Antifona Questa è la vergine saggia, una delle vergini prudenti che andò incontro a Cristo con la lampada accesa. ( Mt 25,1-13 Come sei bella, o vergine di Cristo, degna di ricevere la corona del Signore, la corona della verginità eterna.
Nella memoria della santa vergine Scolastica, ti preghiamo, o Padre: dona anche a noi, sul suo esempio, di amarti e servirti con cuore puro e di gustare la dolcezza del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Sareste come Dio, conoscendo il bene e il male. Dal libro della Gènesi Gn 3,1-8
Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di alcun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l'uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Sal 31 (32) R. Beato l'uomo a cui è tolta la colpa. Beato l'uomo a cui è tolta la colpa e coperto il peccato. Beato l'uomo a cui Dio non imputa il delitto e nel cui spirito non è inganno. R.
Ti ho fatto conoscere il mio peccato, non ho coperto la mia colpa. Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità» e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato. R.
Per questo ti prega ogni fedele nel tempo dell'angoscia; quando irromperanno grandi acque non potranno raggiungerlo. R.
Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall'angoscia, mi circondi di canti di liberazione. R.
Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia.
Apri, Signore, il nostro cuore e accoglieremo le parole del Figlio tuo. (Cf. At 16,14b)
Alleluia.
Vangelo Fa udire i sordi e fa parlare i muti. Dal Vangelo secondo Marco Mc 7,31-37
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
DA Catechesi dei GESUITI : Effathà, cioè: Apriti! Se siamo sordi, non riusciamo a parlare: se siamo sordi all’amore che il Figlio ci ha mostrato, non riusciamo a comunicare correttamente con i fratelli. È lento e faticoso il cammino di guarigione dalle chiusure che ci rendono insensibili all’amore. Is 35,1-10 1 Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. 2 Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saròn. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. 3 Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti 4 Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi». 5 Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. 6 Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto, perché scaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nella steppa. 7 La terra bruciata diventerà una palude, il suolo riarso si muterà in sorgenti d’acqua. I luoghi dove si sdraiavano gli sciacalli diventeranno canneti e giuncaie. 8 Ci sarà una strada appianata e la chiameranno Via santa; nessun impuro la percorrerà e gli stolti non vi si aggireranno 9 Non ci sarà più il leone, nessuna bestia feroce la percorrerà vi cammineranno i redenti. 10 Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto.
C'è una vita che scorrerà in questi luoghi dove non lo si aspetta, possono essere situazioni dove questa vita viene meno: i ciechi, i sordi, lo zoppo, il muto. Oppure può essere quella situazione che qui Isaia presenta di coloro che sono smarriti di cuore. ..: c'è la possibilità di nuovo di tornare a vivere in pienezza come questo cammino indica. La possibilità appunto di percorrere questi luoghi sino alla città santa, alla pienezza della vita. Il brano del vangelo ci presenta come una situazione nella quale sembra non essere presente questa vita, in realtà viene ricreata da parte di Gesù. Quando Dio creò l’uomo, non l’ha fatto di nessuna specie, l’ha fatto a sua immagine e somiglianza Ma Dio com’è? L’ha fatto a sua immagine e somiglianza perché ha l’orecchio per ascoltare la parola e l’uomo diventa la parola che ascolta. Dio è Parola, è comunicazione, è comunione, se l’uomo riceve questa Parola ha il volto di Dio, diventa ciò che è e rappresenta Dio sulla terra. Voi sapete che la parola è il fondamento di tutto nelle relazioni umane, nelle scienze, nella filosofia, nella teologia, nella politica. Tutto il bene, tutto il male, tutta la cultura, tutte le civiltà, tutte le lotte nascono dalla parola, la vita e la morte viene dalla parola. Mediante la Parola noi possiamo diventare interlocutori con Dio: il comandamento è “Ascolta Israele” Che cosa? “Amami per favore”, ascolta questa parola d’amore e allora comincia il rapporto che ci rende come Dio. Se non ascoltiamo, se siamo sordi a questa Parola, siamo sordi.
