Antifona Ecco il servo fedele e prudente, che il Signore ha messo a capo della sua famiglia. (Cfr. Lc 12,42)
Colletta Dio onnipotente, che hai voluto affidare gli inizi della nostra redenzione alla custodia premurosa di san Giuseppe, per sua intercessione concedi alla tua Chiesa di cooperare fedelmente al compimento dell'opera di salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre. Dal secondo libro di Samuèle 2Sam 7,4-5.12-14.16
In quei giorni, fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va' e di' al mio servo Davide: Così dice il Signore: "Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile il trono del suo regno per sempre. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio. La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre"».
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 88 (89) R. In eterno durerà la sua discendenza. Canterò in eterno l'amore del Signore, di generazione in generazione farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà, perché ho detto: «È un amore edificato per sempre; nel cielo rendi stabile la tua fedeltà». R.
«Ho stretto un'alleanza con il mio eletto, ho giurato a Davide, mio servo. Stabilirò per sempre la tua discendenza, di generazione in generazione edificherò il tuo trono». R.
«Egli mi invocherà: "Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza". Gli conserverò sempre il mio amore, la mia alleanza gli sarà fedele». R.
Seconda Lettura Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza. Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Rm 4,13.16-18.22
Fratelli, non in virtù della Legge fu data ad Abramo, o alla sua discendenza, la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede. Eredi dunque si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia, e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi - come sta scritto: «Ti ho costituito padre di molti popoli» - davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all'esistenza le cose che non esistono. Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza». Ecco perché gli fu accreditato come giustizia.
Parola di Dio Acclamazione al Vangelo Lode e onore a te, Signore Gesù!
Beato chi abita la tua casa, Signore: senza fine canta le tue lodi. (Sal 83,5)
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Vangelo Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore. Dal Vangelo secondo Matteo Mt 1,16.18-21.24
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore.
PAROLE DEL SANTO PADRE Il brano del Vangelo ci mostra due persone, le due persone che più di ogni altra sono state coinvolte in questo mistero d’amore: la Vergine Maria e il suo sposo Giuseppe. Mistero di amore, mistero di vicinanza di Dio con l’umanità. Così, in modo unico, Dio si è avvicinato all’essere umano prendendo la carne da una donna. Anche a noi, in modo diverso, Dio si avvicina con la sua grazia per entrare nella nostra vita e per offrirci in dono il suo Figlio. E noi lo accogliamo? Lo lasciamo avvicinarsi oppure lo rifiutiamo, lo cacciamo via? Anche noi, accogliendo Gesù e cercando di seguirlo ogni giorno, possiamo cooperare al suo disegno di salvezza su noi stessi e sul mondo. (ANGELUS, 18 dicembre 2016) In queste parole è già racchiusa la missione che Dio affida a Giuseppe, quella di essere custos, custode. Giuseppe è “custode”, perché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per questo è ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismo gli avvenimenti, è attento a ciò che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge. In lui cari amici, vediamo come si risponde alla vocazione di Dio, con disponibilità, con prontezza, ma vediamo anche qual è il centro della vocazione cristiana: Cristo! Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato! (Omelia Santa Messa – 19 marzo 2013)
