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lunedì 15 luglio 2024

MARIA SS. DEL MONTE CARMELO




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  1. Is 35,2

    A lei è data la gloria del Libano,
    lo splendore del Carmelo e di Saròn.
    Vedranno la gloria del Signore,
    la magnificenza del nostro Dio


    Assisti i tuoi fedeli, Signore, nel cammino della vita, e per l'intercessione della beata Vergine Maria, nostra madre e regina, fa' che giungiamo felicemente alla santa montagna, Cristo Gesù, nostro Signore, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura (1 Re 18, 42-45)
    Elia pregò sul monte Carmelo e il cielo diede la pioggia.

    Dal primo libro dei Re
    Elia si recò alla cima del Carmelo; gettatosi a terra, pose la faccia tra le proprie ginocchia. Quindi disse al suo ragazzo: «Vieni qui, guarda verso il mare». Quegli andò, guardò e disse: «Non c’è nulla». Elia disse: «Tornaci ancora per sette volte».
    La settima volta riferì: «Ecco una nuvoletta, come una mano d’uomo, sale dal mare». Elia gli disse: «Va’ a dire ad Acab: Attacca i cavalli al carro e scendi perché non ti sorprenda la pioggia!». Subito il cielo si oscurò per le nubi e per il vento; la pioggia cadde a dirotto.
    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale (dal Salmo 14)
    Ti seguiremo dovunque ci condurrai, Vergine Maria.
    O Guidaci Maria: ti seguiremo alla santa montagna.

    Signore, chi abiterà nella tua tenda?
    chi dimorerà sul tuo santo monte?

    Colui che cammina senza colpa,
    agisce con giustizia e parla lealmente,
    non dice calunnia con la lingua,
    non fa danno al suo prossimo
    e non lancia insulto al suo vicino.

    Ai suoi occhi è spregevole il malvagio
    ma onora chi teme il Signore.

    Seconda Lettura (Gal. 4, 4-7)
    Dio mandò il suo Figlio nato da donna.

    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
    Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessero l’adozione a figli. E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà! Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio; se poi figlio, sei anche erede per volontà di Dio. Parola di Dio.

    Fior del Carmelo,
    vite fiorente;
    splendor del cielo,
    tu solamente sei Vergine Madre.

    Madre mite,
    intemerata,
    ai figli tuoi
    sii propizia, Stella del mare.

    Ceppo di Jesse
    che doni il Fiore,
    a noi concedi
    di rimanere con te per sempre.

    Giglio sbocciato
    tra acute spine
    conserva puri
    i nostri cuori e dona aiuto.

    Forte armatura
    là dove infuria
    la dura lotta:
    offri a difesa lo Scapolare.

    Per noi incerti
    tu sei la guida;
    a noi provati
    concedi ognora consolazioni.

    O dolce Madre,
    Signora nostra:
    colma del gaudio
    di cui sei piena , i figli tuoi.

    O chiave e porta
    del Paradiso,
    fa' che giungiamo
    dove di gloria / sei coronata.
    Amen.

    Canto al Vangelo (Lc 11, 28)
    Alleluia, alleluia.
    Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano.
    Alleluia.

    Vangelo (Gv 19, 25-27)
    Ecco il tuo figlio, ecco la tua madre!

    Dal vangelo secondo Giovanni
    In quell’ora: stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Parola del Signore.

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    1. LETTURE DEL GIORNO
      Antifona

      Beata sei tu, o Vergine Maria,
      che hai portato in grembo il creatore dell’universo;
      hai generato colui che ti ha creato,
      e rimani Vergine in eterno.

      Colletta

      Ci assista, o Padre,
      la materna intercessione della gloriosa Vergine Maria,
      perché sorretti dalla sua protezione
      possiamo giungere felicemente al santo monte,
      che è Cristo Signore.
      Egli è Dio, e vive e regna con te.

      Prima Lettura
      Se non crederete, non resterete saldi.

      Dal libro del profeta Isaìa
      Is 7,1-9

      Nei giorni di Acaz, figlio di Iotam, figlio di Ozìa, re di Giuda, Resin, re di Aram, e Pekach, figlio di Romelìa, re d'Israele, salirono contro Gerusalemme per muoverle guerra, ma non riuscirono a espugnarla. Fu dunque annunciato alla casa di Davide: «Gli Aramèi si sono accampati in Èfraim». Allora il suo cuore e il cuore del suo popolo si agitarono, come si agitano gli alberi della foresta per il vento.
      Il Signore disse a Isaìa: «Va' incontro ad Acaz, tu e tuo figlio Seariasùb, fino al termine del canale della piscina superiore, sulla strada del campo del lavandaio. Tu gli dirai: "Fa' attenzione e sta' tranquillo, non temere e il tuo cuore non si abbatta per quei due avanzi di tizzoni fumanti, per la collera di Resin, degli Aramèi, e del figlio di Romelìa. Poiché gli Aramèi, Èfraim e il figlio di Romelìa hanno tramato il male contro di te, dicendo: Saliamo contro Giuda, devastiamolo e occupiamolo, e vi metteremo come re il figlio di Tabeèl.
      Così dice il Signore Dio: Ciò non avverrà e non sarà!
      Perché capitale di Aram è Damasco
      e capo di Damasco è Resin.
      Capitale di Èfraim è Samarìa
      e capo di Samarìa il figlio di Romelìa.
      Ancora sessantacinque anni
      ed Èfraim cesserà di essere un popolo.
      Ma se non crederete, non resterete saldi"».