Nel Vangelo sono persone pagane che si recano a cercare vita non solo per loro stessi, ma cercano vita per qualcun altro: È capitato anche a noi che siamo stati condotti da altri ad incontrare il Signore. Tutti. Nessuno c’è arrivato da solo, qualcuno ci ha condotto . Tra l’altro si dice “perché gli imponga la mano”, la mano è il potere, imporre le mani vuol dire trasmettere il proprio potere. Il potere di Dio è esattamente quello di ascoltare e parlare, il potere della comunicazione e della comunione. L’unico potere che ha Dio è quello della parola di verità che restituisce l’uomo a se stesso e lo fa uscire dai deliri e dalla menzogna. Per uno che non sente è tutto assurdo, anche la più bella poesia, la più bella dichiarazione d’amore, la più bella parola: niente, tutto è assurdo. E noi siamo tutti sordi alla parola fondamentale che ci costituisce: uno può esistere se crede effettivamente di essere amato dal padre e dalla madre e da Dio, siamo frutto dell’amore. Se non conosciamo, se non ascoltiamo questa parola d’amore che è il comandamento fondamentale di Dio, perché Dio è amore, tutto è assurdo, che senso ha la vita? Ancora sull’ascolto: il primo comandamento è “Ascolta” e così inizia anche il decalogo Se Dio vuole parlare con te cosa vuol dire? Vuol dire che vuole comunicarsi a te. Da lì capisci tutto. L’importanza della parola è che Dio vuole entrare in comunione con te, essere tuo partner, in dialogo con te, siamo solo interlocutori. Prima ancora di dire questa parola vera, si dice che Gesù gemette. Prima di arrivare alla parola ci sono due altre azioni: quella di levare gli occhi al cielo, cioè mettersi in questa relazione con il Padre, questa preghiera da parte di Gesù, questo gemere da parte di Gesù che indica la partecipazione anche alla sofferenza di questa persona che già indica quella che sarà la croce di Gesù, dalla quale, lì siamo guariti in pienezza e solo dopo c’è questa Parola. Prima ancora di dire questa parola vera, si dice che Gesù gemette. Prima di arrivare alla parola ci sono due altre azioni: quella di levare gli occhi al cielo, cioè mettersi in questa relazione con il Padre, questa preghiera da parte di Gesù, questo gemere da parte di Gesù che indica la partecipazione anche alla sofferenza di questa persona che già indica quella che sarà la croce di Gesù, dalla quale, lì siamo guariti in pienezza e solo dopo c’è questa Parola : “Apriti!”
L’apertura è proprio l’accoglienza, la chiusura è esattamente il senso della paura in cui uno si raggomitola e nega le relazioni. Quindi questo apriti. C’è subito l’effetto: si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua. Si guarisce prima nell’ascolto, nell’udito e poi si sarà anche in grado di dire, di parlare.
