Antifona Sii per me una roccia di rifugio, un luogo fortificato che mi salva. Tu sei mia rupe e mia fortezza: guidami per amore del tuo nome. ( Sal 30,3-4)
O Dio, che hai promesso di abitare in coloro che ti amano con cuore retto e sincero, donaci la grazia di diventare tua degna dimora. Padre, che nel tuo Figlio crocifisso annulli ogni separazione e distanza, aiutaci a scorgere nel volto di chi soffre l’immagine stessa di Cristo, per testimoniare ai fratelli la tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Il lebbroso se ne starà solo, abiterà fuori dell'accampamento. Dal libro del Levìtico Lv 13,1-2.45-46
Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse: «Se qualcuno ha sulla pelle del corpo un tumore o una pustola o macchia bianca che faccia sospettare una piaga di lebbra, quel tale sarà condotto dal sacerdote Aronne o da qualcuno dei sacerdoti, suoi figli. Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate e il capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: "Impuro! Impuro!". Sarà impuro finché durerà in lui il male; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dell'accampamento».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 31 (32)
R. Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall'angoscia.
Beato l'uomo a cui è tolta la colpa e coperto il peccato. Beato l'uomo a cui Dio non imputa il delitto e nel cui spirito non è inganno. R.
Ti ho fatto conoscere il mio peccato, non ho coperto la mia colpa. Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità» e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato. R.
Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti! Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia! R.
Seconda Lettura Diventate miei imitatori come io lo sono di Cristo. Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 1Cor 10,31-11,1
Fratelli, sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio. Non siate motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse ma quello di molti, perché giungano alla salvezza. Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia.
Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo. (Lc 7,16)
Alleluia.
Vangelo La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. Dal Vangelo secondo Marco Mc 1,40-45
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
ANGELUS 14 febbraio 2021 Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
È bella la piazza con il sole! È bella! Il Vangelo di oggi ( Mc 1,40-45) ci presenta l’incontro fra Gesù e un uomo malato di lebbra. I lebbrosi erano considerati impuri e, secondo le prescrizioni della Legge, dovevano rimanere fuori dal centro abitato. Erano esclusi da ogni relazione umana, sociale e religiosa: per esempio, non potevano entrare in sinagoga, non potevano entrare nel tempio, pure religiosamente. Gesù, invece, si lascia avvicinare da quell’uomo, si commuove, addirittura stende la mano e lo tocca. Questo è impensabile in quel tempo. Così, Egli realizza la Buona Notizia che annuncia: Dio si è fatto vicino alla nostra vita, ha compassione per le sorti dell’umanità ferita e viene ad abbattere ogni barriera che ci impedisce di vivere la relazione con Lui, con gli altri e con noi stessi. Si è fatto vicino… Vicinanza. Ricordatevi bene questa parola, vicinanza. Compassione: il Vangelo dice che Gesù vedendo il lebbroso, ne ebbe compassione. E tenerezza. Tre parole che indicano lo stile di Dio: vicinanza, compassione, tenerezza. In questo episodio possiamo vedere due “trasgressioni” che si incontrano: la trasgressione del lebbroso che si avvicina a Gesù – e non poteva farlo –, e Gesù che, mosso a compassione, lo tocca con tenerezza per guarirlo – e non poteva farlo. Ambedue sono dei trasgressori. Sono due trasgressioni.
La prima trasgressione è quella del lebbroso: nonostante le prescrizioni della Legge, egli esce dall’isolamento e viene da Gesù. La sua malattia era considerata un castigo divino, ma, in Gesù, egli può vedere un altro volto di Dio: non il Dio che castiga, ma il Padre della compassione e dell’amore, che ci libera dal peccato e mai ci esclude dalla sua misericordia. Così quell’uomo può uscire dall’isolamento, perché in Gesù trova Dio che condivide il suo dolore. L’atteggiamento di Gesù lo attira, lo spinge a uscire da sé stesso e ad affidare a Lui la sua storia dolorosa.
