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mercoledì 17 giugno 2020

PREGHIERA AL PADRE

4 commenti:

  1. LETTURA DEL GIORNO
    Dal libro del Siràcide
    Sir 48,1-14 NV [gr. 48,1-14]

    Sorse Elìa profeta, come un fuoco;
    la sua parola bruciava come fiaccola.
    Egli fece venire su di loro la carestia
    e con zelo li ridusse a pochi.
    Per la parola del Signore chiuse il cielo
    e così fece scendere per tre volte il fuoco.
    Come ti rendesti glorioso, Elìa, con i tuoi prodigi!
    E chi può vantarsi di esserti uguale?
    Tu hai fatto sorgere un defunto dalla morte
    e dagl’inferi, per la parola dell'Altissimo;
    tu hai fatto precipitare re nella perdizione
    e uomini gloriosi dal loro letto
    e hai annientato il loro potere.
    Tu sul Sinai hai ascoltato parole di rimprovero,
    sull'Oreb sentenze di condanna.
    Hai unto re per la vendetta
    e profeti come tuoi successori.
    Tu sei stato assunto in un turbine di fuoco,
    su un carro di cavalli di fuoco;
    tu sei stato designato a rimproverare i tempi futuri,
    per placare l'ira prima che divampi,
    per ricondurre il cuore del padre verso il figlio
    e ristabilire le tribù di Giacobbe.
    Beati coloro che ti hanno visto
    e si sono addormentati nell'amore,
    perché è certo che anche noi vivremo
    ma dopo la morte la nostra fama non perdurerà.
    Appena Elìa fu avvolto dal turbine,
    Elisèo fu ripieno del suo spirito;
    nei suoi giorni non tremò davanti a nessun principe
    e nessuno riuscì a dominarlo.
    Nulla fu troppo grande per lui,
    e nel sepolcro il suo corpo profetizzò.
    Nella sua vita compì prodigi,
    e dopo la morte meravigliose furono le sue opere.

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 6,7-15)

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
    Voi dunque pregate così:
    Padre nostro che sei nei cieli,
    sia santificato il tuo nome,
    venga il tuo regno,
    sia fatta la tua volontà,
    come in cielo così in terra.
    Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
    e rimetti a noi i nostri debiti
    come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
    e non abbandonarci alla tentazione,
    ma liberaci dal male.
    Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Quante volte c’è gente che dice “Padre Nostro”, ma non sa cosa dice. Perché sì, è il Padre, ma tu senti che quando dici “Padre” Lui è il Padre, il Padre tuo, il Padre dell’umanità, il Padre di Gesù Cristo? Tu hai un rapporto con questo Padre? Quando noi preghiamo il “Padre Nostro”, ci colleghiamo col Padre che ci ama, ma è lo Spirito a darci questo collegamento, questo sentimento di essere figli di Dio. (Udienza generale, 14 marzo 2018)

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  2. BENEDETTO XVI : GESU' DI NAZARET - PADRE NOSTRO – Consiste in un'invocazione iniziale e sette domande..Tre sono alla seconda persona singolare e quattro alla prima persona plurale.
    Le prime tre domande riguardano la causa stessa di Dio in questo mondo, le quattro che seguono riguardano le nostre speranze, i nostri bisogni e le nostre difficoltà. Si potrebbe paragonare la relazione tra i due tipi di domande del Padre Nostro con le due tavole del decalogo che, in fondo, sono spiegazioni delle due parti del comandamento principale - l'amore verso Dio e l'amore verso il prossimo -
    parole guida nella via dell'amore.
    Così anche nel Padre Nostro viene affermato dapprima il primato di Dio, dal quale deriva da sé la preoccupazione del retto modo di essere uomo. Anche qui si tratta innanzitutto della via dell'amore, che è allo stesso tempo una via di conversione.
    Perché l'uomo possa chiedere nel modo giusto, deve essere nella verità.
    E la verità è “prima Dio, il Regno di Dio”.
    Dobbiamo innanzitutto uscire da noi stessi e aprirci a Dio.
    Niente può diventare retto se noi non siamo nel retto ordine con Dio.
    Perciò il Padre Nostro comincia con Dio, e, a partire da Lui, ci conduce sulle vie dell'essere uomini.
    Alla fine scendiamo sino all'ultima minaccia per l'uomo, dietro cui si apposta il maligno – può affiorare in noi l'immagine del drago apocalittico che fa guerra agli uomini “che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù” (Ap 12,17).
    Ma sempre resta presente l'inizio :”Padre Nostro” - sappiamo che Egli è con noi, ci tiene nella Sua mano, ci salva.
    Padre H. P. Kolvenbach racconta di uno staretz ortodosso a cui premeva di far intonare il Padre Nostro sempre con l'ultima parola, per diventare degni di terminare la preghiera con le parole iniziali “Nostro Padre”. In questo modo, spiegava lo staretz , si percorre il cammino pasquale .”Si inizia nel deserto con la tentazione , si ritorna in Egitto, si ripercorre la via dell'Esodo con le stazioni del perdono e della manna di Dio e si giunge grazie alla volontà di Dio nella terra promessa, il Regno di Dio, dove Egli ci comunica il mistero del Suo Nome: “Nostro Padre”.
    Possono entrambi i cammini, quello ascendente e quello discendente, ricordarci che il Padre Nostro è sempre una preghiera di Gesù e che essa si dischiude a partire dalla Comunione con Lui.
    Noi preghiamo il Padre Celeste che conosciamo attraverso il Figlio , e così sullo sfondo delle domande c' è sempre Gesù.
    Poiché il Padre Nostro è una preghiera di Gesù è una preghiera Trinitaria .: con Cristo mediante lo Spirito Santo preghiamo il Padre.

