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giovedì 29 dicembre 2022

SANTA FAMIGLIA




 

4 commenti:

  1. Antifona
    I pastori andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe
    e il bambino adagiato nella mangiatoia. (Lc 2,16)

    Gloria.
    O Dio, che nella santa Famiglia
    ci hai dato un vero modello di vita,
    fa’che nelle nostre famiglie fioriscano le stesse virtù e lo stesso amore,
    perché, riuniti insieme nella tua casa,
    possiamo godere la gioia senza fine.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo




    Prima Lettura
    Chi teme il Signore onora i genitori.
    Dal libro del Siràcide
    Sir 3,3-7.14-17a (NV) [gr. 3.2-6.12-14)

    Il Signore ha glorificato il padre al di sopra dei figli
    e ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
    Chi onora il padre espìa i peccati e li eviterà
    e la sua preghiera quotidiana sarà esaudita.
    Chi onora sua madre è come chi accumula tesori.
    Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
    e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
    Chi glorifica il padre vivrà a lungo,
    chi obbedisce al Signore darà consolazione alla madre.
    Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
    non contristarlo durante la sua vita.
    Sii indulgente, anche se perde il senno,
    e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore.
    L’opera buona verso il padre non sarà dimenticata,
    otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa.

    Parola di Dio.




    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 127 (128)
    R. Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie.
    Beato chi teme il Signore
    e cammina nelle sue vie.
    Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
    sarai felice e avrai ogni bene. R.

    La tua sposa come vite feconda
    nell’intimità della tua casa;
    i tuoi figli come virgulti d’ulivo
    intorno alla tua mensa. R.

    Ecco com’è benedetto
    l’uomo che teme il Signore.
    Ti benedica il Signore da Sion.
    Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
    tutti i giorni della tua vita! R.


    Seconda Lettura
    Vita familiare cristiana, secondo il comandamento dell'amore.
    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
    Col 3,12-21

    Fratelli, scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro.
    Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie!
    La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.
    Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con durezza. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino.

    Parola di Dio.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    La pace di Cristo regno nei vostri cuori;
    la parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. (Col 3,15a-16a)

    Alleluia.

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  2. Vangelo
    Prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 2,13-15.19-23

    I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
    Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
    Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino».
    Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

    Parola del Signore
    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Maria, Giuseppe, Gesù: la Sacra Famiglia di Nazareth che rappresenta una risposta corale alla volontà del Padre: i tre componenti di questa famiglia si aiutano reciprocamente a scoprire il progetto di Dio. Loro pregavano, lavoravano, comunicavano. E io mi domando: tu, nella tua famiglia, sai comunicare o sei come quei ragazzi a tavola, ognuno con il telefonino, mentre stanno chattando? […] Dobbiamo riprendere il dialogo in famiglia: padri, genitori, figli, nonni e fratelli devono comunicare tra loro … Questo è un compito da fare oggi, proprio nella giornata della Sacra Famiglia. La Santa Famiglia possa essere modello delle nostre famiglie, affinché genitori e figli si sostengano a vicenda nell’adesione al Vangelo, fondamento della santità della famiglia. (Angelus, 29 dicembre 2019)

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  3. FAUSTI - Giuseppe, come il suo omonimo venduto dai fratelli, è “sognatore” : nella profondità del suo cuore puro, vede Dio. Uno, anche se non lo sa, realizza sempre i suoi sogni. Ma sono quelli di un cuore puro o impuro? I sogni di Dio alla fine si compiono sempre, anche se a noi sembrano impossibili. (Sal. 126,1) L'angelo dice la Parola che ci “risveglia” alla vita con il sogno di Dio.
    La risposta è lui stesso , che esegue alla lettera (1,21-24). Le dà corpo offrendole il suo corpo.
    Questo è l'amore con i fatti e nella verità (1Gv 3,18), il culto gradito a Dio.
    Maria è nominata all'inizio come la sposa di Giuseppe (1,18) ; poi si parla del “bambino e sua madre”, anteponendo sempre il bambino. Ma sia Lui che la madre sono affidati alle mani di Giuseppe, prototipo dei credenti. Erode è figura del faraone all'interno di Israele, della Chiesa e di ciascuno di noi. Nella nostra paganità, come c'è la ricerca dei magi per adorare il Signore, così c'è la ricerca di Erode, che, come il faraone, ucciderà i figli.
    Gesù, miracolosamente salvato come Mosè, entra in Egitto per compiere il nuovo Esodo.
    Vivrà in Egitto da forestiero, solidale con la solitudine di tutti gli oppressi, suoi fratelli.
    Erode, come il faraone, finisce ; il Figlio, come Israele, ne vede la fine.
    Dio dall'alto ride dei potenti e delle loro trame.
    Erode, come il faraone, uccide i figli d'Israele. I bambini di Betlemme rappresentano il sangue di tutti i giusti, da Abele a Zaccaria, dal primo all'ultimo innocente di ogni shoà.
    Prefigurano il sangue del Servo, il Figlio che salverà i fratelli.
    Il destino dei giusti – e dei peccatori – è lo stesso dell'unico Giusto che si è fatto per noi peccato.

