Antifona Questa è la vergine saggia, una delle vergini prudenti che andò incontro a Cristo con la lampada accesa. (Cf. Mt 25,1-13)
Come sei bella, o vergine di Cristo, degna di ricevere la corona del Signore, la corona della verginità eterna.
Colletta O Dio, che hai elevato santa Giuseppina [Bakhita] dalla misera condizione di schiava alla dignità di figlia tua e sposa di Cristo, concedi che, sul suo esempio, seguiamo con amore fedele il Signore Gesù crocifisso e, dediti alle opere di misericordia, perseveriamo nella carità. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden. Dal libro della Gènesi Gn 2,4b-9.15-17
Nel giorno in cui il Signore Dio fece la terra e il cielo nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e non c'era uomo che lavorasse il suolo, ma una polla d'acqua sgorgava dalla terra e irrigava tutto il suolo. Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 103 (104) R. Benedici il Signore, anima mia! Benedici il Signore, anima mia! Sei tanto grande, Signore, mio Dio! Sei rivestito di maestà e di splendore, avvolto di luce come di un manto. R.
Tutti da te aspettano che tu dia loro cibo a tempo opportuno. Tu lo provvedi, essi lo raccolgono; apri la tua mano, si saziano di beni. R.
Togli loro il respiro: muoiono, e ritornano nella loro polvere. Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra. R.
Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia.
La tua parola, Signore, è verità: consacraci nella verità. (Cf. Gv 17,17b.a)
Alleluia.
Vangelo Ciò che esce dall'uomo è quello che rende impuro l'uomo. Dal Vangelo secondo Marco Mc 7,14-23
In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall'uomo è quello che rende impuro l'uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall'interno e rendono impuro l'uomo».
PAROLE DEL SANTO PADRE Anzitutto, guardarsi dagli ipocriti, cioè stare attenti a non basare la vita sul culto dell’apparenza, dell’esteriorità, sulla cura esagerata della propria immagine. E, soprattutto, stare attenti a non piegare la fede ai nostri interessi. Mai approfittare del proprio ruolo per schiacciare gli altri, mai guadagnare sulla pelle dei più deboli! E vigilare, per non cadere nella vanità, perché non ci succeda di fissarci sulle apparenze, perdendo la sostanza e vivendo nella superficialità. Chiediamoci, ci aiuterà: in quello che diciamo e facciamo, desideriamo essere apprezzati e gratificati oppure rendere un servizio a Dio e al prossimo, specialmente ai più deboli? Vigiliamo sulla falsità del cuore, sull’ipocrisia, che è una pericolosa malattia dell’anima! (Angelus 7 novembre 2021)
FAUSTI – Questi versetti del Vangelo dichiarano che tutto il creato è buono, perché fatto per l' uomo. Sono quindi aboliti tutti i tabù e le distinzioni tra bene e male desunte dall' esterno. Il vero principio del male è il cuore dell' uomo , quando non usa il creato e le creature per amare i fratelli. Tutto questo cosa c 'entra con il Pane di Gesù? Non a caso la discussione è centrata su leggi e tradizioni alimentari che impediscono di mangiare. In esse si esprime quella durezza di cuore che ci impedisce di vivere l'Eucaristia, Lui in persona che si dà a noi, perché viviamo di Lui. Ma noi riduciamo questo dono a un fantasma perché restiamo in una religiosità formale, che osserva tutte le leggi, fuorché quella fondamentale di amare. Nessun peccato allontana da Dio e dal Suo Pane quanto la pretesa di una bravura religiosa. “Non avete più nulla a che fare con Cristo voi che cercate la giustificazione nella legge, siete decaduti dalla grazia” (Gal ,4). L' autogiustificazione annulla la giustificazione , togliendoci la vera conoscenza di noi stessi come miseria e di Dio come Misericordia. Ci spinge a far di tutto, fino a sforzarci di amare, piuttosto che accettare di essere amati gratuitamente e di fidarci di Lui. Così il nostro cuore resta duro, morto e calcificato, sordo e cieco all' amore e alla vita. Abbiamo occhi che non vedono, orecchi che non odono. Gesù con il Suo Pane , non solo diagnostica, ma anche ci guarisce dalla nostra sordità e cecità.
Nasce nel 1869. Vive a Olgossa, in Sudan, con i genitori. Viene rapita all’età di 7 anni per essere venduta come schiava. Trasferita a Khartoum, viene arabizzata e le viene imposto il nome di Bakhita (fortunata). La giovane schiava cambia padrone 5 volte e sperimenta indicibili sofferenze fisiche e morali: frustrate, ferite aperte su cui viene strofinato il sale, maltrattamenti e angherie. Viene riscattata dal console italiano a Khartum, Callisto Legnani che la offre all’amico veneziano Augusto Michieli. Questi la lascia libera e nel 1890 Bakhita riceve il nome di Giuseppina durante il battesimo e riceve anche la cresima. Il 7 dicembre entra come novizia tra le figlie di S. Maddalena di Canossa e nel 1896 fa la sua professione religiosa. Nel 1902 entra in convento a Schio (VI) dove presta servizio prima come cuoca, poi in sacrestia e quindi come portinaia. Muore a Schio l’8 febbraio 1947. Elevata agli onori degli altari il 1° ottobre 2000 da Giovanni Paolo II, la si festeggia il giorno della sua nascita al cielo, l'8 febbraio.
