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giovedì 26 dicembre 2019

SAN GIOVANNI APOSTOLO ED EVANGELISTA

4 commenti:


  1. Lettura del Giorno

    Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
    1Gv 1,1-4

    Figlioli miei, quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita - la vita infatti si manifestò, noi l'abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi -, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena.
    Vangelo del Giorno

    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 20,2-8

    Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!».

    Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.

    Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.

    Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
    Parole del Santo Padre

    Nel brano del Vangelo che abbiamo ascoltato (cfr Gv 20,1-8), Giovanni ci racconta quella mattina inimmaginabile che ha cambiato per sempre la storia dell’umanità. I discepoli di Gesù corrono perché hanno ricevuto la notizia che il corpo di Gesù è sparito dalla tomba. Forse si riaccende in loro la speranza di rivedere il volto del Signore! Quella mattina ha cambiato la storia. L’ora in cui la morte sembrava trionfare, in realtà si rivela l’ora della sua sconfitta. Nemmeno quel pesante macigno, messo davanti al sepolcro, ha potuto resistere. E da quell’alba del primo giorno dopo il sabato, ogni luogo in cui la vita è oppressa, ogni spazio in cui dominano violenza, guerra, miseria, là dove l’uomo è umiliato e calpestato, in quel luogo può ancora riaccendersi una speranza di vita. (VEGLIA DI PREGHIERA CON I GIOVANI ITALIANI - 11 agosto 2018)


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  2. FAUSTI - “Levarono il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove Lo posero”. E' il grido di Maria Maddalena, che cerca e non trova l'Amato del suo cuore. Morto per mano dei nemici, sepolto da mani amiche , ora è assente dal sepolcro. Siamo al primo giorno dopo il sabato.
    Figlio dell'uomo e Figlio di Dio,che, con sangue e acqua, ha comunicato ai fratelli la propria vita.
    Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo hanno risposto con amore al Suo amore : hanno preparato la grande festa mettendolo nel sepolcro. Qui, nel settimo giorno, il Signore riposò dalla Sua fatica, compiendo il Sabato e la Pasqua. Ora siamo al primo giorno della settimana, che è diventato il giorno del Signore, la domenica.
    La grande sorpresa del mattino della nuova Pasqua , è il sepolcro vuoto.
    Come mai il Signore non è dove è stato posto , dove ognuno è o sarà posto per sempre?
    Il sepolcro è il luogo di convegno universale. Là gli uomini sono riuniti, tutti ugualmente sconfitti, preda della morte. L'unica differenza, per altro momentanea, è tra i già e i non ancora morti.
    Ciò che Maria vede è segno dell'inconcepibile.
    Maria non può capire.
    Corre ad annnciare la scomparsa di Gesù.
    Pensa che L'abbiano rubato.
    Non ha ancora capito che l'amore vince la morte.
    “Viene presso Simon Pietro e l'altro discepolo”.
    Pietro , che ha rinnegato , è nominato per primo. E' posto come primo dei discepoli perchè ha sperimentato ciò che ci fa discepoli . La fedeltà del Signore alla nostra infedeltà.
    L'”altro discepolo” non è semplicemente l'alro tra due, ma l'altro, il diverso.
    Infatti ha appoggiato il capo nel grembo e sul petto di Gesù , che poi ha visto trafitto.
    Dopo l'annuncio di Maria, Pietro e l'altro discepolo escono per andare al sepolcro. Pietro e l'altro corrono insieme. Ma questi è più veloce. Arriva prima al sepolcro, come giunge per primo a credere e a vedere il Risorto . Infatti il cuore mette ali ai piedi e alla mente.
    L'amico, che ama come è amato, precede colui che è primo dei discepoli : il primato è sempre dell'amore !
    Inoltre vedono i lini stesi e il sudario a parte, avvolto in un luogo.
    Il “luogo” per eccellenza per gli ebrei è il santuario Dio non è più lì.
    La Gloria dimora nel Corpo di Gesù , nuovo santuario, dove Dio toglie ogni velo al Volto Suo e nostro.
    Vedendo questo, il discepolo amato crede in Gesù, Signore della vita, pur senza averlo visto. Egli è il prototipo di quelli che, dopo di lui, crederanno in Gesù senza vederlo. , attraverso i segni raccontati dall'evangelista stesso
    Questo discepolo “altro” vede con il cuore .
    In Maria, infine, seguita dagli altri due discepoli e da Tommaso, è riferita l'esperienza fondante riservata a coloro che ci trasmettono l'annuncio della risurrezione : essi vedono e toccano il Risorto.
    Infine veniamo noi , che crediamo nella loro testimonianza. .
    Ogni evento, unico e irripetibile, è visto solo da chi è vicino nel tempo e nello spazio.
    Tuttavia, la parola di chi lo testimonia lo rende presente anche a chi l'ascolta.
    L'uomo è colui che sa leggere la realtà . Ogni evento è un segno , che è significativo solo per chi lo intende.
    La fede non è cieca : è intelligenza che coglie il significato dei fatti e si rende conto del perchè siano così e non diversamente. Credere non è creduloneria , ma lettura più ragionevole della realtà.
    I primi discepoli, contemporanei a Gesù, credono in Lui non solo perchè Lo hanno visto Risorto, ma anche perchè hanno sperimentato cosa significa per loro che Lui sia Risorto.
    Noi, che veniamo dopo, crediamo sulla loro Parola .
    Accogliendo la loro testimonianza, vediamo con i loro occhi.
    Rimane sempre un velo sul volto di chi legge la Scrittura, che viene eliminato dalla conversione a Cristo Signore.
    E questa è donata a chi ha contemplato il Suo Amore e Lo ama!

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  3. Qualunque autore scrive con l'intento di comunicare a lettore la propria esperienza.
    S. Giovanni vuole portarlo a riconoscersi nei vari personaggi del vangelo, per identificarsi alla fine con lui, il discepolo che ha conosciuto e creduto all'Amore del Signore.
    Origene dice : “occorre avere l'ardire di affermare che primizia di tutte le Scritture sono i Vangeli, ma che primizia dei Vangeli è quello secondo Giovanni, il cui senso nessuno può cogliere che non abbia poggiato il capo sul petto di Gesù.
    Il Vangelo di Giovanni è considerato il “Vangelo spirituale”. Suo simbolo è l'aquila.
    Il suo modo di procedere è infatti un planare .
    Si eleva, senza battito d'ali, con giri sempre più stretti e più alti, in una corrente ascensionale, allargando l'orizzonte in un tempo e uno spazio senza fine, che pervade ogni spazio e ogni tempo.
    Il futuro è già presente e il presente è già futuro. Il “dove” si estende nel presente, nel passato e nel futuro. Senza mai perdere proporzioni e distanze, messe a fuoco con lo sguardo penetrante dell'aquila...

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  4. ...E non chiedere nulla, nemmeno la fede:
    cantare all'amore
    e spandere gioia,
    con gli occhi colmi di bellezza D. M. Turoldo

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