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mercoledì 22 giugno 2022

SACRATISSIMO CUORE DI GESU'


 

5 commenti:

  1. Prima Lettura
    Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare.
    Dal libro del profeta Ezechièle
    Ez 34,11-16

    Così dice il Signore Dio:
    «Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.
    Le farò uscire dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le ricondurrò nella loro terra e le farò pascolare sui monti d’Israele, nelle valli e in tutti i luoghi abitati della regione.
    Le condurrò in ottime pasture e il loro pascolo sarà sui monti alti d’Israele; là si adageranno su fertili pascoli e pasceranno in abbondanza sui monti d’Israele. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio.
    Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia».

    Parola di Dio.


    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 22 (23)
    R. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
    Il Signore è il mio pastore:
    non manco di nulla.
    Su pascoli erbosi mi fa riposare,
    ad acque tranquille mi conduce.
    Rinfranca l’anima mia. R.

    Mi guida per il giusto cammino
    a motivo del suo nome.
    Anche se vado per una valle oscura,
    non temo alcun male, perché tu sei con me.
    Il tuo bastone e il tuo vincàstro
    mi danno sicurezza. R.

    Davanti a me tu prepari una mensa
    sotto gli occhi dei miei nemici.
    Ungi di olio il mio capo;
    il mio calice trabocca. R.

    Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
    tutti i giorni della mia vita,
    abiterò ancora nella casa del Signore
    per lunghi giorni. R.


    Seconda Lettura
    Dio dimostra il suo amore verso di noi.
    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
    Rm 5,5b-11

    Fratelli, l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
    Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
    A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.

    Parola di Dio.
    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore,
    e imparate da me, che sono mite e umile di cuore. (Mt 11,29)

    Alleluia, alleluia.

    Io sono il buon pastore, dice il Signore,
    conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me. (Gv 10,14)

    Alleluia.

    Vangelo
    Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta.
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 15,3-7

    In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola:
    «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?
    Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”.
    Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione».

    Parola del Signore.

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  2. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Nella visione di Gesù non ci sono pecore definitivamente perdute, ma solo pecore che vanno ritrovate. Questo dobbiamo capirlo bene: per Dio nessuno è definitivamente perduto. Mai! Fino all’ultimo momento, Dio ci cerca. Pensate al buon ladrone; ma solo nella visione di Gesù nessuno è definitivamente perduto. La prospettiva pertanto è tutta dinamica, aperta, stimolante e creativa. Ci spinge ad uscire in ricerca per intraprendere un cammino di fraternità. Nessuna distanza può tenere lontano il pastore; e nessun gregge può rinunciare a un fratello”. (Ud. Generale 4 maggio 2016)