Antifona
RispondiEliminaQuesta è la vergine saggia,
una delle vergini prudenti
che andò incontro a Cristo
con la lampada accesa. (Cf. Mt 25,1-13)
Come sei bella, o vergine di Cristo,
degna di ricevere la corona del Signore,
la corona della verginità eterna.
Colletta
O Dio, che hai elevato santa Giuseppina [Bakhita]
dalla misera condizione di schiava
alla dignità di figlia tua e sposa di Cristo,
concedi che, sul suo esempio,
seguiamo con amore fedele il Signore Gesù crocifisso
e, dediti alle opere di misericordia,
perseveriamo nella carità.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden.
Dal libro della Gènesi
Gn 2,4b-9.15-17
Nel giorno in cui il Signore Dio fece la terra e il cielo nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e non c'era uomo che lavorasse il suolo, ma una polla d'acqua sgorgava dalla terra e irrigava tutto il suolo. Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.
Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male.
Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.
Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 103 (104)
R. Benedici il Signore, anima mia!
Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto. R.
Tutti da te aspettano
che tu dia loro cibo a tempo opportuno.
Tu lo provvedi, essi lo raccolgono;
apri la tua mano, si saziano di beni. R.
Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
La tua parola, Signore, è verità:
consacraci nella verità. (Cf. Gv 17,17b.a)
Alleluia.
Vangelo
Ciò che esce dall'uomo è quello che rende impuro l'uomo.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 7,14-23
In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro».
Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti.
E diceva: «Ciò che esce dall'uomo è quello che rende impuro l'uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall'interno e rendono impuro l'uomo».
Parola del Signore.
PAROLE DEL SANTO PADRE
RispondiEliminaAnzitutto, guardarsi dagli ipocriti, cioè stare attenti a non basare la vita sul culto dell’apparenza, dell’esteriorità, sulla cura esagerata della propria immagine. E, soprattutto, stare attenti a non piegare la fede ai nostri interessi. Mai approfittare del proprio ruolo per schiacciare gli altri, mai guadagnare sulla pelle dei più deboli! E vigilare, per non cadere nella vanità, perché non ci succeda di fissarci sulle apparenze, perdendo la sostanza e vivendo nella superficialità. Chiediamoci, ci aiuterà: in quello che diciamo e facciamo, desideriamo essere apprezzati e gratificati oppure rendere un servizio a Dio e al prossimo, specialmente ai più deboli? Vigiliamo sulla falsità del cuore, sull’ipocrisia, che è una pericolosa malattia dell’anima! (Angelus 7 novembre 2021)
FAUSTI – Questi versetti del Vangelo dichiarano che tutto il creato è buono, perché fatto per l' uomo. Sono quindi aboliti tutti i tabù e le distinzioni tra bene e male desunte dall' esterno.
RispondiEliminaIl vero principio del male è il cuore dell' uomo , quando non usa il creato e le creature per amare i fratelli.
Tutto questo cosa c 'entra con il Pane di Gesù? Non a caso la discussione è centrata su leggi e tradizioni alimentari che impediscono di mangiare.
In esse si esprime quella durezza di cuore che ci impedisce di vivere l'Eucaristia, Lui in persona che si dà a noi, perché viviamo di Lui.
Ma noi riduciamo questo dono a un fantasma perché restiamo in una religiosità formale, che osserva tutte le leggi, fuorché quella fondamentale di amare.
Nessun peccato allontana da Dio e dal Suo Pane quanto la pretesa di una bravura religiosa.
“Non avete più nulla a che fare con Cristo voi che cercate la giustificazione nella legge, siete decaduti dalla grazia” (Gal ,4).
L' autogiustificazione annulla la giustificazione , togliendoci la vera conoscenza di noi stessi come miseria e di Dio come Misericordia.
Ci spinge a far di tutto, fino a sforzarci di amare, piuttosto che accettare di essere amati gratuitamente e di fidarci di Lui.
Così il nostro cuore resta duro, morto e calcificato, sordo e cieco all' amore e alla vita.
Abbiamo occhi che non vedono, orecchi che non odono.
Gesù con il Suo Pane , non solo diagnostica, ma anche ci guarisce dalla nostra sordità e cecità.
Nasce nel 1869. Vive a Olgossa, in Sudan, con i genitori. Viene rapita all’età di 7 anni per essere venduta come schiava. Trasferita a Khartoum, viene arabizzata e le viene imposto il nome di Bakhita (fortunata).
RispondiEliminaLa giovane schiava cambia padrone 5 volte e sperimenta indicibili sofferenze fisiche e morali: frustrate, ferite aperte su cui viene strofinato il sale, maltrattamenti e angherie. Viene riscattata dal console italiano a Khartum, Callisto Legnani che la offre all’amico veneziano Augusto Michieli. Questi la lascia libera e nel 1890 Bakhita riceve il nome di Giuseppina durante il battesimo e riceve anche la cresima.
Il 7 dicembre entra come novizia tra le figlie di S. Maddalena di Canossa e nel 1896 fa la sua professione religiosa. Nel 1902 entra in convento a Schio (VI) dove presta servizio prima come cuoca, poi in sacrestia e quindi come portinaia. Muore a Schio l’8 febbraio 1947.
Elevata agli onori degli altari il 1° ottobre 2000 da Giovanni Paolo II, la si festeggia il giorno della sua nascita al cielo, l'8 febbraio.