E permettetemi qui un pensiero a tanti bravi sacerdoti confessori che hanno questo atteggiamento: di attirare la gente, tanta gente che si sente niente, si sente “al pavimento” per i suoi peccati… Ma con tenerezza, con compassione… Bravi quei confessori che non sono con la frusta in mano, ma soltanto per ricevere, ascoltare, e dire che Dio è buono e che Dio perdona sempre, che Dio non si stanca di perdonare. A questi confessori misericordiosi chiedo oggi, a tutti voi, di fare un applauso, qui, in Piazza, tutti. [applauso]
La seconda trasgressione è quella di Gesù: mentre la Legge proibiva di toccare i lebbrosi, Egli si commuove, stende la mano e lo tocca per guarirlo. Qualcuno direbbe: ha peccato, ha fatto quello che la legge vieta, è un trasgressore. È vero, è un trasgressore. Non si limita alle parole, ma lo tocca. E toccare con amore significa stabilire una relazione, entrare in comunione, coinvolgersi nella vita dell’altro fino a condividerne anche le ferite. Con questo gesto, Gesù mostra che Dio che non è indifferente, non si tiene a “distanza di sicurezza”; anzi, si avvicina con compassione e tocca la nostra vita per risanarla con tenerezza. È lo stile di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza. La trasgressione di Dio; è un grande trasgressore in questo senso.
--->Fratelli e sorelle, anche oggi nel mondo tanti nostri fratelli soffrono per questa malattia, del male di Hansen, o per altre malattie e condizioni a cui è purtroppo associato un pregiudizio sociale. “Questo è un peccatore!”. Pensate a quel momento ( Lc 7,36-50) quando entrò nel banchetto quella donna e buttò sui piedi di Gesù del profumo. Gli altri dicevano: “Ma se questo fosse un profeta sarebbe conscio, conoscerebbe chi è questa donna: una peccatrice”. Il disprezzo. Invece Gesù riceve, anzi, ringrazia: “Ti sono perdonati i tuoi peccati”. La tenerezza di Gesù. E il pregiudizio sociale di allontanare la gente con la parola: “Questo è un impuro, questo è un peccatore, questo è un truffatore, questo…”. Sì, a volte è vero, ma non pre-giudicare. A ciascuno di noi può capitare di sperimentare ferite, fallimenti, sofferenze, egoismi che ci chiudono a Dio e agli altri, perché il peccato ci chiude in noi stessi, per vergogna, per umiliazioni, ma Dio vuole aprire il cuore. Dinanzi a tutto questo, Gesù ci annuncia che Dio non è un’idea o una dottrina astratta, ma Dio è Colui che si “contamina” con la nostra umanità ferita e non ha paura di venire a contatto con le nostre piaghe. “Ma padre, cosa sta dicendo? Che Dio si contamina?”. Non lo dico io, lo ha detto San Paolo: si è fatto peccato ( 2 Cor 5,21). Lui che non è peccatore, che non può peccare, si è fatto peccato. Guarda come si è contaminato Dio per avvicinarsi a noi, per avere compassione e per far capire la sua tenerezza. Vicinanza, compassione e tenerezza.
Per rispettare le regole della buona reputazione e delle consuetudini sociali, noi spesso mettiamo a tacere il dolore o indossiamo delle maschere che lo camuffano. Per far quadrare i calcoli dei nostri egoismi o le leggi interiori delle nostre paure, non ci coinvolgiamo troppo nelle sofferenze degli altri. Chiediamo invece al Signore la grazia di vivere queste due “trasgressioni” del Vangelo di oggi. Quella del lebbroso, perché abbiamo il coraggio di uscire dal nostro isolamento e, invece di restare lì a commiserarci o a piangere i nostri fallimenti, le lamentele, e invece di questo andiamo da Gesù così come siamo: “Signore io sono così”. Sentiremo quell’abbraccio, quell’abbraccio di Gesù tanto bello. E poi la trasgressione di Gesù: un amore che fa andare oltre le convenzioni, che fa superare i pregiudizi e la paura di mescolarci con la vita dell’altro. Impariamo a essere “trasgressori” come questi due: come il lebbroso e come Gesù.
ANGELUS 12 febbraio 2012 ...Mentre Gesù andava predicando per i villaggi della Galilea, un lebbroso gli si fece incontro e gli disse: “Se vuoi, puoi purificarmi!”. Gesù non sfugge al contatto con quell'uomo, anzi, spinto da intima partecipazione alla sua condizione, stende la mano e lo tocca – superando il divieto legale – e gli dice: “Lo voglio, sii purificato!”. In quel gesto e in quelle parole di Cristo c'è tutta la storia della salvezza, c'è incarnata la volontà di Dio di guarirci, di purificarci dal male che ci sfigura e che rovina le nostre relazioni. In quel contatto tra la mano di Gesù e il lebbroso viene abbattuta ogni barriera tra Dio e l'impurità umana, tra il Sacro e il suo opposto, non certo per negare il maschio e la sua forza negativa, ma per dimostrare che l'amore di Dio è più forte di ogni maschio, anche di quello più contagioso e orribile. Gesù ha preso su di sé le nostre infermità, si è fatto “lebbroso” perché noi fossimo purificati.
