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mercoledì 18 dicembre 2024

NOVENA DI NATALE 19 DICEMBRE


 

3 commenti:


  1. Antifona

    L’Atteso verrà e non tarderà;
    non ci sarà più timore sulla nostra terra:
    egli è il nostro Salvatore. (Cf. Eb 10,37)

    Colletta

    O Dio che, con il parto della santa Vergine,
    hai rivelato al mondo lo splendore della tua gloria,
    fa’ che veneriamo con fede viva
    e celebriamo con fervente amore
    il grande mistero dell’incarnazione.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    La nascita di Sansone è annunciata dall'angelo.

    Dal libro dei Giudici
    Gdc 13,2-7.24-25a

    In quei giorni, c'era un uomo di Sorèa, della tribù dei Danìti, chiamato Manòach; sua moglie era sterile e non aveva avuto figli.
    L'angelo del Signore apparve a questa donna e le disse: «Ecco, tu sei sterile e non hai avuto figli, ma concepirai e partorirai un figlio. Ora guàrdati dal bere vino o bevanda inebriante e non mangiare nulla d'impuro. Poiché, ecco, tu concepirai e partorirai un figlio sulla cui testa non passerà rasoio, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio fin dal seno materno; egli comincerà a salvare Israele dalle mani dei Filistei».
    La donna andò a dire al marito: «Un uomo di Dio è venuto da me; aveva l'aspetto di un angelo di Dio, un aspetto maestoso. Io non gli ho domandato da dove veniva ed egli non mi ha rivelato il suo nome, ma mi ha detto: "Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio; ora non bere vino né bevanda inebriante e non mangiare nulla d'impuro, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio dal seno materno fino al giorno della sua morte"».
    E la donna partorì un figlio che chiamò Sansone. Il bambino crebbe e il Signore lo benedisse. Lo spirito del Signore cominciò ad agire su di lui.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale

    Dal Sal 70 (71)

    R. Canterò senza fine la tua gloria, Signore.

    Sii tu la mia roccia,
    una dimora sempre accessibile;
    hai deciso di darmi salvezza:
    davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
    Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio. R.

    Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
    la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
    Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
    dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno. R.

    Verrò a cantare le imprese del Signore Dio:
    farò memoria della tua giustizia, di te solo.
    Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
    e oggi ancora proclamo le tue meraviglie. R.

    Acclamazione al Vangelo

    Alleluia, alleluia.

    O Radice di Iesse,
    che t’innalzi come segno per i popoli:
    vieni a liberarci, non tardare.

    Alleluia.

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    1. Parole del Santo Padre

      Di fronte all’annuncio della nascita di un figlio (cfr Lc 1,13), Zaccaria era rimasto incredulo, perché le leggi naturali non lo consentivano: erano vecchi, erano anziani; di conseguenza il Signore lo rese muto per tutto il tempo della gestazione (cfr. v. 20). E’ un segnale. Ma Dio non dipende dalle nostre logiche e dalle nostre limitate capacità umane. Bisogna imparare a fidarsi e a tacere di fronte al mistero di Dio e a contemplare in umiltà e silenzio la sua opera, che si rivela nella storia e che tante volte supera la nostra immaginazione. E ora che l’evento si compie, ora che Elisabetta e Zaccaria sperimentano che «nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37), grande è la loro gioia. (…) E guardando questo domandiamoci: come è la mia fede? E’ una fede gioiosa? (…) E’ aperta alle sorprese di Dio? Perché Dio è il Dio delle sorprese. (Angelus, 24 giugno 2018)

