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mercoledì 12 agosto 2020

SAN MASSIMILIANO MARIA KOLBE


3 commenti:

  1. Prima Lettura Sap 3.1-9
    Dio li ha graditi come un olocausto.

    Dal libro della Sapienza
    Le anime dei giusti, sono nelle mani di Dio,
    nessun tormento le toccherà.
    Agli occhi degli stolti parve che morissero;
    la loro fine fu ritenuta una sciagura,
    la loro dipartita da noi una rovina, ma essi sono nella pace.
    Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi,
    la loro speranza è piena di immortalità.
    In cambio di una breve pena riceveranno grandi benefici,
    perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé:
    li ha saggiati come oro nel crogiuolo
    e li ha graditi come un olocausto.
    Nel giorno del loro giudizio risplenderanno;
    come scintille nella stoppia, correranno qua e là.
    Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli
    e il Signore regnerà per sempre su di loro.
    Quanti confidano in lui comprenderanno la verità;
    coloro che gli sono fedeli vivranno presso di lui nell'amore,
    perché grazia e misericordia sono riservate ai suoi eletti.

    Oppure: 1 Gv 3, 14-18
    Non amiamo a parole, ma coi fatti e nella verità.

    Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
    Fratelli, noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna.
    Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l’amore di Dio?
    Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 115
    Preziosa agli occhi dei Signore è la morte dei suoi fedeli.

    Ho creduto anche quando dicevo:
    «Sono troppo infelice»
    Ho detto con sgomento:
    «Ogni uomo è inganno ».

    Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?
    Alzerò il calice della salvezza
    e invocherò il nome dei Signore.

    Sì, io sono il tuo servo, Signore,
    io sono tuo servo, figlio della tua ancella;
    hai spezzato le mie catene.
    A te offrirò sacrifici di lode
    e invocherò il nome dei Signore.

    Canto al Vangelo Gv 12,25
    Alleluia, alleluia.
    «Chi odia la sua vita in questo mondo,
    la conserverà per la vita eterna».
    Alleluia.





    Vangelo Gv 15, 12-16
    Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.

    Dal vangelo secondo Giovanni
    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre, l’ho fatto conoscere a voi.
    Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda ».

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  2. FAUSTI – Per dimorare nel Suo Amore, bisogna osservare i Suoi comandi che si riducono a
    uno : l'amore fraterno, che resta dimezzato fino a quando non è reciproco.
    L'Amore che Gesù ha mostrato verso di noi sulla Croce è la sorgente del nostro amore verso gli altri : uno può amare se e come è amato.
    Come Gesù ha dimorato nell'Amore del Padre amando i fratelli, così noi dimoriamo nel Suo Amore di Figlio facendo altrettanto.
    Il comando di amare Dio diventa comando di amare l'uomo. Infatti amore per Dio e amore per l'uomo sono un'unica realtà, come l'Amore del Figlio verso il Padre e verso di noi è lo stesso Amore del Padre verso il Figlio e verso di noi.
    L'Amore è Uno solo ; è Dio. E mette in comunione tutti.
    Si parla di amore gli uni verso gli altri.
    L'amore infatti è gioia solo nella reciprocità. Essa da sempre c'è in Dio ; noi siamo chiamati ad averla tra di noi, rendendo presente Dio sulla terra.
    L'apice dell' amore sta nel porre la propria vita a favore dell'amato.
    Gesù ci considera amici. Anche quando eravamo suoi nemici, traditori come Giuda o rinnegatori come Pietro, ci ha mostrato il Suo Amore , gratuito e indubitabile.
    Proprio così, da nemici che eravamo, possiamo diventare Suoi amici. Gesù è sempre e comunque nostro amico. A nostra volta, anche noi siamo suoi amici , se rispondiamo al Suo amore, facendo come Lui ha fatto.
    “Non vi chiamo più servi” : “Servo” è un titolo onorifico.
    Servi del re sono i grandi di corte, servi di Dio i profeti e i giusti.
    Il servo esegue la volontà del suo Signore , ma con un rapporto di sudditanza, non di uguaglianza.
    Gesù non ci vuole servi, ma amici, uguali a Lui.
    Non siamo infatti sudditi della Legge, ma viviamo nella libertà di figli amati.
    Se Mosè ci ha dato la Legge, dalla pienezza della Parola diventata carne, riceviamo grazia su grazia;
    la grazia della verità del Figlio, che ci mette in comunione col Padre. Siamo stati scelti non per essere servi, ma amici di Dio, uniti a Lui nell'unico amore.
    La nostra vocazione è sicura, perchè è “Sua”, è Lui che ci sceglie e ci chiama.
    E la Sua scelta è irrevocabile, a prova di tradimenti e rinnegamenti.
    Qui non si parla della scelta dei dodici e del loro invio in missione, ma dei discepoli presenti e futuri, che devono andare dove Gesù stesso è andato : verso la pienezza dell'amore del Padre, amando i fratelli fino a porre la vita al loro servizio.
    Questo è il molto frutto che glorifica il Padre.
    E' quel “molto frutto” che porterà il Figlio stesso quando, dando la vita per i fratelli,
    attirerà tutti a sé.
    Questa è la missione fondamentale della Chiesa ,sale della terra, luce del mondo, (Mt 5,13...)
    e profumo di Cristo per tutti (2 Cor 2,14).
    Vedendo come i discepoli vivono, tutti ritrovano ciò che in fondo al cuore desiderano :
    la bellezza dell'amore che salva il mondo.
    La missione non è propaganda , ma irraggiamento dell'amore reciproco, che tutti attira a sé.
    Quel Dio che nessuno mai ha visto, noi l'abbiamo visto nel volto del Figlio, che ha detto : “Chi ha visto me, ha visto il Padre”. Gli altri lo vedono nel nostro volto di fratelli.
    Questo frutto ci fa dimorare nel Figlio e nel Padre come fa dimorare il Figlio e il Padre in noi.
    Se siamo nel Figlio sappiamo che il Padre sempre ci ascolta come ascolta Lui. Per questo gli chiediamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere da figli.
    Ecco che cosa chiedere al Padre nel nome del Figlio : il Suo stesso amore per i fratelli.
    Oltre questo amore non c'è più nulla, se non ancora l'amore, che è infinito.
    Perchè “Dio è Amore”, e “ Chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (1Gv 4,16).

