Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile. (Is 9,5)
Si dice il Gloria.
Colletta
Dio onnipotente ed eterno, che nella nascita del tuo Figlio hai stabilito l’inizio e la pienezza della vera fede, accogli anche noi come membra del Cristo, che compendia in sé la salvezza del mondo. Egli è Dio, e vive e regna con te. Prima Lettura Avete ricevuto l'unzione dal Santo e tutti avete la conoscenza.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo 1Gv 2,18-21
Figlioli, è giunta l'ultima ora. Come avete sentito dire che l'anticristo deve venire, di fatto molti anticristi sono già venuti. Da questo conosciamo che è l'ultima ora. Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; sono usciti perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri. Ora voi avete ricevuto l'unzione dal Santo, e tutti avete la conoscenza. Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 95 (96)
R. Gloria nei cieli e gioia sulla terra. Oppure: R. Tutti i confini della terra hanno visto la salvezza del nostro Dio.
Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore, uomini di tutta la terra. Cantate al Signore, benedite il suo nome, annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. R.
Gioiscano i cieli, esulti la terra, risuoni il mare e quanto racchiude; sia in festa la campagna e quanto contiene, acclamino tutti gli alberi della foresta. R.
Davanti al Signore che viene: sì, egli viene a giudicare la terra; giudicherà il mondo con giustizia e nella sua fedeltà i popoli. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio. (Gv 1,14a.12a)
Alleluia.
Vangelo Il Verbo si fece carne.
Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 1,1-18
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
PAROLE DEI PAPI SAN G.PAOLO II Proprio questo FIGLIO -il VERBO che si fece CARNE -è colui al quale dà testimonianza Giovanni sul Giordano. Di Giovanni Battista leggiamo nel Prologo: “Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce . . .” (Gv 1, 6-7). Tale luce è proprio Cristo -come VERBO. Leggiamo ancora nel Prologo: “In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini” (Gv 1, 4). Questa è “la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1,9). La luce che “splende nelle TENEBRE, ma le TENEBRE non l’hanno accolta” (Gv 1, 5). Dunque, secondo il Prologo del Vangelo di Giovanni, Gesù Cristo è Dio, perché FIGLIO unigenito di Dio Padre. Il VERBO. Egli viene nel mondo come fonte di vita e di santità. Veramente qui siamo al punto centrale e decisivo della nostra professione di FEDE: “Il VERBO si è fatto CARNE e venne ad abitare in mezzo a noi”. ANGELUS 3 -1 -2003 La liturgia dell'odierna domenica ci ripropone, nel Prologo del Vangelo di San Giovanni, il mistero sublime dell'INCARNAZIONE del VERBO ETERNO, venuto ad abitare in mezzo a noi. Scrive l'Evangelista: "In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini", che "splende nelle TENEBRE, ma le TENEBRE non l'hanno accolta" (Gv 1,4-5). A coloro però che l'hanno accolta è stato dato "potere di diventare FIGLI DI DIO" (cfr v. 12). E termina con questa solenne affermazione: "Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il FIGLIO unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha RIVELATO" (v. 18). Queste parole, pur risuonando nel cuore della Chiesa da oltre due mila anni, conservano tutta la loro novità e attualità. In Gesù, FIGLIO unigenito del Padre, Dio totalmente si RIVELA e partecipa la sua vita ad ogni essere umano che lo riconosce come Salvatore. Il Bambino nato a Betlemme è veramente il ‘coetaneo’ di ogni PERSONA, che viene sulla faccia della terra. 2. È, pertanto, anche nostro ‘contemporaneo’. I doni del Signore non tramontano mai. Ecco il lieto annuncio del Natale: la luce divina, che inondò il cuore di Maria e di Giuseppe, e guidò i passi dei pastori e dei Magi, brilla anche oggi per noi. Il dramma è che Cristo-luce del mondo da molti non è conosciuto, da altri non è accolto, anzi è rifiutato. Nella nostra società è purtroppo diffusa una cultura imbevuta di egoismo e chiusa alla conoscenza e all'amore di Dio. È una cultura che, rifiutando di fatto un saldo riferimento alla trascendenza divina, genera smarrimento e insoddisfazione, indifferenza e solitudine, odio e violenza. Quanto urgente è allora testimoniare con gioia l'unico messaggio di salvezza, antico e sempre nuovo, del Vangelo della vita e della luce, della speranza e dell'amore! 3. Maria, Stella dell'evangelizzazione, che invochiamo fiduciosi, ci sostenga sempre perché rimaniamo fedeli alla vocazione cristiana e possiamo realizzare le aspirazioni di giustizia e di pace, che ardentemente avvertiamo all'inizio di questo nuovo anno.
