LETTURA DEL GIORNO Dagli Atti degli Apostoli At 1,15-17.20-26
In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli - il numero delle persone radunate era circa centoventi - e disse: «Fratelli, era necessario che si commpisse ciò che nella Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, diventato la guida di quelli che arrestarono Gesù. Egli infatti era stato del nostro numero e aveva avuto in sorte lo stesso nostro ministero. Sta scritto infaati nel libro dei Salmi: "La sua dimora diventi deserta e nessuno vi abiti". e: "Il suo incarico lo prenda un altro". Bisogna dunque che, tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi, cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo, uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione».
Ne proposero due: Giuseppe, detto Barsabba, soprannominato Giusto, e Mattia. Poi pregarono dicendo: «Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due hai scelto per prendere il posto in questo ministero e apostolato, che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava». Tirarono a sorte fra loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.
VANGELO DEL GIORNO Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 15,9-17
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
PAROLE DEL SANTO PADRE Ci sono altri amori. Anche il mondo ci propone altri amori: l’amore al denaro per esempio, l’amore alla vanità, pavoneggiarsi, l’amore all’orgoglio, l’amore al potere, anche facendo tante cose ingiuste per avere più potere … Sono altri amori, questi non sono di Gesù e non sono del Padre. Lui ci chiede di rimanere nell’amore suo che è l’amore del Padre. Pensiamo anche a questi altri amori che ci allontanano dall’amore di Gesù. E anche, ci sono altre misure di amare: amare a metà, questo non è amare. Una cosa è volere bene e un’altra cosa è amare. E così, facendo questi comandamenti che Gesù ci ha dato, rimarremo nell’amore di Gesù che è l’amore del Padre, è lo stesso. Senza misura. Senza questo amore tiepido o interessato. ‘Ma perché, Signore, tu ci ricordi queste cose?’, possiamo dirgli. ‘Perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena’. Se l’amore del Padre viene a Gesù, Gesù ci insegna la strada dell’amore: il cuore aperto, amare senza misura, lasciando da parte altri amori. (Santa Marta, 18 maggio 2017)
S. FAUSTI – La gloria di Dio è la Sua manifestazione al mondo, e lo salva. Il Padre è stato glorificato nel Figlio perché questi ha amato i fratelli con il Suo stesso amore incondizionato. Allo stesso modo è glorificato in noi se le Parole del Figlio dimorano in noi in modo fruttuoso, producendo ciò che dicono. La gloria del Padre è che diventiamo discepoli del Figlio, imparando ad essere figli. Già lo siamo. Eppure siamo chiamati a diventarlo, in un cammino sempre aperto, all'infinito. Siamo al vertice della rivelazione del Dio Amore : l'Amore unico e totale che il Padre ha per il Figlio, è lo stesso che il Figlio ha per noi, suoi fratelli. Nell'Amore di Gesù vediamo l'Amore estremo di Dio per noi. “Amò” in greco indica un Amore perfetto , che è da sempre e per sempre. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano tutte le cose . L'essere del Padre è Amare ed essere amato dal Figlio. Nel loro reciproco amore l'essere dell'Uno è essere dell'Altro e viceversa. Questo Amore e Vita di Dio è principio di tutto, è donato dal Figlio a noi, suoi fratelli. Siamo vertiginosamente presi nell'Amore del Padre e del Figlio,partecipi della Vita Trinitaria. Siamo chiamati a dimorare nell'Amore Suo per noi , che è lo stesso che il Padre ha per Lui e per noi. Questa è la nostra vera casa, dove possiamo vivere e ritrovare la nostra identità di figli e di fratelli. L'unico amore tra Padre e Figlio, circola anche in noi e ci fa dimorare nel Figlio come il Figlio nel Padre. “Dimorerete nel mio Amore” Gesù esplicita che, per dimorare nel Suo Amore, bisogna non solo che le Sue parole dimorino in noi, ma che noi osserviamo i Suoi comandi. Questi comandi, che ci fanno camminare come Lui ha camminato, sono in realtà un unico comando. Come la Sua Parola è una e molteplice, così i Suoi comandamenti sono molteplici e uno : è il comando dell'Amore che muove e ordina ogni nostra azione. Chi non ama, non dimora nell'Amore. Noi possiamo amare perchè Lui per primo ci ha amati; possiamo osservare il Suo comando perchè Lui ha osservato il comando del Padre, che lo ha mandato per testimoniarci il Suo Amore per noi. Gesù è il primo uomo che dimora nell'Amore del Padre , è il Figlio che ne compie la volontà perchè ama i fratelli. Anche noi dimoriamo in Lui , nel Suo Amore, se ci amiamo come Lui ci ha amati. “Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita , perchè amiamo i fratelli. (1Gv 3,14). La fede è inscindibile dall'amore, anzi ha come oggetto l'amore . A sua volta, l'amore di Dio è inscindibile dall'amore per l'uomo . “Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da Lui : chi ama Dio, ami anche il suo fratello” (Gv 4,20). Ed è pure inscindibile dalle opere : non si ama “a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità” (1Gv 3,18). Il fine dell'azione di Gesù è comunicarci la gioia ineffabile dell'amore che c'è tra Lui e il Padre. La gioia è il colore dell'amore , che vive nella reciprocità : gioisce chi ama ed è amato. Tanto amore è senza gioia perchè o non è amore o non è corrisposto. La gioia, che viene dalla comunione d'amore, è il fine della rivelazione. (1Gv 1,1-4). E' proprio di Dio dare gioia. Ed è proprio e solo di Dio dare gioia senza alcun motivo che la produca È l'esultanza interiore che viene dal Suo Spirito in noi, che ci attesta l'amore del Padre. L'uomo è desiderio insaziabile di felicità . Solo Dio gli dà quella gioia senza limite che è Lui stesso, amore infinito. Per dimorare nel Suo Amore, bisogna osservare i Suoi comandi che si riducono a uno : l'amore fraterno, che resta dimezzato fino a quando non è reciproco. L'Amore che Gesù ha mostrato verso di noi sulla Croce è la sorgente del nostro amore verso gli altri : uno può amare se e come è amato.
Come Gesù ha dimorato nell'Amore del Padre amando i fratelli, così noi dimoriamo nel Suo Amore di Figlio facendo altrettanto. Il comando di amare Dio diventa comando di amare l'uomo. Infatti amore per Dio e amore per l'uomo sono un'unica realtà, come l'Amore del Figlio verso il Padre e verso di noi è lo stesso Amore del Padre verso il Figlio e verso di noi. L'Amore è Uno solo ; è Dio. E mette in comunione tutti. Si parla di amore gli uni verso gli altri. L'amore infatti è gioia solo nella reciprocità. Essa da sempre c'è in Dio ; noi siamo chiamati ad averla tra di noi, rendendo presente Dio sulla terra. L'apice dell' amore sta nel porre la propria vita a favore dell'amato. Gesù ci considera amici. Anche quando eravamo suoi nemici, traditori come Giuda o rinnegatori come Pietro, ci ha mostrato il Suo Amore , gratuito e indubitabile. Proprio così, da nemici che eravamo, possiamo diventare Suoi amici. Gesù è sempre e comunque nostro amico. A nostra volta, anche noi siamo suoi amici , se rispondiamo al Suo amore, facendo come Lui ha fatto. Se Mosè ci ha dato la Legge, dalla pienezza della Parola diventata carne, riceviamo grazia su grazia; la grazia della verità del Figlio, che ci mette in comunione col Padre. Origine della scelta è il Suo amore gratuito per noi . “Il Signore si è legato a voi e vi ha scelto, non perchè siete più numerosi di tutti gli altri popoli – siete infatti il più piccolo di tutti i popoli – ma perchè il Signore vi ama” (Dt 7,7). Siamo stati scelti non per essere servi, ma amici di Dio, uniti a Lui nell'unico amore. La nostra vocazione è sicura, perchè è “Sua”, è Lui che ci sceglie e ci chiama. E la Sua scelta è irrevocabile, a prova di tradimenti e rinnegamenti. Qui non si parla della scelta dei dodici e del loro invio in missione, ma dei discepoli presenti e futuri, che devono andare dove Gesù stesso è andato : verso la pienezza dell'amore del Padre, amando i fratelli fino a porre la vita al loro servizio. Questo è il molto frutto che glorifica il Padre. E' quel “molto frutto” che porterà il Figlio stesso quando, dando la vita per i fratelli, attirerà tutti a sé. Questa è la missione fondamentale della Chiesa ,sale della terra, luce del mondo, (Mt 5,13...) e profumo di Cristo per tutti (2 Cor 2,14).