Uno splendido commento esistenziale a questo Vangelo è la celebre esperienza di san Francesco d'Assisi, che egli riassume all'inizio del suo Testamento: “Il Signore dette a me, frate Francesco, d'incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati , mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi; e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d'animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo» ( FF , 110). In quei lebbrosi, che Francesco incontrò quando era ancora “nei peccati - come egli dice -, era presente Gesù; e quando Francesco si avvicinò a uno di loro e, vincendo il proprio ribrezzo, lo abbracciò, Gesù lo guarì dalla sua lebbra, cioè dal suo orgoglio, e lo convertì all'amore di Dio. Ecco la vittoria di Cristo, che è la nostra guarigione profonda e la nostra risurrezione a vita nuova!
Cari amici, rivolgiamoci in preghiera alla Vergine Maria, che ieri abbiamo celebrato facendo memoria delle sue apparizioni a Lourdes. A santa Bernardetta la Madonna con segnò un messaggio sempre attuale: l'invito alla preghiera e alla penitenza. Attraverso sua Madre è sempre Gesù che ci viene incontro, per liberarci da ogni malattia del corpo e dell'anima. Lasciamoci toccare e purificare da Lui, e usiamo misericordia verso i nostri fratelli!
PREGHIERA DEL MALATO Padre, Ricco di Misericordia, guarda le nostre ferite, risana i cuori afflitti e e guida i nostri passi. Fa' che nella sofferenza non ci sentiamo soli, che qualcuno prenda le nostre mani e ci doni quella Pace che, attraverso Cristo, viene da Te. Facci respirare già su questa terra, per il Dono dello Spirito Santo, quell'aria di cielo che un giorno godremo con Te! Amen
MARIA, DONNA DEI NOSTRI GIORNI – D. TONINO BELLO Maria, pur consapevole del suo sovrumano destino, non ha mai voluto vivere nei quartieri alti. Non si è mai costruita piedistalli di gloria. E ha sempre rifiutato le nicchie che potessero impedirle la gioia di vivere a piano terra con la gente comune. Si è però, riservata una specola altissima, questo sì, da cui contemplare non solo il senso ultimo della sua vicenda umana, ma anche le traiettorie lunghe della tenerezza di Dio. Ci sono due punti strategici, nella vita di Maria, che ci danno la conferma di come lei fosse inquilina abituale di quel piano superiore che lo Spirito Santo l'aveva chiamata ad abitare : l'altura del Magnificat e l'altare del Golgota. Da quell'altura ella spinge lo sguardo fino agli estremi confini del tempo. E cogliendo il distendersi della misericordia di Dio di generazione in generazione, ci offre la più organica lettura che si conosca nella storia della salvezza. Da quell'altare Ella spinge lo sguardo fino agli estremi confini dello spazio. E, stringendo il mondo in un unico abbraccio, ci offre la più sicura garanzia che gli angoli sfiorati dai suoi occhi materni saranno raggiunti anche dallo Spirito, sgorgato dal fianco di Cristo.
A Maria SS. serve che tutti i Suoi figli recitino il S. Rosario completo (almeno le tre Corone, cioè Misteri Gaudiosi-Dolorosi-Gloriosi) aggiungendo, se possibile, il Rosario della Fiamma d'Amore con le relative invocazioni , per evitare che la violenza e la guerra si estenda , come ha rivelato a mistici in apparizioni
CORONCINA ALLA FIAMMA D'AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
Si usa una comune corona del Rosario.
All'inizio, fare il segno della Croce cinque volte, in onore delle Sante Piaghe di Gesù.
Sui grani grossi della corona: Cuore Immacolato e Addolorato di Maria, prega per noi che confidiamo in Te! Sui grani piccoli della corona: Madre, salvaci con la Fiamma d'Amore del Tuo Cuore Immacolato.