BENEDETTO XVI ANGELUS - Domenica, 4 gennaio 2009 La liturgia ripropone oggi alla nostra meditazione lo stesso Vangelo proclamato nel giorno di Natale, cioè il Prologo di San Giovanni. Dopo il frastuono dei giorni scorsi con la corsa all’acquisto dei regali, la Chiesa ci invita nuovamente a contemplare il mistero del Natale di Cristo, per coglierne ancor più il significato profondo e l’importanza per la nostra vita. Si tratta di un testo mirabile, che offre una sintesi vertiginosa di tutta la FEDE cristiana. Parte dall’alto: "In principio era il VERBO, e il VERBO era presso Dio e il VERBO era Dio" (Gv 1,1); ed ecco la novità inaudita e umanamente inconcepibile: "Il VERBO si fece CARNE e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14a). Non è una figura retorica, ma un’esperienza vissuta! A riferirla è Giovanni, testimone oculare: "Noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del FIGLIO unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità" (Gv 1,14b). Non è la parola dotta di un rabbino o di un dottore della LEGGE, ma la testimonianza appassionata di un umile pescatore che, attratto giovane da Gesù di Nazareth, nei tre anni di vita comune con Lui e con gli altri apostoli ne sperimentò l’amore – tanto da autodefinirsi "il discepolo che Gesù amava" –, lo vide morire in croce e apparire risorto, e ricevette poi con gli altri il suo Spirito. Da tutta questa esperienza, meditata nel suo cuore, Giovanni trasse un’intima certezza: Gesù è la SAPIENZA di Dio incarnata, è la sua Parola eterna fattasi uomo mortale. Per un vero Israelita, che conosce le sacre Scritture, questo non è un controsenso, anzi, è il compimento di tutta l’antica Alleanza: in Gesù Cristo giunge a pienezza il mistero di un Dio che parla agli uomini come ad amici, che si RIVELA a Mosè nella LEGGE, ai sapienti e ai profeti. Conoscendo Gesù, stando con Lui, ascoltando la sua predicazione e vedendo i segni che Egli compiva, i discepoli hanno riconosciuto che in Lui si realizzavano tutte le Scritture. Come affermerà poi un autore cristiano: "Tutta la divina Scrittura costituisce un unico libro e quest’unico libro è Cristo, parla di Cristo e trova in Cristo il suo compimento" (Ugo di San Vittore, De arca Noe, 2, 8). Ogni uomo e ogni donna ha bisogno di trovare un senso profondo per la propria esistenza. E per questo non bastano i libri, nemmeno le sacre Scritture. Il Bambino di Betlemme ci RIVELA e ci comunica il vero "volto" di Dio buono e fedele, che ci ama e non ci abbandona nemmeno nella morte. "Dio, nessuno lo ha mai visto – conclude il Prologo di Giovanni –: il FIGLIO unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha RIVELATO" (Gv 1,18). La prima ad aprire il cuore e a contemplare "il VERBO che si fece CARNE" è stata Maria, la Madre di Gesù. Un’umile ragazza di Galilea è diventata così la "sede della SAPIENZA"! Come l’apostolo Giovanni, ognuno di noi è invitato ad "accoglierla con sé" (Gv 19,27), per conoscere profondamente Gesù e sperimentarne l’amore fedele e inesauribile. È questo il mio augurio per ognuno di voi, cari fratelli e sorelle, all’inizio di questo nuovo anno.
PAPA FRANCESCO ANGELUS 3 gennaio 2021 In principio: sono le prime parole della Bibbia, le stesse con cui comincia il racconto della creazione: «In principio Dio creò il cielo e la terra» (Gen 1,1). Oggi il Vangelo dice che Colui che abbiamo contemplato nel suo Natale, come bambino, Gesù, esisteva prima: prima dell’inizio delle cose, prima dell’universo, prima di tutto. Egli è prima dello spazio e del tempo. «In Lui era la vita» (Gv 1,4) prima che la vita apparisse.
