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giovedì 15 giugno 2023

SACRATISSIMO CUORE DI GESU'


 

6 commenti:

  1. Antifona
    I disegni del suo cuore
    sussistono per sempre,
    per liberare i suoi figli dalla morte
    e nutrirli in tempo di fame. ( Sal 32,11.19)
    O Padre, che nel Cuore del tuo dilettissimo Figlio
    ci dai la gioia di celebrare le grandi opere del tuo amore per noi,
    fa’ che da questa fonte inesauribile
    attingiamo l’abbondanza dei tuoi doni.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Padre misericordioso,
    che nel Cuore del tuo Figlio trafitto dai nostri peccati
    ci hai aperto i tesori infiniti del tuo amore,
    fa’ che rendendogli l’omaggio della nostra fede
    adempiamo anche al dovere di una degna riparazione.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.



    O Dio fedele e misericordioso,
    che hai mandato nel mondo il tuo Figlio
    perché gli uomini abbiano la vita,
    fa’ che alla scuola di Cristo, mite e umile di cuore,
    impariamo ad amarci gli uni gli altri
    per dimorare in te che sei l’amore.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Credo.


    Prima Lettura
    Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti.
    Dal libro del Deuteronòmio
    Dt 7,6-11

    Mosè parlò al popolo dicendo:
    «Tu sei un popolo consacrato al Signore, tuo Dio: il Signore, tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo popolo particolare fra tutti i popoli che sono sulla terra.
    Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti, non perché siete più numerosi di tutti gli altri popoli – siete infatti il più piccolo di tutti i popoli –, ma perché il Signore vi ama e perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri: il Signore vi ha fatti uscire con mano potente e vi ha riscattati liberandovi dalla condizione servile, dalla mano del faraone, re d’Egitto.
    Riconosci dunque il Signore, tuo Dio: egli è Dio, il Dio fedele, che mantiene l’alleanza e la bontà per mille generazioni, con coloro che lo amano e osservano i suoi comandamenti; ma ripaga direttamente coloro che lo odiano, facendoli perire; non concede una dilazione a chi lo odia, ma lo ripaga direttamente.
    Osserverai, dunque, mettendoli in pratica, i comandi, le leggi e le norme che oggi ti prescrivo».

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 102 (103)
    R. L'amore del Signore è per sempre.
    Benedici il Signore, anima mia,
    quanto è in me benedica il suo santo nome.
    Benedici il Signore, anima mia,
    non dimenticare tutti i suoi benefici. R.

    Egli perdona tutte le tue colpe,
    guarisce tutte le tue infermità,
    salva dalla fossa la tua vita,
    ti circonda di bontà e misericordia. R.

    Il Signore compie cose giuste,
    difende i diritti di tutti gli oppressi.
    Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie,
    le sue opere ai figli d’Israele. R.

    Misericordioso e pietoso è il Signore,
    lento all’ira e grande nell’amore.
    Non ci tratta secondo i nostri peccati
    e non ci ripaga secondo le nostre colpe. R.

    Seconda Lettura
    Dio ci ha amati.
    Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
    1Gv 4,7-16

    Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
    In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui.
    In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
    Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito.
    E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio. E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi.
    Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.

    Parola di Dio.

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  2. Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore,
    e imparate da me, che sono mite e umile di cuore. (Mt 11,29ab)

    Alleluia.

    Vangelo
    Io sono mite e umile di cuore.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 11,25-30

    In quel tempo Gesù disse:
    «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
    Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
    Parola del Signore.

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Gesù loda il Padre perché predilige i piccoli. È quello che Lui stesso sperimenta, predicando nei villaggi: i “dotti” e i “sapienti” rimangono sospettosi e chiusi, fanno dei calcoli; mentre i “piccoli” si aprono e accolgono il messaggio. Questo non può che essere volontà del Padre, e Gesù se ne rallegra. Anche noi dobbiamo gioire e lodare Dio perché le persone umili e semplici accolgono il Vangelo. Io gioisco quando io vedo questa gente semplice, questa gente umile che va in pellegrinaggio, che va a pregare, che canta, che loda, gente alla quale forse mancano tante cose ma l’umiltà li porta a lodare Dio. Nel futuro del mondo e nelle speranze della Chiesa ci sono sempre i “piccoli”: coloro che non si reputano migliori degli altri, che sono consapevoli dei propri limiti e dei propri peccati, che non vogliono dominare sugli altri, che, in Dio Padre, si riconoscono tutti fratelli. Dunque, in quel momento di apparente fallimento, dove tutto è buio, Gesù prega lodando il Padre. E la sua preghiera conduce anche noi, lettori del Vangelo, a giudicare in maniera diversa le nostre sconfitte personali, le situazioni in cui non vediamo chiara la presenza e l’azione di Dio, quando sembra che il male prevalga e non ci sia modo di arrestarlo. Gesù, che pure ha tanto raccomandato la preghiera di domanda, proprio nel momento in cui avrebbe avuto motivo di chiedere spiegazioni al Padre, invece si mette a lodarlo. Sembra una contraddizione, ma è lì, la verità. (Udienza generale, 13 gennaio 2021)

