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lunedì 13 maggio 2024

SAN MATTIA APOSTOLO




4 commenti:

  1. LETTURA DEL GIORNO
    Dagli Atti degli Apostoli At 1,15-17.20-26
    In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli - il numero delle persone radunate era circa centoventi - e disse: «Fratelli, era necessario che si commpisse ciò che nella Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, diventato la guida di quelli che arrestarono Gesù. Egli infatti era stato del nostro numero e aveva avuto in sorte lo stesso nostro ministero. Sta scritto infaati nel libro dei Salmi:
    "La sua dimora diventi deserta
    e nessuno vi abiti".
    e: "Il suo incarico lo prenda un altro".
    Bisogna dunque che, tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi, cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo, uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione».

    Ne proposero due: Giuseppe, detto Barsabba, soprannominato Giusto, e Mattia. Poi pregarono dicendo: «Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due hai scelto per prendere il posto in questo ministero e apostolato, che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava». Tirarono a sorte fra loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 15,9-17

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
    Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi.
    Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Ci sono altri amori. Anche il mondo ci propone altri amori: l’amore al denaro per esempio, l’amore alla vanità, pavoneggiarsi, l’amore all’orgoglio, l’amore al potere, anche facendo tante cose ingiuste per avere più potere … Sono altri amori, questi non sono di Gesù e non sono del Padre. Lui ci chiede di rimanere nell’amore suo che è l’amore del Padre. Pensiamo anche a questi altri amori che ci allontanano dall’amore di Gesù. E anche, ci sono altre misure di amare: amare a metà, questo non è amare. Una cosa è volere bene e un’altra cosa è amare.
    E così, facendo questi comandamenti che Gesù ci ha dato, rimarremo nell’amore di Gesù che è l’amore del Padre, è lo stesso. Senza misura. Senza questo amore tiepido o interessato. ‘Ma perché, Signore, tu ci ricordi queste cose?’, possiamo dirgli. ‘Perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena’. Se l’amore del Padre viene a Gesù, Gesù ci insegna la strada dell’amore: il cuore aperto, amare senza misura, lasciando da parte altri amori. (Santa Marta, 18 maggio 2017)

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    1. Il Signore lo ha fatto sedere tra i prìncipi del suo popolo.
      Alleluia, alleluia, alleluia.

      Lodate, servi del Signore,
      lodate il nome del Signore.
      Sia benedetto il nome del Signore,
      da ora e per sempre. R.

      Dal sorgere del sole al suo tramonto
      sia lodato il nome del Signore.
      Su tutte le genti eccelso è il Signore,
      più alta dei cieli è la sua gloria. R.

      Chi è come il Signore, nostro Dio,
      che siede nell'alto
      e si china a guardare
      sui cieli e sulla terra? R.

      Solleva dalla polvere il debole,
      dall'immondizia rialza il povero,
      per farlo sedere tra i prìncipi,
      tra i prìncipi del suo popolo. R.