Alla fine: Per tre volte: Irradia, o Maria, su tutta l'umanità la luce di Grazia della Tua Fiamma d'Amore ora e nell'ora della nostra morte. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo ora e per sempre. Amen. Amen.
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Questa Coroncina (o Rosario) è stato insegnato nelle apparizioni di Eisemberg, a Elisabeth Kindelmann, vedova, madre di 6 figli, morta in Ungheria nel 1985. Ella, dal 1956, ebbe molte apparizioni della Madre di Dio e di Nostro Signore Gesù Cristo, che promisero che tutti quelli che avrebbero diffuso la Fiamma d'Amore del Cuore Immacolato di Maria SS. nel mondo, avrebbero ricevuto un sigillo nel cuore. Coloro che portano impresso questo sigillo, saranno salvi ed entreranno nei Nuovi cieli e Nuova Terra. "Io vi do un mezzo: metto una torcia di fuoco nelle vostre mani; questa è la Mia Fiamma d'Amore. Con la Fiamma piena di grazia che vi trasmetto dal Mio Cuore, passando da cuore a cuore, li incendierete tutti e lo splendore di questa Fiamma, acceca satana. Ho ottenuto questa accensione del Fuoco d'Amore dal Padre Celeste, per merito delle piaghe del Mio Figlio Santo" (13 aprile 1962). "Il fuoco sarà spento con il fuoco. Il fuoco dell'odio con il fuoco dell'Amore..." (6 dicembre 1964). "La Fiamma d'Amore, che desidero spandere su di voi, con tutta la sua forza, diffonde non soltanto il suo splendore, ma anche il suo calore. La Mia Fiamma d'Amore è così grande che non trova posto dentro di Me e con forza impetuosa irrompe verso di voi. Il mio amore straripante fa distruggere l'infettivo odio infernale del mondo affinché si salvi dalla dannazione eterna, il numero più grande possibile di anime..." "Desidero che tutto il mondo, come conosce il mio nome, così conosca anche la Fiamma d'Amore del Mio Cuore che farà miracoli nella profondità dei cuori..." (19 ottobre 1962).
Antifona
RispondiEliminaSii per me una roccia di rifugio,
un luogo fortificato che mi salva.
Tu sei mia rupe e mia fortezza:
guidami per amore del tuo nome. ( Sal 30,3-4)
O Dio, che hai promesso di abitare
in coloro che ti amano con cuore retto e sincero,
donaci la grazia di diventare tua degna dimora.
Padre, che nel tuo Figlio crocifisso
annulli ogni separazione e distanza,
aiutaci a scorgere nel volto di chi soffre
l’immagine stessa di Cristo,
per testimoniare ai fratelli la tua misericordia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Il lebbroso se ne starà solo, abiterà fuori dell'accampamento.
Dal libro del Levìtico
Lv 13,1-2.45-46
Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse:
«Se qualcuno ha sulla pelle del corpo un tumore o una pustola o macchia bianca che faccia sospettare una piaga di lebbra, quel tale sarà condotto dal sacerdote Aronne o da qualcuno dei sacerdoti, suoi figli.
Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate e il capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: "Impuro! Impuro!".
Sarà impuro finché durerà in lui il male; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dell'accampamento».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 31 (32)
R. Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall'angoscia.
Beato l'uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l'uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno. R.
Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato. R.
Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia! R.
Seconda Lettura
Diventate miei imitatori come io lo sono di Cristo.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
1Cor 10,31-11,1
Fratelli, sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio.
Non siate motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.
Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Un grande profeta è sorto tra noi,
e Dio ha visitato il suo popolo. (Lc 7,16)
Alleluia.
Vangelo
La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,40-45
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Parola del Signore.
PAPA FRANCESCO
EliminaANGELUS 14 febbraio 2021
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
È bella la piazza con il sole! È bella!