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  3. FAUSTI - 11, 25a
    “Ti benedico, Padre” Dopo il lutto per chi non accoglie la Parola, c'è la danza per chi l'accoglie.
    Odio del male e amore del bene, tristezza per il primo e gioia per il secondo, vanno sempre insieme, anche se sono ben distinti.
    Quel momento è anche sempre “questo” . Il racconto rende il lettore contemporaneo all'evento.
    Gesù riconosce davanti a tutti il dono del Padre.
    L'ebraico “Abbà” corrisponde al nostro appellativo affettuoso “papà” E' il primo balbettare del bambino.
    Abbà è la Parola piena di amore, con la quale il Figlio dice il Padre. La Sua dolcezza la capisce solo chi la dice e chi l'ascolta : esprime il mistero di Dio che è Padre e Figlio, nell'unico Amore.
    Questa Parola è il centro del cristianesimo. Lo Spirito del Figlio, effuso nei nostri cuori, grida in noi: “Abbà!” (Rom 5,5). Il credente è colui che ha conosciuto e creduto l'amore che Dio ha per lui. (1Gv 4,16).
    Ciò che Dio è, anche noi siamo; per il dono del Figlio siam davvero figli di Dio (1Gv 3,1). E' il grande mistero, già ora rivelato, anche se come in uno specchio e in modo enigmatico (! Cor 13,12). Soltanto alla fine Lo vedremo faccia a faccia, e conosceremo perfettamente, come siam conosciuti (1 Cor 13,13).
    Quando il figlio nasce, si stacca dalla madre e gli pare di morire, invece viene alla luce e vede il suo volto. Quando ci staccheremo dalla vita terrena, verremo alla luce del Volto del Padre e saremo simili a Lui, perché Lo vedremo come Egli è (! Gv 3,2).
    Già ora però, riflettendo la Gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine , secondo l'azione dello Spirito del Signore (2Cor 3,18).
    Abbà è la Parola piena di amore, con la quale il Figlio dice il Padre. La Sua dolcezza la capisce solo chi la dice e chi l'ascolta : esprime il mistero di Dio che è Padre e Figlio, nell'unico Amore.
    Questa Parola è il centro del cristianesimo.
    Lo Spirito del Figlio, effuso nei nostri cuori, grida in noi: “Abbà!” (Rom 5,5).
    Il credente è colui che ha conosciuto e creduto l'amore che Dio ha per lui. (1Gv 4,16).
    Ciò che Dio è, anche noi siamo; per il dono del Figlio siam davvero figli di Dio (1Gv 3,1). E' il grande mistero, già ora rivelato, anche se come in uno specchio e in modo enigmatico (1 Cor 13,12). Soltanto alla fine Lo vedremo faccia a faccia, e conosceremo perfettamente, come siam conosciuti (1 Cor 13,13).
    Il rapporto ineffabile di conoscenza reciproca tra Padre e Figlio, rivelato agli infanti, è nascosto agli altri, sapienti e intelligenti.
    La Sapienza del Figlio è quella delle beatitudini ; i sapienti non la capiscono, gli intelligenti se ne difendono. Gli infanti non solo ignorano e sono poveri . Neanche parlano.
    A loro, senza parole, è rivelata la Parola : “Abbà!”.
    Anche in noi, oltre le tante parole, c'è una sapienza silenziosa, propria del povero.
    E' la “dotta ignoranza “ del puro di cuore, al quale Dio si fa vedere., ben diversa dalla sapienza ignorante del furbo, al quale Dio resiste.
    Lui non è oggetto di rapina della nostra intelligenza, ma principio e fine del nostro amore : non si affaccia alla finestra della nostra mente, ma bussa alla porta del nostro cuore.
    Gesù è contento di questo . È “sì” non solo al Padre, ma anche ai fratelli.
    Tutto quanto il Padre è, è dono al Figlio.
    Il Padre è Dio che tutto dà.
    Tutto quanto il Figlio è , è dono del Padre .
    Da Lui riceve la Sua natura, il Suo Amore e Se stesso, in unione indissolubile con Lui nella Sua distinzione da Lui.
    Il Figlio è Dio che tutto riceve.
    Gesù è il Figlio che chiama Dio “Padre Mio”.
    Se siamo in Lui , diventa anche “Padre Nostro”.
    Le “cose” nascoste a sapienti e intelligenti, la conoscenza mutua tra Padre e Figlio, il Loro Amore, il Loro unico Spirito, che è la Vita di ambedue, è comunicato dal Figlio agli infanti che Lo accolgono. La Parola “Abbà” è l'eredità dei piccoli. Al di là di ogni pretesa sapienza, in ogni uomo ci sono la ricchezza ineffabile dell'infante, la dignità del figlio.
    Il piccolo le conosce . Vive di dono, amore, e di grazia.

