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giovedì 13 agosto 2020

ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA


5 commenti:

  1. SANTA MESSA DEL GIORNO DELL'ASSUNTA
    Prima Lettura

    Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
    Ap 11,19a; 12,1–6a.10ab

    Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza.

    Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto.
    Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra.
    Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito.
    Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio.

    Allora udii una voce potente nel cielo che diceva:
    «Ora si è compiuta
    la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
    e la potenza del suo Cristo».



    Seconda Lettura

    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
    1Cor 15,20–27a

    Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.

    Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.

    È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi.

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 1,39-56

    In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
    Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.

    Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

    Allora Maria disse:
    «L’anima mia magnifica il Signore
    e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
    perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
    D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
    Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
    e Santo è il suo nome;
    di generazione in generazione la sua misericordia
    per quelli che lo temono.
    Ha spiegato la potenza del suo braccio,
    ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
    ha rovesciato i potenti dai troni,
    ha innalzato gli umili;
    ha ricolmato di beni gli affamati,
    ha rimandato i ricchi a mani vuote.
    Ha soccorso Israele, suo servo,
    ricordandosi della sua misericordia,
    come aveva detto ai nostri padri,
    per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

    Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Abbiamo sentito il Canto di Maria, il Magnificat: è il cantico della speranza, è il cantico del Popolo di Dio in cammino nella storia. È il cantico di tanti santi e sante, alcuni noti, altri, moltissimi, ignoti, ma ben conosciuti a Dio: mamme, papà, catechisti, missionari, preti, suore, giovani, anche bambini, nonni, nonne: questi hanno affrontato la lotta della vita portando nel cuore la speranza dei piccoli e degli umili. Maria dice: «L’anima mia magnifica il Signore» - anche oggi canta questo la Chiesa e lo canta in ogni parte del mondo. (Santa Marta, 15 agosto 2013)

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  2. FAUSTI – Mediante Maria, fattasi obbedienza alla Parola, Dio visita il Suo popolo e il Suo popolo Lo riconosce. Questo riconoscimento è il termine del Suo piano, fine della Sua fatica, compimento della storia della salvezza; l'incontro tra Israele e Chiesa, tra il popolo di Dio e il suo Messia.
    Il mistero della Visitazione è l'anticipo di questo avvenimento escatologico, in cui sarà usata Misericordia a tutti coloro che erano rinchiusi nella disobbedienza.
    E' la gioia finale dell'incontro, tanto ostacolato e tanto sospirato, tra Sposo e sposa, di cui parla il Cantico. La visita del Signore è il senso della storia personale e universale. Ma chi sa discernerla?
    Elisabetta è gravida di due millenni di attesa, Maria dell'Eterno atteso.
    Il loro incontro è l'abbraccio tra l'Antico e il Nuovo Testamento, tra la promessa e il compimento.
    Due donne si salutano. Nella loro reciproca accoglienza è riconosciuto Colui che è Accoglienza.
    L'incontro avviene per iniziativa di Colei che è beata poiché ha creduto nell'adempimento della Parola del Signore : Maria va da Elisabetta, segno che ha dato Colui al quale “nulla è impossibile” (1,36).
    Il N. Testamento va a riconoscere nell'Antico il dono precontenuto come promessa dell'impossibile. Solo in questa visita e frequentazione dell'A. T. il N. Testamento capisce la realtà di cui è compimento.
    Per questo Luca introduce accuratamente il suo lettore di origine pagana nella storia d'Israele , della quale offre nei primi capitoli come un riassunto.
    Al di fuori della promessa dell'A. T. è impossibile riconoscere il dono di Dio che è venuto a visitarci.
    Solo il Battista è in grado di indicarlo!
    Legge e promessa sono come le mani che, attraverso Israele, Dio ha creato perché l'umanità possa tenderle verso di Lui e accoglierlo.
    Un dono che non trova mani per riceverlo e sostenerlo, cade e si perde.
    Maria, visitando Elisabetta, riconosce la verità di ciù che capita in Lei ; la Chiesa, ricorrendo all'A. Testamento, comprende ciò che ha concepito.
    E in Maria e nella Chiesa Israele vede la Visita che il Signore ci ha fatto.
    E' un grande mistero questo riconoscimento : segna il passaggio dalla promessa al compimento, dono della piena conoscenza del Signore.
    IL MAGNIFICAT , con il quale la Chiesa conclude ogni giorno i Vespri, è il canto di coloro che hanno sperimentato “oggi” la salvezza. E' un cantico di lode, sul tipo di quello di Anna (1Sam 2) , che vede la realizzazione della promessa. Esprime la beatitudine di chi ha riconosciuto l'azione di Dio in suo favore , prorompe dal cuore di chi ha accolto il suo Signore.
    E' un inno personale e insieme universale e cosmico.
    Maria è la bocca della figlia di Sion, di tutta l'umanità e dell'intera creazione che vede compiersi la promessa di Dio, più grande di ogni fama (Sl 138,2).
    E' il Canto nuovo che prorompe dall'uomo nuovo.
    L'azione di Dio culmina nel canto dell'uomo. Perché canta chi ama e l'amore riposa solo quando è amato.
    Il termine di tutta la storia sarà un canto di gioia senza fine.
    Questo canto, anticipato da Maria, è il frutto maturo dell' ascolto di fede, in cui si svela compiutamente il senso della creazione e della storia.
    Il Magnificat è un compendio di storia di salvezza , che descrive l'azione di Dio – esatto contrappunto di quella umana – attraverso un centone di citazioni e allusioni bibliche.
    La prima parte è il rendimento di grazie di Maria per cià che Dio ha compiuto in Lei.
    La seconda parte estende a tutti gli uomini l'azione che Dio in Lei ha compiuto, descritta con sette affermazioni.
    Il Canto di Maria, occasionato dalla beatitudine proclamata da Elisabetta, ha la stessa melodia delle Beatitudini (Lc 6, 20-26).