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  2. FAUSTI – Luca si rivolge a dei convertiti dal paganesimo. Essi ignorano la storia della salvezza.
    Perciò, prima di parlare di Gesù, che ne è il frutto maturo, parla delle Sue radici: la promessa fatta ad Israele.
    Gesù è il compimento della promessa , di cui Dio ha fatto depositario Israele a favore di tutti i popoli. Per tutti la salvezza non viene da altri alberi se non da quello che Lui si è piantato e coltivato in Palestina. In quest'albero è inserito ogni credente, di tutti i tempi e di tutti luoghi.
    Luca, attraverso queste figure emblematiche dell'A. Testamento – padre e madre vecchi,un figlio impossibile, ma donato – introduce il lettore a comprendere le caratteristiche fondamentali dell 'azione di Dio nel mondo, come le ha rivelate ad Israele.
    E' una miniatura sapiente, un racconto policromo centrato sul Tempio, che fa da sintesi catechetica per comprendere che è Dio che compie la Sua promessa, proprio quando l'uomo la ritiene impossibile. Come per Israele, così anche per il cristiano che vuol cogliere l'azione di Dio e del suo Cristo.
    L'uomo è un sacerdote. Si sottolinea la sua appartenenza al popolo della promessa , per indicare che Dio mantiene quanto ha detto.
    Il suo nome “Zaccaria” significa “Dio si è ricordato”. Il suo nome dichiara il motivo per cui Dio interviene : si ricorda della Sua Promessa , del Suo Amore e della Sua Misericordia.
    Zaccaria e Elisabetta erano giusti davanti a Dio, ma non avevano figli.
    Sotto queste figure c'è il dramma di Giobbe, il dramma di ogni speranza umana : essere giusti è doveroso, ma non dà felicità e vita.
    E' la sterilità dell'uomo, incapace di produrre la propria salvezza. Il popolo, dopo tanti secoli dalla promessa, non è riuscito a produrre il Savatore.. l'uomo è condotto da Dio a conoscere l'impossibile di cui ha bisogno.
    Solo il dono di Dio è salvezza. E l'uomo è condotto a riconoscere quel Dio che gli dona proprio l'impossibile, cioè Se Stesso !
    Nel Tempio, vita, festa e legge, l'uomo riconosce Dio come centro della salvezza e se stesso come uomo limitato e mortale , riconcilia la tensione tra desiderio infinito e realtà finita, mediante la lode e la benedizione. L'uomo si scopre fine di tutto, che in lui torna alla fone della vita, diventa liturgo della creazione , nel canto di gioia di chi sa che tutto è per lui e lui per Dio.
    Tutto ciò che c'è è dono d'amore per lui, nella benedizione e nella lode tutto recupera senso.
    La losde di dio attraverso tutto il creato è il fine dell'uomo, per essa l'uomo gioisce della gioia stessa di Dio attraverso tutte le Sue creature.
    Non si dice , se non qui e indirettamente, che Zaccaria abbia pregato. Certamente agli occhi di Dio la sua sitiazione è già preghiera . Il bisogno del figlio è sentito come richiesta dal cuore del Padre.
    La promessa di Dio è dare futuro a chi non ne ha, dare senso a chi ne è privo.
    La storia della salvezza germina in piena fecondità proprio in chi è sterile.
    Questi è in grado di recepire il dono come dono : l'impossibile rivela che l'azione è di Dio.
    E' Lui che agisce, solo Lui!
    Fine della Sua azione è la gioia dell'uomo. La gioia è il profumo di Dio, segno della Sua presenza.
    Giovanni sarà grande al cospetto di Dio, non è il Messia, egli cammina al cospetto del Signore e precede il Suo Volto, come l'ultimo profeta che ne parla.
    In lui la profezia di Israele giunge alla sua conclusione . L'ultima stella annuncia gli albori del giorno del Signore.
    Ma l'incredulità non blocca la forza della promessa.
    Zaccaria, memoria muta, è figura dell'uomo chiuso, di Israele dal cuore non convertito e del silenzio profetico che ha preceduto il Cristo.
    Il popolo attende una spiegazione da Zaccaria, che non può darla, perchè non ha creduto.
    All'uscita dal Tempio, non può pronunciare la consueta benedizione sul popolo.
    Con questa benedizione mancata, si apre il Vangelo.
    Si concluderà con tre benedizioni nel Tempio, quando la promessa sarà compiuta (24, 50-53).

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