Il giusto fiorirà come palma, crescerà come cedro del Libano, piantato nella casa del Signore, negli atri del nostro Dio.
Iustus ut palma florébit, sicut cedrus Líbani multiplicábitur, plantátus in domo Dómini, in átriis domus Dei nostri.
Colletta
O Dio, che hai ispirato a sant'Antonio abate di ritirarsi nel deserto, per servirti in un nuovo modello di vita cristiana, concedi anche a noi per sua intercessione di superare i nostri egoismi per amare te sopra ogni cosa. Per il nostro Signore...
Deus, qui beáto António abbáti tribuísti mira tibi in desérto conversatióne servíre, eius nobis interventióne concéde, ut, abnegántes nosmetípsos, te iúgiter super ómnia diligámus. Per Dóminum.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Mi 6,6-8
Ti è stato insegnato ciò che il Signore richiede da te
Dal libro del profeta Michèa
Con che cosa mi presenterò al Signore, mi prostrerò al Dio altissimo? Mi presenterò a lui con olocausti, con vitelli di un anno? Gradirà il Signore le migliaia di montoni e torrenti di olio a miriadi? Gli offrirò forse il mio primogenito per la mia colpa, il frutto delle mie viscere per il mio peccato? Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 15 Sei tu, Signore, l'unico mio bene.
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. Ho detto a Dio: «Sei tu il mio Signore, senza di te non ho alcun bene».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita.
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio cuore mi istruisce. Io pongo sempre innanzi a me il Signore, sta alla mia destra, non posso vacillare.
Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra.
Canto al Vangelo Cf Mt 19,21
Alleluia, alleluia.
Se vuoi essere perfetto, dice il Signore,
dona ai poveri quello che possiedi, poi vieni e séguimi.
Alleluia.
Vangelo Mt 19,16-21
Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, poi vieni e séguimi.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, un tale gli si avvicinò a Gesù e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?». Egli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Ed egli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi».
PAROLE DEL SANTO PADRE Cosa significa questo? Che cambia la legge? No! Che la legge è al servizio dell’uomo che è al servizio di Dio e per questo l’uomo deve avere il cuore aperto. Il ‘sempre è stato fatto così’ è cuore chiuso e Gesù ci ha detto: ‘Vi invierò lo Spirito Santo e Lui vi condurrà fino alla piena verità’. Se tu hai il cuore chiuso alla novità dello Spirito, mai arriverai alla piena verità! E la tua vita cristiana sarà una vita metà e metà, una vita rattoppata, rammendata di cose nuove, ma su una struttura che non è aperta alla voce del Signore. Un cuore chiuso, perché non sei capace di cambiare gli otri. Questo è il messaggio che oggi ci dà la Chiesa. Questo è quello che Gesù dice tanto forte: ‘Vino nuovo in otri nuovi’. Alle novità dello Spirito, alle sorprese di Dio anche le abitudini devono rinnovarsi. Che il Signore ci dia la grazia di un cuore aperto, di un cuore aperto alla voce dello Spirito, che sappia discernere quello che non deve cambiare più, perché fondamento, da quello che deve cambiare per poter ricevere la novità dello Spirito Santo. (Omelia Santa Marta – 18 gennaio 2016)
FAUSTI - Tutta la Scrittura ci parla dell'Amore del Signore, racconta dell'eccessivo Amore con cui ci ha amati (Ef 2,4). Dalle prime pagine della Genesi , attraverso i profeti e il Cantico, fino all'Apocalisse, Egli rivendica di essere l'Unico nostro interlocutore, il nostro partner geloso. Egli ci ha amati di Amore Eterno (Ger 31,3). Discepolo è colui che ha conosciuto e creduto a quest'Amore di Dio per lui (1 Gv 4,16) ; dice il suo si a chi gli ha detto da sempre di sì, e vive nella gioia dell'unione. Se nel passato egli digiunava nell'attesa dello Sposo, ora gode della Sua presenza. Anche lui conoscerà il digiuno nei giorni di tribolazione, quando lo Sposo berrà il calice della morte.ma questo digiuno gli ricorderà la sorgente della sua vita, quando il Signore si farà suo cibo, unendosi a lui indissolubilmente. Chi cerca ancora giustificazione nella legge, non ha più nulla a che fare con Cristo, è decaduto dalla grazia, (Gal 5,4), Infatti se uno è in Cristo, è una creatura nuova . “le cose vecchie son passate, ecco, ne son nate di nuove(2 Cor 5, 17). L'immagine del vino nuovo ribadisce la stessa verità, aggiungendo una sfumatura . il vino è segno di gioia e di amore. Nel banchetto con Gesù ci è donato lo Spirito Santo, l'Amore stesso di Dio promesso per gli ultimi giorni. Questa Vita è incontenibile in otri vecchi. Il cuore di pietra era l'otre vecchio per la lettera che uccide, il cuore di carne è l'otre nuovo per lo Spirito che dà vita. Ciò che è vecchio è passato , ogni sua promessa è mantenuta, ogni nostra attesa compiuta . Comincia la novità del Vangelo, la vita nella gioia del sì reciproco tra Dio e uomo. Con questa prospettiva si conclude tutta la Scrittura (Ap 22). Quando Lui è con noi , tutto è gioioso e facile , quando si sottrae, riemerge la pena di vivere . “Hai nascosto il Tuo Volto e io son stato turbato” (Sal 30,8). E' come un digiuno che ci resta da fare.. la nostra vita è tra il già e il non ancora. Siamo come la Maddalena che L'ha abbracciato, ma, prima di stringerlo, ha ancora un cammino da fare. Questo è il nostro digiuno, ma senza tristezza, col capo profumato (Mt 6,17), certi che , se moriamo con Lui, con Lui anche vivremo (2 Tim 2,11).