FAUSTI - Giuseppe è il discendente di Davide, cui Dio promise il Messia. Ma Colui che promette, sempre si compromette, e ciò che promette alla fine è Se stesso, compromesso in ogni sua promessa. Il Figlio di Davide sarà non solo il Messia promesso, ma lo stesso Signore che promette. La fede nella Parola stabilisce la parentela tra noi e Dio. Il Figlio non nasce da noi : viene dallo Spirito , perché Dio é Spirito. Giuseppe, sapendo che il dono non gli spetta, è tentato di ritirarsi. Ma è falsa umiltà rifiutare ciò che non ci spetta di diritto. L'amore non è mai meritato , diversamente è “meretricio”. Per questo è sempre umile: si sa immeritato, dono dell'altro. Per rispetto, non per sospetto, Giuseppe decide di ripudiare Maria. Davanti al mistero di Dio si sottrae. Giuseppe non sa che fare , non è soddisfatto della sua scappatoia. Rimugina, dormendo un sonno inquieto. “Un angelo gli apparve in sogno””Quando l'uomo dice . “Ora basta” , Dio fa i suoi doni (Sl 127,2) .Nel sonno incontrò Giacobbe, il patriarca fuggiasco. (Gen 28,10) , e raggiunse Elia, il primo profeta, anche lui in in fuga (1 Re 19,1). Nel sonno di Suo Figlio raggiungerà ogni uomo che dorme. Il giusto, che ha il cuore puro, ha i sogni stessi di Dio : la Sua Parola parla nel sonno delle altre parole, il suo angelo si rivela nel silenzio dell'ascolto. Il pericolo è dar credito a sogni che sono semplici bisogni. Ma la Parola di Dio, se entra nel cuore, risveglia nel profondo quel sogno segreto, che è lo stesso di Dio. Giuseppe, figlio di Davide, l'erede della promessa è chiamato dalla Parola ad accogliere il dono, con atto supremo di decisione e di libertà. Le prime parole dell'uomo a Dio sono: “Ho avuto paura” (Gen 3,10). Per questo “Non temere” è la prima Parola che il Signore rivolge all'uomo quando si manifesta. La paura, principio di ogni fuga, è il contrario della fede. Maria media a tutti il dono di Dio. Chi rifiuta la Madre, rifiuta il Figlio. Staccare Gesù da Maria, da Israele, dalla Chiesa, dai fratelli, significa rifiutare la Sua Carne, salvezza di ogni carne. Il Cristianesimo diventa ideologia, “gnosi”, che nulla ha a che fare con il Cristo crocifisso, rivelazione di Dio e liberazione dell'uomo. Chi dice . “Cristo sì, ma Israele no; Cristo sì, ma Chiesa no ; Cristo sì , e mondo no” , rifiuta Cristo stesso che si è mischiato in un destino unico con Israele, Chiesa e mondo. La storia non è qualcosa di passato che non c'è più , è come le radici per l'albero . Gli danno linfa e gli permettono d'innalzarsi al cielo senza crollare al primo vento. Ciò che è in Maria, viene da Dio : sposandone la Madre, accogli il Figlio. La storia di Gesù è vista in continuità con la storia d'Israele, come compimento della promessa a lui fatta. “La Vergine avrà in grembo...” E' una citazione da Isaia 7, 14 , dove al re è promesso un figlio, garanzia della fedeltà di Dio.. E' un segno che il re non osa chiedere, e che Dio invece vuol dargli. Quanti altri segni chiediamo, che Lui non ci vuole dare! “Emmanuele, che significa . Dio con noi” Gesù è il “Dio-che-salva” perché è il “Dio-con-noi”. E se Dio è con noi e per noi, chi sarà contro di noi? (Rom 8,32). “Con” significa relazione, intimità, unione, consolazione, gioia, forza, scambio,. Lui è sempre con noi, in nostra compagnia, fino a quando anche noi saremo sempre in compagnia di Gesù (1Ts 4,17). Con lui, il Figlio, noi siamo finalmente noi stessi. Il sonno di Giuseppe, per la Parola che il Signore gli rivolge, diventa un “risveglio”, una risurrezione. Giuseppe ascolta e fa la Parola, quella che viene non dalle sue paure, ma da Dio. E' il nuovo Adamo, che ascolta il Signore. Si risveglia dagli incubi della menzogna antica, e si ritrova davanti alla “sua sposa”, e con essa il Figlio stesso di Dio, sua vita. Giuseppe apre il cuore e la mano, per ricevere il dono. Fa il contrario di Adamo, che la chiuse, per rapirlo.