Dio ha fatto per prima cosa la luce, la vista, ma cosa c’era prima della luce? La Parola:” Sia la Luce!”. Noi ci vediamo attraverso l’udito, attraverso la parola, se ascoltiamo vediamo, perché se non ascolti non esisti. È l’ascolto che ti fa esistere E ti permette di renderti conto del senso di ciò che hai attorno a te, proprio nella misura in cui ascolti puoi renderti conto di ciò che accade, se c’è una parola che lasci entrare dentro di te Allora l’accoglienza della parola dell’altro diventa accoglienza dell’altro, accoglienza piena. È il concepire l’altro, il farlo vivere, altrimenti non vive,
Memoria della deposizione di santa Scolastica, vergine, che, sorella di san Benedetto, consacrata a Dio fin dall’infanzia, ebbe insieme con il fratello una tale comunione in Dio, da trascorrere una volta all’anno a Montecassino nel Lazio un giorno intero nelle lodi di Dio e in sacra conversazione. Durante una conversazione... :Scolastica, volendo continuare ancora il colloquio, udito il diniego del fratello, poggiò le mani con le dita intrecciate sulla tavola e piegò la testa sulle mani per pregare il Signore onnipotente. Quando levò il capo dalla mensa, scoppiò un tale uragano con lampi e tuoni e rovescio di pioggia, che né il venerabile Benedetto, né i monaci che l'accompagnavano, poterono metter piede fuori dalla soglia dell'abitazione, dove stavano seduti. Allora l'uomo di Dio molto rammaricato cominciò a lamentarsi e a dire: «Dio onnipotente ti perdoni, sorella, che cosa hai fatto?». Ma ella gli rispose: «Ecco, ho pregato te, e tu non hai voluto ascoltarmi; ho pregato il mio Dio e mi ha esaudita. Ora esci pure, se puoi; lasciami e torna al monastero». Ed egli che non voleva restare lì spontaneamente, fu costretto a rimanervi per forza. Così trascorsero tutta la notte vegliando e si saziarono di sacri colloqui raccontandosi l'un l'altro le esperienze della vita spirituale. Non fa meraviglia che Scolastica abbia avuto più potere del fratello. Siccome, secondo la parola di Giovanni, «Dio è amore», fu molto giusto che potesse di più colei che più amò. Ed ecco che tre giorni dopo, mentre l'uomo di Dio stava nella cella e guardava al cielo, vide l'anima di sua sorella, uscita dal corpo, penetrare nella sublimità dei cieli sotto forma di colomba. Allora, pieno di gioia per una così grande gloria toccatale, ringraziò Dio con inni e lodi, e mandò i suoi monaci perché portassero il corpo di lei al monastero, e lo deponessero nel sepolcro che aveva preparato per sé. Così neppure la tomba separò i corpi di coloro che erano stati uniti in Dio, come un'anima sola.
Antifona
RispondiEliminaQuesta è la vergine saggia,
una delle vergini prudenti
che andò incontro a Cristo
con la lampada accesa. ( Mt 25,1-13
Come sei bella, o vergine di Cristo,
degna di ricevere la corona del Signore,
la corona della verginità eterna.
Nella memoria della santa vergine Scolastica,
ti preghiamo, o Padre:
dona anche a noi, sul suo esempio,
di amarti e servirti con cuore puro
e di gustare la dolcezza del tuo amore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Sareste come Dio, conoscendo il bene e il male.
Dal libro della Gènesi
Gn 3,1-8
Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto:
Non dovete mangiare di alcun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto:
Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete».
Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male».
Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l'uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Sal 31 (32)
R. Beato l'uomo a cui è tolta la colpa.
Beato l'uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l'uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno. R.
Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato. R.
Per questo ti prega ogni fedele
nel tempo dell'angoscia;
quando irromperanno grandi acque
non potranno raggiungerlo. R.
Tu sei il mio rifugio,
mi liberi dall'angoscia,
mi circondi di canti di liberazione. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Apri, Signore, il nostro cuore
e accoglieremo le parole del Figlio tuo. (Cf. At 16,14b)
Alleluia.
Vangelo
Fa udire i sordi e fa parlare i muti.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 7,31-37
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Parola del Signore.
DA Catechesi dei GESUITI : Effathà, cioè: Apriti! Se siamo sordi, non riusciamo a parlare: se siamo sordi all’amore che il Figlio ci ha mostrato, non riusciamo a comunicare correttamente con i fratelli. È lento e faticoso il cammino di guarigione dalle chiusure che ci rendono insensibili all’amore.
RispondiEliminaIs 35,1-10
1 Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa.
2 Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del
Carmelo e di Saròn. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio.
3 Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti
4 Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina.
Egli viene a salvarvi».
5 Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
6 Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto, perché scaturiranno acque nel deserto,
scorreranno torrenti nella steppa.
