Antifona «Io cercherò le mie pecore», dice il Signore, «e susciterò un pastore che le pascerà: io, il Signore, sarò il loro Dio». ( Ez 34,11.23-24)
Ecco il servo fedele e prudente, che il Signore ha messo a capo della sua famiglia, per nutrirla al tempo opportuno. ( Lc 12,42)
Colletta Custodisci nel tuo popolo, o Signore, lo spirito di cui hai ricolmato il vescovo san Carlo, perché la Chiesa si rinnovi incessantemente e, conformandosi all’immagine del tuo Figlio, manifesti al mondo il volto di Cristo Signore. Egli è Dio, e vive e regna con te.
Prima Lettura Se infatti il loro essere rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, che cosa sarà la loro riammissione se non una vita dai morti? Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Rm 11,1-2a.11-12.25-29
Fratelli, Dio ha forse ripudiato il suo popolo? Impossibile! Anch'io infatti sono Israelita, della discendenza di Abramo, della tribù di Beniamino. Dio non ha ripudiato il suo popolo, che egli ha scelto fin da principio. Ora io dico: forse inciamparono per cadere per sempre? Certamente no. Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta alle genti, per suscitare la loro gelosia. Se la loro caduta è stata ricchezza per il mondo e il loro fallimento ricchezza per le genti, quanto più la loro totalità! Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, questo mistero, perché non siate presuntuosi: l'ostinazione di una parte d'Israele è in atto fino a quando non saranno entrate tutte quante le genti. Allora tutto Israele sarà salvato, come sta scritto: «Da Sion uscirà il liberatore, egli toglierà l'empietà da Giacobbe. Sarà questa la mia alleanza con loro quando distruggerò i loro peccati». Quanto al Vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla scelta di Dio, essi sono amati, a causa dei padri, infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 93 (94) R. Il Signore non respinge il suo popolo. Beato l'uomo che tu castighi, Signore, e a cui insegni la tua legge, per dargli riposo nei giorni di sventura. R.
Poiché il Signore non respinge il suo popolo e non abbandona la sua eredità, il giudizio ritornerà a essere giusto e lo seguiranno tutti i retti di cuore. R.
Se il Signore non fosse stato il mio aiuto, in breve avrei abitato nel regno del silenzio. Quando dicevo: «Il mio piede vacilla», la tua fedeltà, Signore, mi ha sostenuto. R.
Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia.
Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore, e imparate da me, che sono mite e umile di cuore. (Mt 11,29ab)
Alleluia.
Vangelo Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato. Dal Vangelo secondo Luca Lc 14,1.7-11
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: "Cédigli il posto!". Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: "Amico, vieni più avanti!". Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
PAROLE DEL SANTO PADRE Non dimentichiamolo: Dio paga molto di più degli uomini! Lui ci dà un posto molto più bello di quello che ci danno gli uomini! Il posto che ci dà Dio è vicino al suo cuore e la sua ricompensa è la vita eterna. «Sarai beato – dice Gesù – … Riceverai la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti» (Angelus, 28 agosto 2016)
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési Fil 2,1-4
Fratelli, se c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 130 (131)
R. Custodiscimi presso di te, Signore, nella pace.
Signore, non si esalta il mio cuore né i miei occhi guardano in alto; non vado cercando cose grandi né meraviglie più alte di me. R.
Io invece resto quieto e sereno: come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è in me l’anima mia. R.
Israele attenda il Signore, da ora e per sempre. R.
Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia.
Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli, dice il Signore, e conoscerete la verità. (Gv 8,31b-32)
Alleluia.