Teresa di Lisieux - LA VOCAZIONE - (Storia di un'anima) Siccome le mie immense aspirazioni erano per me un martirio, mi rivolsi alle lettere di san Paolo, per trovarvi finalmente una risposta. Gli occhi mi caddero per caso sui capitoli 12 e 13 della prima lettera ai Corinzi. Continuai nella lettura e non mi perdetti d'animo. Trovai così una frase che mi diede sollievo: "Aspirate ai carismi più grandi. E io vi mostrerò una via migliore di tutte" [1 Cor 12,31]. L'Apostolo infatti dichiara che anche i carismi migliori sono un nulla senza la carità, e che questa medesima carità è la via più perfetta che conduce con sicurezza a Dio. Avevo trovato finalmente la pace. Considerando il corpo mistico della Chiesa, non mi ritrovavo in nessuna delle membra che san Paolo aveva descritto, o meglio, volevo vedermi in tutte. La carità mi offrì il cardine della mia vocazione. Compresi che la Chiesa ha un corpo composto di varie membra, ma che in questo corpo non può mancare il membro necessario e più nobile di tutti : compresi che la Chiesa aveva un cuore e che questo Cuore era infiammato d'Amore. Capii che solo l'amore spinge all'azione le membra della Chiesa e che, spento questo amore, gli apostoli non avrebbero più annunziato il vangelo, i martiri non avrebbero più versato il loro sangue. Compresi che l'Amore racchiudeva tutte le vocazioni, che l'Amore era tutto, che abbracciava tutti i tempi e tutti i luoghi, in una parola : Che l'Amore è Eterno! Allora con somma gioia ed estasi dell'animo gridai: O Gesù, mio amore, ho trovato finalmente la mia vocazione. La mia vocazione è l'Amore!. Sì, ho trovato il mio posto nella Chiesa, e questo posto me lo hai dato tu, o mio Dio. Nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l'amore ed in tal modo sarò tutto e il mio desiderio si tradurrà in realtà.
Mattia ( =Dono di Dio) fu eletto dagli Apostoli al posto di Giuda, per rendere testimonianza a Gesù Risorto, annoverato tra i Dodici, diede la vita per questa Missione.
LETTURA DEL GIORNO
RispondiEliminaDagli Atti degli Apostoli
At 1,15-17.20-26
In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli - il numero delle persone radunate era circa centoventi - e disse: «Fratelli, era necessario che si commpisse ciò che nella Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, diventato la guida di quelli che arrestarono Gesù. Egli infatti era stato del nostro numero e aveva avuto in sorte lo stesso nostro ministero. Sta scritto infaati nel libro dei Salmi:
"La sua dimora diventi deserta
e nessuno vi abiti".
e: "Il suo incarico lo prenda un altro".
Bisogna dunque che, tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi, cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo, uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione».
Ne proposero due: Giuseppe, detto Barsabba, soprannominato Giusto, e Mattia. Poi pregarono dicendo: «Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due hai scelto per prendere il posto in questo ministero e apostolato, che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava». Tirarono a sorte fra loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,9-17
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
PAROLE DEL SANTO PADRE
Ci sono altri amori. Anche il mondo ci propone altri amori: l’amore al denaro per esempio, l’amore alla vanità, pavoneggiarsi, l’amore all’orgoglio, l’amore al potere, anche facendo tante cose ingiuste per avere più potere … Sono altri amori, questi non sono di Gesù e non sono del Padre. Lui ci chiede di rimanere nell’amore suo che è l’amore del Padre. Pensiamo anche a questi altri amori che ci allontanano dall’amore di Gesù. E anche, ci sono altre misure di amare: amare a metà, questo non è amare. Una cosa è volere bene e un’altra cosa è amare. E così, facendo questi comandamenti che Gesù ci ha dato, rimarremo nell’amore di Gesù che è l’amore del Padre, è lo stesso. Senza misura. Senza questo amore tiepido o interessato. ‘Ma perché, Signore, tu ci ricordi queste cose?’, possiamo dirgli. ‘Perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena’. Se l’amore del Padre viene a Gesù, Gesù ci insegna la strada dell’amore: il cuore aperto, amare senza misura, lasciando da parte altri amori. (Santa Marta, 18 maggio 2017)
S. FAUSTI – La gloria di Dio è la Sua manifestazione al mondo, e lo salva.
RispondiEliminaIl Padre è stato glorificato nel Figlio perché questi ha amato i fratelli con il Suo stesso amore incondizionato. Allo stesso modo è glorificato in noi
se le Parole del Figlio dimorano in noi in modo fruttuoso, producendo ciò che dicono.