7 La terra bruciata diventerà una palude, il suolo riarso si muterà in sorgenti d’acqua. I luoghi dove si sdraiavano gli
sciacalli diventeranno canneti e giuncaie.
8 Ci sarà una strada appianata e la chiameranno Via santa; nessun impuro la percorrerà e gli stolti non vi si
aggireranno
9 Non ci sarà più il leone, nessuna bestia feroce la percorrerà
vi cammineranno i redenti.
10 Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro
capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto.
C'è una vita che scorrerà in questi luoghi dove non lo si aspetta, possono essere situazioni dove questa vita viene meno: i ciechi, i sordi, lo zoppo, il muto. Oppure può essere quella situazione che qui Isaia presenta di coloro che sono smarriti di cuore. ..: c'è la possibilità di nuovo di tornare a vivere in pienezza come questo cammino indica. La possibilità appunto di percorrere questi luoghi sino alla città santa, alla pienezza della vita. Il brano del vangelo ci presenta come una situazione nella quale sembra non essere presente questa vita, in realtà viene ricreata da parte di Gesù.
Quando Dio creò l’uomo, non l’ha fatto di nessuna specie, l’ha fatto a sua immagine e somiglianza Ma Dio com’è? L’ha fatto a sua immagine e somiglianza perché ha l’orecchio per ascoltare la parola e l’uomo diventa la parola che ascolta.
Dio è Parola, è comunicazione, è comunione, se l’uomo riceve questa Parola ha il volto di Dio, diventa ciò che è e rappresenta Dio sulla terra. Voi sapete che la parola è il fondamento di tutto nelle relazioni umane, nelle scienze, nella filosofia, nella teologia, nella politica. Tutto il bene, tutto il male, tutta la cultura, tutte le civiltà, tutte le lotte nascono dalla parola, la vita e la morte viene dalla parola. Mediante la Parola noi possiamo diventare interlocutori con Dio: il comandamento è
“Ascolta Israele” Che cosa?
“Amami per favore”, ascolta questa parola d’amore e allora comincia il rapporto che ci rende come Dio.
Se non ascoltiamo, se siamo sordi a questa Parola, siamo sordi.
Nel Vangelo sono persone pagane che si recano a cercare vita non solo per loro stessi, ma cercano vita per qualcun altro: È capitato anche a noi che siamo stati condotti da altri ad incontrare il Signore. Tutti. Nessuno c’è arrivato da solo, qualcuno ci ha condotto .
RispondiEliminaTra l’altro si dice “perché gli imponga la mano”, la mano è il potere, imporre le mani vuol dire trasmettere il proprio potere. Il potere di Dio è esattamente quello di ascoltare e parlare, il potere della comunicazione e della comunione. L’unico potere che ha Dio è quello della parola di verità che restituisce l’uomo a se stesso e lo fa uscire dai deliri e dalla menzogna.
Per uno che non sente è tutto assurdo, anche la più bella poesia, la più bella dichiarazione d’amore, la più bella parola: niente, tutto è assurdo. E noi siamo tutti sordi alla parola fondamentale che ci costituisce: uno può esistere se crede effettivamente di essere amato dal padre e dalla madre e da Dio, siamo frutto dell’amore. Se non conosciamo, se non ascoltiamo questa parola d’amore che è il comandamento fondamentale di Dio, perché Dio è amore, tutto è assurdo, che senso ha la vita?
Ancora sull’ascolto: il primo comandamento è “Ascolta” e così inizia anche il decalogo
Se Dio vuole parlare con te cosa vuol dire? Vuol dire che vuole comunicarsi a te. Da lì capisci tutto. L’importanza della parola è che Dio vuole entrare in comunione con te, essere tuo partner, in dialogo con te, siamo solo interlocutori.
Prima ancora di dire questa parola vera, si dice che Gesù gemette. Prima di arrivare alla parola ci sono due altre azioni: quella di levare gli occhi al cielo, cioè mettersi in questa relazione con il Padre, questa preghiera da parte di Gesù, questo gemere da parte di Gesù che indica la partecipazione anche alla sofferenza di questa persona che già indica quella che sarà la croce di Gesù, dalla quale, lì siamo guariti in pienezza e solo dopo c’è questa Parola.
