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giovedì 20 giugno 2024

MARIA SANTISSIMA CONSOLATA E CONSOLATRICE


 

6 commenti:

  1. PRIMA LETTURA
    Il Signore ha consolato il suo popolo.
    Dal libro del profeta Isaia
    52, 7-10
    Come sono belli sui monti
    i piedi del messaggero di lieti annunzi
    che annunzia la pace,
    messaggero di bene
    che annunzia la salvezza,
    che dice a Sion «Regna il tuo Dio».
    Senti? Le tue sentinelle alzano la voce,
    insieme gridano di gioia,
    poiché vedono con i loro occhi
    il ritorno del Signore in Sion.
    Prorompete insieme in canti di gioia,
    rovine di Gerusalemme,
    perché il Signore ha consolato il suo popolo,
    ha riscattato Gerusalemme.
    Il Signore ha snudato il suo santo braccio
    davanti a tutti i popoli,
    tutti i confini della terra vedranno la salvezza
    del nostro Dio.
    Parola di Dio.
    SALMO RESPONSORIALE
    Dal Salmo 125
    R. Chi semina nel pianto, raccoglie nella gioia.
    Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion,
    ci sembrava di sognare.
    Allora la nostra bocca si aprì al sorriso,
    la nostra lingua si sciolse in canti di gioia. R.
    Allora si diceva tra i popoli:
    «Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
    Grandi cose ha fatto il Signore per noi,
    ci ha colmati di gioia. R.
    Riconduci, Signore, i nostri prigionieri,
    come i torrenti del Nègheb.
    Chi semina nelle lacrime,
    mieterà con giubilo. R.
    SECONDA LETTURA
    Dio ci consola affinché possiamo anche noi consolare quelli che sono nell' afflizione.
    Dalla seconda lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi
    1, 3-7
    Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio
    di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo
    anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la
    consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio.
    Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo,
    abbonda anche la nostra consolazione. Quando siamo tribolati, è per la vostra
    consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la
    quale si dimostra nel sopportare con forza le medesime sofferenze che anche noi
    sopportiamo.
    La nostra speranza nei vostri riguardi è ben salda, convinti che come siete partecipi
    delle sofferenze così lo siete anche della consolazione.
    Parola di Dio.

    CANTO AL VANGELO
    Mt 5, 4
    R. Alleluia, alleluia.Beati gli afflitti,
    perché saranno consolati.
    R. Alleluia.
    VANGELO
    Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    19, 25-27
    In quell'ora stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre,
    Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei
    il discepolo che egli amava, disse alla madre:
    «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo:
    «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
    Parola del Signore.

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  2. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Dio non ha fatto a meno della Madre: a maggior ragione ne abbiamo bisogno noi. Gesù stesso ce l’ha data, non in un momento qualsiasi, ma dalla croce: «Ecco tua madre!» (Gv 19,27) ha detto al discepolo, ad ogni discepolo. La Madonna non è un optional: va accolta nella vita. È la Regina della pace, che vince il male e conduce sulle vie del bene, che riporta l’unità tra i figli, che educa alla compassione. Prendici per mano, Maria. Aggrappati a te supereremo i tornanti più angusti della storia. Portaci per mano a riscoprire i legami che ci uniscono. Radunaci insieme sotto il tuo manto, nella tenerezza dell’amore vero, dove si ricostituisce la famiglia umana. (Omelia nella Messa nella Solennità di Maria SS.ma Madre di Dio, 1 gennaio 2019)

