con cui si mostra come vincere il male con il bene(Rom 12,21). la prima regola per opporsi al male è opporsi al male e non al malvagio. Il male fa male innanzitutto a chi lo fa , e non va restituito. Il malvagio, prima vittima del male , è un mio fratello e va amato con più cuore. Il mio odio verso di lui fa da spia alla mia connivenza col male ; il mio amore verso di lui fa da spia alla mia libertà da esso. Gesù ama i peccatori perché odia il peccato; io odio i peccatori perché amo il peccato. Solo un cuore puro ama con tenerezza il peccatore. Ha quella compassione che vince il male stesso : invece di restituirlo raddoppiandolo, ha la forza di farsene carico, di patire-con l'altro, “ l'Agnello di Dio che porta e toglie il peccato del mondo (Gv 1, 29). “Tu porgigli anche l'altra” Se la prima regola per vincere il male è non restituirlo, la seconda è la disponibilità a portarne il doppio, pur di non raddoppiarlo. “A chi ti vuol chiamare in giudizio e toglierti la tunica, lascia anche il mantello” La terza regola per vincere il male è rinunciare al tuo diritto, cosciente del tuo dovere di figlio, quello di non opporti al fratello. Piuttosto che rivendicare senza amore la tua tunica, sii disposto a rinunciare anche al mantello. La vittoria del Figlio sulla croce fu la vittoria contro la rapacità di Adamo. - Gesù dice ciò che nel seguito del Vangelo puntualmente realizza. ”Se uno ti angarierà per un miglio, vai con lui per due” La quarta regola riguarda le angherie. L'angarius è il messo del re, che ha il diritto di requisire chiunque a portare i suoi pesi. Ogni uomo è figlio di Dio, il gran Re, e tu hai il dovere di aiutarlo a portare i suoi pesi. I bisogni dell'altro sono tuoi doveri. E se uno ti costringe a farne uno, fa' per lui due. La quinta regola è la disponibilità a dare, vittoria sul “prendere”. Il prendere per possedere è principio di ogni male, distrugge la creazione che è dono d'amore. Il dare è principio di comunione. La comunione tra tutti viene proprio dal Corpo del Figlio, dato per noi.
In mezzo alla Chiesa gli ha aperto la bocca, il Signore lo ha colmato dello spirito di sapienza e d’intelligenza; gli ha fatto indossare una veste di gloria. ( Sir 15,5) La bocca del giusto medita sapienza e la sua lingua esprime verità; la legge del suo Dio è nel suo cuore. ( Sal 36) Dio onnipotente ed eterno, che in sant’Antonio di Padova hai dato al tuo popolo un insigne predicatore e un patrono dei poveri e dei sofferenti, fa’ che per sua intercessione seguiamo gli insegnamenti del Vangelo e sperimentiamo nella prova il soccorso della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Gesù Cristo non fu “sì” e “no”, ma in lui vi fu il “sì”. Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 2 Cor 1,18-22
Fratelli, Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è «sì» e «no». Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che abbiamo annunciato tra voi, io, Silvano e Timòteo, non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì». Infatti tutte le promesse di Dio in lui sono «sì». Per questo attraverso di lui sale a Dio il nostro «Amen» per la sua gloria. È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 118 (119) R. Risplenda su di noi la luce del tuo volto, Signore. Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti: per questo li custodisco. La rivelazione delle tue parole illumina, dona intelligenza ai semplici. R.
Apro anelante la mia bocca, perché ho sete dei tuoi comandi. Volgiti a me e abbi pietà, con il giudizio che riservi a chi ama il tuo nome. R.
Rendi saldi i miei passi secondo la tua promessa e non permettere che mi domini alcun male. Fa’ risplendere il tuo volto sul tuo servo e insegnami i tuoi decreti. R.
Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia.
Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro. (Mt 5,16)
Alleluia.
