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giovedì 2 maggio 2024

SANTI APOSTOLI FILIPPO E GIACOMO




 

5 commenti:

  1. LETTURA DEL GIORNO
    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
    1 Cor 15,1-8a

    Vi proclamo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l'ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano! A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me.


    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 18 (19)
    R. Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.
    Oppure:
    Alleluia, alleluia, alleluia.
    I cieli narrano la gloria di Dio,
    l'opera delle sue mani annuncia il firmamento.
    Il giorno al giorno ne affida il racconto
    e la notte alla notte ne trasmette notizia. R.

    Senza linguaggio, senza parole,
    senza che si oda la loro voce,
    per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
    e ai confini del mondo il loro messaggio. R
    .

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore;
    Filippo, chi ha visto me, ha visto il Padre. (Gv 14,6b.9c)

    Alleluia.
    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 14,6-14

    In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Gesù - per dirlo un po’ fortemente - ci sfida alla preghiera e dice cosi: ‘Qualunque cosa chiederete nel mio nome la farò perché il Padre sia glorificato nel Figlio’. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò… Ma è forte questo! Abbiamo il coraggio di andare da Gesù e chiedergli così: ‘Ma tu hai detto questo, fallo! Fa che la fede vada avanti, fa che la evangelizzazione vada avanti, fa che questo problema che ho venga risolto…’. Abbiamo questo coraggio nella preghiera? O preghiamo un po’ così, come si può, spendendo un po’ di tempo nella preghiera? Ma quel coraggio, quella parresia anche nella preghiera… (Santa Marta, 3 maggio 2013)

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    1. PAROLE DEL SANTO PADRE
      L’insegnamento del Vangelo è chiaro: si deve pregare sempre, anche quando tutto sembra vano, quando Dio ci appare sordo e muto e ci pare di perdere tempo. Anche se il cielo si offusca, il cristiano non smette di pregare. La sua orazione va di pari passo con la fede. E la fede, in tanti giorni della nostra vita, può sembrare un’illusione, una fatica sterile. Ci sono dei momenti bui, nella nostra vita e in quei momenti la fede sembra un’illusione. Ma praticare la preghiera significa anche accettare questa fatica. “Padre, io vado a pregare e non sento nulla … mi sento così, con il cuore asciutto, con il cuore arido”. Ma dobbiamo andare avanti, con questa fatica dei momenti brutti, dei momenti che non sentiamo nulla. Tanti santi e sante hanno sperimentato la notte della fede e il silenzio di Dio – quando noi bussiamo e Dio non risponde – e questi santi sono stati perseveranti. In queste notti della fede, chi prega non è mai solo. (…) (Udienza generale, 11 novembre 2020)

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  2. FAUSTI -Gesù è la via per conoscere la verità : la sua croce è l'unica “notizia di Dio” di quel Dio che è tutto e solo amore.
    Gesù è la via per vedere il volto del Padre .Infatti è venuta l'ora in cui Egli rivela l'amore perfetto:(13,1) .
    Filippo, chiamato direttamente da Gesù a seguirlo (1,43-6) e da Lui interpellato sul pane (6,5), è colui che ha accolto ed espresso il desiderio dei greci che vogliono vedere il Signore (12,21).
    Ora chiede arditamente di vedere il Padre.
    Il suo desiderio corrisponde a quello di Mosè : “Mostrami la tua Gloria!” (Es 33,18).
    E' l'anelito profondo di ogni uomo :” Di Te ha detto il mio cuore “Cercate il Suo Volto” .Il tuo Volto, Signore, io cerco!” (Sl 27,8), perché “come la cerva anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio!” Quando verrò e vedrò il Volto di Dio? Lui, salvezza del mio volto e mio Dio!” (Sl 42).
    Il Suo Volto è la nostra realtà, perchè di Lui siamo immagine e somiglianza : vedere Lui è diventare se stessi.Da qui scaturisce il desiderio naturale di vedere Dio.
    Esso è quell'apertura all'infinito che fa sì che l'uomo vada oltre se stesso : è un animale desiderante “troppo grande per bastare a se stesso”B. Pascal
    Se Tommaso non conosce la via della verità e della vita, pur avendola davanti, Filippo non vede il Padre, pur avendo sotto gli occhi il Volto del Figlio.
    Le cose più evidenti si capiscono per ultime ; il principio è chiaro solo alla fine.
    Ogni uomo desidera conoscere il Padre.
    In Lui ritrova quell'alterità di amore che lo fa essere quello che è.
    Il tempo che Gesù ha passato con noi è quello in cui, chi Lo conosce come Figlio, vede il Padre.
    Tutta la sua esistenza terrena non è altro che rivelazione del Padre nel Suo Amore di Figlio per i fratelli.
    La Sua carne è la Parola stessa di Dio rivolta all'uomo per ricrearlo a Sua immagine.
    La creazione dell'uomo, infatti, è sempre aperta :
    è opera costante della Parola , in sinergia con il nostro ascolto.
    “Chi ha visto me, ha visto il Padre” Queste parole sono il compendio della rivelazione cristiana : il Volto dell'uomo Gesù, nostro fratello è “Il Volto”.
    Egli è l'Unigenito , da sempre verso il seno del Padre, che si è rivolto a noi per mostrarcelo .
    “Non che alcuno abbia visto il Padre, se non Colui che è da presso Dio : questi ha visto il Padre (1,18- 6, 46) . chi crede in Lui, non crede in Lui, ma in Colui che L'ha mandato.
    Il Volto del Figlio, amore senza condizioni verso i fratelli, è lo stesso del Padre : Egli fa ciò che vede fare da Lui (5,19).
    Quanto finora il Vangelo ha raccontato di Gesù ci ha mostrato il Volto, Suo e del Padre. Per questo “Chi vede me, vede chi mi inviò” (12,45)
    Conoscere e vedere il Padre equivale a credere che Gesù è nel Padre
    e il Padre è in Lui.
    Si parla di immanenza reciproca tra Padre e Figlio. Infatti l'amato dimora in chi lo ama .
    Il loro amore reciproco li fa uno dimora dell'altro. Ogni parola del Figlio è dal Padre : Lui stesso è la Parola che il Padre ci rivolge per entrare in comunione con noi e donarci se astesso.
    La sua Parola dà ciò che dice perchè è ciò che dice.
    Opera propria del Padre è amare e dare vita. Ogni azione del Figlio è la stessa del Padre : comunica a noi il loro amore reciproco , vita di ambedue.
    Gesù ci dice di credere non solo “in” Lui, ma anche “a” Lui , mentre dice queste Parole ,
    nelle quali rivela che Lui è nel Padre e il Padre è in Lui.
    Se aderiamo a Lui, anche noi siamo nel Padre e il Padre in noi : Dio è il luogo dove siamo di casa,
    figli nel Figlio.

