Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose e la notte era a metà del suo rapido corso, la tua parola onnipotente, o Signore, è scesa dai cieli, dal tuo trono regale. (Sap 18,14-15)
Si dice il Gloria.
Colletta
Dio grande e misericordioso, la nascita del tuo Figlio unigenito nella nostra carne mortale ci liberi dalla schiavitù antica che ci tiene sotto il giogo del peccato. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Chi fa la volontà di Dio rimane in eterno.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo 1Gv 2,12-17
Scrivo a voi, figlioli, perché vi sono stati perdonati i peccati in virtù del suo nome. Scrivo a voi, padri, perché avete conosciuto colui che è da principio. Scrivo a voi, giovani, perché avete vinto il Maligno. Ho scritto a voi, figlioli, perché avete conosciuto il Padre. Ho scritto a voi, padri, perché avete conosciuto colui che è da principio. Ho scritto a voi, giovani, perché siete forti e la parola di Dio rimane in voi e avete vinto il Maligno. Non amate il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo - la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita - non viene dal Padre, ma viene dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 95 (96)
R. Gloria nei cieli e gioia sulla terra. Oppure: R. Lode, a te, Signore, re di eterna gloria.
Date al Signore, o famiglie dei popoli, date al Signore gloria e potenza, date al Signore la gloria del suo nome. R.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri, prostratevi al Signore nel suo atrio santo. Tremi davanti a lui tutta la terra. R.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!». È stabile il mondo, non potrà vacillare! Egli giudica i popoli con rettitudine. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Un giorno santo è spuntato per noi: venite, popoli, adorate il Signore, oggi una grande luce è discesa sulla terra.
Alleluia. Vangelo Anna parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 2,36-40
[Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore.] C'era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Nel Vangelo vediamo che anche nella Santa Famiglia non va tutto bene: ci sono problemi inattesi, angosce, sofferenze. Non esiste la Santa Famiglia delle immaginette. Maria e Giuseppe perdono Gesù e angosciati lo cercano, per poi trovarlo dopo tre giorni. E quando, seduto tra i maestri del Tempio, risponde che deve occuparsi delle cose del Padre suo, non comprendono. Hanno bisogno di tempo per imparare a conoscere il loro figlio. Così anche per noi: ogni giorno, in famiglia, bisogna imparare ad ascoltarsi e capirsi, a camminare insieme, ad affrontare conflitti e difficoltà. È la sfida quotidiana, e si vince con il giusto atteggiamento, con le piccole attenzioni, con gesti semplici, curando i dettagli delle nostre relazioni. […] Quante volte, purtroppo, tra le mura domestiche da silenzi troppo lunghi e da egoismi non curati nascono e crescono conflitti! […] Questo lacera l’armonia e uccide la famiglia. Convertiamoci dall’io al tu. Quello che deve essere più importante nella famiglia è il tu. E ogni giorno, per favore, pregare un po’ insieme, se potete fare lo sforzo, per chiedere a Dio il dono della pace in famiglia. E impegniamoci tutti – genitori, figli, Chiesa, società civile – a sostenere, difendere e custodire la famiglia che è il nostro tesoro! (Angelus, 26 dicembre 2021)