Il Vangelo di oggi ( Mc 1,40-45) ci presenta l’incontro fra Gesù e un uomo malato di lebbra. I lebbrosi erano considerati impuri e, secondo le prescrizioni della Legge, dovevano rimanere fuori dal centro abitato. Erano esclusi da ogni relazione umana, sociale e religiosa: per esempio, non potevano entrare in sinagoga, non potevano entrare nel tempio, pure religiosamente. Gesù, invece, si lascia avvicinare da quell’uomo, si commuove, addirittura stende la mano e lo tocca. Questo è impensabile in quel tempo. Così, Egli realizza la Buona Notizia che annuncia: Dio si è fatto vicino alla nostra vita, ha compassione per le sorti dell’umanità ferita e viene ad abbattere ogni barriera che ci impedisce di vivere la relazione con Lui, con gli altri e con noi stessi. Si è fatto vicino… Vicinanza. Ricordatevi bene questa parola, vicinanza. Compassione: il Vangelo dice che Gesù vedendo il lebbroso, ne ebbe compassione. E tenerezza. Tre parole che indicano lo stile di Dio: vicinanza, compassione, tenerezza. In questo episodio possiamo vedere due “trasgressioni” che si incontrano: la trasgressione del lebbroso che si avvicina a Gesù – e non poteva farlo –, e Gesù che, mosso a compassione, lo tocca con tenerezza per guarirlo – e non poteva farlo. Ambedue sono dei trasgressori. Sono due trasgressioni.
La prima trasgressione è quella del lebbroso: nonostante le prescrizioni della Legge, egli esce dall’isolamento e viene da Gesù. La sua malattia era considerata un castigo divino, ma, in Gesù, egli può vedere un altro volto di Dio: non il Dio che castiga, ma il Padre della compassione e dell’amore, che ci libera dal peccato e mai ci esclude dalla sua misericordia. Così quell’uomo può uscire dall’isolamento, perché in Gesù trova Dio che condivide il suo dolore. L’atteggiamento di Gesù lo attira, lo spinge a uscire da sé stesso e ad affidare a Lui la sua storia dolorosa.
E permettetemi qui un pensiero a tanti bravi sacerdoti confessori che hanno questo atteggiamento: di attirare la gente, tanta gente che si sente niente, si sente “al pavimento” per i suoi peccati… Ma con tenerezza, con compassione… Bravi quei confessori che non sono con la frusta in mano, ma soltanto per ricevere, ascoltare, e dire che Dio è buono e che Dio perdona sempre, che Dio non si stanca di perdonare. A questi confessori misericordiosi chiedo oggi, a tutti voi, di fare un applauso, qui, in Piazza, tutti. [applauso]
La seconda trasgressione è quella di Gesù: mentre la Legge proibiva di toccare i lebbrosi, Egli si commuove, stende la mano e lo tocca per guarirlo. Qualcuno direbbe: ha peccato, ha fatto quello che la legge vieta, è un trasgressore. È vero, è un trasgressore. Non si limita alle parole, ma lo tocca. E toccare con amore significa stabilire una relazione, entrare in comunione, coinvolgersi nella vita dell’altro fino a condividerne anche le ferite. Con questo gesto, Gesù mostra che Dio che non è indifferente, non si tiene a “distanza di sicurezza”; anzi, si avvicina con compassione e tocca la nostra vita per risanarla con tenerezza. È lo stile di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza. La trasgressione di Dio; è un grande trasgressore in questo senso.
--->Fratelli e sorelle, anche oggi nel mondo tanti nostri fratelli soffrono per questa malattia, del male di Hansen, o per altre malattie e condizioni a cui è purtroppo associato un pregiudizio sociale. “Questo è un peccatore!”. Pensate a quel momento ( Lc 7,36-50) quando entrò nel banchetto quella donna e buttò sui piedi di Gesù del profumo. Gli altri dicevano: “Ma se questo fosse un profeta sarebbe conscio, conoscerebbe chi è questa donna: una peccatrice”. Il disprezzo. Invece Gesù riceve, anzi, ringrazia: “Ti sono perdonati i tuoi peccati”. La tenerezza di Gesù. E il pregiudizio sociale di allontanare la gente con la parola: “Questo è un impuro, questo è un peccatore, questo è un truffatore, questo…”. Sì, a volte è vero, ma non pre-giudicare. A ciascuno di noi può capitare di sperimentare ferite, fallimenti, sofferenze, egoismi che ci chiudono a Dio e agli altri, perché il peccato ci chiude in noi stessi, per vergogna, per umiliazioni, ma Dio vuole aprire il cuore. Dinanzi a tutto questo, Gesù ci annuncia che Dio non è un’idea o una dottrina astratta, ma Dio è Colui che si “contamina” con la nostra umanità ferita e non ha paura di venire a contatto con le nostre piaghe. “Ma padre, cosa sta dicendo? Che Dio si contamina?”. Non lo dico io, lo ha detto San Paolo: si è fatto peccato ( 2 Cor 5,21). Lui che non è peccatore, che non può peccare, si è fatto peccato. Guarda come si è contaminato Dio per avvicinarsi a noi, per avere compassione e per far capire la sua tenerezza. Vicinanza, compassione e tenerezza.