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  2.  FAUSTI - “Dimorerete nel mio Amore” Gesù esplicita che, per dimorare nel Suo Amore, bisogna non solo che le Sue parole dimorino in noi, ma che noi osserviamo i Suoi comandi. 
    Questi comandi, che ci fanno camminare come Lui ha camminato, sono in realtà un unico comando.
    Come la Sua Parola è una e molteplice, così i Suoi comandamenti sono molteplici e uno : è il comando dell'Amore che muove e ordina ogni nostra azione.
    Chi non ama, non dimora nell'Amore. Noi possiamo amare perchè Lui per primo ci ha amati; possiamo osservare il Suo comando perchè Lui ha osservato il comando del Padre, che lo ha mandato per testimoniarci il Suo Amore per noi.
    Gesù è il primo uomo che dimora nell'Amore del Padre , è il Figlio che ne compie la volontà perchè ama i fratelli. Anche noi dimoriamo in Lui , nel Suo Amore, se ci amiamo come Lui ci ha amati.
    “Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita , perchè amiamo i fratelli. (1Gv 3,14).
    La fede è inscindibile dall'amore, anzi ha come oggetto l'amore .
    A sua volta, l'amore di Dio è inscindibile dall'amore dall'amore per l'uomo .
    “Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. 
    Questo è il comandamento che abbiamo da Lui : chi ama Dio, ami anche il suo fratello” (Gv 4,20). Ed è pure inscindibile dalle opere : non si ama “a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità” (1Gv 3,18).
    Il fine dell'azione di Gesù è comunicarci la gioia ineffabile dell'amore che c'è tra Lui e il Padre.
    La gioia è il colore dell'amore , che vive nella reciprocità : gioisce chi ama ed è amato.
    Tanto amore è senza gioia perchè o non è amore o non è corrisposto.
    La gioia, che viene dalla comunione d'amore, è il fine della rivelazione. (1Gv 1,1-4).
    E' proprio di Dio dare gioia. Ed è proprio e solo di Dio dare gioia senza alcun motivo che la produca
    È l'esultanza interiore che viene dal Suo Spirito in noi, che ci attesta l'amore del Padre.
    L'uomo è desiderio insaziabile di felicità . Solo Dio gli dà quella gioia senza limite che è Lui stesso, amore infinito.
    L'Amore che Gesù ha mostrato verso di noi sulla Croce è la sorgente del nostro amore verso gli altri : uno può amare se e come è amato.
    Come Gesù ha dimorato nell'Amore del Padre amando i fratelli, così noi dimoriamo nel Suo Amore di Figlio facendo altrettanto.
    L'Amore è Uno solo ; è Dio. E mette in comunione tutti.
    Si parla di amore gli uni verso gli altri.
    L'amore infatti è gioia solo nella reciprocità. Essa da sempre c'è in Dio ; noi siamo chiamati ad averla tra di noi, rendendo presente Dio sulla terra.
    L'apice dell' amore sta nel porre la propria vita a favore dell'amato.
    Gesù ci considera amici. Anche quando eravamo suoi nemici, traditori come Giuda o rinnegatori come Pietro, ci ha mostrato il Suo Amore , gratuito e indubitabile.
    Proprio così, da nemici che eravamo, possiamo diventare Suoi amici.
     Gesù è sempre e comunque nostro amico. A nostra volta, anche noi siamo suoi amici , se rispondiamo al Suo amore, facendo come Lui ha fatto.
    “Non vi chiamo più servi” : “Servo” è un titolo onorifico. 
    Servi del re sono i grandi di corte, servi di Dio i profeti e i giusti.
    Il servo esegue la volontà del suo Signore , ma con un rapporto di sudditanza, non di uguaglianza.
    Gesù non ci vuole servi, ma amici, uguali a Lui.
    Non siamo infatti sudditi della Legge, ma viviamo nella libertà di figli amati.
    Se Mosè ci ha dato la Legge, dalla pienezza della Parola diventata carne, riceviamo grazia su grazia;
    la grazia della verità del Figlio, che ci mette in comunione col Padre.Siamo stati scelti non per essere servi, ma amici di Dio, uniti a Lui nell'unico amore.
    La nostra vocazione è sicura, perchè è “Sua”, è Lui che ci sceglie e ci chiama.
    E la Sua scelta è irrevocabile, a prova di tradimenti e rinnegamenti.

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  3. -->Qui non si parla della scelta dei dodici e del loro invio in missione, ma dei discepoli presenti e futuri, che devono andare dove Gesù stesso è andato : verso la pienezza dell'amore del Padre, amando i fratelli fino a porre la vita al loro servizio.
    Questo è il molto frutto che glorifica il Padre.
    E' quel “molto frutto” che porterà il Figlio stesso quando, dando la vita per i fratelli, 
    attirerà tutti a sé. 
    Questa è la missione fondamentale della Chiesa ,sale della terra, luce del mondo, (Mt 5,13...)
    e profumo di Cristo per tutti (2 Cor 2,14).
    Vedendo come i discepoli vivono, tutti ritrovano ciò che in fondo al cuore desiderano : 
    la bellezza dell'amore che salva il mondo.
    La missione non è propaganda , ma irraggiamento dell'amore reciproco, che tutti attira a sé.
    Quel Dio che nessuno mai ha visto, noi l'abbiamo visto nel volto del Figlio, che ha detto : “Chi ha visto me, ha visto il Padre”. Gli altri lo vedono nel nostro volto di fratelli.
    Questo frutto ci fa dimorare nel Figlio e nel Padre come fa dimorare il Figlio e il Padre in noi.
    Se siamo nel Figlio sappiamo che il Padre sempre ci ascolta come ascolta Lui. Per questo gli chiediamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere da figli.
    Ecco che cosa chiedere al Padre nel nome del Figlio : il Suo stesso amore per i fratelli.
    Oltre questo amore non c'è più nulla, se non ancora l'amore, che è infinito.
    Perchè “Dio è Amore”, e “ Chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (1Gv 4,16).

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