FAUSTI – Nessuno ha mai visto Dio. Nessuno L'ha mai conosciuto né tanto meno nominato. E' il Nome innominabile , origine di ogni nome! “Dimmi il Tuo Nome” domanda Giacobbe (Gen 32,30) ; “Mostrami la Tua Gloria” chiede Mosè (Es 33,18) , “Mostrami il Tuo Volto” supplicano innumerevoli Salmi. Vedere il Volto di Dio è la salvezza dell'uomo, che ritrova il suo volto. Dire il Nome di Dio è ritrovare il Nome che sostanzia ogni nome , è trovare quel “Tu” che fa esistere ogni “io”. Il desiderio di tutte le religioni è dare un Volto e un Nome a Dio. Quello che è il più grande desiderio dell'uomo trova ora soddisfazione . Che sorpresa dare il Nome a Colui che dal nulla ha chiamato tutte le cose e le ha fatte esistere! Il Nome di Dio per l'uomo non può essere che “Gesù” cioè “Dio salva”, sia perché nominare Dio è la salvezza dell'uomo, sia perché l'uomo è perduto e può conoscere Dio solo come Colui che lo salva. Quel Dio che ci faceva paura , perché Santissimo, può essere nominato in ogni luogo di perdizione e di disperazione, perché é Salvatore. Dio è per noi perduti e lontani da Lui , perché si chiama Gesù, Dio-con-noi e Salvatore. Luca lascia intravvedere la dolcezza del poter chiamare Dio per nome, la soavità, la potenza e la luminosità di questo Nome, Gesù. Il Signore visita il Suo Tempio. Ma viene con la debolezza di un Bambino e non per giudicare l'inosservanza della legge, bensì per sottoporsi Egli stesso come l'uomo all'obbedienza al Padre cui abbiamo disobbedito. Viene a pagare il nostro debito, offrendosi a Colui che tutto ha offerto. E' datore di Vita. Presentarlo a Lui significa riconoscere da Lui il dono della Vita e in Lui la Vita stessa come dono, per potervi attingere in abbondanza. Simeone, che significa “Dio ha ascoltato” , è l'uomo che “ascolta la Parola di Dio” ed è giusto e pio. A lui lo Spirito promette che vedrà il Messia del Signore, la consolazione di Israele, (Is 40,1) , l'adempimento della Parola di Dio. Come su tutti i profeti, lo Spirito era su di lui. Diretto da questo Spirito viene ad incontrarlo. Può finalmente abbracciarlo. Le braccia di Simeone sono le braccia secche e bimillenarie di Israele che ricevono il fiore della Vita. La sua voce è un grido di gioia , soffocato da un'attesa lunghissima, che finalmente esplode : un grido pacato e incontenibile, il dilagare di un fiume che rompe l'argine,il fiato di tutta l'umanità, trattenuto nella paura mortale, che ora si rilassa. L'uomo, tenuto schiavo in vita per paura della morte – in una vita insufficiente e angosciata – ora è sazio di vita. Può ritirarsi soddisfatto dal banchetto. Gli occhi di Simeone non vedono più le tenebre davanti a sé, ma l'aurora della vita, “la salvezza “ di Dio.Questa è la Gloria di Israele , che santifica il Nome di Dio e riverbera sul proprio volto la Gloria del Suo Volto. La salvezza è preparata da Dio “in faccia a tutti i popoli” . Non è solo per Israele. E' una luce per tutte le genti che siedono nelle tenebre e nell'ombra di morte. Gesù è comprensibile ancora oggi a noi solo a partire dall'Antico Testamento. Simeone è anche in grado, mosso dallo Spirito, di predirne a Maria il destino. Il Bimbo sarà insieme causa di caduta e di risurrezione per le moltitudini di Israele. Porta infatti una salvezza inaccettabile per tutti. Per questo tutti gli sono contro, si scandalizzano di Lui e cadono. I discepoli per primi. Ma Lui è Salvatore di tutti coloro che sono caduti. E' qui adombrato il mistero della Morte e Resurrezione del Signore. Questa è la Parola che come spada a doppio taglio attraverserà il cuore di ogni discepolo e di tutta la Chiesa , di cui Maria è figura. Questo mistero vivrà di continuo nella storia del discepolo che ripercorre il Suo stesso cammino dalla Croce alla Gloria.