San Giovanni lo chiama Verbo, cioè Parola. Che cosa vuole dirci con ciò? La parola serve per comunicare: non si parla da soli, si parla a qualcuno. […] Ora, il fatto che Gesù sia fin dal principio la Parola significa che dall’inizio Dio vuole comunicare con noi, vuole parlarci. Il Figlio unigenito del Padre (cfr v. 14) vuole dirci la bellezza di essere figli di Dio. […] Ecco lo stupendo messaggio di oggi: Gesù è la Parola, la Parola eterna di Dio, che da sempre pensa a noi e desidera comunicare con noi. E per farlo, è andato oltre le parole. […] Si fece carne e non è tornato indietro. Non ha preso la nostra umanità come un vestito, che si mette e si toglie. No, non si è più staccato dalla nostra carne. E non se ne separerà mai…
FAUSTI – Con sorpresa scopriamo che Colui che amava chiamarsi Figlio dell'uomo e si proclamò Figlio di Dio, è la Parola che da sempre è presso il Padre ed è Dio. Essa, testimoniata da sapienti e profeti e mai conosciuta, divenne Carne in Gesù, per rivelarci e donarci la Sua stessa Gloria di Unigenito dal Padre, in modo che , in Lui, possiamo scoprire di essere figli di Dio. Il prologo è come l'inizio di una sinfonia, in cui si preludono i motivi. Nella storia della Teologia è come una miniera di pietre preziose , da cui sono state attinte le più importanti riflessioni sulla Trinità e sull'incarnazione. Si tratta di un inno alla Parola, Luce e Vita di tutto, dove ciò che si dice apre alle armonie dell'indicibile. La parola suppone uno che parla, si esprime e si dona, e un altro che lo ascolta, lo imprime e lo accoglie dentro di sé. La parola implica due persone che entrano in relazione, in dialogo. Essa nasce dall'amore di chi parla, corrisposto da chi ascolta: è generata dall'amore e genera amore. Per questo Dio che è Amore è anche Parola. La Parola è rivolta non solo al Padre, ma anche al mondo : come è amore e vita all'interno di Dio, è anche sorgente di amore e di vita per ogni creatura. Gesù, Parola diventata Carne , dispone della vita allo stesso modo del Padre. Essa è infatti il dono pieno del Padre al Figlio, che per questo dirà : “Io-Sono la vita” (14,6) e “ Sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza” (10,10). Il mondo è creato dalla Parola e dalla Sapienza che lo precede, lo progetta e lo fa, dandogli il suo “imprinting” di alterità e relazione, di ascolto e risposta, di accoglienza e di responsabilità, di intelligenza e libertà. Solo in quest'ottica l'universo è positivamente sensato, destinato alla vita e alla felicità. Si dice che Dio creò con le lettere dell'alfabeto. Questo vuol dire che ogni realtà è comprensibile e comunicabile in parole. Chi sa “leggere” può capire, interagire e portare tutto al suo senso peno. Dio, che con la Sua Parola è principio di tutto, diventa il fine di tutto, con l'uomo che la comprende. Solo in lui, creato al sesto giorno,la Parola, all'opera sin dal primo giorno, trova ascolto. Egli, con la sua risposta, porte il creato al settimo giorno, al riposo di Dio, diventando lui stesso come la Parola. Era la luce vera” Il soggetto implicito è sempre la Parola, che è la luce “vera”, diversa dalla falsa luce di parole ingannatrici che portano alla morte. Ogni uomo ha dentro di sé la luce della Parola. Nonostante il dis-ascolto, è fatto per lei, perché fatto da lei e di lei. Nel suo cuore brilla una luce interiore, inestinguibile. E' il desiderio di verità e di amore , che lo lascia inquieto fino a quando non ha la gioia di trovare ciò che cerca. La Parola, che è verso il Padre, viene nel mondo come sua vita e luce. Questa luce che è in ciascuno, è il bene più inalienabile dell'uomo e offre a tutti, anche per le vie più personali e misteriose, di entrare in dialogo con il Padre.