      Parola di Dio.

      Salmo Responsoriale

      Dal Sal 47 (48)

      R. Dio ha fondato la sua città per sempre.

      Grande è il Signore e degno di ogni lode
      nella città del nostro Dio.
      La tua santa montagna, altura stupenda,
      è la gioia di tutta la terra. R.

      Il monte Sion, vera dimora divina,
      è la capitale del grande re.
      Dio nei suoi palazzi
      un baluardo si è dimostrato. R.

      Ecco, i re si sono alleati,
      avanzavano insieme.
      Essi hanno visto:
      atterriti, presi dal panico, sono fuggiti. R.

      Là uno sgomento li ha colti,
      doglie come di partoriente,
      simile al vento orientale,
      che squarcia le navi di Tarsis. R.

      Acclamazione al Vangelo

      Alleluia, alleluia.

      Oggi non indurite il vostro cuore,
      ma ascoltate la voce del Signore. (Cf. Sal 94 (95),8ab)

      Alleluia.

      Vangelo
      Nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne e la terra di Sòdoma saranno trattate meno duramente di voi.

      Dal Vangelo secondo Matteo
      Mt 11,20-24

      In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
      E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sodòma sarà trattata meno duramente di te!».

      Parola del Signore.

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    2. FAUSTI - “Guai a te!”, sono le dure parole per chi rifiuta il gioco di Dio, nonostante che gli sia esplicitamente rivelato e vi sia ripetutamente inviato. Gesù nomina le città nelle quali ha operato, paragonandole alle città pagane e a Sodoma, luogo di corruzione, che avranno sorte migliore di loro nel giorno del giudizio, perchè meno colpevoli.E' un testo di crisi , esprime con chiarezza il giudizio su chi conosce Gesù e non Lo accetta, ponendo corrispondenza tra conoscenza e responsabilità, tra responsabilità e colpa, tra colpa e punizione.
      Si tratta di un'invettiva di stampo profetico . È una minaccia contro l'indurimento nel male, e vuol essere un invito ad aprire gli occhi per uscire dall'accecamento.
      Gesù condanna il male, non chi lo fa. Infatti ha detto di amare i propri nemici e darà la vita per i peccatori.. Se il male condanna il malvagio, inchiodandolo a sé, il Signore lo libera , restando Lui stesso inchiodato sulla croce , cifra di ogni male e perversione.
      La Parola profetica fa verità : dichiara il male con evidenza, facendone vedere le conseguenze negative.
      Gesù , dando la vita per i peccatori, rivela nella Sua Misericordia di Figlio il Volto del Padre, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti (5,44-48).
      La Chiesa, come Corazim, Betsaida e Cafarnao, è il luogo dove avvengono di continuo i prodigi di Gesù. Li usiamo per convertirci a Lui o per difenderci da Lui?.
      – La felicità è il desiderio fondamentale dell'uomo, che si sa limitato e mortale. Egli sempre va oltre se stesso, mosso dal desiderio di raggiungere quella pienezza che gli manca e per la quale si sente fatto. Anche quando sbaglia, non cerca mai il male : desidera un bene maggiore, una felicità più grande. L'esperienza però insegna quanto è infelice, pieno di paure e angosce, sofferenze e ingiustizie, dilaniato da guerre e incomprensioni , da conflitti e da mali di tutti i tipi , dentro e fuori, a livello personale e sociale, locale e planetario.
      Il male è l'unico problema serio dell'uomo . Ogni sua azione è un tentativo di salvarsi da esso.
      Tutti sappiamo che cosa significa . Basta aprire il giornale, per vedere l'abisso di stupidità e cattiveria in cui siamo immersi. Il Paradiso è il desiderio che quei lampi di luce, che di tanto in tanto illuminano le tenebre, si fissino eternamente, e scompaia il buio di questa notte che conosciamo bene. Quando parliamo di Dio,ogni nostro concetto è analogico.
      Significa che Lui è semplicemente diverso da ciò che diciamo, che ha con Lui un certo aspetto di somiglianza. Dicendo che è giusto, affermiamo che non vuole, non tollera e non fa l'ingiustizia, che pure c'è ; ma dobbiamo anche dire che la Sua giustizia è grazia, che il Suo Giudizio è Perdono.
      La croce è dove si realizza la Sua Giustizia : Lui, il Giusto, è battezzato, immerso nel nostro peccato, e proprio così compie la volontà del Padre, la Giustizia superiore.
      Sulla croce Dio è Dio, tutto e solo Amore, vittorioso su ogni male, perfetto nella Sua giustizia, sovranamente libero e onnipotente, capace di portare Amore e Vita là dove c'è odio e morte.
      Lì Lui prevede tutto e provvede a tutti: il massimo male – l'esecuzione ingiusta del Giusto, l'uccisione dell'Autore della vita, il non senso assoluto, l'abbandono di Dio – è il luogo dove Lui si riversa nella sovrabbondanza del Suo Amore per colmare tutto e tutti della Sua Grazia.