Vangelo Non invitare i tuoi amici, ma poveri, storpi, zoppi e ciechi. Dal Vangelo secondo Luca Lc 14,12-14
In quel tempo, Gesù disse poi al capo dei farisei che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Molti artisti, hanno raffigurato nei loro dipinti Carlo Borromeo mentre contempla un angelo che ripone nel fodero la spada insanguinata per indicare la cessazione della terribile peste del 1576. Tutto era iniziato nel mese di agosto di quell’anno. Milano era in festa per accogliere don Giovanni d’Austria, di passaggio sulla via delle Fiandre, di cui era stato nominato governatore. Le autorità cittadine erano in fermento per tributare al principe spagnolo i massimi onori, ma Carlo, da sei anni arcivescovo della diocesi, seguiva con preoccupazione le notizie che giungevano da Trento, da Verona, da Mantova, dove la pestilenza aveva iniziato a mietere vittime. La confusione e la paura regnavano a Milano, e l’arcivescovo si dedicò interamente all’assistenza dei malati, ordinando preghiere pubbliche e private. Dom Prosper Guéranger riassume così la sua inesauribile carità. «In mancanza di autorità locali, organizzò il servizio sanitario, fondò o rinnovò ospedali, cercò denaro e vettovaglie, decretò misure preventive. Soprattutto provvide ad assicurare il soccorso spirituale, l’assistenza ai malati, il seppellimento dei morti, l’amministrazione dei Sacramenti agli abitanti confinati nelle loro case, per misure prudenziali. Senza temere il contagio, pagò di persona, visitando ospedali, guidando le processioni di penitenza, facendosi tutto a tutti come un padre e come un vero pastore» (L’anno liturgico ) San Carlo era convinto che l’epidemia fosse «un flagello mandato dal cielo» come castigo dei peccati del popolo e che contro di essa fosse necessario ricorrere ai mezzi spirituali: preghiera e penitenza. Egli rimproverò le autorità civili per aver riposto la loro fiducia nei mezzi umani piuttosto che in quelli divini. «Non avevano essi proibito tutte le riunioni pie, tutte le processioni durante il tempo del Giubileo? Per lui, ne era convinto, erano queste le cause del castigo» I magistrati che governavano la città continuavano a opporsi alle cerimonie pubbliche, per timore che l’assembramento di persone potesse dilatare il contagio, ma Carlo, «che era guidato dallo Spirito , li convinse adducendo diversi esempi, tra cui quello di san Gregorio Magno che aveva fermato la peste che devastava Roma nel 590.
"Memoria di san Carlo Borromeo, vescovo, che, fatto cardinale da suo zio il papa Pio IV ed eletto vescovo di Milano, fu in questa sede vero pastore attento alle necessità della Chiesa del suo tempo: indisse sinodi e istituì seminari per provvedere alla formazione del clero, visitò più volte tutto il suo gregge per incoraggiare la crescita della vita cristiana ed emanò molti decreti in ordine alla salvezza delle anime. Passò alla patria celeste il giorno precedente a questo PREGHIERA. Custodisci, o Signore, la tua Chiesa colla continua protezione di S. Carlo, confessore e vescovo, sicchè, come la sollecitudine pastorale lo rese glorioso, così la sua intercessione ci renda sempre fervorosi servizio
FAUSTI – Il discorso precedente era rivolto agli invitati, questo a chi invita al banchetto.A quelli Gesù dice di scegliere l'ultimo posto, a questi di scegliere gli ultimi. Dio fa lo stesso.Il nostro rapporto con i fratelli, deve rispecchiare quello di Gesù, che ci chiama a comportarci con gli altri come Lui si è comportato con noi. Si riprende così il tema dominante di Luca :la Grazia e la Misericordia che ci trasformano nel Volto del Figlio, uguale al Padre. Questa istruzione sulla gratuità del banchetto tocca il centro della vita cristiana, che trova nel dono dell'Eucaristia il suo alimento. Chi la osserva è veramente beato, gli è già “ampiamente aperto l'ingresso nel Regno” (“2 Pt 1,11), è passato per la porta stretta e appartiene al mondo dei risorti, insieme al Figlio. La chiamata degli esclusi è insieme la salvezza messianica e l'anticipo della realtà definitiva . È la nostra deiformità, il nostro vero essere come Dio, in questo mondo. Dio ha scelto i poveri e si è identificato con loro. Da qui nasce per noi un diverso modo di valutare e di agire. Il povero è il “luogo teologico” per eccellenza. In lui incontro il mio Salvatore che si è fatto ultimo di tutti. La sua presenza mi rivela sempre inadempiente e mi richiama al rispetto e alla stima verso di lui. Lui è il valore che ispira i miei pensieri, non il disvalore cui cerco di rimediare con le mie azioni. E' la presenza del Crocifisso. Per questo S. Francesco baciò il lebbroso. E' un vero gesto di ad-orazione (portare alla bocca). Più che ciò che faccio per lui – spesso solo umiliarlo con un po' di soldi – è importante ciò che lui fa per me : mi giudica e mi salva (Mt 25,31-46).
