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giovedì 17 gennaio 2019

"FIGLIO, TI SONO RIMESSI I TUOI PECCATI" Mc 2,1-12


2 commenti:

  1. LETTURA DEL GIORNO
    Dalla lettera agli Ebrei
    Eb 4,1-5.11

    Fratelli, dovremmo avere il timore che, mentre rimane ancora in vigore la promessa di entrare nel suo riposo, qualcuno di voi ne sia giudicato escluso. Poiché anche noi, come quelli, abbiamo ricevuto il Vangelo: ma a loro la parola udita non giovò affatto, perché non sono rimasti uniti a quelli che avevano ascoltato con fede. Infatti noi, che abbiamo creduto, entriamo in quel riposo, come egli ha detto: «Così ho giurato nella mia ira: non entreranno nel mio riposo!». Questo, benché le sue opere fossero compiute fin dalla fondazione del mondo. Si dice infatti in un passo della Scrittura a proposito del settimo giorno: «E nel settimo giorno Dio si riposò da tutte le sue opere». E ancora in questo passo: «Non entreranno nel mio riposo!». Affrettiamoci dunque a entrare in quel riposo, perché nessuno cada nello stesso tipo di disobbedienza.

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Marco
    Mc 2,1-12

    Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico Ti sono perdonati i peccati, oppure dire Àlzati, prendi la tua barella e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te - disse al paralitico -: àlzati, prendi la tua barella e va' a casa tua». Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Noi che siamo abituati a sperimentare il perdono dei peccati, forse troppo “a buon mercato”, dovremmo qualche volta ricordarci di quanto siamo costati all’amore di Dio. Ognuno di noi è costato abbastanza: la vita di Gesù! Lui l’avrebbe data anche solo per uno di noi. Gesù non va in croce perché sana i malati, perché predica la carità, perché proclama le beatitudini. Il Figlio di Dio va in croce soprattutto perché perdona i peccati, perché vuole la liberazione totale, definitiva del cuore dell’uomo. (Udienza Generale, 9 agosto 2017)

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  2. FAUSTI - “Il Figlio dell'uomo ha il potere di rimettere i peccati sulla terra” dice Gesù mentre perdona al paralitico e lo fa camminare. “così non abbiamo mai visto” ,esclamano tutti in coro.
    La legge è buona perché distingue il bene dal male,la vita dalla morte. Ma non salva nessuno, anzi, ci condanna tutti, perché seguiamo la via del male.. Essa ha come fine quello di farci vedere la nostra lebbra, di mostrarci la nostra paralisi e di convincerri del nostro peccato, perché sappiamo rivolgerci al medico, sapendo cosa chiedere con fede e conoscendo il dono che riceviamo.
    E' il pedagogo che porta il discepolo recalcitrante dal Maestro.
    La sua funzione è indispensabile per ricondurci di continuo davanti al perdono di Dio, dove solo è superata. Per questo la legge è perenne, ma la sua funzione, anche se ineliminabile, è transitoria,
    perché cessa una volta che si è raggiunta la grazia.
    Il Vangelo è la bella Notizia che Dio non è né la legge, né la coscienza ed è più grande del mio cuore. Egli è puro amore e grazia, si prende cura del mio male e della mia morte; invece di escludermi, mi tocca come il lebbroso; invece di condannarmi, mi perdona come il paralitico.
    Ciò mi guarisce da ciò che mi impedisce di camminare per le vie del bene e della vita.
    Si può dire che, come la legge è la diagnosi del male, così il Vangelo ne è la terapia.
    Per quanto diverse, sono ambedue necessarie, come una buona diagnosi è indispensabile per una terapia adeguata.
    In questo racconto è in gioco sia la vera immagine di Dio, che è Misericordia e perdono, sia la divinità di Gesù, che ha il potere di rimettere i peccati, sia la salvezza del'uomo che finalmente sa di essere amato senza condizioni.

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