Il tempo di Quaresima che stiamo vivendo dobbiamo intenderlo come una rinnovata offerta di Alleanza da parte di Dio, il quale è “buono e pietoso, lento all’ira e grande nell’amore” . La grazia del Signore, la sua infinita MISERICORDIA ci impegna a coltivare la “pianta” della vita spirituale, a “zapparvi attorno” con la penitenza, affinché “porti frutto per l’avvenire” (cf. Lc 13, 8-9). San Giuseppe si colloca sulla soglia della Nuova Alleanza, che Dio ha stretto con l’umanità in Gesù Cristo, Figlio di Maria. Di questa Alleanza la Chiesa celebrerà tra pochi giorni il vero e proprio inizio, cioè l’Annunciazione. In questo mistero, nel quale la Vergine “piena di grazia” (Lc 1, 28), adombrata dallo Spirito Santo (cf. Lc 1, 35), pronuncia il suo “fiat” (Lc 1, 38), il Verbo si fa carne (cf. Gv 1, 14), il Figlio di Dio prende la natura umana nel grembo di Maria: inizia così la Nuova e definitiva Alleanza di Dio con l’uomo. In tale nuovo inizio, Giuseppe, promesso sposo di Maria, ha la sua parte. A dissipare in lui il legittimo sconcerto dovuto alla scoperta che la sua sposa attende un figlio, giunge anche a lui da Dio un messaggio chiarificatore, che nel suo contenuto essenziale è simile all’annuncio a Maria. L’angelo del Signore gli dice: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1, 20-21). La liturgia, pertanto, loda l’obbedienza della fede di cui sia Maria che Giuseppe han dato prova, un’obbedienza simile a quella dimostrata da parte di Abramo, “nostro padre nella fede" . Ma cosa significa che Dio stringe alleanza con l’uomo? Come è possibile che ciò avvenga? È possibile perché Dio ha creato l’uomo a propria immagine e somiglianza. Diversamente da tutte le altre creature, l’essere umano è in grado di parlare con Dio. E Dio vuole che questo rapporto sia vissuto nella forma del dialogo. Così, sin dal principio, Dio affida all’uomo l’intero mondo creato, dicendo: “Soggiogate la terra” ( Gen 1, 28), ed istituisce con tali parole l’ordine del lavoro umano, inscritto nel disegno dell’Alleanza. Lavorando gli uomini sottomettono la terra, ricavano dalle realtà create sempre nuove risorse, indispensabili per mantenere in vita loro stessi e le loro famiglie. La Chiesa considera suo precipuo dovere annunziare il “Vangelo del lavoro”, che costituisce un aspetto essenziale della sua dottrina sulla giustizia sociale. E qui possiamo ritornare al Libro dell’Esodo ed alla missione liberatrice affidata da Dio a MOSÈ. Si tratta infatti di una liberazione anche in senso sociale. L’ingiustizia che i figli e le figlie di Israele sperimentano consiste nello sfruttamento del loro lavoro, anche allo scopo di distoglierli dalla vita familiare e dal servizio di Dio. Il faraone ritiene che in questo modo cesseranno di essere pericolosi per l’Egitto. La strategia del faraone, di assoggettare mediante il lavoro, costituisce un significativo paradigma, entro il quale MOSÈ rappresenta quanti nel corso della storia non cessano di intraprendere la lotta per la giustizia sociale. Questa consiste per un aspetto essenziale nel riconoscimento della giusta dignità del lavoro umano e in un’equa remunerazione, grazie alla quale il lavoratore possa mantenersi insieme con la propria famiglia. D’altra parte, essa richiede anche adeguati interventi a favore di coloro che, pur non volendolo, si trovano nella precaria e avvilente situazione di disoccupati.
--->Il lavoro deve contribuire allo sviluppo dell’uomo e non al soffocamento servile della sua dignità. Questo è il postulato fondamentale del “Vangelo del lavoro”. Gesù, impegnato accanto a Giuseppe al banco di lavoro, proclama questo Vangelo mediante la sua stessa vita nascosta a Nazaret. La dottrina sociale cristiana e tutte le Encicliche sociali, che la Chiesa non si stanca di promuovere e di attuare annunziando il Vangelo dell’Alleanza di Dio con l'uomo deve essere sempre riproposta nella festa di San Giuseppe. Questo umile carpentiere di Nazaret, accanto a Gesù di Nazaret, rappresenta anche la problematica della giustizia sociale per tutti noi, per il mondo del lavoro e per la Chiesa.