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  3. S, FAUSTI - “Quando preghi”, volgiti al Padre tuo nel segreto, dice Gesù.
    Ma cos'è la preghiera, da Gesù ritenuta ovvia e naturale? E' l'atto fondamentale in cui riconosco il mio principio come mio fine : è l'atto razionale più alto, con il quale, esplorati i miei confini, conosco me e l'Altro da cui vengo, accetto me come dono dell'Altro e l'Altro come amore per me.
    Pregare è essere me stesso, finito aperto all'infinito. Nessun animale mai s'inginocchia per pregare ...E' un atto umano, e solo umano. Può quindi anche essere disumano, maldestro e falsificato, e quindi giustamente rifiutato, anche se con sofferenza e nostalgia.
    Pregare è stare davanti a Dio, di cui sono immagine e somiglianza.
    Davanti a Lui sono ciò che sono; lontano da Lui non sono ciò che sono . Sono lontano da me.
    Non è un optional per anime devote . È la salvezza dell'uomo come uomo, che riceve la propria identità. Pregare non è parlare di Dio, ma parlare con Lui...
    Senza preghiera la fede è ideologia vuota, l'azione distrazione dell'uomo e distruzione della realtà.
    Pregare è dialogare, rispondo “Tu” a Colui che per primo dice il mio nome;
    esco dal mio guscio per realizzarmi nel dono all'Altro ;
    dimentico me per ri-cordare , avere-nel-cuore Lui.
    Pregare è gioire di Dio che mi ama e che amo.
    Lui diventa la mia vita .
    Vivo, in pienezza sempre più grande, di Lui, che è presenza, dialogo, amore, dono, perdono.
    La preghiera non autentica, fatta per apparire davanti agli uomini o a Dio, falsifica l'esistenza.
    La preghiera autentica è il respiro della vita.
    Per questo è necessario pregare sempre, in ogni tempo, e in ogni luogo, perché sempre e ovunque si esprima a livello di coscienza e libertà ciò che siamo nella realtà.
    La preghiera va fatta con insistenza, con fede, nel Nome di Gesù, con familiarità filiale.
    Noi non sappiamo cosa chiedere : lo Spirito prega in noi.
    La preghiera, unione con il Padre nel Figlio, è anche solidarietà con i fratelli, intercessione dell'Unico Giusto che salva tutti, è lotta in cui si vince il male (Col 4,12) , si riceve il proprio nome, e Dio stesso riceve il Suo vero nome “Abbà” .
    Dio è Padre e sa. In quanto Dio vede e può; in quanto Padre provvede.
    Sono io a non sapere ciò di cui ho bisogno.
    Me lo insegnerà Gesù con la preghiera del Padre Nostro.

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  4. Pensieri da Benedetto XVI (Gesù di Nazaret) -Padre nostro nei cieli – Schneider scrive .”Il Padre nostro inizia con una grande consolazione : noi possiamo dire Padre. In questa sola parola è racchiusa l'intera storia della redenzione.
    Possiamo dire Padre perché il Figlio è nostro fratello e ci ha rivelato il Padre; perchè per opera di Cristo siam tornati ad essere figli di Dio”.
    L'uomo di oggi, però, non avverte immediatamente la grande consolazione della parola “Padre”, poiché l'esperienza del padre è spesso o del tutto assente o offuscata dall'insufficienza dei padri.
    Così dobbiamo imparare da Gesù , innanzitutto che cosa “padre” propriamente significhi.Nei discorsi di Gesù il Padre appare come la fonte di ogni bene, come il criterio di misura dell'uomo divenuto perfetto. “L'Amore sino alla fine” (Gv 13,1) che il Signore ha portato a compimento sulla croce pregando per i Suoi nemici, ci mostra la natura del Padre.Egli è questo Amore.
    Poiché Gesù lo pratica. Egli è totalmente Figlio e ci invita a diventare a nostra volta figli.
    (Mt 7,9ss)”Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro Celeste darà cose buone a quelli che gliele domandano”
    Luca specifica “Quanto più il Padre vostro Celeste darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono” (Lc 11,13). Ciò vuol dire che il dono di Dio è Dio stesso...la sola cosa di cui c'è bisogno...la preghiera è una via per purificare a poco a poco i nostri desideri , correggerli e conoscere piano piano di che cosa abbiamo veramente bisogno : di Dio e del Suo Spirito.
    Il “Padre Nostro” non proietta un'immagine umana in cielo,ma, a partire dal cielo, da Gesù, ci mostra come dovremmo e come possiamo diventare uomini.
    E se la paternità terrena separa, quella celeste unisce. Cielo significa dunque quell'altra altezza di Dio ,dalla quale noi tutti veniamo e verso la quale tutti noi dobbiamo essere in cammino.La paternità “nei cieli” ci rimanda a quel “noi” più grande che oltrepassa ogni frontiera, abbatte tutti i muri e crea la pace.

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