Antonio nacque verso il 250 da una agiata famiglia di agricoltori nel villaggio di Coma, attuale Qumans in Egitto. Verso i 18-20 anni rimase orfano dei genitori, con un ricco patrimonio da amministrare e con una sorella minore da educare. Attratto dall’ammaestramento evangelico «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi ciò che hai, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo, poi vieni e seguimi», e sull’esempio di alcuni anacoreti che vivevano nei dintorni dei villaggi egiziani, in preghiera, povertà e castità, Antonio volle scegliere questa strada. Vendette dunque i suoi beni, affidò la sorella a una comunità di vergini e si dedicò alla vita ascetica davanti alla sua casa e poi al di fuori del paese. Alla ricerca di uno stile di vita penitente e senza distrazione, chiese a Dio di essere illuminato. Vide poco lontano un anacoreta come lui, che seduto lavorava intrecciando una corda, poi smetteva, si alzava e pregava; subito dopo, riprendeva a lavorare e di nuovo a pregare. Era un angelo di Dio che gli indicava la strada del lavoro e della preghiera che, due secoli dopo, avrebbe costituito la base della regola benedettina «Ora et labora» e del Monachesimo Occidentale. Considerato di solito come il primo monaco o il primo eremita, ma in realtà non è facile attribuirgli questi titoli, come neanche il titolo "Abate" Nell'ambito dei Padri del deserto, un abate non era un superiore eletto, ma "qualsiasi monaco che fosse stato provato per anni nel deserto e che si fosse dimostrato servo di Dio". Sant’Atanasio scrisse la sua vita, avendolo conosciuto un anno prima che morisse , asserisce che pregasse continuamente e che fosse così attento alla lettura delle Scritture che la sua memoria sostituiva i libri.
RispondiEliminaAntifona Sal 91,13-14
Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano,
piantato nella casa del Signore,
negli atri del nostro Dio.
Iustus ut palma florébit, sicut cedrus Líbani multiplicábitur, plantátus in domo Dómini, in átriis domus Dei nostri.
Colletta
O Dio, che hai ispirato a sant'Antonio abate di ritirarsi nel deserto, per servirti in un nuovo modello di vita cristiana, concedi anche a noi per sua intercessione di superare i nostri egoismi per amare te sopra ogni cosa. Per il nostro Signore...
Deus, qui beáto António abbáti tribuísti mira tibi in desérto conversatióne servíre, eius nobis interventióne concéde, ut, abnegántes nosmetípsos, te iúgiter super ómnia diligámus. Per Dóminum.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Mi 6,6-8
Ti è stato insegnato ciò che il Signore richiede da te
Dal libro del profeta Michèa
Con che cosa mi presenterò al Signore,
mi prostrerò al Dio altissimo?
Mi presenterò a lui con olocausti,
con vitelli di un anno?
Gradirà il Signore le migliaia di montoni
e torrenti di olio a miriadi?
Gli offrirò forse il mio primogenito per la mia colpa,
il frutto delle mie viscere per il mio peccato?
Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono
e ciò che richiede il Signore da te:
praticare la giustizia, amare la pietà,
camminare umilmente con il tuo Dio.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 15
Sei tu, Signore, l'unico mio bene.
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto a Dio: «Sei tu il mio Signore,
senza di te non ho alcun bene».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio cuore mi istruisce.
Io pongo sempre innanzi a me il Signore,
sta alla mia destra, non posso vacillare.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena nella tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
Canto al Vangelo Cf Mt 19,21
Alleluia, alleluia.
Se vuoi essere perfetto, dice il Signore,
dona ai poveri quello che possiedi, poi vieni e séguimi.
Alleluia.
Vangelo Mt 19,16-21
Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, poi vieni e séguimi.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, un tale gli si avvicinò a Gesù e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?». Egli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Ed egli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi».