RispondiEliminaAntifona
Un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile. (Is 9,5)
Si dice il Gloria.
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
che nella nascita del tuo Figlio
hai stabilito l’inizio e la pienezza della vera fede,
accogli anche noi come membra del Cristo,
che compendia in sé la salvezza del mondo.
Egli è Dio, e vive e regna con te.
Prima Lettura
Avete ricevuto l'unzione dal Santo e tutti avete la conoscenza.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
1Gv 2,18-21
Figlioli, è giunta l'ultima ora. Come avete sentito dire che l'anticristo deve venire, di fatto molti anticristi sono già venuti. Da questo conosciamo che è l'ultima ora.
Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; sono usciti perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri.
Ora voi avete ricevuto l'unzione dal Santo, e tutti avete la conoscenza. Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 95 (96)
R. Gloria nei cieli e gioia sulla terra.
Oppure:
R. Tutti i confini della terra hanno visto la salvezza del nostro Dio.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. R.
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta. R.
Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi.
A quanti lo hanno accolto
ha dato il potere di diventare figli di Dio. (Gv 1,14a.12a)
Alleluia.
Vangelo
Il Verbo si fece carne.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1,1-18
In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l'hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
Parola del Signore.
PAROLE DEI PAPI
RispondiEliminaSAN G.PAOLO II
Proprio questo FIGLIO -il VERBO che si fece CARNE -è colui al quale dà testimonianza Giovanni sul Giordano. Di Giovanni Battista leggiamo nel Prologo: “Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce . . .” (Gv 1, 6-7). Tale luce è proprio Cristo -come VERBO. Leggiamo ancora nel Prologo: “In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini” (Gv 1, 4). Questa è “la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1,9). La luce che “splende nelle TENEBRE, ma le TENEBRE non l’hanno accolta” (Gv 1, 5).
Dunque, secondo il Prologo del Vangelo di Giovanni, Gesù Cristo è Dio, perché FIGLIO unigenito di Dio Padre. Il VERBO. Egli viene nel mondo come fonte di vita e di santità. Veramente qui siamo al punto centrale e decisivo della nostra professione di FEDE: “Il VERBO si è fatto CARNE e venne ad abitare in mezzo a noi”.
ANGELUS 3 -1 -2003
La liturgia dell'odierna domenica ci ripropone, nel Prologo del Vangelo di San Giovanni, il mistero sublime dell'INCARNAZIONE del VERBO ETERNO, venuto ad abitare in mezzo a noi.
Scrive l'Evangelista: "In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini", che "splende nelle TENEBRE, ma le TENEBRE non l'hanno accolta" (Gv 1,4-5). A coloro però che l'hanno accolta è stato dato "potere di diventare FIGLI DI DIO" (cfr v. 12). E termina con questa solenne affermazione: "Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il FIGLIO unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha RIVELATO" (v. 18).
Queste parole, pur risuonando nel cuore della Chiesa da oltre due mila anni, conservano tutta la loro novità e attualità. In Gesù, FIGLIO unigenito del Padre, Dio totalmente si RIVELA e partecipa la sua vita ad ogni essere umano che lo riconosce come Salvatore. Il Bambino nato a Betlemme è veramente il ‘coetaneo’ di ogni PERSONA, che viene sulla faccia della terra.
2. È, pertanto, anche nostro ‘contemporaneo’. I doni del Signore non tramontano mai. Ecco il lieto annuncio del Natale: la luce divina, che inondò il cuore di Maria e di Giuseppe, e guidò i passi dei pastori e dei Magi, brilla anche oggi per noi.
Il dramma è che Cristo-luce del mondo da molti non è conosciuto, da altri non è accolto, anzi è rifiutato. Nella nostra società è purtroppo diffusa una cultura imbevuta di egoismo e chiusa alla conoscenza e all'amore di Dio. È una cultura che, rifiutando di fatto un saldo riferimento alla trascendenza divina, genera smarrimento e insoddisfazione, indifferenza e solitudine, odio e violenza. Quanto urgente è allora testimoniare con gioia l'unico messaggio di salvezza, antico e sempre nuovo, del Vangelo della vita e della luce, della speranza e dell'amore!