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  3. MARIA, DONNA DEI NOSTRI GIORNI – D. TONINO BELLO
    Maria, pur consapevole del suo sovrumano destino, non ha mai voluto vivere nei quartieri alti.
    Non si è mai costruita piedistalli di gloria. E ha sempre rifiutato le nicchie che potessero impedirle
    la gioia di vivere a piano terra con la gente comune.
    Si è però, riservata una specola altissima, questo sì, da cui contemplare non solo
    il senso ultimo della sua vicenda umana, ma anche le traiettorie lunghe della tenerezza di Dio.
    Ci sono due punti strategici, nella vita di Maria, che ci danno la conferma di come lei fosse inquilina
    abituale di quel piano superiore che lo Spirito Santo l'aveva chiamata ad abitare : l'altura del Magnificat e l'altare del Golgota.
    Da quell'altura ella spinge lo sguardo fino agli estremi confini del tempo.
    E cogliendo il distendersi della misericordia di Dio di generazione in generazione,
    ci offre la più organica lettura che si conosca nella storia della salvezza.
    Da quell'altare Ella spinge lo sguardo fino agli estremi confini dello spazio.
    E, stringendo il mondo in un unico abbraccio, ci offre la più sicura garanzia che gli angoli sfiorati
    dai suoi occhi materni saranno raggiunti anche dallo Spirito, sgorgato dal fianco di Cristo.

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  4. O Maria, Regina del mondo,Madre di bontà,
    fiduciosi nella Tua intercessione,
    noi affidiamo a Te le nostre anime.
    Accompagnaci ogni giorno
    alla fonte della Gioia,
    donaci il Salvatore.
    Noi ci consacriamo a te, Regina dell'Amore.
    Amen

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  5. La Madre del Signore, presente ai piedi della Croce e nel Cenacolo della Pentecoste, raccolga nella fede, nella speranza e nell’amore i suoi figli che vivono in questo Paese o sparsi nel mondo!(...)



    Nella sua materna tenerezza, Maria dia conforto ai poveri, a quanti soffrono nel corpo o nello spirito, ai prigionieri e ai rifugiati!



    Nostra Signora del Libano, veglia sull’intero popolo di questa terra così provata! (...)



    Concedi, o Vergine Santissima, a questo popolo antico e pur sempre giovane di mantenersi degno erede della sua illustre storia, costruendo con dinamismo il suo avvenire nel dialogo con tutti, nel rispetto reciproco dei diversi gruppi, nella concordia fraterna!



    Regina della pace, proteggi il Libano!



    - Dalla preghiera a Nostra Signora del Libano di Papa Giovanni Paolo II, Beirut 1997

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