Vangelo Voi siete la luce del mondo. Dal Vangelo secondo Matteo Mt 5,13-16
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
PAROLE DEL SANTO PADRE Gesù dice ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra … Voi siete la luce del mondo» (Mt 5,13.14). Questo ci stupisce un po’, se pensiamo a chi aveva davanti Gesù quando diceva queste parole. Chi erano quei discepoli? Erano pescatori, gente semplice… Ma Gesù li guarda con gli occhi di Dio, e la sua affermazione si capisce proprio come conseguenza delle Beatitudini. Egli vuole dire: se sarete poveri in spirito, se sarete miti, se sarete puri di cuore, se sarete misericordiosi… voi sarete il sale della terra e la luce del mondo! Il cristiano dovrebbe essere una persona luminosa, che porta luce, che sempre dà luce! Una luce che non è sua, ma è il regalo di Dio, è il regalo di Gesù. (Angelus, 9 febbraio 2014) Il sale è l’elemento che dà sapore e che conserva e preserva gli alimenti dalla corruzione. Il discepolo è dunque chiamato a tenere lontani dalla società i pericoli, i germi corrosivi che inquinano la vita delle persone. Si tratta di resistere al degrado morale, al peccato, testimoniando i valori dell’onestà e della fraternità, senza cedere alle lusinghe mondane dell’arrivismo, del potere, della ricchezza. La luce disperde l’oscurità e consente di vedere un discepolo e una comunità cristiana sono luce nel mondo quando indirizzano gli altri a Dio, aiutando ciascuno a fare esperienza della sua bontà e della sua misericordia. (Angelus, 9 febbraio 2020)
FAUSTI - “Voi siete il sale della terra” Il sale dà sapore e preserva dalla corruzione ; inoltre è simbolo di sapienza , amicizia e disponibilità al sacrificio. La Comunità è sale quando ha il sapore delle beatitudini. La nostra identità è “sale della terra” . Dà senso non solo alla nostra esistenza personale , ma a quella di ogni uomo. La vita filiale e fraterna è per tutti il sapore stesso della vita. Se uno non è figlio e fratello di nessuno, semplicemente non è. E' facile perdere il sapore di Cristo, che è saper dare la vita in amore e umiltà. La sapienza mondana non è quella della croce. In ciascuno di noi è grande la lotta tra la sapienza dell'amore e quella dell'egoismo. Il discepolo che non ha il sapore di Cristo non vale nulla , e non serve a nessuno. “Voi siete la luce” Chi sa di Cristo è luce . L'identità è rilevanza. La luce è il principio della creazione . Gesù è visto da Matteo come il sorgere di una grande luce su quanti abitano nelle tenebre e nell'ombra di morte (4,12-17). In Lui siamo illuminati, veniamo alla luce della nostra realtà, nasciamo come figli. E chi è illuminato, a sua volta, fa luce agli altri. “Del mondo” Ciò che dà sapore alla terra, illumina il mondo, facendone vedere la bellezza. La Comunità è una città, la città santa, il luogo in cui si vivono le relazioni in modo divino e paradisiaco, non diabolico e infernale. La città santa è sulla cima dei monti, come il Tempio del Signore (Is 2,2). Tutti la vedono e dicono : “Venite, saliamo al monte del Signore, perché ci indichi le Sue vie e possiamo camminare per i Suoi sentieri. (Is 2,3). Noi dobbiamo cercare non la rilevanza, bensì l'identità. L'identità non può restare nascosta, anche se non fa nulla per farsi vedere . Il sale non può non salare, e la luce non illuminare. Il problema non è salare o illuminare, ma essere sale e luce. Nessuno dà ciò che non ha : ciò che sei parla più forte di quello che dici. “Né si accende una lucerna” In realtà noi non siamo luce, ma lucerna. La lucerna è un semplice vaso di terracotta, con uno stoppino fuligginoso che emerge dall'olio. Solo se è accesa, fa luce. Così anche noi facciamo luce solo se siamo accesi di Cristo, dal fuoco del Suo Amore. Si mette la lampada sotto il moggio per spegnerla. Quante volte spegniamo la luce sotto il moggio dei nostri opportunismi . La lampada invece va messa sul lucerniere. Per Gesù il lucerniere fu la Croce : il massimo del Suo nascondimento fu la Sua piena rivelazione. I fratelli si accorgono del fuoco che c'è in me, se c'è, e ne sono aiutati a vivere la loro fede. “Davanti agli uomini” Gesù dirà subito dopo di non agire davanti agli uomini, per avere gloria da loro (6,1). Qui dice che le nostre opere buone edificano i fratelli, che nella nostra vita fraterna avvertono il profumo di Cristo e glorificano Dio (2Cor 2,14).
