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giovedì 6 giugno 2024

MIRACOLO EUCARISTICO DI TORINO


 

5 commenti:

  1. MEMORIA
    Arcidiocesi di Torino
    DEL MIRACOLO DI TORINO


    PRIMA LETTURA
    Ti ha nutrito di un cibo che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai
    conosciuto.
    Dal libro del Deuteronomio
    8, 2-3.14-16
    Mosé parlò al popolo dicendo: «Ricordati di tutto il
    cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere
    in questi quarant'anni nel deserto, per umiliarti e
    metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel
    cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandi.
    Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame,
    poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che
    neppure i tuoi padri avevano mai conosciuto, per farti
    capire che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che
    l'uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore.
    52
    Non dimenticare il Signore tuo Dio che ti ha fatto
    uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione servile; che
    ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz'acqua; che ha fatto sgorgare per te l'acqua dalla roccia durissima; che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri».
    Parola di Dio.
    SALMO RESPONSORIALE
    Dal Salmo 77
    f. Donaci, Signore, il pane della vita.
    oppure:
    f. Alleluia, alleluia, alleluia.
    Ciò che abbiamo udito e conosciuto
    e i nostri padri ci hanno raccontato,
    diremo alla generazione futura:
    le lodi del Signore, la sua potenza
    e le meraviglie che egli ha compiuto. f.
    Comandò alle nubi dall'alto
    e aprì le porte del cielo;
    fece piovere su di essi la manna per cibo
    e diede loro pane del cielo:
    l'uomo mangiò il pane degli angeli. f.
    Il Signore diede loro cibo in abbondanza.
    Li fece salire al suo luogo santo,
    al monte conquistato dalla sua destra. f.

    Nella Basilica del Corpus Domini
    SECONDA LETTURA
    Riconosciamo il corpo del Signore.
    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
    11, 23-26
    Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia
    volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui
    veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie,
    lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi;
    fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo
    aver cenato, prese anche il calice dicendo:
    «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».
    Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete
    di questo calice, voi annunziate la morte del Signore
    finché egli venga.
    Parola di Dio.

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  2. CANTO AL VANGELO
    Cfr Le 24, 29-30
    J. Alleluia, alleluia.
    Rimani con noi, o Cristo,
    e spezza il pane al tuo popolo.
    J. Alleluia.
    54
    VANGELO
    Riconobbero Gesù nello spezzare il pane.
    Dal Vangelo secondo Luca
    24, 13-35
    Nello stesso primo giorno della settimana, due discepoli di Gesù erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome
    Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto.
    Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in
    persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro
    occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi
    durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste;
    uno di loro, di nome Cléopa, gli disse: <<Tusolo sei così
    forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è
    accaduto in questi giorni?». Domandò: «Che cosa?».
    Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i
    • nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare
    a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che
    fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò sono passati
    tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma
    alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo
    corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato
    come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto».
    55
    Ed egli disse loro: «Stolti e tardi di cuore nel credere
    alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo
    sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua
    gloria?». E cominciando da Mosé e da tutti i profeti
    spiegò in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
    Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli
    fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi
    insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con
    loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse
    la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Ed ecco si
    aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì
    dalla loro vista. Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci
    ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con
    noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?».
    E partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che
    erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è
    risorto ed è apparso a Simone». Essi poi riferirono ciò
    che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
    Parola del Signore

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  3. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Tutti noi, nella nostra vita, abbiamo avuto momenti difficili, bui; momenti nei quali camminavamo tristi, pensierosi, senza orizzonti, soltanto un muro davanti. E Gesù sempre è accanto a noi per darci la speranza, per riscaldarci il cuore e dire: “Vai avanti, io sono con te. Vai avanti”. Il segreto della strada che conduce a Emmaus è tutto qui: anche attraverso le apparenze contrarie, noi continuiamo ad essere amati, e Dio non smetterà mai di volerci bene. Dio camminerà con noi sempre, sempre, anche nei momenti più dolorosi, anche nei momenti più brutti, anche nei momenti della sconfitta: lì c’è il Signore. E questa è la nostra speranza. (UDIENZA GENERALE - mercoledì, 24 maggio 2017)

    Gesuiti - Il centro della Parola è sempre vedere la passione di Dio per noi: è questo ciò di cui si tratta in tutto il Vangelo. Comincia a scaldarsi il cuore, comincia ad aprirsi l’orecchio, comincia ad aprirsi il cervello, a comprendere, e poi dopo si aprono gli occhi, lo riconoscono nello spezzar del pane. Cambiano i piedi, cambiano direzione al loro cammino, e la loro bocca servirà, invece che per litigare, alla fine per dire: Ma è vero che è risorto. Perché tornano a Gerusalemme, come vedremo, e dicono: È risorto il Signore.
    E Pietro che l’ha visto dice: È certo che è risorto, anche noi l’abbiamo riconosciuto. Questi due discepoli sono come anche noi che siamo chiamati a riconoscere la stessa esperienza di chi l’ha visto. Perché? Perché siamo risorti anche noi, avendolo incontrato. Ed è per questo che Luca ha scritto il Vangelo, per farcelo incontrare, conoscere e riconoscere.