La gloria del Padre è che diventiamo discepoli del Figlio,
imparando ad essere figli.
Già lo siamo.
Eppure siamo chiamati a diventarlo, in un cammino sempre aperto, all'infinito.
Siamo al vertice della rivelazione del Dio Amore :
l'Amore unico e totale che il Padre ha per il Figlio, è lo stesso che il Figlio ha per noi, suoi fratelli.
Nell'Amore di Gesù vediamo l'Amore estremo di Dio per noi.
“Amò” in greco indica un Amore perfetto , che è da sempre e per sempre.
Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano tutte le cose .
L'essere del Padre è Amare ed essere amato dal Figlio.
Nel loro reciproco amore l'essere dell'Uno è essere dell'Altro e viceversa.
Questo Amore e Vita di Dio è principio di tutto, è donato dal Figlio a noi, suoi fratelli.
Siamo vertiginosamente presi nell'Amore del Padre e del Figlio,partecipi della Vita Trinitaria.
Siamo chiamati a dimorare nell'Amore Suo per noi ,
che è lo stesso che il Padre ha per Lui e per noi.
Questa è la nostra vera casa, dove possiamo vivere e ritrovare la nostra identità di figli e di fratelli.
L'unico amore tra Padre e Figlio, circola anche in noi e ci fa dimorare nel Figlio come il Figlio nel Padre.
“Dimorerete nel mio Amore” Gesù esplicita che, per dimorare nel Suo Amore, bisogna non solo che le Sue parole dimorino in noi, ma che noi osserviamo i Suoi comandi.
Questi comandi, che ci fanno camminare come Lui ha camminato, sono in realtà un unico comando.
Come la Sua Parola è una e molteplice, così i Suoi comandamenti sono molteplici e uno : è il comando dell'Amore che muove e ordina ogni nostra azione.
Chi non ama, non dimora nell'Amore. Noi possiamo amare perchè Lui per primo ci ha amati; possiamo osservare il Suo comando perchè Lui ha osservato il comando del Padre, che lo ha mandato per testimoniarci il Suo Amore per noi.
Gesù è il primo uomo che dimora nell'Amore del Padre , è il Figlio che ne compie la volontà perchè ama i fratelli. Anche noi dimoriamo in Lui , nel Suo Amore, se ci amiamo come Lui ci ha amati.
“Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita , perchè amiamo i fratelli. (1Gv 3,14).
La fede è inscindibile dall'amore, anzi ha come oggetto l'amore .
A sua volta, l'amore di Dio è inscindibile dall'amore per l'uomo .
“Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede.
Questo è il comandamento che abbiamo da Lui : chi ama Dio, ami anche il suo fratello” (Gv 4,20). Ed è pure inscindibile dalle opere :
non si ama “a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità” (1Gv 3,18).
Il fine dell'azione di Gesù è comunicarci la gioia ineffabile dell'amore che c'è tra Lui e il Padre.
La gioia è il colore dell'amore , che vive nella reciprocità : gioisce chi ama ed è amato.
Tanto amore è senza gioia perchè o non è amore o non è corrisposto.
La gioia, che viene dalla comunione d'amore, è il fine della rivelazione. (1Gv 1,1-4).
E' proprio di Dio dare gioia. Ed è proprio e solo di Dio dare gioia senza alcun motivo che la produca È l'esultanza interiore che viene dal Suo Spirito in noi, che ci attesta l'amore del Padre.
L'uomo è desiderio insaziabile di felicità . Solo Dio gli dà quella gioia senza limite che è Lui stesso, amore infinito. Per dimorare nel Suo Amore, bisogna osservare i Suoi comandi che si riducono a
uno : l'amore fraterno, che resta dimezzato fino a quando non è reciproco.
L'Amore che Gesù ha mostrato verso di noi sulla Croce è la sorgente del nostro amore verso gli altri : uno può amare se e come è amato.
Come Gesù ha dimorato nell'Amore del Padre amando i fratelli, così noi dimoriamo nel Suo Amore di Figlio facendo altrettanto.
RispondiEliminaIl comando di amare Dio diventa comando di amare l'uomo. Infatti amore per Dio e amore per l'uomo sono un'unica realtà, come l'Amore del Figlio verso il Padre e verso di noi è lo stesso Amore del Padre verso il Figlio e verso di noi.
