PRIMA LETTURA La parola di Dio ci sospinge. Dal libro del Siracide 4, 1-6. 10 Figlio, non rifiutare il sostentamento al povero, non essere insensibile allo sguardo dei bisognosi. Non rattristare un affamato, non esasperare un uomo già in difficoltà. Non turbare un cuore esasperato, non negare un dono al bisognoso. Non respingere la supplica di un povero, non distogliere lo sguardo dall’indigente. Da chi ti – 16 – SAN CAMILLO DE LELLIS chiede non distogliere lo sguardo, non offrire a nessuno l’occasione di maledirti, perché se uno ti maledice con amarezza, il suo creatore esaudirà la sua preghiera. Sii come un padre per gli orfani e come un marito per la loro madre e sarai come un figlio dell’Altissimo, ed egli ti amerà più di tua madre. Parola di Dio. SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 144 R. Paziente e misericordioso è il Signore. O Dio, mio re, voglio esaltarti e benedire il tuo nome in eterno e per sempre. Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature. R. Il tuo regno è regno di tutti i secoli, il tuo dominio si estende ad ogni generazione. Il Signore sostiene quelli che vacillano e rialza chiunque è caduto. R. Giusto è il Signore in tutte le sue vie, santo in tutte le sue opere. Il Signore è vicino a quanti lo invocano, a quanti lo cercano con cuore sincero. R. SECONDA LETTURA Pietà accetta a Dio è l’offerta unita alla carità, secondo il dono ricevuto. Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 12, 6-16b Fratelli, abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti secondo la misura della fede; chi ha un ministero attenda al ministero; chi l’insegnamento, all’insegnamento; chi l’esortazione, all’esortazione. Chi dà, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia. La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene, amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità. Benedite coloro che vi per- seguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO Mt 7, 21 R. Alleluia, alleluia. Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. R. Alleluia. VANGELO Quando Cristo verrà nella gloria, glorificherà coloro che l’hanno servito nei malati. Dal vangelo secondo Matteo 25, 31-40 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Parola del Signore.
FAUSTI - “Quanto faceste a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, lo faceste a Me!” risponderà il Signore a chi chiederà, alla fine, quando mai L'ha visto. Per cinque volte escono gli avverbi “allora” “quando” , allora, cioè alla fine, vedremo che il quando è ora. E il segno della Sua venuta è quello “dei più piccoli di questi miei fratelli” con i quali Lui è sempre presente in mezzo a noi Il giudizio, che il Re farà di noi “allora” è lo stesso che noi facciamo al povero. In realtà siamo noi a giudicarlo, accogliendolo o respingendolo. Lui non farà altro che constatare ciò che noi facciamo. Alla fine leggerà ciò che noi liberamente abbiamo scritto. Ce lo dice in anticipo, con una rappresentazione efficace, per aprirci gli occhi su ciò che stiamo facendo ora.
S. Camillo , dopo una gioventù travagliata, al seguito del padre militare, viene ricoverato per una ferita e in ospedale fa esperienza della sofferenza e di tutti i limiti delle cure di cui si abbisognava. La malattia gli impedì di entrare nell'ordine francescano, e quindi tornò all'ospedale S. Giacomo a Roma, dove diventa un bravo infermiere e abile amministratore. Costruisce così l'Ospedale S. Spirito ( era nato il giorno di Pentecoste nel 1550). Stabilì una regola semplice per il suo gruppo, che portava come distintivo la croce, e si occupava dei malati di peste, donando assistenza materiale e spirituale .Formava i suoi infermieri, insegnando loro a vedere nel malato Gesù Sofferente. Nonostante varie malattie, continuò ad assistere i malati, sempre ricordando ai suoi che ogni cosa fatta ai malati Cristo la considerava fatta a Se Stesso. L'ordine si diffuse rapidamente in tutta Europa , con case di spiritualità e molti ospedali.
PRIMA LETTURA
RispondiEliminaLa parola di Dio ci sospinge.
