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giovedì 10 gennaio 2019

"SIGNORE, SE VUOI, PUOI PURIFICARMI"Lc 5, 12-16


1 commento:

  1. FAUSTI – Pietro si era dichiarato “uomo peccatore”. Gesù, invece di allontanarsi da lui,lo chiama a vita nuova. Infatti “non sono i sani che han bisogno del medico, ma i malati; io non son venuto a chiamare i giusti , ma i peccatori a convertirsi”. Ora Gesù non è più solo. Ha chiamato altri con sé, perchè ascoltino la Sua Parola di misericordia. Così diventeranno “figli dell'Altissimo” come Lui, l'ascoltatore perfetto del Padre che va ascoltato.
    L'uomo che si presenta a Gesù è pieno di impurità e di morte. E' esattamente il contrario di Lui, che uscì dal Giordano “pieno di Spirito Santo”, cioè della vita di Dio.
    La lebbra è il vestito di colui che nel battesimo verrà rivestito di Cristo.
    La lebbra fa di lui un morto civile e religioso, che la legge esclude dalla società e dal culto..
    L'unica legge che il lebbroso è tenuto ad osservare è quella di escludersi dal consorzio umano e da ogni legge. Pietro, quando cerca di allontanare Gesù, è proprio perchè davanti a lui scopre la lebbra del proprio peccato.
    Il lebbroso vede Gesù come Gesù, che significa “Il Signore salva”. Per questo s prostra e Lo supplica. Ciò che ci abilita a vedere il Salvatore e il Signore non è la nostra giustizia o santità, non la legge osservata, ma la nostra lebbra e il nostro male, che la legge non fa che evidenziare.
    Non ci accostiamo a Dio perchè giusti e mondi, ma perchè ingiusti e immondi, bisognosi di giustizia e di santità. Ogni uomo, immagine di Dio, è bisogno essenziale di Lui.
    La sua miseria è supplica oggettiva a Colui che è misericordia.. Il lebbroso può incontrare Gesù perché per primo Lui gli è venuto incontro, gli si è fatto talmente vicino da prendere su di sé la sua lebbra.
    Gesù stende la mano verso di lui. E' il segno dell'intervento salvifico di Dio ,Gesù tocca l'intoccabile , sfonda barriere e leggi, e raggiunge l'uomo nella sua debolezza.
    Gesù con questo tocco si identifica con noi e si carica della nostra lebbra. Noi, che non possiamo toccare Dio dall'alto della nostra giustizia, veniamo toccati da Lui nell'abisso del nostro male, nel quale è venuto a visitarci. Se il figlio cade nel pozzo, il padre scende per estrarlo.
    Gesù andrà nei deserti e finirà fuori delle mura, (Eb 13,12) , come il lebbroso.
    “Voglio, sii mondato!” Gesù dichiara al lebbroso la Sua volontà di salvarlo. E' la stessa di Dio in cielo, che Lui esige sulla terra, perchè tutti siano salvati e giungano alla conoscenza della verità. Gesù impone al salvato il silenzio e l'invia ai sacerdoti, tutori della legge, perchè constatino, secondo la legge, che ciò che la legge non può fare,è avvenuto : mondare l'uomo dalla morte.
    Così tutti siamo messi sull'avviso di una presenza sconvolgene : c'è uno più grande di Mosè e della legge stessa.
    D'ora in poi il sacerdote non sarà più il custode della legge, che distingue tra puro e impuro. Nascerà il popolo sacerdotale, di persone purificate, che in Gesù hanno libero accesso a Dio.
    La Parola si diffonde da quella città tutt'intorno, giunge fino agli uditori più lontani, che sono i lettori del Vangelo, che siamo noi, ora!... Tutti invitati ad accorrere a Lui per la forza centrifuga di quella Parola che si diffonde.
    L'ascolto della Parola , il racconto del vangelo, è la potenza stessa di Gesù che guarisce chi accorre a Lui con la coscienza e la fede del lebbroso.

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