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  4. “ Il Nazoreo “, come sarà chiamato Gesù, è il compimento di quanto fu detto per mezzo dei profeti. Accolto da Giuseppe e dai magi, rifiutato dai sapienti e dai potenti, Egli rivive la storia del Suo popolo : attraverso l'Egitto e l'esilio - con l'uccisione degli innocenti, anticipo della Sua- torna alla terra promessa. Così compie puntualmente quanto “è scritto”.
    In questo brano si presenta la storia di Gesù come un viaggio. E' il viaggio del Figlio , che incontra i fratelli perduti, ripercorrendo la stessa via. Lui che scende e risale dall'Egitto, è il Figlio che realizza il nuovo esodo definitivo.
    La shoà degli innocenti , preludio di quella del Giusto, è vista come il male supremo dell'esilio (Ger31,15). L'Egitto e l'esilio sono la duplice esperienza di schiavitù, causata l'una dal peccato altrui e l'altra da quello proprio : da ambedue libera il Nazoreo, che è il “dunque” della promessa.
    Il “Nazoreo” è, allo stesso modo del popolo d'Israele, il Figlio liberato dalla mano d'Egitto e l'esule che ritorna alla terra.
    In Geremia l'esilio è il luogo della liberazione definitiva . Colui che ci ama di amore eterno dice di non piangere, perché ci riedificherà, ci perdonerà, farà con noi un'Alleanza eterna, e così tutti conosceremo il Signore. (Ger 31,3 s).
    Nell'uscita il potente ingiusto ; nell'uscita dall'esilio morirà il Giusto, e l'Onnipotente stringerà con noi un'Alleanza Nuova.
    L'esilio è la morte del Figlio : l'infedeltà lo riduce a non essere più. Io-Sono , nel Suo amore, lo ricondurrà all'esistenza ; ma non più con segni di potenza, come in Egitto, bensì con l'impotenza della Croce, prefigurata nella shoà dei bambini-servi.
    Il cammino del Figlio passa attraverso la solidarietà con i fratelli nella loro oppressione e nel loro peccato, fino alla maledizione del loro non-essere-più , facendosi Lui stesso abbandono, maledizione e peccato (Gal 3,13) , perché ogni abbandono non sia più abbandonato, neanche l'abbandono di Dio. La croce sarà la vicinanza di Dio a ogni abbandonato da Dio.
    Il quarto sogno lo porta al “ritiro” ultimo, dove il “Nazoreo” prende “casa” e “nome” nella “terra”! Le quattro tappe del suo ascoltare/ fare sono le stesse di ogni uomo . Prendere in sposa Maria, la Madre del Figlio di Dio, e chiamarlo per nome (1,24) , compiere con loro sia l'entrata che l'uscita dall'Egitto e dall'esilio – il cammino dalla croce alla resurrezione – sino a “far casa” nella “terra” , e qui, infine, vivere con discernimento.“Nazoreo sarà chiamato “: nessun profeta ha questa espressione. Matteo lo sa bene. E sa di dire la verità. Non dice infatti . “ Ciò che fu detto dal profeta” bensì : “ Ciò che fu detto dai profeti” . Tutta la Bibbia, da Mosè a Giovanni Battista, ha profetato di Lui, il Figlio generato prima di ogni creatura, nel quale, attraverso il quale e per il quale tutto è stato fatto (Col 1,15-17).Matteo, partendo da Gesù e guardandolo, rilegge la storia passata , e vede come veramente Dio compie in Lui ogni Sua Parola , senza lasciarne andare a vuoto neppure una sola (1Sam 3,19).
    Ciò che conta è che il Nazoreo – qui associato da Matteo a Nazaret – è “il dunque” della storia di Dio e dell'uomo. Questo Suo “ritiro” nell'umile quotidianità è il mistero stesso del Dio-con-noi , che rende divina ogni quotidianità : ogni riposo e fatica, ogni gioia e dolore, ogni amore e timore, ogni lavoro e frutto dell'uomo.

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