L'Amore è Uno solo ; è Dio. E mette in comunione tutti.
Si parla di amore gli uni verso gli altri.
L'amore infatti è gioia solo nella reciprocità. Essa da sempre c'è in Dio ; noi siamo chiamati ad averla tra di noi, rendendo presente Dio sulla terra.
L'apice dell' amore sta nel porre la propria vita a favore dell'amato.
Gesù ci considera amici. Anche quando eravamo suoi nemici, traditori come Giuda o rinnegatori come Pietro, ci ha mostrato il Suo Amore , gratuito e indubitabile.
Proprio così, da nemici che eravamo, possiamo diventare Suoi amici. Gesù è sempre e comunque nostro amico. A nostra volta, anche noi siamo suoi amici , se rispondiamo al Suo amore, facendo come Lui ha fatto.
Se Mosè ci ha dato la Legge, dalla pienezza della Parola diventata carne, riceviamo grazia su grazia;
la grazia della verità del Figlio, che ci mette in comunione col Padre.
Origine della scelta è il Suo amore gratuito per noi . “Il Signore si è legato a voi e vi ha scelto, non perchè siete più numerosi di tutti gli altri popoli – siete infatti il più piccolo di tutti i popoli – ma perchè il Signore vi ama” (Dt 7,7).
Siamo stati scelti non per essere servi, ma amici di Dio, uniti a Lui nell'unico amore.
La nostra vocazione è sicura, perchè è “Sua”, è Lui che ci sceglie e ci chiama.
E la Sua scelta è irrevocabile, a prova di tradimenti e rinnegamenti.
Qui non si parla della scelta dei dodici e del loro invio in missione, ma dei discepoli presenti e futuri, che devono andare dove Gesù stesso è andato : verso la pienezza dell'amore del Padre, amando i fratelli fino a porre la vita al loro servizio.
Questo è il molto frutto che glorifica il Padre.
E' quel “molto frutto” che porterà il Figlio stesso quando, dando la vita per i fratelli,
attirerà tutti a sé.
Questa è la missione fondamentale della Chiesa ,sale della terra, luce del mondo, (Mt 5,13...)
e profumo di Cristo per tutti (2 Cor 2,14).
Teresa di Lisieux - LA VOCAZIONE - (Storia di un'anima)
RispondiEliminaSiccome le mie immense aspirazioni erano per me un martirio, mi rivolsi alle lettere di san Paolo, per trovarvi finalmente una risposta. Gli occhi mi caddero per caso sui capitoli 12 e 13 della prima lettera ai Corinzi. Continuai nella lettura e non mi perdetti d'animo. Trovai così una frase che mi diede sollievo: "Aspirate ai carismi più grandi. E io vi mostrerò una via migliore di tutte" [1 Cor 12,31].
L'Apostolo infatti dichiara che anche i carismi migliori sono un nulla senza la carità, e che questa medesima carità è la via più perfetta che conduce con sicurezza a Dio.
Avevo trovato finalmente la pace.
Considerando il corpo mistico della Chiesa, non mi ritrovavo in nessuna delle membra che san Paolo aveva descritto, o meglio, volevo vedermi in tutte.
La carità mi offrì il cardine della mia vocazione.
Compresi che la Chiesa ha un corpo composto di varie membra, ma che in questo corpo non può mancare il membro necessario e più nobile
di tutti : compresi che la Chiesa aveva un cuore e che questo Cuore era infiammato d'Amore.
Capii che solo l'amore spinge all'azione le membra della Chiesa e che, spento questo amore, gli apostoli non avrebbero più annunziato il vangelo, i martiri non avrebbero più versato il loro sangue.
Compresi che l'Amore racchiudeva tutte le vocazioni, che l'Amore era tutto, che abbracciava tutti i tempi e tutti i luoghi, in una parola : Che l'Amore è Eterno!
Allora con somma gioia ed estasi dell'animo gridai: O Gesù, mio amore, ho trovato finalmente la mia vocazione.
La mia vocazione è l'Amore!.
Sì, ho trovato il mio posto nella Chiesa, e questo posto me lo hai dato tu, o mio Dio.
Nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l'amore ed in tal modo sarò tutto e il mio desiderio si tradurrà in realtà.
Mattia ( =Dono di Dio) fu eletto dagli Apostoli al posto di Giuda, per rendere testimonianza a Gesù Risorto, annoverato tra i Dodici, diede la vita per questa Missione.
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