Acclamazione al Vangelo
RispondiEliminaAlleluia, alleluia.
Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino. (Sal 118 (119), 105)
Alleluia.
Vangelo
Io vi dico di non opporvi al malvagio.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,38-42
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: "Occhio per occhio" e "dente per dente". Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l'altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da' a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».
Parola del Signore.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Consideriamo anzitutto quel senso di ingiustizia che avvertiamo nel “porgi l’altra guancia”. E pensiamo a Gesù. Durante la passione, nel suo ingiusto processo davanti al sommo sacerdote, a un certo punto riceve uno schiaffo da una delle guardie. E Lui come si comporta? Non lo insulta, no, dice alla guardia: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?» (Gv 18,23). Chiede conto del male ricevuto. Porgere l’altra guancia non significa subire in silenzio, cedere all’ingiustizia. Gesù con la sua domanda denuncia ciò che è ingiusto. Però lo fa senza ira, senza violenza, anzi con gentilezza. Non vuole innescare una discussione, ma disinnescare il rancore, questo è importante: spegnere insieme l’odio e l’ingiustizia, cercando di recuperare il fratello colpevole. (Angelus, 20 febbraio 2022)
FAUSTI - “Occhio per occhio...” E' la legge del taglione , comune nell'antichità come limitazione della vendetta selvaggia del più forte e ristabilimento di una certa parità.
RispondiEliminaMa non risolve il male : semplicemente lo raddoppia, nella speranza, per lo più vana, che ciò serva da deterrente.
Infatti aiuta il male a farsi più furbo e prepotente.
La legge del taglione è sostituita da quella della misericordia , che sola vince il male e riscatta chi lo fa.
Gesù si pone nell'ottica della giustizia “eccessiva” del Padre. Solo questa vince il male.
Sullo sfondo c'è la Croce del Figlio che si carica del male dei fratelli (Is 53,1) e così compie ogni giustizia.
Gesù propone e dona la nuova economia dell'amore , che vince quella dell'egoismo.
Seguono 5 esempi , che sono anche 5 regole con cui si mostra come vincere il male con il bene(Rom 12,21).
la prima regola per opporsi al male è opporsi al male e non al malvagio.
Il male fa male innanzitutto a chi lo fa , e non va restituito.
Il malvagio, prima vittima del male , è un mio fratello e va amato con più cuore.
Il mio odio verso di lui fa da spia alla mia connivenza col male ;
il mio amore verso di lui fa da spia alla mia libertà da esso.
Gesù ama i peccatori perché odia il peccato; io odio i peccatori perché amo il peccato.
Solo un cuore puro ama con tenerezza il peccatore. Ha quella compassione che vince il male stesso : invece di restituirlo raddoppiandolo, ha la forza di farsene carico, di patire-con l'altro, “
l'Agnello di Dio che porta e toglie il peccato del mondo (Gv 1, 29).
“Tu porgigli anche l'altra” Se la prima regola per vincere il male è non restituirlo, la seconda è la disponibilità a portarne il doppio, pur di non raddoppiarlo.
