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lunedì 10 novembre 2025

SAN MARTINO DI TOURS


 

4 commenti:

  1. Nasce nel 316 0 317 a Sabaria, nella provincia romana di Pannonia (oggi Ungheria). Suo padre, che era un importante ufficiale dell’esercito Romano, gli diede il nome di Martino in onore di Marte, il dio della guerra. Da più grande con la famiglia si spostò a Pavia, perché al padre, veterano dell’esercito, è stato donato un terreno in quella città.
    I genitori sono pagani, ma il ragazzino è incuriosito dal cristianesimo e già a 12 anni vorrebbe farsi asceta e ritirarsi nel deserto. Ma quindicenne, in quanto figlio di un ufficiale, dovette entrare per legge anch’egli nell’esercito e venne mandato in Gallia.
    Come membro della guardia imperiale, il giovane soldato è comandato spesso per le ronde notturne. Ed è in una di queste, siamo d’inverno, che si imbatte a cavallo in un mendicante seminudo.
    Martino ne ha compassione, si sfila il mantello, lo taglia in due e ne regala una metà al povero.
    La notte seguente gli appare in sogno Gesù con indosso la parte di mantello che dice agli angeli: “Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato: egli mi ha vestito”.
    Il sogno impressiona molto il giovane soldato, che alla festa di Pasqua viene battezzato.
    Per una ventina d’anni continua a servire nell’esercito di Roma, testimone della fede in un ambiente tanto lontano dai suoi sogni di adolescente.
    Appena possibile, si congeda dall’esercito e va a incontrare a Poitiers il vescovo Ilario, fermo avversario dell’eresia ariana. Questa posizione costa l’esilio a Ilario.
    Rientrato il vescovo dall’esilio, Martino torna a trovarlo e ottiene l’autorizzazione a fondare un monastero nei pressi di Tours.
    Capanne e vita austera, l’ex soldato che aveva rivestito Cristo povero diventa povero lui stesso come aveva desiderato.
    Qui fiorisce la sua eccezionale vita spirituale, nell’umile capanna in mezzo al bosco, che funge da cella e dove, respingendo le apparizioni diaboliche, conversa familiarmente con i santi e con gli angeli.
    Prega e annuncia la fede, girando per la Francia dove in molti imparano a conoscerlo.
    La popolarità si trasforma in una nomina a vescovo di Tours nel 371. Martino accetta ma col suo stile. Rifiuta di vivere da principe perché la gente in miseria, i detenuti, i malati continuino a trovare casa sotto il suo mantello
    Vive a ridosso delle mura cittadine, nel monastero di Marmoutier, il più antico della Francia.
    Se da un lato rifiuta il lusso e l’apparato di un dignitario della Chiesa, dall’altra Martino non trascura le funzioni episcopali. Si occupa dei prigionieri, dei condannati a morte; dei malati e dei morti, che guarisce e resuscita.
    Al suo intervento anche i fenomeni naturali gli obbediscono. Per san Martino, amico stretto dei poveri, la povertà non è un’ideologia, ma una realtà da vivere nel soccorso e nel voto.
    Marmoutier, al termine del suo episcopato, conta 80 monaci, quasi tutti provenienti dall’aristocrazia senatoria, che si erano piegati all’umiltà e alla mortificazione.
    San Martino muore l’8 novembre 397 a Candes-Saint-Martin, dove si era recato per mettere pace fra il clero locale. Ai suoi funerali assistettero migliaia di monaci e monache.
    Martino è uno fra i primi santi non martiri proclamati dalla Chiesa e divenne il santo francese per eccellenza

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  2. Antifona
    Farò sorgere al mio servizio un sacerdote fedele,
    che agirà secondo i desideri del mio cuore. (Cf. 1Sam 2,35)

    Colletta
    O Dio, che hai fatto risplendere la tua gloria
    nella vita e nella morte del santo vescovo Martino [di Tours],
    rinnova nei nostri cuori le meraviglie della tua grazia,
    perché né morte né vita ci possano separare dal tuo amore.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Agli occhi degli stolti parve che morissero, ma essi sono nella pace.
    Dal libro della Sapienza
    Sap 2,23-3,9

    Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità,
    lo ha fatto immagine della propria natura.
    Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo
    e ne fanno esperienza coloro che le appartengono.
    Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio,
    nessun tormento li toccherà.
    Agli occhi degli stolti parve che morissero,
    la loro fine fu ritenuta una sciagura,
    la loro partenza da noi una rovina,
    ma essi sono nella pace.
    Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi,
    la loro speranza resta piena d’immortalità.
    In cambio di una breve pena riceveranno grandi benefici,
    perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé;
    li ha saggiati come oro nel crogiolo
    e li ha graditi come l’offerta di un olocausto.
    Nel giorno del loro giudizio risplenderanno,
    come scintille nella stoppia correranno qua e là.
    Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli
    e il Signore regnerà per sempre su di loro.
    Coloro che confidano in lui comprenderanno la verità,
    i fedeli nell’amore rimarranno presso di lui,
    perché grazia e misericordia sono per i suoi eletti.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 33 (34)

    R. Benedirò il Signore in ogni tempo.

    Benedirò il Signore in ogni tempo,
    sulla mia bocca sempre la sua lode.
    Io mi glorio nel Signore:
    i poveri ascoltino e si rallegrino. R.

    Gli occhi del Signore sui giusti,
    i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
    Il volto del Signore contro i malfattori,
    per eliminarne dalla terra il ricordo. R.

    Gridano e il Signore li ascolta,
    li libera da tutte le loro angosce.
    Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
    egli salva gli spiriti affranti. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
    e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. (Gv 14,23)

    Alleluia.

    Vangelo
    Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare.
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 17,7-10

    In quel tempo, Gesù disse:
    «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
    Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

    Parola del Signore.

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  3. Le Parole dei Papi
    Gesù ci fa prendere coscienza che, di fronte a Dio, ci troviamo in una situazione simile: siamo servi di Dio; non siamo creditori nei suoi confronti, ma siamo sempre debitori, perché dobbiamo a Lui tutto, perché tutto è suo dono. Accettare e fare la sua volontà è l’atteggiamento da avere ogni giorno, in ogni momento della nostra vita. Davanti a Dio non dobbiamo mai presentarci come chi crede di aver reso un servizio e di meritare una grande ricompensa. Questa è un’illusione che può nascere in tutti, anche nelle persone che lavorano molto al servizio del Signore, nella Chiesa. Dobbiamo, invece, essere consapevoli che, in realtà, non facciamo mai abbastanza per Dio. Dobbiamo dire, come ci suggerisce Gesù: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare» (Lc 17,10). Questo è un atteggiamento di umiltà che ci mette veramente al nostro posto e permette al Signore di essere molto generoso con noi. Infatti, in un altro brano del Vangelo egli ci promette che «si cingerà le sue vesti, ci farà mettere a tavola e passerà a servirci» (cfr Lc 12,37). Cari amici, se faremo ogni giorno la volontà di Dio, con umiltà, senza pretendere nulla da Lui, sarà Gesù stesso a servirci, ad aiutarci, ad incoraggiarci, a donarci forza e serenità. (Benedetto XVI, Messa nel Foro Italico di Palermo, 3 ottobre 2010)

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  4. Fausti - Le due azioni tipiche dell'Apostolo sono : l'annuncio (semina) e la cura dei fratelli (pastore).
    Chi “ara o pascola” non lo fa per turpe motivo di lucro, ma perchè spinto dall'amore del suo Signore morto per tutti .
    Per Paolo la ricompensa più alta è predicare gratuitamente il Vangelo.
    L'Apostolo è associato al ministero di Grazia e di Misericordia del suo Signore per il mondo.
    Origine del suo servizio è la fede, come esperienza personale di Colui che lo ha amato e ha dato se stesso per lui (Gal 2,20)..
    Per questo non è più nella logica del dare/avere , ma in quella del dono gratuito.
    L'amore sperimentato lo rende libero di servire come il suo Signore.
    Il padrone non serve, invece nostro Signore è in mezzo a noi ”come Colui che serve”.
    Per il mondo la libertà consiste nel farsi servire, per Dio nella necessità di servire per amore.
    Se lo schiavo appartiene al padrone che lo schiavizza, L'Apostolo al suo Signore che gli dà la libertà di essere collaboratore Suo, associato al Suo ministero. Questa schiavitù per amore è liberazione totale dall'egoismo; dice S. Paolo ai Galati (5,13) “Voi, fratelli, siete chiamati a libertà , e questa non consiste nel vivere secondo l'egoismo, ma nell'essere mediante la carità, schiavi gli uni degli altri”.
    “Siamo servi inutili” : significa che non facciamo il nostro lavoro per guadagno o per utile,ma per dovere e gratuitamente . Semplicemente perché siamo Suoi e apparteniamo a Lui. Chi ara o pascola, lo fa per amore del Suo Signore, morto per lui.
    Il ministero apostolico è di sua natura gratuito . “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8).

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