3. Maria, Stella dell'evangelizzazione, che invochiamo fiduciosi, ci sostenga sempre perché rimaniamo fedeli alla vocazione cristiana e possiamo realizzare le aspirazioni di giustizia e di pace, che ardentemente avvertiamo all'inizio di questo nuovo anno.
BENEDETTO XVI
EliminaANGELUS - Domenica, 4 gennaio 2009
La liturgia ripropone oggi alla nostra meditazione lo stesso Vangelo proclamato nel giorno di Natale, cioè il Prologo di San Giovanni. Dopo il frastuono dei giorni scorsi con la corsa all’acquisto dei regali, la Chiesa ci invita nuovamente a contemplare il mistero del Natale di Cristo, per coglierne ancor più il significato profondo e l’importanza per la nostra vita. Si tratta di un testo mirabile, che offre una sintesi vertiginosa di tutta la FEDE cristiana. Parte dall’alto: "In principio era il VERBO, e il VERBO era presso Dio e il VERBO era Dio" (Gv 1,1); ed ecco la novità inaudita e umanamente inconcepibile: "Il VERBO si fece CARNE e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14a). Non è una figura retorica, ma un’esperienza vissuta! A riferirla è Giovanni, testimone oculare: "Noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del FIGLIO unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità" (Gv 1,14b). Non è la parola dotta di un rabbino o di un dottore della LEGGE, ma la testimonianza appassionata di un umile pescatore che, attratto giovane da Gesù di Nazareth, nei tre anni di vita comune con Lui e con gli altri apostoli ne sperimentò l’amore – tanto da autodefinirsi "il discepolo che Gesù amava" –, lo vide morire in croce e apparire risorto, e ricevette poi con gli altri il suo Spirito. Da tutta questa esperienza, meditata nel suo cuore, Giovanni trasse un’intima certezza: Gesù è la SAPIENZA di Dio incarnata, è la sua Parola eterna fattasi uomo mortale.
Per un vero Israelita, che conosce le sacre Scritture, questo non è un controsenso, anzi, è il compimento di tutta l’antica Alleanza: in Gesù Cristo giunge a pienezza il mistero di un Dio che parla agli uomini come ad amici, che si RIVELA a Mosè nella LEGGE, ai sapienti e ai profeti. Conoscendo Gesù, stando con Lui, ascoltando la sua predicazione e vedendo i segni che Egli compiva, i discepoli hanno riconosciuto che in Lui si realizzavano tutte le Scritture. Come affermerà poi un autore cristiano: "Tutta la divina Scrittura costituisce un unico libro e quest’unico libro è Cristo, parla di Cristo e trova in Cristo il suo compimento" (Ugo di San Vittore, De arca Noe, 2, 8). Ogni uomo e ogni donna ha bisogno di trovare un senso profondo per la propria esistenza. E per questo non bastano i libri, nemmeno le sacre Scritture. Il Bambino di Betlemme ci RIVELA e ci comunica il vero "volto" di Dio buono e fedele, che ci ama e non ci abbandona nemmeno nella morte. "Dio, nessuno lo ha mai visto – conclude il Prologo di Giovanni –: il FIGLIO unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha RIVELATO" (Gv 1,18).
La prima ad aprire il cuore e a contemplare "il VERBO che si fece CARNE" è stata Maria, la Madre di Gesù. Un’umile ragazza di Galilea è diventata così la "sede della SAPIENZA"! Come l’apostolo Giovanni, ognuno di noi è invitato ad "accoglierla con sé" (Gv 19,27), per conoscere profondamente Gesù e sperimentarne l’amore fedele e inesauribile. È questo il mio augurio per ognuno di voi, cari fratelli e sorelle, all’inizio di questo nuovo anno.
PAPA FRANCESCO
EliminaANGELUS 3 gennaio 2021
In principio: sono le prime parole della Bibbia, le stesse con cui comincia il racconto della creazione: «In principio Dio creò il cielo e la terra» (Gen 1,1). Oggi il Vangelo dice che Colui che abbiamo contemplato nel suo Natale, come bambino, Gesù, esisteva prima: prima dell’inizio delle cose, prima dell’universo, prima di tutto. Egli è prima dello spazio e del tempo. «In Lui era la vita» (Gv 1,4) prima che la vita apparisse.