RONCHI - Portarono il Bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. Una giovanissima coppia e un neonato che portano la povera offerta dei poveri: due tortore, e la più preziosa offerta del mondo: un bambino. Vengono nella casa del Signore e sulla soglia è il Signore che viene loro incontro attraverso due creature intrise di vita e di Spirito, due anziani, Simeone e Anna, occhi stanchi per la vecchiaia e giovani per il desiderio: la vecchiaia del mondo accoglie fra le sue braccia l'eterna giovinezza di Dio. E la liturgia che si compie, in quel cortile aperto a tutti, è naturale e semplice, naturale e perciò divina: Simeone prende in braccio Gesù e benedice Dio. Compie un gesto sacerdotale, una autentica liturgia, possibile a tutti. Un anziano, diventato onda di speranza, una laica sotto l'ala dello Spirito benedicono Dio e il figlio di Dio: la benedizione non è un ufficio d'élites, ma esubero di gioia che ciascuno può offrire a Dio (R. Virgili). Anche Maria e Giuseppe sono benedetti, tutta la famiglia viene avvolta da un velo di luce per la benedizione e la profezia di quella coppia di anziani laici, profeti e sacerdoti a un tempo: la benedizione e la profezia non sono riservate ad una categoria sacra, abitano nel cortile aperto a tutti. Lo Spirito aveva rivelato a Simeone che non avrebbe visto la morte senza aver prima veduto il Messia. Parole che sono per me e per te: io non morirò senza aver visto l'offensiva di Dio, l'offensiva della luce già in atto dovunque, l'offensiva mite e possente del lievito e del granello di senape. Poi Simeone dice tre parole immense su Gesù: egli è qui come caduta, risurrezione, come segno di contraddizione. Gesù come caduta. Caduta dei nostri piccoli o grandi idoli, rovina del nostro mondo di maschere e bugie, della vita insufficiente e malata. Venuto a rovinare tutto ciò che rovina l'uomo, a portare spada e fuoco per tagliare e bruciare ciò che è contro l'umano. Egli è qui per la risurrezione: è la forza che ti fa rialzare quando credi che per te è finita, che ti fa partire anche se hai il vuoto dentro e il nero davanti agli occhi. È qui e assicura che vivere è l'infinita pazienza di ricominciare. Cristo contraddizione del nostro illusorio equilibrio tra il dare e l'avere; che contraddice tutta la mia mediocrità, tutte le mie idee sbagliate su Dio. Caduta, risurrezione contraddizione. Tre parole che danno respiro e movimento alla vita, con dentro il luminoso potere di far vedere che tutte le cose sono ormai abitate da un oltre. La figura di Anna chiude il grande affresco. Una donna profeta! Un'altra, oltre ad Elisabetta e Maria, capaci di incantarsi davanti a un neonato perché sentono Dio come futuro.
RispondiEliminaAntifona
Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose
e la notte era a metà del suo rapido corso,
la tua parola onnipotente, o Signore,
è scesa dai cieli, dal tuo trono regale. (Sap 18,14-15)
Si dice il Gloria.
Colletta
Dio grande e misericordioso,
la nascita del tuo Figlio unigenito
nella nostra carne mortale
ci liberi dalla schiavitù antica
che ci tiene sotto il giogo del peccato.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Chi fa la volontà di Dio rimane in eterno.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
1Gv 2,12-17
Scrivo a voi, figlioli,
perché vi sono stati perdonati i peccati in virtù del suo nome.
Scrivo a voi, padri,
perché avete conosciuto colui che è da principio.
Scrivo a voi, giovani,
perché avete vinto il Maligno.
Ho scritto a voi, figlioli,
perché avete conosciuto il Padre.
Ho scritto a voi, padri,
perché avete conosciuto colui che è da principio.
Ho scritto a voi, giovani,
perché siete forti
e la parola di Dio rimane in voi
e avete vinto il Maligno.
Non amate il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo - la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita - non viene dal Padre, ma viene dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 95 (96)
R. Gloria nei cieli e gioia sulla terra.
Oppure:
R. Lode, a te, Signore, re di eterna gloria.
Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome. R.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
Tremi davanti a lui tutta la terra. R.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Un giorno santo è spuntato per noi:
venite, popoli, adorate il Signore,
oggi una grande luce è discesa sulla terra.
Alleluia.
Vangelo
Anna parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,36-40
[Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore.] C'era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Parola del Signore.