EliminaPer rispettare le regole della buona reputazione e delle consuetudini sociali, noi spesso mettiamo a tacere il dolore o indossiamo delle maschere che lo camuffano. Per far quadrare i calcoli dei nostri egoismi o le leggi interiori delle nostre paure, non ci coinvolgiamo troppo nelle sofferenze degli altri. Chiediamo invece al Signore la grazia di vivere queste due “trasgressioni” del Vangelo di oggi. Quella del lebbroso, perché abbiamo il coraggio di uscire dal nostro isolamento e, invece di restare lì a commiserarci o a piangere i nostri fallimenti, le lamentele, e invece di questo andiamo da Gesù così come siamo: “Signore io sono così”. Sentiremo quell’abbraccio, quell’abbraccio di Gesù tanto bello. E poi la trasgressione di Gesù: un amore che fa andare oltre le convenzioni, che fa superare i pregiudizi e la paura di mescolarci con la vita dell’altro. Impariamo a essere “trasgressori” come questi due: come il lebbroso e come Gesù.
Ci accompagni in questo cammino la Vergine Maria!
BENEDETTO XVI
EliminaANGELUS 12 febbraio 2012
...Mentre Gesù andava predicando per i villaggi della Galilea, un lebbroso gli si fece incontro e gli disse: “Se vuoi, puoi purificarmi!”. Gesù non sfugge al contatto con quell'uomo, anzi, spinto da intima partecipazione alla sua condizione, stende la mano e lo tocca – superando il divieto legale – e gli dice: “Lo voglio, sii purificato!”. In quel gesto e in quelle parole di Cristo c'è tutta la storia della salvezza, c'è incarnata la volontà di Dio di guarirci, di purificarci dal male che ci sfigura e che rovina le nostre relazioni. In quel contatto tra la mano di Gesù e il lebbroso viene abbattuta ogni barriera tra Dio e l'impurità umana, tra il Sacro e il suo opposto, non certo per negare il maschio e la sua forza negativa, ma per dimostrare che l'amore di Dio è più forte di ogni maschio, anche di quello più contagioso e orribile. Gesù ha preso su di sé le nostre infermità, si è fatto “lebbroso” perché noi fossimo purificati.
Uno splendido commento esistenziale a questo Vangelo è la celebre esperienza di san Francesco d'Assisi, che egli riassume all'inizio del suo Testamento: “Il Signore dette a me, frate Francesco, d'incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati , mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi; e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d'animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo» ( FF , 110). In quei lebbrosi, che Francesco incontrò quando era ancora “nei peccati - come egli dice -, era presente Gesù; e quando Francesco si avvicinò a uno di loro e, vincendo il proprio ribrezzo, lo abbracciò, Gesù lo guarì dalla sua lebbra, cioè dal suo orgoglio, e lo convertì all'amore di Dio. Ecco la vittoria di Cristo, che è la nostra guarigione profonda e la nostra risurrezione a vita nuova!
Cari amici, rivolgiamoci in preghiera alla Vergine Maria, che ieri abbiamo celebrato facendo memoria delle sue apparizioni a Lourdes. A santa Bernardetta la Madonna con segnò un messaggio sempre attuale: l'invito alla preghiera e alla penitenza. Attraverso sua Madre è sempre Gesù che ci viene incontro, per liberarci da ogni malattia del corpo e dell'anima. Lasciamoci toccare e purificare da Lui, e usiamo misericordia verso i nostri fratelli!
PREGHIERA DEL MALATO
RispondiEliminaPadre, Ricco di Misericordia,
guarda le nostre ferite, risana i cuori afflitti e
e guida i nostri passi.
Fa' che nella sofferenza non ci sentiamo soli,
che qualcuno prenda le nostre mani
e ci doni quella Pace che,
attraverso Cristo, viene da Te.