Prima ancora di dire questa parola vera, si dice che Gesù gemette. Prima di arrivare alla parola ci sono due altre azioni: quella di levare gli occhi al cielo, cioè mettersi in questa relazione con il Padre, questa preghiera da parte di Gesù, questo gemere da parte di Gesù che indica la partecipazione anche alla sofferenza di questa persona che già indica quella che sarà la croce di Gesù, dalla quale, lì siamo guariti in pienezza e solo dopo c’è questa Parola : “Apriti!”
L’apertura è proprio l’accoglienza, la chiusura è esattamente il senso della paura in cui uno si raggomitola e nega le relazioni. Quindi questo apriti. C’è subito l’effetto: si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua. Si guarisce prima nell’ascolto, nell’udito e poi si sarà anche in grado di dire, di parlare.
Dio ha fatto per prima cosa la luce, la vista, ma cosa c’era prima della luce?
La Parola:” Sia la Luce!”.
Noi ci vediamo attraverso l’udito, attraverso la parola, se ascoltiamo vediamo, perché se non ascolti non esisti. È l’ascolto che ti fa esistere E ti permette di renderti conto del senso di ciò che hai attorno a te, proprio nella misura in cui ascolti puoi renderti conto di ciò che accade, se c’è una parola che lasci entrare dentro di te
Allora l’accoglienza della parola dell’altro diventa accoglienza dell’altro, accoglienza piena. È il concepire l’altro, il farlo vivere, altrimenti non vive,
Memoria della deposizione di santa Scolastica, vergine, che, sorella di san Benedetto, consacrata a Dio fin dall’infanzia, ebbe insieme con il fratello una tale comunione in Dio, da trascorrere una volta all’anno a Montecassino nel Lazio un giorno intero nelle lodi di Dio e in sacra conversazione.
RispondiEliminaDurante una conversazione... :Scolastica, volendo continuare ancora il colloquio, udito il diniego del fratello, poggiò le mani con le dita intrecciate sulla tavola e piegò la testa sulle mani per pregare il Signore onnipotente. Quando levò il capo dalla mensa, scoppiò un tale uragano con lampi e tuoni e rovescio di pioggia, che né il venerabile Benedetto, né i monaci che l'accompagnavano, poterono metter piede fuori dalla soglia dell'abitazione, dove stavano seduti.
Allora l'uomo di Dio molto rammaricato cominciò a lamentarsi e a dire: «Dio onnipotente ti perdoni, sorella, che cosa hai fatto?». Ma ella gli rispose: «Ecco, ho pregato te, e tu non hai voluto ascoltarmi; ho pregato il mio Dio e mi ha esaudita. Ora esci pure, se puoi; lasciami e torna al monastero».
Ed egli che non voleva restare lì spontaneamente, fu costretto a rimanervi per forza.
Così trascorsero tutta la notte vegliando e si saziarono di sacri colloqui raccontandosi l'un l'altro le esperienze della vita spirituale.
Non fa meraviglia che Scolastica abbia avuto più potere del fratello. Siccome, secondo la parola di Giovanni, «Dio è amore», fu molto giusto che potesse di più colei che più amò.
Ed ecco che tre giorni dopo, mentre l'uomo di Dio stava nella cella e guardava al cielo, vide l'anima di sua sorella, uscita dal corpo, penetrare nella sublimità dei cieli sotto forma di colomba. Allora, pieno di gioia per una così grande gloria toccatale, ringraziò Dio con inni e lodi, e mandò i suoi monaci perché portassero il corpo di lei al monastero, e lo deponessero nel sepolcro che aveva preparato per sé.
Così neppure la tomba separò i corpi di coloro che erano stati uniti in Dio, come un'anima sola.