PAROLE DEL SANTO PADRE
RispondiEliminaCosa significa questo? Che cambia la legge? No! Che la legge è al servizio dell’uomo che è al servizio di Dio e per questo l’uomo deve avere il cuore aperto. Il ‘sempre è stato fatto così’ è cuore chiuso e Gesù ci ha detto: ‘Vi invierò lo Spirito Santo e Lui vi condurrà fino alla piena verità’. Se tu hai il cuore chiuso alla novità dello Spirito, mai arriverai alla piena verità! E la tua vita cristiana sarà una vita metà e metà, una vita rattoppata, rammendata di cose nuove, ma su una struttura che non è aperta alla voce del Signore. Un cuore chiuso, perché non sei capace di cambiare gli otri. Questo è il messaggio che oggi ci dà la Chiesa. Questo è quello che Gesù dice tanto forte: ‘Vino nuovo in otri nuovi’. Alle novità dello Spirito, alle sorprese di Dio anche le abitudini devono rinnovarsi. Che il Signore ci dia la grazia di un cuore aperto, di un cuore aperto alla voce dello Spirito, che sappia discernere quello che non deve cambiare più, perché fondamento, da quello che deve cambiare per poter ricevere la novità dello Spirito Santo. (Omelia Santa Marta – 18 gennaio 2016)
FAUSTI - Tutta la Scrittura ci parla dell'Amore del Signore, racconta dell'eccessivo Amore con cui ci ha amati (Ef 2,4).
RispondiEliminaDalle prime pagine della Genesi , attraverso i profeti e il Cantico, fino all'Apocalisse, Egli rivendica di essere l'Unico nostro interlocutore, il nostro partner geloso.
Egli ci ha amati di Amore Eterno (Ger 31,3).
Discepolo è colui che ha conosciuto e creduto a quest'Amore di Dio per lui (1 Gv 4,16) ; dice il suo si a chi gli ha detto da sempre di sì, e vive nella gioia dell'unione.
Se nel passato egli digiunava nell'attesa dello Sposo, ora gode della Sua presenza.
Anche lui conoscerà il digiuno nei giorni di tribolazione, quando lo Sposo berrà il calice della morte.ma questo digiuno gli ricorderà la sorgente della sua vita, quando il Signore si farà suo cibo, unendosi a lui indissolubilmente.
Chi cerca ancora giustificazione nella legge, non ha più nulla a che fare con Cristo, è decaduto dalla grazia, (Gal 5,4), Infatti se uno è in Cristo, è una creatura nuova . “le cose vecchie son passate, ecco, ne son nate di nuove(2 Cor 5, 17).
L'immagine del vino nuovo ribadisce la stessa verità, aggiungendo una sfumatura . il vino è segno di gioia e di amore. Nel banchetto con Gesù ci è donato lo Spirito Santo, l'Amore stesso di Dio promesso per gli ultimi giorni. Questa Vita è incontenibile in otri vecchi.
Il cuore di pietra era l'otre vecchio per la lettera che uccide, il cuore di carne è l'otre nuovo per lo Spirito che dà vita.
Ciò che è vecchio è passato , ogni sua promessa è mantenuta, ogni nostra attesa compiuta . Comincia la novità del Vangelo, la vita nella gioia del sì reciproco tra Dio e uomo.
Con questa prospettiva si conclude tutta la Scrittura (Ap 22).
Quando Lui è con noi , tutto è gioioso e facile , quando si sottrae, riemerge la pena di vivere . “Hai nascosto il Tuo Volto e io son stato turbato” (Sal 30,8).
E' come un digiuno che ci resta da fare.. la nostra vita è tra il già e il non ancora. Siamo come la Maddalena che L'ha abbracciato, ma, prima di stringerlo, ha ancora un cammino da fare.
Questo è il nostro digiuno, ma senza tristezza, col capo profumato (Mt 6,17), certi che , se moriamo con Lui, con Lui anche vivremo (2 Tim 2,11).
Antonio nacque verso il 250 da una agiata famiglia di agricoltori nel villaggio di Coma, attuale Qumans in Egitto. Verso i 18-20 anni rimase orfano dei genitori, con un ricco patrimonio da amministrare e con una sorella minore da educare.
RispondiEliminaAttratto dall’ammaestramento evangelico «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi ciò che hai, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo, poi vieni e seguimi», e sull’esempio di alcuni anacoreti che vivevano nei dintorni dei villaggi egiziani, in preghiera, povertà e castità, Antonio volle scegliere questa strada. Vendette dunque i suoi beni, affidò la sorella a una comunità di vergini e si dedicò alla vita ascetica davanti alla sua casa e poi al di fuori del paese.
Alla ricerca di uno stile di vita penitente e senza distrazione, chiese a Dio di essere illuminato. Vide poco lontano un anacoreta come lui, che seduto lavorava intrecciando una corda, poi smetteva, si alzava e pregava; subito dopo, riprendeva a lavorare e di nuovo a pregare. Era un angelo di Dio che gli indicava la strada del lavoro e della preghiera che, due secoli dopo, avrebbe costituito la base della regola benedettina «Ora et labora» e del Monachesimo Occidentale.
Considerato di solito come il primo monaco o il primo eremita, ma in realtà non è facile attribuirgli questi titoli, come neanche il titolo "Abate" Nell'ambito dei Padri del deserto, un abate non era un superiore eletto, ma "qualsiasi monaco che fosse stato provato per anni nel deserto e che si fosse dimostrato servo di Dio".
Sant’Atanasio scrisse la sua vita, avendolo conosciuto un anno prima che morisse , asserisce che pregasse continuamente e che fosse così attento alla lettura delle Scritture che la sua memoria sostituiva i libri.