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lunedì 3 ottobre 2022

SAN FRANCESCO PATRONO D'ITALIA


 

5 commenti:

  1. Prima Lettura
    Il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
    Gal 6,14-18

    Fratelli, quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
    Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
    D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
    La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.

    Parola di Dio


    Salmo Responsoriale
    Dal Salmo 15 (16)
    R. Tu sei, Signore, mia parte di eredità.
    Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
    Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
    Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
    nelle tue mani è la mia vita. R.
    Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
    anche di notte il mio animo mi istruisce.
    Io pongo sempre davanti a me il Signore,
    sta alla mia destra, non potrò vacillare. R.

    Mi indicherai il sentiero della vita,
    gioia piena alla tua presenza,
    dolcezza senza fine alla tua destra. R.


    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra,
    perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno. (Cfr. Mt 11,25)

    Alleluia.

    Vangelo
    Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 11,25-30
    In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
    Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

    Parola del Signore

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  2. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Il giogo che i poveri e gli oppressi portano è lo stesso giogo che Lui ha portato prima di loro: per questo è un giogo leggero. Egli si è caricato sulle spalle i dolori e i peccati dell’intera umanità. Per il discepolo, dunque, ricevere il giogo di Gesù significa ricevere la sua rivelazione e accoglierla: in Lui la misericordia di Dio si è fatta carico delle povertà degli uomini, donando così a tutti la possibilità della salvezza. Ma perché Gesù è capace di dire queste cose? Perché Lui si è fatto tutto a tutti, vicino a tutti, ai più poveri! (Udienza generale, 14 settembre 2016)

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  3. FAUSTI “Signore del cielo e della terra” Il nostro Papà, così vicino e tenero, è il Dio Altissimo e Onnipotente, Signore del cielo e della terra! Di Dio si parla solo per opposti (coincidentia oppositorum, dice il Cusano), per non ridurlo a un idolo: è vicino e altissimo, tenero e onnipotente, piccolo e grande, misericordioso e giusto. Il rapporto ineffabile di conoscenza reciproca tra Padre e Figlio, rivelato agli infanti, è nascosto agli altri, sapienti e intelligenti. La Sapienza del Figlio è quella delle beatitudini ; i sapienti non la capiscono, gli intelligenti se ne difendono. Gli infanti non solo ignorano e sono poveri . Neanche parlano. A loro, senza parole, è rivelata la Parola : “Abbà!”. Anche in noi, oltre le tante parole, c'è una sapienza silenziosa, propria del povero. E' la “dotta ignoranza “ del puro di cuore, al quale Dio si fa vedere., ben diversa dalla sapienza ignorante del furbo, al quale Dio resiste. Lui non è oggetto di rapina della nostra intelligenza, ma principio e fine del nostro amore : non si affaccia alla finestra della nostra mente, ma bussa alla porta del nostro cuore. Gesù è contento di questo . È “sì” non solo al Padre, ma anche ai fratelli. Tutto quanto il Padre è, è dono al Figlio. Il Padre è Dio che tutto dà. Tutto quanto il Figlio è , è dono del Padre . Da Lui riceve la Sua natura, il Suo Amore e Se stesso, in unione indissolubile con Lui nella Sua distinzione da Lui. Il Figlio è Dio che tutto riceve. Gesù è il Figlio che chiama Dio “Padre Mio”. Se siamo in Lui , diventa anche “Padre Nostro”. Le “cose” nascoste a sapienti e intelligenti, la conoscenza mutua tra Padre e Figlio, il Loro Amore, il Loro unico Spirito, che è la Vita di ambedue, è comunicato dal Figlio agli infanti che Lo accolgono. La Parola “Abbà” è l'eredità dei piccoli. Al di là di ogni pretesa sapienza, in ogni uomo ci sono la ricchezza ineffabile dell'infante, la dignità del figlio. Il piccolo le conosce . Vive di dono, amore, e di grazia. “Venita a me” E' l'invito a seguire Lui (4,19), a partecipare alle nozze (22,2-4), a entrare nel Regno preparato per noi fin dalla fondazione del mondo (25,34). Nella carne di Gesù noi accediamo allo Spirito e attingiamo grazia su grazia (Gv 1,17). In Lui il Verbo si è fatto carne, è venuto ad abitare tra noi e ci ha aperto l'ingresso all'unica Gloria del Padre e dell'Unigenito Figlio (Gv 1,14). La Sapienza invisibile, che si è manifestata con la Sua ombra nella Creazione e nella Storia, nella legge e nella promessa, ora toglie il velo . È accessibile a tutti, come Amore tra Padre e Figlio, offerto a noi nel Figlio. “ Voi tutti,affaticati e oppressi” grande è la fatica di chi osserva la Legge , più grande ancora l'oppressione di chi non la osserva! Non ha detto anche Gesù che la Legge è da insegnare e compiere, fin nel minimo dettaglio ? (5,17-20)? E' vero, ma non in forza della legge, ma dell'amore, che fa vivere ciò che la Legge dice, ma non dà. Ciò che prima era fatica e oppressione, ora è gioia, riposo e giustizia nuova, che ci fa “mangiare di sabato”, vivere la stessa vita di Dio. ”Vi darò riposo” Il riposo è Dio stesso, vera casa dell'uomo, al quale ognuno è invitato a tornare, dopo l'affanno delle sue fughe. L'uomo sta di casa nell'amore reciproco tra Figlio e Padre.

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  4. DAI FIORETTI DI S. FRANCESCO
    Come istando santo Francesco con suoi frati a parlare di Dio, Iddio apparve in mezzo di loro.
    Essendo santo Francesco in un luogo, nel cominciamento della religione, raccolto co'
    suoi compagni a parlare di Cristo, egli in fervore di spirito comandò a uno di loro che nel
    nome di Dio aprisse la sua bocca e parlasse di Dio ciò che lo Spirito Santo gli spirasse.
    Adempiendo il frate il comandamento e parlando di Dio maravigliosamente, sì gl' impone
    santo Francesco silenzio, e comanda il simigliante a un altro frate. Ubbidendo colui e
    parlando di Dio sottilmente, e santo Francesco simigliantemente si gli impuose silenzio; e
    comandò al terzo che parli di Dio. Il quale simigliantemente cominciò a parlare sì
    profondamente delle cose segrete di Dio, che certamente santo Francesco conobbe ch' egli,
    siccome gli altri due, parlava per Ispirito Santo. E questo anche sì si dimostrò per esempio e
    per espresso segnale; imperò che istando in questo parlare apparve Cristo benedetto nel
    mezzo di loro in ispezie e'n forma di un giovane bellissimo, e benedicendoli tutti li riempiè
    di tanta grazia e dolcezza, che tutti furono ratti fuori di se medesimi, e giacevano come
    morti, non sentendo niente di questo mondo. E poi tornando in se medesimi, disse loro
    santo Francesco: « Fratelli miei carissimi, ringraziate Iddio, il quale ha voluto per le bocche
    de' semplici rivelare i tesori della divina sapienza, imperò che Iddio è colui il quale apre la
    bocca ai mutoli, e le lingue delli semplici fa parlare sapientissimamente.
    A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.

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