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venerdì 20 giugno 2025

SAN LUIGI GONZAGA


 

5 commenti:


  1. Antifona

    Chi ha mani innocenti e cuore puro salirà il monte del Signore
    e starà nel suo luogo santo. (Cf. Sal 23,4.3)
    Colletta

    O Dio, fonte di ogni dono del cielo,
    che in san Luigi [Gonzaga] hai unito in modo mirabile
    l’innocenza della vita e la penitenza,
    per i suoi meriti e la sua intercessione
    fa’ che, se non l’abbiamo imitato nell’innocenza,
    lo seguiamo sulla via della penitenza evangelica.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Mi vanterò ben volentieri delle mie debolezze.

    Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
    2Cor 12,1-10

    Fratelli, se bisogna vantarsi – ma non conviene – verrò tuttavia alle visioni e alle rivelazioni del Signore. So che un uomo, in Cristo, quattordici anni fa – se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito fino al terzo cielo. E so che quest’uomo – se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare. Di lui io mi vanterò!
    Di me stesso invece non mi vanterò, fuorché delle mie debolezze. Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato: direi solo la verità. Ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi più di quello che vede o sente da me e per la straordinaria grandezza delle rivelazioni.
    Per questo, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia. A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza».
    Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale

    Dal Sal 33 (34)

    R. Gustate e vedete com’è buono il Signore.

    L’angelo del Signore si accampa
    attorno a quelli che lo temono, e li libera.
    Gustate e vedete com’è buono il Signore;
    beato l’uomo che in lui si rifugia. R.

    Temete il Signore, suoi santi:
    nulla manca a coloro che lo temono.
    I leoni sono miseri e affamati,
    ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene. R.

    Venite, figli, ascoltatemi:
    vi insegnerò il timore del Signore.
    Chi è l’uomo che desidera la vita
    e ama i giorni in cui vedere il bene? R.

    Acclamazione al Vangelo

    Alleluia, alleluia.

    Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi,
    perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. (2Cor 8,9)

    Alleluia.

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    1. Vangelo
      Non preoccupatevi del domani.

      Dal Vangelo secondo Matteo
      Mt 6,24-34

      In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
      «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
      Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
      Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre.
      Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
      E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
      Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
      Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
      Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».

      Parola del Signore.

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  2. FAUSTI - “Non preoccupatevi” , è il ritornello che Gesù ripete sei volte. Porre la vita nelle mani del Padre significa essere liberi dall'affanno. Ciò che ne garantisce il mantenimento è Lui, che, come la dà, così la alimenta. L'ansia della previdenza cede il posto alla fiducia nella Provvidenza. Preoccuparsi è privarsi del presente, unico tempo che c'è, per proiettarsi nel futuro, che ancora non c'è. La preoccupazione ci svuota di tutto e ci riempie di vuoto.
    Il presente è dono di Dio, da godere in pienezza , il futuro, come l'oggi, sarà dono Suo, ma solo domani, a suo tempo! La manna, data quotidianamente, faceva vermi per chi l'accumulava (Es 16,17-20). E' metafora della vita . Ogni giorno fluisce come dono, e si arresta quando è trattenuta.
    L'affanno prende chi, venuto dal nulla e votato al nulla, si sente destinato alla morte. Se uno sa che viene da Dio e torna a Lui, il presente diventa gioia, anticipo di ciò che sarà anche domani e sempre : comunione col Padre e i fratelli.
    “Per la vostra vita cosa mangerete...”Cibo e bevanda l'alimentano, ma non sono la vita e neppure la garantiscono. I ricchi hanno più cibo che vita, anzi l'accorciano con lo stress e l'obesità.
    Il nutrimento è solo mezzo, per di più temporaneo, se ne faccio il fine, mi distrugge.
    “Nè per il vostro corpo, cosa vestirete” Il vestito, oltre e più che per difendersi dall'ambiente, serve per essere visti.Il vestito garantisce la vita sociale, come il cibo quella animale.
    “Osservate gli uccelli del cielo” per il cibo Gesù dice di osservare gli uccelli del cielo, che non compiono i cosiddetti lavori maschili, quali arare, seminare, mietere e raccogliere.
    Ricorda che il cibo non dipende innanzitutto dal lavoro nostro,
    ma da quello di Dio, al quale siamo chiamati a collaborare.
    “Il Padre Vostro Celeste li nutre” Il Padre, che è “vostro” e non “loro”, nutre anche loro.
    La Sua tenerezza si espande su tutte le creature (Sl 145,9).
    Se provvede al cibo dei piccoli del corvo che gridano a Lui, (Sl 147,9),
    come non si preoccuperà di Suo figlio?
    Dio è al lavoro, non solo nel dare, ma anche nel mantenere la vita . Dà il seme al seminatore, ma anche la pioggia al seme, perchè dia pane da mangiare (Is 55,10).
    Lui, amante della vita ( Sap 11, 26), desidera solo che i Suoi figli gioiscano della Sua stessa gioia.