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  4. --->Non hanno capito il mistero della passione di Dio per l’uomo. È il peccato di Adamo che non ha creduto all’amore ed è quello che dice poi Giovanni nella sua lettera: Noi abbiamo conosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. È tutto qui.
    E allora, subito dopo questo, che finalmente è uscito il loro problema, c’è la diagnosi e la terapia. E allora cosa fa? Centra il problema subito e dice: Non bisognava forse che il Cristo patisse queste cose per entrare nella sua gloria? Cioè, proprio la croce è l’ingresso nella gloria perché è nella croce che Lui ha testimoniato un amore assoluto, una solidarietà assoluta con l’uomo, col perduto, col male, con chi lo uccide, perché non può non amare ogni uomo perché ogni uomo è perduto perché non si sente amato e fa il male solo per questo. E allora Lui è lì a rivelare questo amore più forte di ogni male e tutto il Vangelo non vuol spiegare che questo
    . Gesù risorto non fa altro che interpretare tutta la Bibbia attraverso la croce, intesa come l’amore assoluto di Dio per l’uomo. E la croce è la chiave interpretativa proprio di tutto il mistero della vita.
    E aspetta che diciamo: Per favore, dimora con noi.
    È dall’eternità che sta lì alla porta e bussa, sperando che qualcuno gli apra. Finalmente gli hanno aperto il cuore: Vieni, dimora con noi. Vuol dire mettiamo su casa insieme, perché è sera e il giorno è al declino. E hanno intuito che lì ormai è un giorno senza declino se Lui resta con loro.
    Non hanno ancora capito perché, però Gesù ne approfitta subito.
    Apre la porta e mette dentro il piede prima che la chiudano. Ed entrò per dimorare con loro. Aspettava questo per poter entrare e dimorare con loro. Dio è amore e l’amore non desidera altro che essere accolto e amato; allora lì sta di casa, come Lui è nostra casa.
    È bellissimo questo: Dimora con noi; è il nostro invito, finalmente. Entrò per dimorare con loro.
    E allora, lì, nel dimorare suo con noi, fa quel gesto che ricorda la sua dimora definitiva con noi, l’ultima sera, del suo corpo dato per noi.
    Prendete e mangiate, vivete di questo. Allora prese il pane, benedisse, spezzato lo dava loro. È un imperfetto, e continua a darlo. Questo avvenne mentre era adagiato a mensa, Lui con loro e loro con Lui. Ed è davanti al pane dove vedono, in fondo capiscano finalmente, si aprano gli occhi, dopo che ha spiegato attraverso le Scritture la passione, si aprono gli occhi sul senso dell’Eucaristia, il mistero della croce presente nell’Eucaristia, della nuova ed eterna Alleanza che non potrà mai essere rotta perché Lui dà la vita per chi lo uccide, quindi non puoi rompere un’alleanza così fedele. È lì che si spalancano gli occhi, davanti a questo amore che si è fatto pane e vita.

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  5. Nel 1453, l’esercito sabaudo era impegnato a far sloggiare i francesi dal Piemonte e naturalmente la Valle di Susa era uno dei teatri di guerra più frequentati. Presso il Forte di Exilles vi fu una cruenta battaglia e nella confusione che seguì, alcuni ladri si introdussero nella chiesa di Santa Maria e rubarono tutto ciò che conteneva, compreso il calice con il Santissimo Sacramento. Caricato il sacco con la refurtiva sul dorso di un mulo, partirono alla volta di Torino, dove giunsero il 6 giugno: ma quando arrivarono in Piazza delle Erbe, dove si teneva il mercato, il mulo si impuntò, tanto che i due malviventi iniziarono a frustarlo fino a farlo stramazzare. Insieme al povero animale, cadde anche il sacco, il cui contenuto si sparpagliò tutto intorno attirando l’attenzione dei passanti: dall’ostensorio, l’ostia consacrata iniziò a librarsi verso l’alto, rimanendo sospesa a mezz’aria e inondando di luce tutta la piazza. La popolazione presente cadde in ginocchio, il vescovo Lodovico da Romagnano e altri sacerdoti, chiamati in tutta fretta dal chierichetto Bartolomeo Cicconio, si raccolsero in preghiera finché l’ostia, scendendo lentamente, si andò a posare con delicatezza nella pisside che il vescovo le porgeva. La particola venne conservata in Duomo, dove per lungo tempo costituì oggetto di venerazione da parte dei fedeli e quando non fu più possibile mantenerla in buone condizioni, venne consumata nel corso di una messa solenne.
    Per ricordare il miracolo eucaristico, nel 1598, dopo alcuni anni di discussioni tra le autorità e i membri della confraternita dello Spirito Santo, fu costruita la basilica del Corpus Domini, in via Palazzo di Città.

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