RispondiEliminaParole del Santo Padre
Nel Vangelo vediamo che anche nella Santa Famiglia non va tutto bene: ci sono problemi inattesi, angosce, sofferenze. Non esiste la Santa Famiglia delle immaginette. Maria e Giuseppe perdono Gesù e angosciati lo cercano, per poi trovarlo dopo tre giorni. E quando, seduto tra i maestri del Tempio, risponde che deve occuparsi delle cose del Padre suo, non comprendono. Hanno bisogno di tempo per imparare a conoscere il loro figlio. Così anche per noi: ogni giorno, in famiglia, bisogna imparare ad ascoltarsi e capirsi, a camminare insieme, ad affrontare conflitti e difficoltà. È la sfida quotidiana, e si vince con il giusto atteggiamento, con le piccole attenzioni, con gesti semplici, curando i dettagli delle nostre relazioni. […] Quante volte, purtroppo, tra le mura domestiche da silenzi troppo lunghi e da egoismi non curati nascono e crescono conflitti! […] Questo lacera l’armonia e uccide la famiglia. Convertiamoci dall’io al tu. Quello che deve essere più importante nella famiglia è il tu. E ogni giorno, per favore, pregare un po’ insieme, se potete fare lo sforzo, per chiedere a Dio il dono della pace in famiglia. E impegniamoci tutti – genitori, figli, Chiesa, società civile – a sostenere, difendere e custodire la famiglia che è il nostro tesoro! (Angelus, 26 dicembre 2021)
FAUSTI – Nessuno ha mai visto Dio. Nessuno L'ha mai conosciuto né tanto meno nominato.
RispondiEliminaE' il Nome innominabile , origine di ogni nome! “Dimmi il Tuo Nome” domanda Giacobbe (Gen 32,30) ; “Mostrami la Tua Gloria” chiede Mosè (Es 33,18) , “Mostrami il Tuo Volto” supplicano innumerevoli Salmi.
Vedere il Volto di Dio è la salvezza dell'uomo, che ritrova il suo volto.
Dire il Nome di Dio è ritrovare il Nome che sostanzia ogni nome , è trovare quel “Tu” che fa esistere ogni “io”. Il desiderio di tutte le religioni è dare un Volto e un Nome a Dio.
Quello che è il più grande desiderio dell'uomo trova ora soddisfazione . Che sorpresa dare il Nome a Colui che dal nulla ha chiamato tutte le cose e le ha fatte esistere!
Il Nome di Dio per l'uomo non può essere che “Gesù” cioè “Dio salva”, sia perché nominare Dio è la salvezza dell'uomo, sia perché l'uomo è perduto e può conoscere Dio solo come Colui che lo salva. Quel Dio che ci faceva paura , perché Santissimo, può essere nominato in ogni luogo di perdizione e di disperazione, perché é Salvatore. Dio è per noi perduti e lontani da Lui , perché si chiama Gesù, Dio-con-noi e Salvatore.
Luca lascia intravvedere la dolcezza del poter chiamare Dio per nome, la soavità, la potenza e la luminosità di questo Nome, Gesù.
Il Signore visita il Suo Tempio. Ma viene con la debolezza di un Bambino e non per giudicare l'inosservanza della legge, bensì per sottoporsi Egli stesso come l'uomo all'obbedienza al Padre cui abbiamo disobbedito. Viene a pagare il nostro debito, offrendosi a Colui che tutto ha offerto.
E' datore di Vita. Presentarlo a Lui significa riconoscere da Lui il dono della Vita e in Lui la Vita stessa come dono, per potervi attingere in abbondanza.
Simeone, che significa “Dio ha ascoltato” , è l'uomo che “ascolta la Parola di Dio” ed è giusto e pio.
A lui lo Spirito promette che vedrà il Messia del Signore, la consolazione di Israele, (Is 40,1) , l'adempimento della Parola di Dio. Come su tutti i profeti, lo Spirito era su di lui.
Diretto da questo Spirito viene ad incontrarlo. Può finalmente abbracciarlo.
Le braccia di Simeone sono le braccia secche e bimillenarie di Israele che ricevono il fiore della Vita. La sua voce è un grido di gioia , soffocato da un'attesa lunghissima, che finalmente esplode : un grido pacato e incontenibile, il dilagare di un fiume che rompe l'argine,il fiato di tutta l'umanità, trattenuto nella paura mortale, che ora si rilassa.
L'uomo, tenuto schiavo in vita per paura della morte – in una vita insufficiente e angosciata – ora è sazio di vita. Può ritirarsi soddisfatto dal banchetto.