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  3. FAUSTI – Qui si rivela il centro del Vangelo : Dio come Padre di tenerezza e di misericordia, ben diverso da quello da cui Adamo era fuggito per paura. Egli trasale di gioia quando vede tornare a casa il figlio più lontano e invita tutti a gioire con Lui: ”Bisogna far festa !”. il Banchetto del capitolo precedente è questa festa del Padre che vede ormai occupato l'ultimo posto a mensa.
    La Sua casa è piena, il Suo Cuore trabocca: nel ritorno dell'ultimo, ogni figlio perduto è ormai con Lui.
    “Beato chi mangerà il pane nel regno di Dio”(14,15) Gesù fin dall'inizio ne mangia con i peccatori.
    Ora invita anche i giusti.
    Attaccato da loro con cattiveria, li contrattacca con la Sua bontà. Vuole portarli a conversione.
    Ma l'impresa è ben più difficile che con i peccatori.
    Questi, a causa della loro miseria, sentono la necessità della Sua misericordia.
    Quelli, invece, arroccati nella propria giustizia, sono autosufficienti..
    Così,mentre condannano i fratelli ingiusti, ignorano e rifiutano il Padre, che ama gratuitamente e necessariamente tutti i Suoi figli. Il Suo Amore non è proporzionale ai meriti, ma alla miseria.
    L'Eucaristia, cibo e vita nuova per il cristiano, è Pane del perdono :mangiato da ogni peccatore pentito, è rifiutato solo da chi è soddisfatto di sé. La misericordia di Dio lo rimanda a mani vuote, perchè possa essere tra gli affamati che vengono saziati.
    Il capitolo quindicesimo è rivolto al giusto, perché non resti vuoto il suo posto alla mensa del Padre ; egli deve partecipare alla festa che il Padre fa per il Suo figlio perduto e ritrovato.
    Questa parabola parla della conversione , ma non del peccatore alla giustizia, ma del giusto alla misericordia.
    La Grazia che Dio ha usato verso di noi, Suoi nemici, deve rispecchiarsi nel nostro atteggiamento verso i nemici, e verso i fratelli peccatori.
    Il Padre non esclude nessun figlio dal Suo Cuore. Si esclude da Lui solo chi esclude un fratello.
    Ma Gesù, il figlio che conosce il Padre, si preoccupa di recuperare anche colui che, escludendo il fratello, si esclude dal Padre.
    Le tre scene della parabola presentano una certa simmetria con le tre chiamate al banchetto del capitolo precedente.
    Quello della pecora smarrita corrisponde alla seconda chiamata , rivolta alle pecore perdute d'Israele; quella della dracma corrisponde alla terza chiamata, rivolta ai pagani.
    Resta vuoto ancora solo il posto di chi fu chiamato per primo, l'Israele della legge.
    E' il fratello maggiore, figura di ogni credente al quale è indirizzata la parabola, in particolare l'ultima scena, perchè partecipi al banchetto di salvezza., alla danza e alla festa per il Figlio perduto e ritrovato, Morto e Risorto.
    In realtà la pecora non si è convertita, come la dracma non tornerà da sé nel borsellino.
    Sono semplicemente trovate, proprio perchè perdute, da Colui che per primo si è convertito a loro, nel Suo Amore.
    La conversione implica un riconoscimento della propria perdizione, e, più che un nostro ritorno a Dio, consiste nell'accogliere chi è venuto a cercarci.
    Convertirsi è volgere lo sguardo dal proprio io a Dio, e vedere, invece della propria nudità, l'occhio di Colui che da sempre ci guarda con Amore.
    Allora nasce la Vita Nuova, nella Lode e nella Gioia del Padre.
    Il nostro centro non è più il nostro io, ma Dio : passiamo dalla nostra giustizia, fallita o presunta, trascurata o ricercata -. comunque irraggiungibile – alla Sua compiacenza nel vedere che noi ci volgiamo a Lui, che da sempre si è rivolto a Noi!!!!

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  4. BENEDETTO XVI “Dall'orizzonte infinito del Suo Amore, infatti, Dio ha voluto entrare nei limiti della storia e della condizione umana, ha preso un Corpo e un Cuore , così che noi possiamo contemplare e incontrare l'infinito nel finito, il Mistero Invisibile e ineffabile del Cuore di Gesù, il Nazareno.. Nella Mia prima Enciclica “Deus Caritas est” sul tema dell'Amore, il punto di partenza è stato proprio lo sguardo rivolto al Costato trafitto di Cristo , di cui ci parla Giovanni nel suo Vangelo.
    Ogni persona ha bisogno di un “centro” della propria vita, di una sorgente di verità e di bontà a cui attingere nell'avvicendarsi delle diverse situazioni e nella fatica della quotidianità.
    Ognuno di noi, quando si ferma in silenzio, ha bisogno di sentire non solo il battito del proprio cuore, ma, più in profondità il pulsare di una presenza affidabile, percepibile con i sensi della Fede e tuttavia molto più reale : La presenza di Cristo , Cuore del mondo.
    Invito pertanto a rinnovare , nel mese di giugno la propria devozione al Cuore di Cristo.