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  3. -->Ciò che Gesù dice è credibile perchè corrisponde a ciò che fa.
    La fede non è cieca,ma fondata sui fatti e sulla ragionevolezza delle spiegazioni .
    Unica spiegazione ragionevole dell'amore è l'amore stesso.
    Solo l'amore è credibile , degno di fiducia, perchè visibile nei fatti.
    La fede in Gesù, affidabile per le Sue opere e le Sue parole, è antidoto al turbamento e al conseguente smarrimento. Credere in Lui ci sblocca dalle paure e libera la nostra realtà di figli e fratelli.
    Gesù ci chiede di fidarci di Lui mentre sta compiendo e spiegando la cosa che più ci turba : il Suo andarsene.La prova che le sue parole sono vere, saranno le opere che noi compiremo quando Lui sarà tornato presso il Padre.
    Certamente non faremo opere più grandi di Lui che sfamò le folle e fece uscire dal sepolcro un morto. Però, come il significato è più grande del segno , così amare come Lui ci ha amati è più grande che nutrire vivi o risuscitare morti : è passare da una vita per la morte alla vita stessa di Dio. Nulla di ciò che si fa è veramente grande .
    Solo l'amore è più grande di tutto, perchè senza di esso tutto è nulla. Queste opere più grandi sono “il molto frutto” che i tralci porteranno restando uniti alla vite.
    Credere in concreto è chiedere. La fede ha il respiro della preghiera.
    Essa dà voce al desiderio fondamentale dell'uomo, bisogno dell'altro per se stesso.
    Gesù garantisce che farà ciò che gli chiediamo nel Suo Nome : uniti a Lui, il Figlio, chiediamo e otteniamo quanto ci serve per vivere da fratelli. La certezza dell'esaudimento dona la fiducia, necessaria perchè la richiesta sia efficace. Bisogna infatti domandare “con fede, senza esitare, perché chi esita somiglia all'onda del mare, mossa e agitata dal vento , e non pensi di ricevere qualcosa dal Signore un uomo che ha l'animo oscillante e instabile in tutte le sue azioni”
    (Gc1,6-8). Se poi chiediamo con fiducia e non otteniamo, è perchè chiediamo male, per soddisfare i nostri egoismi (Gc 4,3).
    La fiducia di un cuore filiale, che chiede secondo i desideri del Padre, ottiene veramente tutto.
    Ottiene addirittura lo Spirito Santo , il dono della vita di Dio (Lc 11,13) visibile dal suo frutto d'amore, gioia, pace.
    L'opera del Figlio è glorificare il Padre, comunicando il Suo amore ai fratelli.
    Gesù, ribadendo quanto detto prima, garantisce che continua ad agire in nostro favore.
    Lui se ne va, ma ci dà la possibilità di chiedere e ottenere per il futuro che lui faccia attraverso di noi ciò che ha fatto quand'era tra noi : ci amerà sempre, perché anche noi possiamo amarci.

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  4. Filippo veniva da Betsaida, obbedì alla chiamata di Gesù prima di condurgli Natanaele (Gv 1,43-51). Gesù si rivolge a lui per dar da mangiare a cinquemila uomini ed egli risponde che non sarebbe bastato il salario di sei mesi per comprare pane per tutti. Alcuni giudei ellenisti gli chiesero di poter vedere Gesù , suscitando la risposta del Signore sul chicco di grano che morendo porta molto frutto e la preghiera al Padre affinché glorifichi il Suo Nome.
    Nell'Ultima Cena Filippo chiede a Gesù di mostrargli il Padre (Gv 14,8-9) e Gesù spiega l'Unità che intercorre tra il Padre e Se stesso.
    Giacomo il Minore aveva una grande autorità nella chiesa di Gerusalemme , dove secondo Flavio Giuseppe fu martirizzato nell'anno 61.
    Viene spesso raffigurato col bastone da follatore, strumento con cui si crede sia stato messo a morte. Nella lettera di Giacomo son riportate le virtù cristiane per eccellenza : la fede che opera nella carità, la preghiera fatta con gioia, la vera sapienza che viene dall'alto.

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