“A chi ti vuol chiamare in giudizio e toglierti la tunica, lascia anche il mantello” La terza regola per vincere il male è rinunciare al tuo diritto, cosciente del tuo dovere di figlio, quello di non opporti al fratello.
Piuttosto che rivendicare senza amore la tua tunica, sii disposto a rinunciare anche al mantello.
La vittoria del Figlio sulla croce fu la vittoria contro la rapacità di Adamo.
- Gesù dice ciò che nel seguito del Vangelo puntualmente realizza.
”Se uno ti angarierà per un miglio, vai con lui per due” La quarta regola riguarda le angherie. L'angarius è il messo del re, che ha il diritto di requisire chiunque a portare i suoi pesi.
Ogni uomo è figlio di Dio, il gran Re, e tu hai il dovere di aiutarlo a portare i suoi pesi.
I bisogni dell'altro sono tuoi doveri.
E se uno ti costringe a farne uno, fa' per lui due.
La quinta regola è la disponibilità a dare, vittoria sul “prendere”.
Il prendere per possedere è principio di ogni male, distrugge la creazione che è dono d'amore.
Il dare è principio di comunione.
La comunione tra tutti viene proprio dal Corpo del Figlio, dato per noi.
In mezzo alla Chiesa gli ha aperto la bocca,
RispondiEliminail Signore lo ha colmato dello spirito
di sapienza e d’intelligenza;
gli ha fatto indossare una veste di gloria. ( Sir 15,5)
La bocca del giusto medita sapienza
e la sua lingua esprime verità;
la legge del suo Dio è nel suo cuore. ( Sal 36)
Dio onnipotente ed eterno,
che in sant’Antonio di Padova
hai dato al tuo popolo un insigne predicatore
e un patrono dei poveri e dei sofferenti,
fa’ che per sua intercessione
seguiamo gli insegnamenti del Vangelo
e sperimentiamo nella prova
il soccorso della tua misericordia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Gesù Cristo non fu “sì” e “no”, ma in lui vi fu il “sì”.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
2 Cor 1,18-22
Fratelli, Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è «sì» e «no». Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che abbiamo annunciato tra voi, io, Silvano e Timòteo, non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì».
Infatti tutte le promesse di Dio in lui sono «sì».
Per questo attraverso di lui sale a Dio il nostro «Amen» per la sua gloria.
È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 118 (119)
R. Risplenda su di noi la luce del tuo volto, Signore.
Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti:
per questo li custodisco.
La rivelazione delle tue parole illumina,
dona intelligenza ai semplici. R.
Apro anelante la mia bocca,
perché ho sete dei tuoi comandi.
Volgiti a me e abbi pietà,
con il giudizio che riservi a chi ama il tuo nome. R.
Rendi saldi i miei passi secondo la tua promessa
e non permettere che mi domini alcun male.
Fa’ risplendere il tuo volto sul tuo servo
e insegnami i tuoi decreti. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Risplenda la vostra luce davanti agli uomini,
perché vedano le vostre opere buone
e rendano gloria al Padre vostro. (Mt 5,16)
Alleluia.
Vangelo
Voi siete la luce del mondo.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,13-16
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Parola del Signore.