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  2. FAUSTI - Gesù è l Servo di Dio attraverso il quale si compie ogni giustizia (3,15). E' la giustizia superiore, quella del Padre, che fa piovere la Sua Misericordia su tutti (5,43-48) . è il giogo dolce e soave del Figlio, offerto a tutti i piccoli, affaticati e oppressi (11,25-30).
    La Chiesa è fatta da quanti hanno accolto il mistero del Servo di Dio.
    Gesù si ritira in solitudine, da “anacoreta” . Evita il conflitto, fin che può. Gesù non lotta contro nessuno. Ha altra occupazione : fare il bene, sia di sabato che in ogni altro giorno.
    Il Suo potere non entra in competizione con alcuno : è servizio. Si tratta di un non-potere che trova il suo spazio difronte a qualunque potere. E quando non ne trova più, si realizza pienamente, mettendo la propria vita a servizio. Attraverso la figura del “Servo “descritta da Isaia, Matteo ci aiuta a capire ciò che sta accadendo. La medesima realtà può avere molte interpretazioni, che alla fine si riducono a due : quella dell'uomo e quella di Dio. La Scrittura ci presenta quella di Dio.
    “Lo seguirono molte folle” Sono le pecore senza pastore, stanche e sfinite, (9,36) che trovano in Lui il Pastore della vita. Sono gli affaticati e gli oppressi che cercano in Lui il riposo (11,28).
    Al Suo ritiro corrisponde un accorrere da tutte le parti ; preludio di quando, elevato da terra, attirerà tutti a Sé (Gv 12,32). Ora la Sua cura si rivolge a “tutti”.
    “Ecco il Mio Servo” Colui che nel battesimo fu chiamato il Figlio ora è chiamato Servo :
    infatti è Figlio in quanto è Servo dei fratelli. Questi è l'Eletto, l'Amato, in cui il Padre si compiace :
    ciò che il mondo scarta, odia e disprezza, Dio sceglie, ama e ammira.

    dal MESSALE PROPRIO DELL'ORDINE CARMELITANO

    La sacra Scrittura esalta la bellezza del monte Carmelo, là dove il profeta Elia difendeva la purezza della fede d’Israele nel Dio vivente. In quei luoghi, all’inizio del XIII secolo ebbe giuridicamente origine l’Ordine carmelitano, sotto il titolo di Santa Maria del Monte Carmelo. Questo titolo, quasi compendio dei benefici della Patrona, cominciò a venir celebrato fin dal secolo XIV, dapprima in Inghilterra, quindi gradatamente, in tutto quanto l’Ordine. Raggiunse il massimo splendore ai primi del secolo XVII, allorché il Capitolo generale dei Carmelitani lo dichiarò festa principale e speciale dell’Ordine, e Paolo V lo riconobbe come titolo distintivo della Confraternita dello Scapolare. È la celebrazione solenne di tutti i devoti di Maria SS.ma del Carmine, che si ritrovano uniti nei sentimenti di amore e gratitudine verso Maria, rinnovando in questo giorno l’impegno del devoto servizio a lei, la fedeltà a Cristo Gesù e alla Chiesa, e affidando al cuore materno della Vergine l’intera Famiglia del Carmelo.
    I carmelitani volevano servire e seguire il Signore Gesù con fedeltà e purezza (Regola, Prologo); si dedicarono di conseguenza anche al servizio di sua madre Maria, ritenuta la Signora della Palestina e, quindi del Carmelo. La Madre di Dio, che protegge l’Ordine come Patrona, è anche la Vergine sapiente, attenta alla Parola di Dio e pronta ad accoglierla in sé. Questa caratteristica di Maria si sviluppò in seguito in quella della «purità» di Maria: ella è la Vergine purissima, che ama Dio al di sopra d’ogni altra cosa, che viene imitata e seguita dai biancovestiti carmelitani.
    I diversi titoli a poco a poco trovarono espressione sintetica nell’immagine della Madonna dello Scapolare, che finì col soppiantare tutte le altre feste e immagini di Maria carmelitana, tanto che lo scapolare è divenuto il simbolo più conosciuto del Carmelo.
    La festa solenne della Madonna del Carmine viene celebrata il 16 Luglio

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