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  4. 11,28 “Venita a me” E' l'invito a seguire Lui (4,19), a partecipare alle nozze (22,2-4), a entrare nel Regno
    preparato per noi fin dalla fondazione del mondo (25,34).
    Nella carne di Gesù noi accediamo allo Spirito e attingiamo grazia su grazia (Gv 1,17).
    In Lui il Verbo si è fatto carne, è venuto ad abitare tra noi e ci ha aperto l'ingresso all'unica Gloria del Padre e dell'Unigenito Figlio (Gv 1,14).
    La Sapienza invisibile, che si è manifestata con la Sua ombra nella Creazione e nella Storia, nella legge e nella promessa, ora toglie il velo .
    È accessibile a tutti, come Amore tra Padre e Figlio, offerto a noi nel Figlio.
    “ Voi tutti, affaticati e oppressi” grande è la fatica di chi osserva la Legge , più grande ancora l'oppressione di chi non la osserva!
    Non ha detto anche Gesù che la Legge è da insegnare e compiere, fin nel minimo dettaglio ? (5,17-20)? E' vero, ma non in forza della legge, ma dell'amore, che fa vivere ciò che la Legge dice, ma non dà. Ciò che prima era fatica e oppressione, ora è gioia, riposo e giustizia nuova, che ci fa “mangiare di sabato”, vivere la stessa vita di Dio.
    ”Vi darò riposo” Il riposo è Dio stesso, vera casa dell'uomo, al quale ognuno è invitato a tornare, dopo l'affanno delle sue fughe.
    L'uomo sta di casa nell'amore reciproco tra Figlio e Padre.
    “Prendete il Mio giogo su di voi” Il giogo permette all'animale di usare la sua forza in modo utile.E' come la Legge per l'uomo: dura ma necessaria disciplina, canalizza le sue energie perché possa guadagnarsi il “pane di sudore” (Sl 127,2a) A questo Gesù contrappone il Suo giogo : la liberalità del Padre, che elargisce doni ai Suoi diletti nel sonno (Sl 127,2b) .
    E' un giogo dolce : l'amore con il quale Lui mi ha amato e ha dato Se stesso per me, diventa il mio stesso amore per Lui (Gal 2,20).
    “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore”
    Gesù è la Sapienza che insegna l'amore agli inesperti, esperti solo di egoismo.
    Gesù è il Mite, Colui che eredita la terra (5,5) .
    La mitezza è la qualità del Signore, il cui potere è servire e perdonare. E' il piccolo, l'umile, il servo, l'ultimo. Ed è il più grande, perché chi è umile sarà innalzato.
    La pace sta nel trovare questa strada, la più antica : quella eterna del Figlio, la via della mitezza e dell'umiltà, che conduce al riposo del Padre, che è anche il nostro.
    La Legge dell'amore non è un fardello da portare, ma un paio di ali che portano.
    E' un peso che non pesa, un carico che scarica e rende leggeri.
    L'amore infatti è forza interiore divina: è lo stesso Spirito di Dio, che ci dice tutta la Verità e ci dà la forza per viverla.
    (Gv 16,12).
    Al giogo che né noi né i nostri padri han saputo portare, subentra la Grazia del Signore che salva.
    E' la legge di libertà (Gc 2,12), quella della Nuova Alleanza, che ci dà un cuore nuovo (Ez 36,26-28)

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  5. PAPA FRANCESCO - “E' la Festa dell'Amore di Dio, di Gesù Cristo : è l'Amore di Dio per noi e Amore di Dio in noi”. Un'altra verità che la Festa del Sacro Cuore ci ricorda si ricava dalla prima lettera di S. Giovanni (4,7-16)
    “Dio ci ha amati per primo, Lui è sempre prima di noi,
    Lui ci aspetta. “
    Quindi ”Quando noi arriviamo Lui c'è, quando noi Lo cerchiamo, Lui ci ha cercati per primo ; Lui è sempre avanti a noi, ci aspetta per riceverci nel Suo Cuore, nel Suo Amore”(27/6/14).