Antifona
RispondiEliminaEcco il servo fedele e prudente,
che il Signore ha messo a capo della sua famiglia. (Cfr. Lc 12,42)
Colletta
Dio onnipotente, che hai voluto affidare
gli inizi della nostra redenzione
alla custodia premurosa di san Giuseppe,
per sua intercessione concedi alla tua Chiesa
di cooperare fedelmente al compimento dell'opera di salvezza.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre.
Dal secondo libro di Samuèle
2Sam 7,4-5.12-14.16
In quei giorni, fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va' e di' al mio servo Davide: Così dice il Signore: "Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile il trono del suo regno per sempre. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio. La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre"».
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 88 (89)
R. In eterno durerà la sua discendenza.
Canterò in eterno l'amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà». R.
«Ho stretto un'alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono». R.
«Egli mi invocherà: "Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza".
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele». R.
Seconda Lettura
Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 4,13.16-18.22
Fratelli, non in virtù della Legge fu data ad Abramo, o alla sua discendenza, la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede. Eredi dunque si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia, e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi - come sta scritto: «Ti ho costituito padre di molti popoli» - davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all'esistenza le cose che non esistono. Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza». Ecco perché gli fu accreditato come giustizia.
Parola di Dio
Acclamazione al Vangelo
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Beato chi abita la tua casa, Signore:
senza fine canta le tue lodi. (Sal 83,5)
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Vangelo
Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 1,16.18-21.24
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore.
Parola del Signore
PAROLE DEL SANTO PADRE
RispondiEliminaIl brano del Vangelo ci mostra due persone, le due persone che più di ogni altra sono state coinvolte in questo mistero d’amore: la Vergine Maria e il suo sposo Giuseppe. Mistero di amore, mistero di vicinanza di Dio con l’umanità. Così, in modo unico, Dio si è avvicinato all’essere umano prendendo la carne da una donna. Anche a noi, in modo diverso, Dio si avvicina con la sua grazia per entrare nella nostra vita e per offrirci in dono il suo Figlio. E noi lo accogliamo? Lo lasciamo avvicinarsi oppure lo rifiutiamo, lo cacciamo via? Anche noi, accogliendo Gesù e cercando di seguirlo ogni giorno, possiamo cooperare al suo disegno di salvezza su noi stessi e sul mondo. (ANGELUS, 18 dicembre 2016)
In queste parole è già racchiusa la missione che Dio affida a Giuseppe, quella di essere custos, custode. Giuseppe è “custode”, perché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per questo è ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismo gli avvenimenti, è attento a ciò che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge. In lui cari amici, vediamo come si risponde alla vocazione di Dio, con disponibilità, con prontezza, ma vediamo anche qual è il centro della vocazione cristiana: Cristo! Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato! (Omelia Santa Messa – 19 marzo 2013)
FAUSTI -
RispondiEliminaGiuseppe è il discendente di Davide, cui Dio promise il Messia. Ma Colui che promette, sempre si compromette, e ciò che promette alla fine è Se stesso, compromesso in ogni sua promessa.
Il Figlio di Davide sarà non solo il Messia promesso, ma lo stesso Signore che promette.
La fede nella Parola stabilisce la parentela tra noi e Dio.
Il Figlio non nasce da noi : viene dallo Spirito , perché Dio é Spirito.
Giuseppe, sapendo che il dono non gli spetta, è tentato di ritirarsi.
Ma è falsa umiltà rifiutare ciò che non ci spetta di diritto.
L'amore non è mai meritato , diversamente è “meretricio”. Per questo è sempre umile: si sa immeritato, dono dell'altro. Per rispetto, non per sospetto, Giuseppe decide di ripudiare Maria.
Davanti al mistero di Dio si sottrae.
Giuseppe non sa che fare , non è soddisfatto della sua scappatoia.
Rimugina, dormendo un sonno inquieto.