Antifona
RispondiElimina«Io cercherò le mie pecore», dice il Signore,
«e susciterò un pastore che le pascerà:
io, il Signore, sarò il loro Dio». ( Ez 34,11.23-24)
Ecco il servo fedele e prudente,
che il Signore ha messo a capo della sua famiglia,
per nutrirla al tempo opportuno. ( Lc 12,42)
Colletta
Custodisci nel tuo popolo, o Signore,
lo spirito di cui hai ricolmato il vescovo san Carlo,
perché la Chiesa si rinnovi incessantemente
e, conformandosi all’immagine del tuo Figlio,
manifesti al mondo il volto di Cristo Signore.
Egli è Dio, e vive e regna con te.
Prima Lettura
Se infatti il loro essere rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, che cosa sarà la loro riammissione se non una vita dai morti?
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 11,1-2a.11-12.25-29
Fratelli, Dio ha forse ripudiato il suo popolo? Impossibile! Anch'io infatti sono Israelita, della discendenza di Abramo, della tribù di Beniamino. Dio non ha ripudiato il suo popolo, che egli ha scelto fin da principio.
Ora io dico: forse inciamparono per cadere per sempre? Certamente no. Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta alle genti, per suscitare la loro gelosia. Se la loro caduta è stata ricchezza per il mondo e il loro fallimento ricchezza per le genti, quanto più la loro totalità!
Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, questo mistero, perché non siate presuntuosi: l'ostinazione di una parte d'Israele è in atto fino a quando non saranno entrate tutte quante le genti. Allora tutto Israele sarà salvato, come sta scritto:
«Da Sion uscirà il liberatore,
egli toglierà l'empietà da Giacobbe.
Sarà questa la mia alleanza con loro
quando distruggerò i loro peccati».
Quanto al Vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla scelta di Dio, essi sono amati, a causa dei padri, infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 93 (94)
R. Il Signore non respinge il suo popolo.
Beato l'uomo che tu castighi, Signore,
e a cui insegni la tua legge,
per dargli riposo nei giorni di sventura. R.
Poiché il Signore non respinge il suo popolo
e non abbandona la sua eredità,
il giudizio ritornerà a essere giusto
e lo seguiranno tutti i retti di cuore. R.
Se il Signore non fosse stato il mio aiuto,
in breve avrei abitato nel regno del silenzio.
Quando dicevo: «Il mio piede vacilla»,
la tua fedeltà, Signore, mi ha sostenuto. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore,
e imparate da me, che sono mite e umile di cuore. (Mt 11,29ab)
Alleluia.
Vangelo
Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14,1.7-11
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: "Cédigli il posto!". Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: "Amico, vieni più avanti!". Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Parola del Signore.
PAROLE DEL SANTO PADRE
EliminaNon dimentichiamolo: Dio paga molto di più degli uomini! Lui ci dà un posto molto più bello di quello che ci danno gli uomini! Il posto che ci dà Dio è vicino al suo cuore e la sua ricompensa è la vita eterna. «Sarai beato – dice Gesù – … Riceverai la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti» (Angelus, 28 agosto 2016)
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
EliminaFil 2,1-4
Fratelli, se c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi.
Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 130 (131)
R. Custodiscimi presso di te, Signore, nella pace.
Signore, non si esalta il mio cuore
né i miei occhi guardano in alto;
non vado cercando cose grandi
né meraviglie più alte di me. R.
Io invece resto quieto e sereno:
come un bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è in me l’anima mia. R.
Israele attenda il Signore,
da ora e per sempre. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Se rimanete nella mia parola,
siete davvero miei discepoli, dice il Signore,
e conoscerete la verità. (Gv 8,31b-32)
Alleluia.