    PAPA FRANCESCO - “E' la Festa dell'Amore di Dio, di Gesù Cristo : è l'Amore di Dio per noi e Amore di Dio in noi”. Un'altra verità che la Festa del Sacro Cuore ci ricorda si ricava dalla prima lettera di S. Giovanni (4,7-16)
    “Dio ci ha amati per primo, Lui è sempre prima di noi,
    Lui ci aspetta. “
    Quindi ”Quando noi arriviamo Lui c'è, quando noi Lo cerchiamo, Lui ci ha cercati per primo ; Lui è sempre avanti a noi, ci aspetta per riceverci nel Suo Cuore, nel Suo Amore”(27/6/14).
    “Il Signore ci guarda sempre con Misericordia; non dimentichiamolo, ci guarda sempre con Misericordia, ci attende con Misericordia. Non abbiamo timore di avvicinarci a Lui! Ha un Cuore misericordioso! Se gli mostriamo le nostre ferite interiori, i nostri peccati, Egli sempre ci perdona1 E' Pura Misericordia! Andiamo da Gesù! (9/6/13).
    “Nella sensibilità di Cristo Risorto che conserva le Sue piaghe, non solo nei piedi e nelle mani, ma nel Suo Cuore che è un Cuore Piagato, troviamo il giusto senso del peccato e della Grazia. Lì, nel Cuore Piagato.
    Si assomigliano il nostro cuore e il Suo, per il fatto che entrambi sono piagati e risuscitati. Però sappiamo che il Suo era puro Amore e venne piagato perché accettò di essere vulnerato ; il nostro cuore, invece, era pura piaga, che venne sanata perchè accettò di essere amata ; in quell'accettazione si forma il ricettacolo della Misericordia “ (2/6/16).

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  5. Preghiera in preparazione alla festa del Sacro Cuore di Gesù, di Papa Leone XIII con la Lettera Enciclica in data 25.5.1899- Come pegno di favori divini e testimonianza della nostra benevolenza, a voi, al clero e al popolo affidato alle vostre cure, impartiamo di cuore, nel Signore, l’apostolica benedizione.
    Roma, presso San Pietro, il 25 maggio 1899, anno XXII del nostro pontificato
    Formula di consacrazione da recitarsi al sacratissimo Cuore di Gesù :
    O Gesù dolcissimo, o redentore del genere umano,
    riguardate a noi umilmente prostrati dinanzi al vostro altare.
    Noi siamo vostri, e vostri vogliamo essere;
    e per poter vivere a voi più strettamente congiunti,
    ecco che ognuno di noi oggi si consacra al vostro sacratissimo Cuore.
    Molti purtroppo non vi conobbero mai;
    molti, disprezzando i vostri comandamenti, vi ripudiarono.
    O benignissimo Gesù, abbiate misericordia e degli uni e degli altri;
    e tutti quanti attirate al vostro Cuore santissimo.
    O Signore, siate il re non solo dei fedeli che non si allontanarono mai da voi,
    ma anche di quei figli prodighi che vi abbandonarono;
    fate che questi quanto prima ritornino alla casa paterna, per non morire di miseria e di fame.
    Siate il re di coloro che vivono nell’inganno dell’errore o per discordia da voi separati:
    richiamateli al porto della verità e all’unità della fede,
    affinchè in breve si faccia un solo ovile sotto un solo pastore.
    Siate il re finalmente di tutti quelli che sono avvolti nelle superstizioni,
    e non ricusate di trarli dalle tenebre al lume e al regno di Dio.
    Largite, o Signore, incolumità e libertà sicura alla vostra chiesa,
    largite a tutti i popoli la tranquillità dell’ordine,
    fate che da un capo all’altro della terra risuoni quest’unica voce:
    sia lode a quel Cuore divino da cui venne la nostra salute;
    a Lui si canti gloria e onore nei secoli. Così sia

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