San Giovanni lo chiama Verbo, cioè Parola. Che cosa vuole dirci con ciò? La parola serve per comunicare: non si parla da soli, si parla a qualcuno. […] Ora, il fatto che Gesù sia fin dal principio la Parola significa che dall’inizio Dio vuole comunicare con noi, vuole parlarci. Il Figlio unigenito del Padre (cfr v. 14) vuole dirci la bellezza di essere figli di Dio. […] Ecco lo stupendo messaggio di oggi: Gesù è la Parola, la Parola eterna di Dio, che da sempre pensa a noi e desidera comunicare con noi. E per farlo, è andato oltre le parole. […] Si fece carne e non è tornato indietro. Non ha preso la nostra umanità come un vestito, che si mette e si toglie. No, non si è più staccato dalla nostra carne. E non se ne separerà mai…
FAUSTI – Con sorpresa scopriamo che Colui che amava chiamarsi Figlio dell'uomo e si proclamò Figlio di Dio, è la Parola che da sempre è presso il Padre ed è Dio. Essa, testimoniata da sapienti e profeti e mai conosciuta, divenne Carne in Gesù, per rivelarci e donarci la Sua stessa Gloria di Unigenito dal Padre, in modo che , in Lui, possiamo scoprire di essere figli di Dio.
RispondiEliminaIl prologo è come l'inizio di una sinfonia, in cui si preludono i motivi. Nella storia della Teologia è come una miniera di pietre preziose , da cui sono state attinte le più importanti riflessioni sulla Trinità e sull'incarnazione.
Si tratta di un inno alla Parola, Luce e Vita di tutto, dove ciò che si dice apre alle armonie dell'indicibile.
La parola suppone uno che parla, si esprime e si dona, e un altro che lo ascolta, lo imprime e lo accoglie dentro di sé. La parola implica due persone che entrano in relazione, in dialogo.
Essa nasce dall'amore di chi parla, corrisposto da chi ascolta: è generata dall'amore e genera amore.
Per questo Dio che è Amore è anche Parola.
La Parola è rivolta non solo al Padre, ma anche al mondo : come è amore e vita all'interno di Dio, è anche sorgente di amore e di vita per ogni creatura. Gesù, Parola diventata Carne , dispone della vita allo stesso modo del Padre.
Essa è infatti il dono pieno del Padre al Figlio, che per questo dirà : “Io-Sono la vita” (14,6) e “ Sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza” (10,10). Il mondo è creato dalla Parola e dalla Sapienza che lo precede, lo progetta e lo fa, dandogli il suo “imprinting” di alterità e relazione, di ascolto e risposta, di accoglienza e di responsabilità, di intelligenza e libertà. Solo in quest'ottica l'universo è positivamente sensato, destinato alla vita e alla felicità.
Si dice che Dio creò con le lettere dell'alfabeto. Questo vuol dire che ogni realtà è comprensibile e comunicabile in parole. Chi sa “leggere” può capire, interagire e portare tutto al suo senso peno.
Dio, che con la Sua Parola è principio di tutto, diventa il fine di tutto, con l'uomo che la comprende.
Solo in lui, creato al sesto giorno,la Parola, all'opera sin dal primo giorno, trova ascolto.
Egli, con la sua risposta, porte il creato al settimo giorno, al riposo di Dio, diventando lui stesso come la Parola.
Era la luce vera” Il soggetto implicito è sempre la Parola, che è la luce “vera”, diversa dalla falsa luce di parole ingannatrici che portano alla morte. Ogni uomo ha dentro di sé la luce della Parola. Nonostante il dis-ascolto, è fatto per lei, perché fatto da lei e di lei. Nel suo cuore brilla una luce interiore, inestinguibile. E' il desiderio di verità e di amore , che lo lascia inquieto fino a quando non ha la gioia di trovare ciò che cerca.
La Parola, che è verso il Padre, viene nel mondo come sua vita e luce.
Questa luce che è in ciascuno, è il bene più inalienabile dell'uomo e offre a tutti, anche per le vie più personali e misteriose, di entrare in dialogo con il Padre.