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martedì 21 gennaio 2025

SANT'AGNESE


 

4 commenti:

  1. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Il nostro Dio è un Dio-che-viene - non dimenticatevi questo: Dio è un Dio che viene, continuamente viene - : Egli non delude la nostra attesa! Mai delude il Signore. È venuto in un preciso momento storico e si è fatto uomo per prendere su di sé i nostri peccati – la festività del Natale commemora questa prima venuta di Gesù nel momento storico - ; verrà alla fine dei tempi come giudice universale; e viene anche una terza volta, in una terza modalità: viene ogni giorno a visitare il suo popolo, a visitare ogni uomo e donna che lo accoglie nella Parola, nei Sacramenti, nei fratelli e nelle sorelle. È alla porta del nostro cuore. Bussa. Tu sai ascoltare il Signore che bussa, che è venuto oggi per visitarti, che bussa al tuo cuore con una inquietudine, con un’idea, con un’ispirazione? (ANGELUS - 29 novembre 2020)

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    1. Antifona
      Beata la vergine
      che, rinunciando a se stessa e prendendo la croce,
      ha imitato il Signore,
      sposo delle vergini e principe dei martiri.

      Colletta
      Dio onnipotente ed eterno,
      che scegli le creature miti e deboli per confondere quelle forti,
      concedi a noi, che celebriamo la nascita al cielo
      della tua martire sant’Agnese,
      di imitare la sua costanza nella fede.
      Per il nostro Signore Gesù Cristo.

      Prima Lettura
      La speranza che ci è proposta è come un'àncora sicura e salda.
      Dalla lettera agli Ebrei
      Eb 6,10-20

      Fratelli, Dio non è ingiusto tanto da dimenticare il vostro lavoro e la carità che avete dimostrato verso il suo nome, con i servizi che avete reso e che tuttora rendete ai santi. Desideriamo soltanto che ciascuno di voi dimostri il medesimo zelo perché la sua speranza abbia compimento sino alla fine, perché non diventiate pigri, ma piuttosto imitatori di coloro che, con la fede e la costanza, divengono eredi delle promesse.
      Quando infatti Dio fece la promessa ad Abramo, non potendo giurare per uno superiore a sé, giurò per se stesso dicendo: «Ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza». Così Abramo, con la sua costanza, ottenne ciò che gli era stato promesso. Gli uomini infatti giurano per qualcuno maggiore di loro, e per loro il giuramento è una garanzia che pone fine a ogni controversia.
      Perciò Dio, volendo mostrare più chiaramente agli eredi della promessa l'irrevocabilità della sua decisione, intervenne con un giuramento, affinché, grazie a due atti irrevocabili, nei quali è impossibile che Dio mentisca, noi, che abbiamo cercato rifugio in lui, abbiamo un forte incoraggiamento ad afferrarci saldamente alla speranza che ci è proposta. In essa infatti abbiamo come un'àncora sicura e salda per la nostra vita: essa entra fino al di là del velo del santuario, dove Gesù è entrato come precursore per noi, divenuto sommo sacerdote per sempre secondo l'ordine di Melchìsedek.

      Parola di Dio.

      Salmo Responsoriale
      Dal Sal 110 (111)

      R. Il Signore si ricorda sempre della sua alleanza.

      Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
      tra gli uomini retti riuniti in assemblea.
      Grandi sono le opere del Signore:
      le ricerchino coloro che le amano. R.

      Ha lasciato un ricordo delle sue meraviglie:
      misericordioso e pietoso è il Signore.
      Egli dà il cibo a chi lo teme,
      si ricorda sempre della sua alleanza. R.

      Mandò a liberare il suo popolo,
      stabilì la sua alleanza per sempre.
      Santo e terribile è il suo nome.
      La lode del Signore rimane per sempre. R.

      Acclamazione al Vangelo
      Alleluia, alleluia.

      Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo
      illumini gli occhi del nostro cuore
      per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati. (Cf. Ef 1,17-18)

      Alleluia.

      Vangelo
      Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato!
      Dal Vangelo secondo Marco
      Mc 2,23-28

      In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe.
      I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell'offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!».
      E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato».

      Parola del Signore.