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  3. Dalle lettere di san Massimiliano Maria Kolbe (Cfr. Scritti di Massimiliano M. Kolbe, traduzione italiana, Vol. I, Firenze 1975, pp. 44-46. 113-114)
    Sono pieno di gioia, fratello carissimo, per l'ardente zelo che ti spinge a promuovere la gloria di Dio. Nei nostri tempi, constatiamo, non senza tristezza, il propagarsi dell'«indifferentismo». Una malattia quasi epidemica che si va diffondendo in varie forme non solo nella generalità dei fedeli, ma anche tra i membri degli istituti religiosi. Dio è degno di gloria infinita. La nostra prima e principale preoccupazione deve essere quella di dargli lode nella misura delle nostre deboli forze, consapevoli di non poterlo glorificare quanto egli merita.
    La gloria di Dio risplende soprattutto nella salvezza delle anime che Cristo ha redento con il suo sangue. Ne deriva che l'impegno primario della nostra missione apostolica sarà quello di procurare la salvezza e la santificazione del maggior numero di anime. Ed ecco in poche parole i mezzi più adatti per procurare la gloria di Dio nella santificazione delle anime. Dio, scienza e sapienza infinita, che conosce perfettamente quello che dobbiamo fare per aumentare la sua gloria, manifesta normalmente la sua volontà mediante i suoi rappresentanti sulla terra.
    L'obbedienza, ed essa sola, è quella che ci manifesta con certezza la divina volontà. E' vero che il superiore può errare, ma chi obbedisce non sbaglia. L'unica eccezione si verifica quando il superiore comanda qualcosa che chiaramente, anche in cose minime, va contro la legge divina. In questo caso egli non è più interprete della volontà di Dio.
    Dio è tutto: solo lui è infinito, sapientissimo, clementissimo Signore, creatore e Padre, principio e fine, sapienza, potere e amore. Tutto ciò che esiste fuori di Dio ha valore in quanto si riferisce a lui, che è creatore di tutte le cose, redentore degli uomini, fine ultimo di tutte le creazioni. Egli ci manifesta la sua volontà e ci attrae a sé attraverso i suoi rappresentanti sulla terra, volendo servirsi di noi per attrarre a sé altre anime e unirle nella perfetta carità.
    Considera, fratello, quanto è grande, per la misericordia di Dio, la dignità della nostra condizione. Attraverso la via dell'obbedienza noi superiamo i limiti della nostra piccolezza, e ci conformiamo alla volontà divina che ci guida ad agire rettamente con la sua infinita sapienza e prudenza. Aderendo a questa divina volontà a cui nessuna creatura può resistere, diventiamo più forti di tutti.
    Questo è il sentiero della sapienza e della prudenza, l'unica via nella quale possiamo rendere a Dio la massima gloria. Se esistesse una via diversa e più adatta, il Cristo l'avrebbe certamente manifestata con la parola e con l'esempio. Il lungo periodo della vita nascosta di Nazareth è compendiato dalla Scrittura con queste parole: «e stava loro sottomesso» (Lc 2, 51). Tutto il resto della sua vita è posto sotto il segno dell'obbedienza, mostrando frequentemente che il Figlio di Dio è disceso sulla terra per compiere la volontà del Padre.
    Amiamo dunque, fratelli, con tutte le forze il Padre celeste pieno di amore per noi; e la prova della nostra perfetta carità sia l'obbedienza, da esercitare soprattutto quando ci chiede di sacrificare la nostra volontà. Infatti non conosciamo altro libro più sublime che Gesù Cristo crocifisso, per progredire nell'amore di Dio.
    Tutte queste cose le otterremo più facilmente per l'intercessione della Vergine Immacolata che Dio, nella sua bontà, ha fatto dispensatrice della sua misericordia. Nessun dubbio che la volontà di Maria è la stessa volontà di Dio. Consacrandoci a lei, diventiamo nelle sue mani strumenti della divina misericordia, come lei lo è stato nelle mani di Dio.
    Lasciamoci dunque guidare da lei, lasciamoci condurre per mano, tranquilli e sicuri sotto la sua guida. Maria penserà a tutto per noi, provvederà a tutto e allontanando ogni angustia e difficoltà verrà prontamente in soccorso alle nostre necessità corporali e spirituali.

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