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  3. FAUSTI - “Donna, ecco il tuo Figlio / ecco la tua Madre” Sono le ultime parole che Gesù rivolge alla Madre e al discepolo amato. Il Re della Gloria continua il “Suo giudizio”: ai crocifissori dona le vesti, alla Madre il discepolo e al discepolo la Madre.
    “Dopo questo” sa che tutto è compiuto :porta a termine la Sua missione di Figlio, consegnerà lo Spirito.
    Gli altri vangeli guardano ciò che avviene in croce di riflesso, nelle reazioni degli spettatori. Tranne che nel Suo duplice grido prima di spirare, Gesù è contemplato indirettamente attraverso le parole dei presenti. Giovanni, invece, con un rapido susseguirsi di scene, punta direttamente l'occhio sulla Gloria : osa fissare faccia a faccia la luce del mondo.
    Il linguaggio ,sobrio ed essenziale , non tradisce emozioni . In poche parole presenta realtà così grandi che , di fronte ad esse, tutto tace. Davanti al sublime c'è solo estasi, silenzio di panico coinvolgimento.
    Le ultime tre icone riportano brevi istanti dove la durata del racconto tende a corrispondere a quella del fatto . Tempo narrante e tempo narrato coincidono in tempo reale. In questo modo si ottiene l'effetto di far partecipare il lettore all'evento. Questi è presente alla scena, immerso in un tempo senza tempo : tocca l'Eterno, vede l'Invisibile , si inabissa nella Gloria.
    In effetti la Parola, ogni Parola, è come una finestra : non guardi lei, ma attraverso di lei.
    Allora ti apri all'Altro ; e l'Altro si apre a te . Esiste per te e tu per lui , entra in te e tu in Lui, fa parte di te e tu di Lui. Si può dire che, come nel “linguaggio di Adamo” , nella singola parola eccheggia il tutto. Questa narrazione, posta al centro delle cinque che rappresentano ciò che avviene sulla croce, è splendida, e, nell'economia di Giovanni, ha un valore definitivo.
    In essa sono ripresi e risuonano insieme , in pienezza armonica, i temi del Vangelo : è “L'ora” verso la quale tutto tendeva , l'ora della luce, che raggiunge e illumina l'universo.
    Il racconto è un pozzo inesauribile, con la profondità del mistero che presenta. Nei Vangeli le persone sono sempre anche “personaggi” , figure tipiche nelle quali ognuno si riconosce.
    A livello storico la madre di Gesù e le altre donne sono le persone che amano Gesù , mentre il discepolo è la persona che sa di essere amata da Gesù.
    A livello simbolico generale , madre e donne da una parte e discepolo amato dall'altra sono rispettivamente figura dell'amore dato e dell'amore ricevuto.

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  4. MARIA, DONNA DEI NOSTRI GIORNI – D. TONINO BELLO
    Maria, pur consapevole del suo sovrumano destino, non ha mai voluto vivere nei quartieri alti.
    Non si è mai costruita piedistalli di gloria. E ha sempre rifiutato le nicchie che potessero impedirle
    la gioia di vivere a piano terra con la gente comune.
    Si è però, riservata una specola altissima, questo sì, da cui contemplare non solo
    il senso ultimo della sua vicenda umana, ma anche le traiettorie lunghe della tenerezza di Dio.
    Ci sono due punti strategici, nella vita di Maria, che ci danno la conferma di come lei fosse inquilina
    abituale di quel piano superiore che lo Spirito Santo l'aveva chiamata ad abitare : l'altura del Magnificat e l'altare del Golgota.
    Da quell'altura ella spinge lo sguardo fino agli estremi confini del tempo.
    E cogliendo il distendersi della misericordia di Dio di generazione in generazione,
    ci offre la più organica lettura che si conosca nella storia della salvezza.
    Da quell'altare Ella spinge lo sguardo fino agli estremi confini dello spazio.
    E, stringendo il mondo in un unico abbraccio, ci offre la più sicura garanzia che gli angoli sfiorati
    dai suoi occhi materni saranno raggiunti anche dallo Spirito, sgorgato dal fianco di Cristo.

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  5. VANGELO
    Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    19, 25-27
    In quell'ora stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre,
    Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei
    il discepolo che egli amava, disse alla madre:
    «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo:
    «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