PAROLE DEL SANTO PADRE
RispondiEliminaGesù dice ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra … Voi siete la luce del mondo» (Mt 5,13.14). Questo ci stupisce un po’, se pensiamo a chi aveva davanti Gesù quando diceva queste parole. Chi erano quei discepoli? Erano pescatori, gente semplice… Ma Gesù li guarda con gli occhi di Dio, e la sua affermazione si capisce proprio come conseguenza delle Beatitudini. Egli vuole dire: se sarete poveri in spirito, se sarete miti, se sarete puri di cuore, se sarete misericordiosi… voi sarete il sale della terra e la luce del mondo! Il cristiano dovrebbe essere una persona luminosa, che porta luce, che sempre dà luce! Una luce che non è sua, ma è il regalo di Dio, è il regalo di Gesù. (Angelus, 9 febbraio 2014)
Il sale è l’elemento che dà sapore e che conserva e preserva gli alimenti dalla corruzione. Il discepolo è dunque chiamato a tenere lontani dalla società i pericoli, i germi corrosivi che inquinano la vita delle persone. Si tratta di resistere al degrado morale, al peccato, testimoniando i valori dell’onestà e della fraternità, senza cedere alle lusinghe mondane dell’arrivismo, del potere, della ricchezza. La luce disperde l’oscurità e consente di vedere un discepolo e una comunità cristiana sono luce nel mondo quando indirizzano gli altri a Dio, aiutando ciascuno a fare esperienza della sua bontà e della sua misericordia. (Angelus, 9 febbraio 2020)
FAUSTI - “Voi siete il sale della terra” Il sale dà sapore e preserva dalla corruzione ; inoltre è simbolo di sapienza , amicizia e disponibilità al sacrificio.
RispondiEliminaLa Comunità è sale quando ha il sapore delle beatitudini. La nostra identità è “sale della terra” . Dà senso non solo alla nostra esistenza personale , ma a quella di ogni uomo.
La vita filiale e fraterna è per tutti il sapore stesso della vita. Se uno non è figlio e fratello di nessuno, semplicemente non è. E' facile perdere il sapore di Cristo, che è saper dare la vita in amore e umiltà. La sapienza mondana non è quella della croce. In ciascuno di noi è grande la lotta tra la sapienza dell'amore e quella dell'egoismo.
Il discepolo che non ha il sapore di Cristo non vale nulla , e non serve a nessuno.
“Voi siete la luce” Chi sa di Cristo è luce . L'identità è rilevanza. La luce è il principio della creazione . Gesù è visto da Matteo come il sorgere di una grande luce su quanti abitano nelle tenebre e nell'ombra di morte (4,12-17).
In Lui siamo illuminati, veniamo alla luce della nostra realtà, nasciamo come figli.
E chi è illuminato, a sua volta, fa luce agli altri.
“Del mondo” Ciò che dà sapore alla terra, illumina il mondo, facendone vedere la bellezza.
La Comunità è una città, la città santa, il luogo in cui si vivono le relazioni in modo divino e paradisiaco, non diabolico e infernale.
La città santa è sulla cima dei monti, come il Tempio del Signore (Is 2,2).
Tutti la vedono e dicono : “Venite, saliamo al monte del Signore, perché ci indichi le Sue vie e possiamo camminare per i Suoi sentieri. (Is 2,3).
Noi dobbiamo cercare non la rilevanza, bensì l'identità. L'identità non può restare nascosta, anche se non fa nulla per farsi vedere . Il sale non può non salare, e la luce non illuminare.
Il problema non è salare o illuminare, ma essere sale e luce.
Nessuno dà ciò che non ha : ciò che sei parla più forte di quello che dici.
“Né si accende una lucerna” In realtà noi non siamo luce, ma lucerna. La lucerna è un semplice vaso di terracotta, con uno stoppino fuligginoso che emerge dall'olio. Solo se è accesa, fa luce. Così anche noi facciamo luce solo se siamo accesi di Cristo, dal fuoco del Suo Amore.
Si mette la lampada sotto il moggio per spegnerla. Quante volte spegniamo la luce sotto il moggio dei nostri opportunismi . La lampada invece va messa sul lucerniere.
Per Gesù il lucerniere fu la Croce : il massimo del Suo nascondimento fu la Sua piena rivelazione.
I fratelli si accorgono del fuoco che c'è in me, se c'è, e ne sono aiutati a vivere la loro fede.
“Davanti agli uomini” Gesù dirà subito dopo di non agire davanti agli uomini, per avere gloria da loro (6,1). Qui dice che le nostre opere buone edificano i fratelli, che nella nostra vita fraterna avvertono il profumo di Cristo e glorificano Dio (2Cor 2,14).