    “Il Signore ci guarda sempre con Misericordia; non dimentichiamolo, ci guarda sempre con Misericordia, ci attende con Misericordia. Non abbiamo timore di avvicinarci a Lui! Ha un Cuore misericordioso! Se gli mostriamo le nostre ferite interiori, i nostri peccati, Egli sempre ci perdona1 E' Pura Misericordia! Andiamo da Gesù! (9/6/13).
    -->Dunque, i bambini sono in sé stessi una ricchezza per l’umanità e anche per la Chiesa, perché ci richiamano costantemente alla condizione necessaria per entrare nel Regno di Dio: quella di non considerarci autosufficienti, ma bisognosi di aiuto, di amore, di perdono. E tutti, siamo bisognosi di aiuto, d’amore e di perdono! (Udienza Generale, 18 marzo 2015)
    “Nella sensibilità di Cristo Risorto che conserva le Sue piaghe, non solo nei piedi e nelle mani, ma nel Suo Cuore che è un Cuore Piagato, troviamo il giusto senso del peccato e della Grazia. Lì, nel Cuore Piagato.
    Si assomigliano il nostro cuore e il Suo, per il fatto che entrambi sono piagati e risuscitati. Però sappiamo che il Suo era puro Amore e venne piagato perché accettò di essere vulnerato ; il nostro cuore, invece, era pura piaga, che venne sanata perchè accettò di essere amata ; in quell'accettazione si forma il ricettacolo della Misericordia “ (2/6/16)

    BENEDETTO XVI “Dall'orizzonte infinito del Suo Amore, infatti, Dio ha voluto entrare nei limiti della storia e della condizione umana, ha preso un Corpo e un Cuore , così che noi possiamo contemplare e incontrare l'infinito nel finito, il Mistero Invisibile e ineffabile del Cuore di Gesù, il Nazareno.. Nella Mia prima Enciclica “Deus Caritas est” sul tema dell'Amore, il punto di partenza è stato proprio lo sguardo rivolto al Costato trafitto di Cristo , di cui ci parla Giovanni nel suo Vangelo.
    Ogni persona ha bisogno di un “centro” della propria vita, di una sorgente di verità e di bontà a cui attingere nell'avvicendarsi delle diverse situazioni e nella fatica della quotidianità.
    Ognuno di noi, quando si ferma in silenzio, ha bisogno di sentire non solo il battito del proprio cuore, ma, più in profondità il pulsare di una presenza affidabile, percepibile con i sensi della Fede e tuttavia molto più reale : La presenza di Cristo , Cuore del mondo.
    Invito pertanto a rinnovare , nel mese di giugno la propria devozione al Cuore di Cristo.

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  6. Preghiera in preparazione alla festa del Sacro Cuore di Gesù, di Papa Leone XIII con la Lettera Enciclica in data 25.5.1899- Come pegno di favori divini e testimonianza della nostra benevolenza, a voi, al clero e al popolo affidato alle vostre cure, impartiamo di cuore, nel Signore, l’apostolica benedizione.
    Roma, presso San Pietro, il 25 maggio 1899, anno XXII del nostro pontificato
    Formula di consacrazione da recitarsi al sacratissimo Cuore di Gesù :
    O Gesù dolcissimo, o redentore del genere umano,
    riguardate a noi umilmente prostrati dinanzi al vostro altare.
    Noi siamo vostri, e vostri vogliamo essere;
    e per poter vivere a voi più strettamente congiunti,
    ecco che ognuno di noi oggi si consacra al vostro sacratissimo Cuore.
    Molti purtroppo non vi conobbero mai;
    molti, disprezzando i vostri comandamenti, vi ripudiarono.
    O benignissimo Gesù, abbiate misericordia e degli uni e degli altri;
    e tutti quanti attirate al vostro Cuore santissimo.
    O Signore, siate il re non solo dei fedeli che non si allontanarono mai da voi,
    ma anche di quei figli prodighi che vi abbandonarono;
    fate che questi quanto prima ritornino alla casa paterna, per non morire di miseria e di fame.
    Siate il re di coloro che vivono nell’inganno dell’errore o per discordia da voi separati:
    richiamateli al porto della verità e all’unità della fede,
    affinchè in breve si faccia un solo ovile sotto un solo pastore.
    Siate il re finalmente di tutti quelli che sono avvolti nelle superstizioni,
    e non ricusate di trarli dalle tenebre al lume e al regno di Dio.
    Largite, o Signore, incolumità e libertà sicura alla vostra chiesa,
    largite a tutti i popoli la tranquillità dell’ordine,
    fate che da un capo all’altro della terra risuoni quest’unica voce:
    sia lode a quel Cuore divino da cui venne la nostra salute;
    a Lui si canti gloria e onore nei secoli. Così sia

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