    OMELIA di S. E. MS REPOLE VESCOVO di TORINO - 20/6/ 23
    In quell'ora, nell'ora del suo distacco definitivo
    dalla Sua vita mortale, probabilmente nell'ora del massimo del Suo dolore, nell'ora della croce, Gesù ha ancora la forza di sollevare lo sguardo, come ha fatto sempre per porlo non su Se stesso, ma davanti a Sé, fuori di Sé ,e vedere il dolore straziante della Sua Madre che vive quell' ora come l'ora della più grande solitudine, per consegnare la Madre al discepolo amato.
    Per certi aspetti figura simbolo di tutti i discepoli della storia
    Ma in quella consegna c'è qualcosa di più profondo , umano , tenerissimo.
    Gesù vede la desolazione e probabilmente il senso di sconfitta che la Sua Madre sta vivendo .
    Ha un figlio, un Figlio unico,che sta partendo e con Lui parte tutta la Sua vita.
    Maria ha una desolazione profonda inimmaginabile, un senso di fallimento di tutte quelle che erano state le Sue ore, i Suoi giorni i Suoi anni fino ad allora .
    Consegna questa Madre al discepolo eletto perché possa accogliere Maria.
    E da quella desolazione da quel fallimento nasceranno dei frutti impensati e impensabili nasceranno i tantissimi figli della Chiesa che nel Cristo diventeranno figli di Dio .
    Non solo ma Colei che Gesù vede in quell'ora è la donna, non ci sfugga questo modo inconsueto di un figlio nel chiamare la madre donna.
    Lo stesso titolo che Gesù aveva usato nelle nozze di Cana perche' Maria è molto più che semplicemente Donna.
    Maria è l'icona è l'emblema e la rappresentazione di tutto il popolo d'Israele che attendeva il compimento dell'attesa, il compimento della promessa.
    In quell'ora Gesù dalla croce consegna la Donna al discepolo amato, colui che dirà di aver visto udito toccato il Verbo della Vita, colui che ne è il testimone e ne è il testimone con la sua fede del fatto che Cristo compie tutte le promesse .
    In quell ora Gesù vede Maria, La consegna al discepolo perché L 'accolga a casa sua, letteralmente tra le sue cose, ma queste sue cose sono la sua stessa persona la persona di un credente, affinché l'attesa della Donna e l'attesa di tutto il popolo si compia nella fede del discepolo eletto .
    E noi veneriamo questa Donna come la Patrona della nostra città della nostra Chiesa che è in Torino , di ciascuno di noi con grande tenerezza perché sentiamo che quella consolazione è venuta a Lei nell'ora della morte del Figlio nell'ora del dono totale del Figlio.

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  6. -->E' la stessa consolazione che può venire anche a ciascuno di noi, alla nostra Chiesa ,a questa città .
    Anche noi abbiamo bisogno di essere consolati perché visti da Cristo.
    Pensavo leggendo questa pagina del Vangelo che viviamo in città anche paesi molto numerosi ma una delle grandi fatiche che facciamo è essere visti da qualcuno,
    essere riconosciuto e forse abbiamo un compulsivo bisogno di usare tutti i media oggi perché semplicemente c'è una grande ferita nel nostro cuore, un grande profondo bisogno nel nostro cuore , che qualcuno ci veda, e che quello sguardo sia per noi la consolazione
    E? bello quest'oggi presentarci davanti alla Consolata con tenerezza sentire che ci rappresenta tutti perché anche ciascuno di noi è visto visto nella sua unicità nella sua bellezza nelle sue ferite,nel suo bisogno inconfondibile di amore.
    Così come ci possiamo con tenerezza consegnare alla Consolata e sentire e percepire che i nostri fallimenti e le nostre desolazioni nella vita non solo l'ultima parola.
    Noi viviamo tutti ,non c'è nessuno che ne è esente, nei fallimenti e nelle desolazioni qualunque sia il ruolo che riveste anzi ,certe volte quanto più grande è il compito che ti è affidato tanto più grande ha il senso di desolazione che Puoi vivere
    Ma ma possiamo con tenerezza rivolgerci a Maria e scoprire che quei fallimenti e quelle desolazioni in un modo misterioso che Dio conosce possono diventare dei frutti abbondantSSIMIi possono diventare forme di generazione Che neppure noi potevamo immaginare come Maria non poteva immaginare di diventare la madre di una moltitudine di credenti e infine ci possiamo con tenere mezza rivolgere a Maria perché ci rappresenti tutti e ci permetta di conservare ancora le attese più profonde senza far finta di poter vivere senza attese profonde
    Viviamo in una società in cui siamo così disillusi certe volte da non permetterci più il lusso di attendere nulla di profondo,di vitale, di umano.
    Al limite ci concediamo il piccolo lusso di tante piccole infinite rivendicazioni che non fanno che richiuderci in noi stessi
    Possiamo continuare a sognare in grande ad attendere in grande ,come società, come città di Torino e anche Chiesa e anche come popolo di credenti perché davanti a noi c'è un futuro grande : è il futuro di Dio che come non ha smesso di vedere la Sua Madre così non smette di vedere ciascuno di noi e anche questa ns comunta'.
    Mi piace pensare che questi sentimenti siano interpretati da una bella poesia di madre Canopi che dice così :
    ”Noi che giorno e notte Te per strana strana terra andiamo ricercando.
    Noi, parole vive profumate d'infanzia estasiati berremo alla Tua fonte : cielo, stella, fiore, luce, silenzio, amore .
    O voi beati ci dirai allora voi che portate occhi di bambini per vedere la luce del Mio Volto! Voi che avete pianto, sorridete ora , contemplando in cielo la messe matura dei miei campi !
    Amen “

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