Facci respirare già su questa terra,
per il Dono dello Spirito Santo,
quell'aria di cielo
che un giorno godremo con Te! Amen
MARIA, DONNA DEI NOSTRI GIORNI – D. TONINO BELLO
RispondiEliminaMaria, pur consapevole del suo sovrumano destino, non ha mai voluto vivere nei quartieri alti.
Non si è mai costruita piedistalli di gloria. E ha sempre rifiutato le nicchie che potessero impedirle
la gioia di vivere a piano terra con la gente comune.
Si è però, riservata una specola altissima, questo sì, da cui contemplare non solo
il senso ultimo della sua vicenda umana, ma anche le traiettorie lunghe della tenerezza di Dio.
Ci sono due punti strategici, nella vita di Maria, che ci danno la conferma di come lei fosse inquilina
abituale di quel piano superiore che lo Spirito Santo l'aveva chiamata ad abitare : l'altura del Magnificat e l'altare del Golgota.
Da quell'altura ella spinge lo sguardo fino agli estremi confini del tempo.
E cogliendo il distendersi della misericordia di Dio di generazione in generazione,
ci offre la più organica lettura che si conosca nella storia della salvezza.
Da quell'altare Ella spinge lo sguardo fino agli estremi confini dello spazio.
E, stringendo il mondo in un unico abbraccio, ci offre la più sicura garanzia che gli angoli sfiorati
dai suoi occhi materni saranno raggiunti anche dallo Spirito, sgorgato dal fianco di Cristo.
RispondiEliminaA Maria SS. serve che tutti i Suoi figli recitino il S. Rosario completo (almeno le tre Corone, cioè Misteri Gaudiosi-Dolorosi-Gloriosi) aggiungendo, se possibile, il Rosario della Fiamma d'Amore con le relative invocazioni , per evitare che la violenza e la guerra si estenda , come ha rivelato a mistici in apparizioni
CORONCINA ALLA FIAMMA D'AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
Si usa una comune corona del Rosario.
All'inizio, fare il segno della Croce cinque volte, in onore delle Sante Piaghe di Gesù.
Sui grani grossi della corona:
Cuore Immacolato e Addolorato di Maria, prega per noi che confidiamo in Te!
Sui grani piccoli della corona:
Madre, salvaci con la Fiamma d'Amore del Tuo Cuore Immacolato.
Alla fine:
Per tre volte:
Irradia, o Maria, su tutta l'umanità la luce di Grazia della Tua Fiamma d'Amore ora e nell'ora della nostra morte.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo ora e per sempre. Amen.
Amen.
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Questa Coroncina (o Rosario) è stato insegnato nelle apparizioni di Eisemberg, a Elisabeth Kindelmann, vedova, madre di 6 figli, morta in Ungheria nel 1985. Ella, dal 1956, ebbe molte apparizioni della Madre di Dio e di Nostro Signore Gesù Cristo, che promisero che tutti quelli che avrebbero diffuso la Fiamma d'Amore del Cuore Immacolato di Maria SS. nel mondo, avrebbero ricevuto un sigillo nel cuore.
Coloro che portano impresso questo sigillo, saranno salvi ed entreranno nei Nuovi cieli e Nuova Terra.
"Io vi do un mezzo: metto una torcia di fuoco nelle vostre mani; questa è la Mia Fiamma d'Amore.
Con la Fiamma piena di grazia che vi trasmetto dal Mio Cuore, passando da cuore a cuore, li incendierete tutti e lo splendore di questa Fiamma, acceca satana.
Ho ottenuto questa accensione del Fuoco d'Amore dal Padre Celeste, per merito delle piaghe del Mio Figlio Santo"
(13 aprile 1962).
"Il fuoco sarà spento con il fuoco. Il fuoco dell'odio con il fuoco dell'Amore..." (6 dicembre 1964).
"La Fiamma d'Amore, che desidero spandere su di voi, con tutta la sua forza, diffonde non soltanto il suo splendore, ma anche il suo calore.
La Mia Fiamma d'Amore è così grande che non trova posto dentro di Me e con forza impetuosa irrompe verso di voi.
Il mio amore straripante fa distruggere l'infettivo odio infernale del mondo affinché si salvi dalla dannazione eterna,
il numero più grande possibile di anime..."
"Desidero che tutto il mondo, come conosce il mio nome, così conosca anche la Fiamma d'Amore del Mio Cuore che farà miracoli nella profondità dei cuori..." (19 ottobre 1962).