“Un angelo gli apparve in sogno””Quando l'uomo dice . “Ora basta” , Dio fa i suoi doni (Sl 127,2)
.Nel sonno incontrò Giacobbe, il patriarca fuggiasco. (Gen 28,10) , e raggiunse Elia, il primo profeta, anche lui in in fuga (1 Re 19,1).
Nel sonno di Suo Figlio raggiungerà ogni uomo che dorme.
Il giusto, che ha il cuore puro, ha i sogni stessi di Dio : la Sua Parola parla nel sonno delle altre parole, il suo angelo si rivela nel silenzio dell'ascolto. Il pericolo è dar credito a sogni che sono semplici bisogni.
Ma la Parola di Dio, se entra nel cuore, risveglia nel profondo quel sogno segreto, che è lo stesso di Dio.
Giuseppe, figlio di Davide, l'erede della promessa è chiamato dalla Parola ad accogliere il dono, con atto supremo di decisione e di libertà.
Le prime parole dell'uomo a Dio sono: “Ho avuto paura” (Gen 3,10). Per questo “Non temere” è la prima Parola che il Signore rivolge all'uomo quando si manifesta.
La paura, principio di ogni fuga, è il contrario della fede.
Maria media a tutti il dono di Dio.
Chi rifiuta la Madre, rifiuta il Figlio.
Staccare Gesù da Maria, da Israele, dalla Chiesa, dai fratelli, significa rifiutare la Sua Carne, salvezza di ogni carne.
Il Cristianesimo diventa ideologia, “gnosi”, che nulla ha a che fare con il Cristo crocifisso, rivelazione di Dio e liberazione dell'uomo.
Chi dice . “Cristo sì, ma Israele no; Cristo sì, ma Chiesa no ; Cristo sì , e mondo no” , rifiuta Cristo stesso che si è mischiato in un destino unico con Israele, Chiesa e mondo.
La storia non è qualcosa di passato che non c'è più , è come le radici per l'albero .
Gli danno linfa e gli permettono d'innalzarsi al cielo senza crollare al primo vento.
Ciò che è in Maria, viene da Dio : sposandone la Madre, accogli il Figlio.
La storia di Gesù è vista in continuità con la storia d'Israele, come compimento della promessa a lui fatta.
“La Vergine avrà in grembo...” E' una citazione da Isaia 7, 14 , dove al re è promesso un figlio, garanzia della fedeltà di Dio.. E' un segno che il re non osa chiedere, e che Dio invece vuol dargli.
Quanti altri segni chiediamo, che Lui non ci vuole dare!
“Emmanuele, che significa . Dio con noi” Gesù è il “Dio-che-salva” perché è il “Dio-con-noi”.
E se Dio è con noi e per noi, chi sarà contro di noi? (Rom 8,32).
“Con” significa relazione, intimità, unione, consolazione, gioia, forza, scambio,. Lui è sempre con noi, in nostra compagnia, fino a quando anche noi saremo sempre in compagnia di Gesù (1Ts 4,17).
Con lui, il Figlio, noi siamo finalmente noi stessi.
Il sonno di Giuseppe, per la Parola che il Signore gli rivolge, diventa un “risveglio”, una risurrezione.
Giuseppe ascolta e fa la Parola, quella che viene non dalle sue paure, ma da Dio.
E' il nuovo Adamo, che ascolta il Signore. Si risveglia dagli incubi della menzogna antica, e si ritrova davanti alla “sua sposa”, e con essa il Figlio stesso di Dio, sua vita.
Giuseppe apre il cuore e la mano, per ricevere il dono.
Fa il contrario di Adamo, che la chiuse, per rapirlo.
OMELIA S.GIOV.PAOLO II 19-3-95
RispondiEliminaIl tempo di Quaresima che stiamo vivendo dobbiamo intenderlo come una rinnovata offerta di Alleanza da parte di Dio, il quale è “buono e pietoso, lento all’ira e grande nell’amore” . La grazia del Signore, la sua infinita MISERICORDIA ci impegna a coltivare la “pianta” della vita spirituale, a “zapparvi attorno” con la penitenza, affinché “porti frutto per l’avvenire” (cf. Lc 13, 8-9).