Vangelo
Non invitare i tuoi amici, ma poveri, storpi, zoppi e ciechi.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14,12-14
In quel tempo, Gesù disse poi al capo dei farisei che l’aveva invitato:
«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Parola del Signore
Molti artisti, hanno raffigurato nei loro dipinti Carlo Borromeo mentre contempla un angelo che ripone nel fodero la spada insanguinata per indicare la cessazione della terribile peste del 1576. Tutto era iniziato nel mese di agosto di quell’anno. Milano era in festa per accogliere don Giovanni d’Austria, di passaggio sulla via delle Fiandre, di cui era stato nominato governatore. Le autorità cittadine erano in fermento per tributare al principe spagnolo i massimi onori, ma Carlo, da sei anni arcivescovo della diocesi, seguiva con preoccupazione le notizie che giungevano da Trento, da Verona, da Mantova, dove la pestilenza aveva iniziato a mietere vittime. La confusione e la paura regnavano a Milano, e l’arcivescovo si dedicò interamente all’assistenza dei malati, ordinando preghiere pubbliche e private. Dom Prosper Guéranger riassume così la sua inesauribile carità. «In mancanza di autorità locali, organizzò il servizio sanitario, fondò o rinnovò ospedali, cercò denaro e vettovaglie, decretò misure preventive. Soprattutto provvide ad assicurare il soccorso spirituale, l’assistenza ai malati, il seppellimento dei morti, l’amministrazione dei Sacramenti agli abitanti confinati nelle loro case, per misure prudenziali. Senza temere il contagio, pagò di persona, visitando ospedali, guidando le processioni di penitenza, facendosi tutto a tutti come un padre e come un vero pastore» (L’anno liturgico )
RispondiEliminaSan Carlo era convinto che l’epidemia fosse «un flagello mandato dal cielo» come castigo dei peccati del popolo e che contro di essa fosse necessario ricorrere ai mezzi spirituali: preghiera e penitenza. Egli rimproverò le autorità civili per aver riposto la loro fiducia nei mezzi umani piuttosto che in quelli divini. «Non avevano essi proibito tutte le riunioni pie, tutte le processioni durante il tempo del Giubileo? Per lui, ne era convinto, erano queste le cause del castigo» I magistrati che governavano la città continuavano a opporsi alle cerimonie pubbliche, per timore che l’assembramento di persone potesse dilatare il contagio, ma Carlo, «che era guidato dallo Spirito , li convinse adducendo diversi esempi, tra cui quello di san Gregorio Magno che aveva fermato la peste che devastava Roma nel 590.
"Memoria di san Carlo Borromeo, vescovo, che, fatto cardinale da suo zio il papa Pio IV ed eletto vescovo di Milano, fu in questa sede vero pastore attento alle necessità della Chiesa del suo tempo: indisse sinodi e istituì seminari per provvedere alla formazione del clero, visitò più volte tutto il suo gregge per incoraggiare la crescita della vita cristiana ed emanò molti decreti in ordine alla salvezza delle anime. Passò alla patria celeste il giorno precedente a questo
RispondiEliminaPREGHIERA.
Custodisci, o Signore, la tua Chiesa colla continua protezione di S. Carlo, confessore e vescovo, sicchè, come la sollecitudine pastorale lo rese glorioso, così la sua intercessione ci renda sempre fervorosi servizio
FAUSTI – Il discorso precedente era rivolto agli invitati, questo a chi invita al banchetto.A quelli Gesù dice di scegliere l'ultimo posto, a questi di scegliere gli ultimi.
RispondiEliminaDio fa lo stesso.Il nostro rapporto con i fratelli, deve rispecchiare quello di Gesù, che ci chiama a comportarci con gli altri come Lui si è comportato con noi.
Si riprende così il tema dominante di Luca :la Grazia e la Misericordia che ci trasformano nel Volto del Figlio, uguale al Padre.
Questa istruzione sulla gratuità del banchetto tocca il centro della vita cristiana, che trova nel dono dell'Eucaristia il suo alimento.
Chi la osserva è veramente beato, gli è già “ampiamente aperto l'ingresso nel Regno” (“2 Pt 1,11), è passato per la porta stretta e appartiene al mondo dei risorti, insieme al Figlio.
La chiamata degli esclusi è insieme la salvezza messianica e l'anticipo della realtà definitiva . È la nostra deiformità, il nostro vero essere come Dio, in questo mondo.
Dio ha scelto i poveri e si è identificato con loro.
Da qui nasce per noi un diverso modo di valutare e di agire.
Il povero è il “luogo teologico” per eccellenza.
In lui incontro il mio Salvatore che si è fatto ultimo di tutti.
La sua presenza mi rivela sempre inadempiente e mi richiama al rispetto e alla stima verso di lui.
Lui è il valore che ispira i miei pensieri, non il disvalore cui cerco di rimediare con le mie azioni.
E' la presenza del Crocifisso.
Per questo S. Francesco baciò il lebbroso. E' un vero gesto di ad-orazione (portare alla bocca).
Più che ciò che faccio per lui – spesso solo umiliarlo con un po' di soldi – è importante ciò che lui fa per me : mi giudica e mi salva (Mt 25,31-46).