Translate

domenica 31 luglio 2022

S. IGNAZIO DI LOYOLA


 

4 commenti:

  1. LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura 1 Cor 10,31-11,1
    Fate tutto per la gloria di Dio.

    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
    Fratelli, sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio.
    Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare l'utile mio ma quello di molti, perché giungano alla salvezza. Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 111
    L'uomo giusto dà gloria al Signore.

    Beato l'uomo che teme il Signore
    e trova grande gioia nei suoi comandamenti.
    Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
    la discendenza dei giusti sarà benedetta.

    Spunta nelle tenebre come luce per i giusti,
    buono, misericordioso e giusto.
    Felice l'uomo pietoso che dà in prestito,
    amministra i suoi beni con giustizia.
    Egli non vacillerà in eterno:
    il giusto sarà sempre ricordato.

    Non temerà annunzio di sventura,
    saldo è il suo cuore,
    confida nel Signore.
    Egli dona largamente ai poveri,
    la sua giustizia rimane per sempre,
    la sua potenza s'innalza nella gloria.

    Canto al Vangelo Cf Mt 19,27-29
    Alleluia, alleluia.
    Voi che avete lasciato tutto a causa mia e del vangelo,
    riceverete cento volte tanto, e in eredità il regno dei cieli.
    Alleluia.





    Vangelo Lc 14, 25-33
    Chi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

    Dal vangelo secondo Luca
    In quel tempo, siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo.
    Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento?
    Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro.
    Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace.
    Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

    RispondiElimina
  2. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Il discepolo di Gesù rinuncia a tutti i beni perché ha trovato in Lui il Bene più grande, nel quale ogni altro bene riceve il suo pieno valore e significato: i legami familiari, le altre relazioni, il lavoro, i beni culturali ed economici e così via… Il cristiano si distacca da tutto e ritrova tutto nella logica del Vangelo, la logica dell’amore e del servizio. (Angelus, 8 settembre 2013)

    RispondiElimina
  3. FAUSTI – Nel brano precedente il banchetto del regno è la salvezza. Alla domanda se pochi son salvati, Gesù risponde che tutti son chiamati, e in tre tempi diversi.
    Nella casa del Padre c'è sempre posto, fino a quando tutti i Suoi figli non sono a mensa.
    Per questo, rispetto ai primi che hanno rifiutato, saranno altri quelli che accettano. gli invitati sono i poveri e gli esclusi. A loro spetta il Regno, perché sono come Gesù. Ora si dice al discepolo di vedere bene se si trova tra quelli, perché, per stare con Lui, è necessario scegliere il Suo stesso posto.
    Per questo a chi non lascia tutto , ripete per ben tre volte “non può essere mio discepolo!”.
    Il Regno è offerto gratis. Ci sono però delle condizioni per accoglierlo.
    La porta è stretta. Tutti siamo troppo gonfi per entrarci!
    Davanti alle richieste di Gesù nessuno è grado di farcela.
    Luca vuol renderci coscienti della nostra incapacità , in modo che, disperando di noi, speriamo in Lui!Queste parole sono una puntura che ci trafigge : sgonfiandoci di ogni presunzione, ci rende umili, poveri e mendicanti, perchè gridiamo verso di Lui, come il cieco di Gerico.
    La nostra unica possibilità di essere discepoli è la confessata impossibilità : “Quando sono debole, è allora che sono forte” (S. Paolo 2 Cor 12,10) : forte della forza di Colui che mi conforta e mi rende tutto possibile(Fil 4,13).
    La povertà, che Gesù chiede, non è stoica; è motivata dall'amore per Lui. Tocca tutti i livelli ed è l'unica virtù che, quanto più è materiale, tanto più è spirituale!
    Ma solo se è dettata dall'amore e non indurisce verso gli altri.
    La povertà comporta umiliazione e porta all'umiltà. Pur essendo in sé maledizione e privazione, diventa scelta cordiale e necessaria per il discepolo che vuol stare col Signore.
    Le esigenze del discepolato sono : odio verso ciò che è caro, amore verso ciò che è odioso al mondo, per andare dietro a Gesù, prudente valutazione di chi non vuol restare a metà dell'impresa o venire sconfitto e saggia follia di uno che trova la sua forza nel perdere tutto.
    Diversamente si è come sale sciocco . inservibile, irrecuperabile, da buttare.
    Siamo nel cuore della catechesi lucana , che si snoda nel viaggio dalla Samaria a Gerusalemme. Se le cose stanno così, chi salirà il monte del Signore? (Sl 24,3).
    Chi raggiungerà un'intimità tale col suo Signore che per lui diventi padre, madre, moglie, fratello, sorella e ogni bene?. Chi decide evangelicamente di abbandonare tutto per scegliere il Regno?
    La forza di tale decisione è l'amore di chi è stato conquistato da Lui, e giunge a un'unione appagante con Lui, in cui trova ogni delizia.
    Egli diviene l'Unico, il Solo ; il resto non ha più sapore.

    RispondiElimina

  4. "Prega come se tutto dipendesse da Dio e lavora come se tutto dipendesse da te. " S. IGNAZIO

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.