San Giuseppe si colloca sulla soglia della Nuova Alleanza, che Dio ha stretto con l’umanità in Gesù Cristo, Figlio di Maria. Di questa Alleanza la Chiesa celebrerà tra pochi giorni il vero e proprio inizio, cioè l’Annunciazione. In questo mistero, nel quale la Vergine “piena di grazia” (Lc 1, 28), adombrata dallo Spirito Santo (cf. Lc 1, 35), pronuncia il suo “fiat” (Lc 1, 38), il Verbo si fa carne (cf. Gv 1, 14), il Figlio di Dio prende la natura umana nel grembo di Maria: inizia così la Nuova e definitiva Alleanza di Dio con l’uomo.
In tale nuovo inizio, Giuseppe, promesso sposo di Maria, ha la sua parte. A dissipare in lui il legittimo sconcerto dovuto alla scoperta che la sua sposa attende un figlio, giunge anche a lui da Dio un messaggio chiarificatore, che nel suo contenuto essenziale è simile all’annuncio a Maria. L’angelo del Signore gli dice: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1, 20-21).
La liturgia, pertanto, loda l’obbedienza della fede di cui sia Maria che Giuseppe han dato prova, un’obbedienza simile a quella dimostrata da parte di Abramo, “nostro padre nella fede" .
Ma cosa significa che Dio stringe alleanza con l’uomo? Come è possibile che ciò avvenga? È possibile perché Dio ha creato l’uomo a propria immagine e somiglianza. Diversamente da tutte le altre creature, l’essere umano è in grado di parlare con Dio. E Dio vuole che questo rapporto sia vissuto nella forma del dialogo. Così, sin dal principio, Dio affida all’uomo l’intero mondo creato, dicendo: “Soggiogate la terra” ( Gen 1, 28), ed istituisce con tali parole l’ordine del lavoro umano, inscritto nel disegno dell’Alleanza. Lavorando gli uomini sottomettono la terra, ricavano dalle realtà create sempre nuove risorse, indispensabili per mantenere in vita loro stessi e le loro famiglie.
La Chiesa considera suo precipuo dovere annunziare il “Vangelo del lavoro”, che costituisce un aspetto essenziale della sua dottrina sulla giustizia sociale. E qui possiamo ritornare al Libro dell’Esodo ed alla missione liberatrice affidata da Dio a MOSÈ. Si tratta infatti di una liberazione anche in senso sociale. L’ingiustizia che i figli e le figlie di Israele sperimentano consiste nello sfruttamento del loro lavoro, anche allo scopo di distoglierli dalla vita familiare e dal servizio di Dio. Il faraone ritiene che in questo modo cesseranno di essere pericolosi per l’Egitto.
La strategia del faraone, di assoggettare mediante il lavoro, costituisce un significativo paradigma, entro il quale MOSÈ rappresenta quanti nel corso della storia non cessano di intraprendere la lotta per la giustizia sociale. Questa consiste per un aspetto essenziale nel riconoscimento della giusta dignità del lavoro umano e in un’equa remunerazione, grazie alla quale il lavoratore possa mantenersi insieme con la propria famiglia. D’altra parte, essa richiede anche adeguati interventi a favore di coloro che, pur non volendolo, si trovano nella precaria e avvilente situazione di disoccupati.
--->Il lavoro deve contribuire allo sviluppo dell’uomo e non al soffocamento servile della sua dignità. Questo è il postulato fondamentale del “Vangelo del lavoro”. Gesù, impegnato accanto a Giuseppe al banco di lavoro, proclama questo Vangelo mediante la sua stessa vita nascosta a Nazaret. La dottrina sociale cristiana e tutte le Encicliche sociali, che la Chiesa non si stanca di promuovere e di attuare annunziando il Vangelo dell’Alleanza di Dio con l'uomo deve essere sempre riproposta nella festa di San Giuseppe. Questo umile carpentiere di Nazaret, accanto a Gesù di Nazaret, rappresenta anche la problematica della giustizia sociale per tutti noi, per il mondo del lavoro e per la Chiesa.
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