Dal libro del Siracide
4, 1-6. 10
Figlio, non rifiutare il sostentamento al povero, non essere insensibile allo sguardo
dei bisognosi. Non rattristare un affamato, non esasperare un uomo già in difficoltà. Non turbare un cuore esasperato, non negare un dono al bisognoso. Non respingere la supplica di un povero, non distogliere lo sguardo dall’indigente. Da chi ti
– 16 –
SAN CAMILLO DE LELLIS
chiede non distogliere lo sguardo, non offrire a nessuno l’occasione di maledirti,
perché se uno ti maledice con amarezza, il suo creatore esaudirà la sua preghiera.
Sii come un padre per gli orfani e come un marito per la loro madre e sarai come
un figlio dell’Altissimo, ed egli ti amerà più di tua madre.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 144
R. Paziente e misericordioso è il Signore.
O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature. R.
Il tuo regno è regno di tutti i secoli,
il tuo dominio si estende ad ogni generazione.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto. R.
Giusto è il Signore in tutte le sue vie,
santo in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a quanti lo invocano,
a quanti lo cercano con cuore sincero. R.
SECONDA LETTURA
Pietà accetta a Dio è l’offerta unita alla carità, secondo il dono ricevuto.
Dalla lettera di san Paolo apostolo
ai Romani
12, 6-16b
Fratelli, abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi. Chi ha il
dono della profezia la eserciti secondo la misura della fede; chi ha un ministero
attenda al ministero; chi l’insegnamento, all’insegnamento; chi l’esortazione,
all’esortazione. Chi dà, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia.
La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene, amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non
siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. Siate
lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti
per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità. Benedite coloro che vi per-
seguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia,
piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni
verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili.
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO
Mt 7, 21
R. Alleluia, alleluia.
Non chiunque mi dice: Signore, Signore,
entrerà nel regno dei cieli,
ma colui che fa la volontà del Padre mio
che è nei cieli.
R. Alleluia.
VANGELO
Quando Cristo verrà nella gloria, glorificherà coloro che l’hanno servito nei malati.
Dal vangelo secondo Matteo
25, 31-40
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Quando il Figlio dell’uomo verrà nella
sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore
separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio,
ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.
Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato
da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi
avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno:
Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare,
assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o
in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico:
ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli,
l’avete fatto a me.
Parola del Signore.
FAUSTI - “Quanto faceste a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, lo faceste a Me!” risponderà il Signore a chi chiederà, alla fine, quando mai L'ha visto. Per cinque volte escono gli avverbi “allora” “quando” , allora, cioè alla fine, vedremo che il quando è ora.
RispondiEliminaE il segno della Sua venuta è quello “dei più piccoli di questi miei fratelli” con i quali Lui è sempre presente in mezzo a noi
Il giudizio, che il Re farà di noi “allora” è lo stesso che noi facciamo al povero.
In realtà siamo noi a giudicarlo, accogliendolo o respingendolo. Lui non farà altro che constatare ciò che noi facciamo. Alla fine leggerà ciò che noi liberamente abbiamo scritto.
Ce lo dice in anticipo, con una rappresentazione efficace, per aprirci gli occhi su ciò che stiamo facendo ora.
S. Camillo , dopo una gioventù travagliata, al seguito del padre militare, viene ricoverato per una ferita e in ospedale fa esperienza della sofferenza e di tutti i limiti delle cure di cui si abbisognava. La malattia gli impedì di entrare nell'ordine francescano, e quindi tornò all'ospedale S. Giacomo a Roma, dove diventa un bravo infermiere e abile amministratore. Costruisce così l'Ospedale S. Spirito ( era nato il giorno di Pentecoste nel 1550). Stabilì una regola semplice per il suo gruppo, che portava come distintivo la croce, e si occupava dei malati di peste, donando assistenza materiale e spirituale .Formava i suoi infermieri, insegnando loro a vedere nel malato Gesù Sofferente. Nonostante varie malattie, continuò ad assistere i malati, sempre ricordando ai suoi che ogni cosa fatta ai malati Cristo la considerava fatta a Se Stesso. L'ordine si diffuse rapidamente in tutta Europa , con case di spiritualità e molti ospedali.
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