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  2. FAUSTI – La casa succede alla sinagoga, essa diventa un luogo teologico, che segna un dentro rispetto a un fuori: dentro c’è la famiglia, fuori gli estranei. Questo dentro delimita la Chiesa, fatta da chi sta con Lui e Lo ascolta. Si tratta però di un centro aperto a tutti gli estranei, anche ai suoi, purché vogliano entrare con Lui e non farlo uscire con loro.
    La folla con le sue richieste toglie a Gesù e ai suoi il tempo materiale per mangiare. Qualche volta a noi toglie anche il tempo per il cibo spirituale che è “ogni Parola che esce dalla bocca del Signore “ perché è Lui la nostra vita . In questo senso Gesù dice a noi “Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete “e “mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato”.
    I suoi sono i parenti più stretti tra cui conosciamo Giacomo e Giuseppe Giuda e Simone il primo figura di grande spicco tenne il governo della Chiesa di Gerusalemme ed è ritenuto l'autore della lettera omonima, i suoi rappresentano noi credenti che dobbiamo passare da una conoscenza e un amore per Gesù secondo la carne ha una conoscenza e a un amore secondo lo Spirito . Chiunque è in casa è sempre tentato di catturarlo tirando Lui dalla propria invece che lasciarsi attirare da Lui Essi vanno non per seguirlo ma per tirarlo fuori dalla casa dove si trova. La lotta tra Gesù e i suoi e continua anche se sottile e sorda, Egli vuole che noi siamo con Lui e noi vogliamo che Lui sia con noi: è il capovolgimento della fede che ci porta a servirci di Lui invece di servirlo.
    Donare è dell'essenza di Dio ed è principio di creazione così impadronirsi è negazione pratica di Dio e principio di decreazione, impadronirsi è l'istinto fondamentale dell'uomo che non conosce Dio invece di dire sì grazie dice è mio! Gesù simpatizza con i cattivi e trascura i propri interessi si può prevedere che con la sua bontà andrà a finire male.
    Gesù fu e e sarà rifiutato ora e sempre da amici e nemici, vicini e lontani tutti uguali fino a quando non ci convertiamo proprio perché povero umiliato e umile .Ma questa sua follia è Sapienza di Dio e mentre l'uomo con la sua Sapienza uccide se stesso, Dio lo strappa con potenza dalla sua malattia mortale .
    Essere con Gesù esige il cambiamento dal pensiero dell'uomo al pensiero di Dio un riorientamento della propria vita sui Suoi passi. Senza questa conversione radicale della mente e del cuore si rimane fuori dalla Sua famiglia anche se si è dei suoi secondo la carne Lo si ama e Gli si vuole bene .
    In realtà si ama in Lui se stessi e i propri progetti pronti a seguirlo quando Lui ci segue e a confiscarlo quando non ci segue.
    Questo amore se non si purifica si chiama egoismo ed è un tentativo di assimilare Lui a noi invece che noi a Lui e la tentazione costante che ci porta a tradirlo sia come singoli che come chiesa.
    Gesù scaccia i demoni la sua Parola a differenza degli scribi e della loro opera. Quanto dice , invece di accettare con umiltà il dono, preferiscono metterlo in discussione, fanno uso della loro scienza per imbrogliare se stessi del prestigio che essa conferisce per difendersi e attaccare. La loro interpretazione non è mania, nasce dall'invidia. Chi bestemmia contro lo Spirito Santo è l'uomo che può chiudersi alla verità conosciuta preferendo le proprie comode sicurezze, è molto pericoloso attribuirsi la buona fede, credere di essere giusti, presumere di avere ragione non essere disposti a cambiare, scambiare la verità con la certezza.
    Vizio comunissimo più che mai ,tutto ciò ha a che vedere con questo peccato di resistenza allo Spirito che è l'amore di Dio che dona e perdona: non si accetta il perdono incondizionato che Gesù dona nella forza dello Spirito di Dio.
    La bestemmia imperdonabile è non riconoscere che Dio in Gesù è grazia e perdono, cercando di vivere della propria giustizia e delle proprie giustificazioni. Chi fa questo peccato ritiene di essere nel giusto e non vuole essere perdonato di nulla : è inconvertibile fino a quando non si riconosce peccatore.
    E’ la cecità dei farisei che rimane fino a quando credono di vederci.

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  3. ---> “Signore è il Figlio dell'uomo anche del sabato”. Tutto il capitolo è una rivelazione progressiva dell'identità di Colui che ha “toccato” il lebbroso : guarisce il corpo e lo spirito, restaura la vita e offre la Comunione con Dio, mangia con i peccatori e dà inizio al banchetto nuziale. Con Lui la Creazione giunge al settimo giorno e attinge alla sorgente da cui è scaturita.
    Ora è doveroso fare ciò che si pensava illecito . agire e mangiare di sabato, come Dio.
    Abbiamo infatti la Sua stessa vita. Questo è il dono definitivo che ci fa il Figlio dell'uomo.
    Le trasgressioni Sue e dei Suoi indicano la novità del Regno, il passaggio dalla promessa al compimento, che con Lui è presente.
    Il Sabato è il giorno del Signore Dio stesso come fine e riposo dell'uomo e di ogni suo giorno.
    In questo senso l'uomo sarebbe fatto per il sabato, ma, non potendo perseguirlo a causa del peccato, il sabato stesso gli viene incontro per donarsi a chi non poteva ormai più raggiungerlo.
    Il brano ci presenta il Signore che , nel Suo giorno , passa attraverso i campi seminati.
    Quasi per sovraimpressione, Lui stesso è il grano maturo, - siamo quindi verso Pasqua1 – le cui spighe colgono quelli che stanno con Lui.
    Per questo “cominciano a fare il viaggio”. Infatti rimane loro ancora un lungo cammino per il quale hanno bisogno di questo cibo.
    L'immagine, in continuazione con quella del perdono, della chiamata , del banchetto nuziale, del vestito e del vino nuovo, è un'allusione all'Eucaristia, in cui i discepoli mangiano e vivono del Signore che si è fatto loro Pane.
    L'accenno è rafforzato dal richiamo a Davide, figura del Messia, e da ciò che fa nella casa . mangia i Pani della proposizione e ne dà ai compagni che sono “con” lui.
    Questo cibo sabbatico, alimento nuovo di cui l'uomo ormai si nutre, è Dio stesso che gli si dona come sua “Vita”.

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