    “Chi di voi, preoccupandosi, può aggiungere un cubito alla sua età?” Chi può , preoccupandosi, aumentare di un solo palmo la sua età o la sua statura, vivere un po' di più o essere un po' più alto? La preoccupazione, invece che allungare, rattrappisce il corpo e accorcia la vita!”Per il vestito, perchè vi preoccupate?
    Imparate come crescono i gigli del campo..
    ” Faticare e tessere è il lavoro della donna che fatica per tessere il corpo e per rivestirlo.
    I fiori hanno una veste che cresce con loro e li ricopre di splendore.
    La loro bellezza serve a descrivere la magnificienza e la gloria dello Sposo.
    Salomone, noto per la sua magnificienza, non è comparabile come splendore a un solo giglio.
    Se Dio fa così con l'erba del campo, che al mattino germoglia e alla sera dissecca (Sl 90,6), ed è usata per accendere il forno e cuocere il pane, quanto più si preoccuperà di noi, Suoi figli.
    “O gente di poca fede!” E' la definizione del discepolo che si fida poco del suo Signore (8,26).
    Per questo prega, con il padre del sordomuto . “Credo, ma vieni in aiuto alla mia incredulità” (Mc 9,24), e dice con gli apostoli . “ Aumenta la nostra fede” (Lc 17,5).
    Il discepolo crede e insieme sempre non crede.




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    1. ---> La fede non è stabile: è un dono, che cessa quando lo si vuol possedere, come la manna che marcisce quando è accumulata. La vera fede non si fida di sé e della propria certezza, ma di Lui e della Sua fedeltà continua.
      La pre-occupazione assorbe energie utili per l'occupazione stessa, e toglie vita invece di mantenerla. Essa ci assale quando le cose da mezzo diventano fine ; allora, invece di servirci, ci asservono, invece di comunicaci la vita filiale e fraterna, la uccidono.
      La nostra fede in concreto è riposta nel Padre che tutto dona,o nell'idolo che tutto esige.
      Gesù è il Figlio che tutto riceve dal Padre e spezza con i fratelli : la Sua esistenza è Amore ricevuto e dato.
      La Chiesa vive allo stesso modo . Libera dall'ansia di vita, che è paura di morte (e spesso paura di vivere e ansia di morire), cerca in tutto il Regno del Padre e la Sua giustizia.
      Invece di tanti ansiolitici (l'attivismo, fin che regge, è il più usuale, ) ha come medicina la fiducia nel Padre. Il pagano non crede che Dio sia suo Padre, e deve pensare a se stesso. Suo fine non è la comunione col Padre e con i fratelli,ma le cose da procurarsi col “suo” lavoro.
      Il Dio che sta nei cieli è onnisciente ed è Padre : può, sa e vuole fare tutto quanto ci serve.
      E' vero che , a differenza degli uccelli e dei gigli del campo, dobbiamo anche lavorare.
      Il giardino è da coltivare, oltre che da custodire (Gen 2,15) ; dopo il peccato, il sudore della fronte condisce il nostro pane. Ma il solo che sazia è l'amore del Padre, dato nel sonno ai Suoi figli.
      - “Non preoccupatevi del domani” La pre-occupazione del domani è forza sottratta all'occupazione di oggi. . Possiamo vivere solo il momento presente, non quello dopo.
      Anche il domani avrà le sue preoccupazioni . Ma se non te ne carichi già ora , sperimenterai che sai portare quelle di oggi. E' un'illusione risolvere oggi i problemi di domani, se sono di domani, oggi sono certo insolubili.
      “Basta al giorno la sua pena” Ogni giorno ha la sua dose di fatica , sopportabile in quel giorno, senza aggiungere quella del giorno dopo.
      Ciò che rende impossibile vivere qui e ora è l'ansia del dopo.
      Il male di domani è sempre insopportabile, soprattutto perché ancora non c'è.
      Normalmente sprechiamo il 90/° delle energie nel cercare di evitare ciò che comunque avviene e che poi scopriamo essere un bene!
      Dio, come la manna quotidiana , ci dà ogni giorno la forza per i pesi di quel giorno, perché impariamo a vivere di fiducia.
      La vita è un dono. Non si può possederla né accumularla.
      La sorgente dà sempre acqua nuova.
      Invece di scavare cisterne screpolate, che non tengono acqua (Ger 2,13),
      possiamo sempre attingere ogni giorno con gioia al Padre, sorgente di vita sempre nuova (Is 12,3).

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  3. PREGHIAMO

    Uniamoci, o fratelli,
    con cuore puro e ardente
    alla lode festosa
    della Chiesa di Cristo.

    In questo giorno santo
    la carità divina
    congiunge san Luigi
    al regno dei beati.

    La fiamma dello Spirito
    ha impresso nel suo cuore
    il sigillo indelebile
    dell’amore di Dio.

    Egli è modello e guida
    a coloro che servono
    le membra sofferenti
    del corpo del Signore.

    Dolce amico dei poveri,
    intercedi per noi;
    sostieni i nostri passi
    nella via dell’amore.

    A te sia lode, o Cristo,
    immagine del Padre,
    che sveli nei tuoi santi
    la forza dello Spirito. Amen.

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