Gli occhi di Simeone non vedono più le tenebre davanti a sé, ma l'aurora della vita, “la salvezza “ di Dio.Questa è la Gloria di Israele , che santifica il Nome di Dio e riverbera sul proprio volto la Gloria del Suo Volto.
La salvezza è preparata da Dio “in faccia a tutti i popoli” . Non è solo per Israele.
E' una luce per tutte le genti che siedono nelle tenebre e nell'ombra di morte.
Gesù è comprensibile ancora oggi a noi solo a partire dall'Antico Testamento.
Simeone è anche in grado, mosso dallo Spirito, di predirne a Maria il destino.
Il Bimbo sarà insieme causa di caduta e di risurrezione per le moltitudini di Israele.
Porta infatti una salvezza inaccettabile per tutti. Per questo tutti gli sono contro, si scandalizzano di Lui e cadono. I discepoli per primi. Ma Lui è Salvatore di tutti coloro che sono caduti.
E' qui adombrato il mistero della Morte e Resurrezione del Signore.
Questa è la Parola che come spada a doppio taglio attraverserà il cuore di ogni discepolo e di tutta la Chiesa , di cui Maria è figura. Questo mistero vivrà di continuo nella storia del discepolo che ripercorre il Suo stesso cammino dalla Croce alla Gloria.
RONCHI - Portarono il Bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore.
RispondiEliminaUna giovanissima coppia e un neonato che portano la povera offerta dei poveri: due tortore, e la più preziosa offerta del mondo: un bambino. Vengono nella casa del Signore e sulla soglia è il Signore che viene loro incontro attraverso due creature intrise di vita e di Spirito, due anziani, Simeone e Anna, occhi stanchi per la vecchiaia e giovani per il desiderio: la vecchiaia del mondo accoglie fra le sue braccia l'eterna giovinezza di Dio. E la liturgia che si compie, in quel cortile aperto a tutti, è naturale e semplice, naturale e perciò divina: Simeone prende in braccio Gesù e benedice Dio. Compie un gesto sacerdotale, una autentica liturgia, possibile a tutti. Un anziano, diventato onda di speranza, una laica sotto l'ala dello Spirito benedicono Dio e il figlio di Dio: la benedizione non è un ufficio d'élites, ma esubero di gioia che ciascuno può offrire a Dio (R. Virgili). Anche Maria e Giuseppe sono benedetti, tutta la famiglia viene avvolta da un velo di luce per la benedizione e la profezia di quella coppia di anziani laici, profeti e sacerdoti a un tempo: la benedizione e la profezia non sono riservate ad una categoria sacra, abitano nel cortile aperto a tutti. Lo Spirito aveva rivelato a Simeone che non avrebbe visto la morte senza aver prima veduto il Messia. Parole che sono per me e per te: io non morirò senza aver visto l'offensiva di Dio, l'offensiva della luce già in atto dovunque, l'offensiva mite e possente del lievito e del granello di senape. Poi Simeone dice tre parole immense su Gesù: egli è qui come caduta, risurrezione, come segno di contraddizione. Gesù come caduta. Caduta dei nostri piccoli o grandi idoli, rovina del nostro mondo di maschere e bugie, della vita insufficiente e malata. Venuto a rovinare tutto ciò che rovina l'uomo, a portare spada e fuoco per tagliare e bruciare ciò che è contro l'umano. Egli è qui per la risurrezione: è la forza che ti fa rialzare quando credi che per te è finita, che ti fa partire anche se hai il vuoto dentro e il nero davanti agli occhi. È qui e assicura che vivere è l'infinita pazienza di ricominciare. Cristo contraddizione del nostro illusorio equilibrio tra il dare e l'avere; che contraddice tutta la mia mediocrità, tutte le mie idee sbagliate su Dio. Caduta, risurrezione contraddizione. Tre parole che danno respiro e movimento alla vita, con dentro il luminoso potere di far vedere che tutte le cose sono ormai abitate da un oltre. La figura di Anna chiude il grande affresco. Una donna profeta! Un'altra, oltre ad Elisabetta e Maria, capaci di incantarsi davanti a un neonato perché sentono Dio come futuro.