Come olivo verdeggiante nella casa di Dio, confido nella sua misericordia in eterno e per sempre. (Sal 51,10) O Dio, che ti sei preparato una lieta dimora nel cuore della santa vergine Gertrude, per sua intercessione rischiara le tenebre del nostro cuore, perché possiamo gustare in noi la gioia della tua presenza e della tua azione. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Santo il Signore Dio, l'Onnipotente, Colui che era, che è e che viene! Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo Ap 4,1-11
Io, Giovanni, vidi: ecco, una porta era aperta nel cielo. La voce, che prima avevo udito parlarmi come una tromba, diceva: «Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito». Subito fui preso dallo Spirito. Ed ecco, c'era un trono nel cielo, e sul trono Uno stava seduto. Colui che stava seduto era simile nell'aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile nell'aspetto a smeraldo avvolgeva il trono. Attorno al trono c'erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro anziani avvolti in candide vesti con corone d'oro sul capo. Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni; ardevano davanti al trono sette fiaccole accese, che sono i sette spiriti di Dio. Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al trono e attorno al trono vi erano quattro esseri viventi, pieni d'occhi davanti e dietro. Il primo vivente era simile a un leone; il secondo vivente era simile a un vitello; il terzo vivente aveva l'aspetto come di uomo; il quarto vivente era simile a un'aquila che vola. I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere: «Santo, santo, santo il Signore Dio, l'Onnipotente, Colui che era, che è e che viene!». E ogni volta che questi esseri viventi rendono gloria, onore e grazie a Colui che è seduto sul trono e che vive nei secoli dei secoli, i ventiquattro anziani si prostrano davanti a Colui che siede sul trono e adorano Colui che vive nei secoli dei secoli e gettano le loro corone davanti al trono, dicendo: «Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, per la tua volontà esistevano e furono create».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 150 R. Santo, santo, santo il Signore Dio, l'Onnipotente. Lodate Dio nel suo santuario, lodatelo nel suo maestoso firmamento. Lodatelo per le sue imprese, lodatelo per la sua immensa grandezza. R.
Lodatelo con il suono del corno, lodatelo con l'arpa e la cetra. Lodatelo con tamburelli e danze, lodatelo sulle corde e con i flauti. R.
Lodatelo con cimbali sonori, lodatelo con cimbali squillanti. Ogni vivente dia lode al Signore. R.
Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia. Io ho scelto voi, dice il Signore, perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga. ( Gv 15,16) Alleluia.
Perché non hai consegnato il mio denaro a una banca? Dal Vangelo secondo Luca Lc 19,11-28
In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all'altro. Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d'oro, dicendo: "Fatele fruttare fino al mio ritorno". Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: "Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi". Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: "Signore, la tua moneta d'oro ne ha fruttate dieci". Gli disse: "Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città". Poi si presentò il secondo e disse: "Signore, la tua moneta d'oro ne ha fruttate cinque". Anche a questo disse: "Tu pure sarai a capo di cinque città". Venne poi anche un altro e disse: "Signore, ecco la tua moneta d'oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato". Gli rispose: "Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi". Disse poi ai presenti: "Toglietegli la moneta d'oro e datela a colui che ne ha dieci". Gli risposero: "Signore, ne ha già dieci!". "Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me"». Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.
Parola del Signore.
PAROLE DEL SANTO PADRE Questa parabola ci fa capire quanto è importante avere un’idea vera di Dio. Non dobbiamo pensare che Egli sia un padrone cattivo, duro e severo che vuole punirci. Se dentro di noi c’è questa immagine sbagliata di Dio, allora la nostra vita non potrà essere feconda, perché vivremo nella paura e questa non ci condurrà a nulla di costruttivo, anzi, la paura ci paralizza, ci autodistrugge. Siamo chiamati a riflettere per scoprire quale sia veramente la nostra idea di Dio. Già nell’Antico Testamento Egli si è rivelato come «Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà» (Es 34,6). E Gesù ci ha sempre mostrato che Dio non è un padrone severo e intollerante, ma un padre pieno di amore, di tenerezza, un padre pieno di bontà. Pertanto possiamo e dobbiamo avere un’immensa fiducia in Lui. (Angelus, 19 novembre 2017)
FAUSTI - Nella “piccola Apocalisse” ( 17,20-18,8) si dice che il “quando” e il “dove” del Regno è la quotidianità dell'esistenza, in cui si sceglie di vivere per Dio invece che per il ,mondo. Qui, prima della grande Apocalisse (c. 21), si spiega perché il Signore tarda a tornare, e cosa bisogna fare nel frattempo. Questa parabola delle “mine” ha poco a vedere con l'etica calvinista . - trafficare i talenti e le risorse - e più si guadagna, più siamo benedetti. Il problema al quale qui si risponde è lo stesso della 2^ lettera di Pietro (3,4): “Dov'è la promessa della Sua Venuta?”. Precede il racconto di Zaccheo, che “oggi” Lo accoglie, segue quello dell'ingresso di Gesù in Gerusalemme. Questa cornice chiarisce il discorso delle mine : il Regno viene “oggi” per chi, come Zaccheo, si converte alla Misericordia e accoglie il suo Signore che viene in povertà e umiltà. Questo significa far fruttare i doni ricevuti. Il rimando del Suo Ritorno non è dilazione del Suo giorno, ma dilatazione del tempo della salvezza. Il prolungarsi del tempo ha il suo ultimo perché nella pazienza di Colui che vuole “che tutti gli uomini siano salvati” (1 Tm 2,4) e “che tutti abbiano modo di convertirsi “(2 Pt3,9). Il ritardo della Sua Venuta dipende dalla nostra lentezza a convertirci. L'attesa deve tradursi nell'impegno di una vita che segue la Sua stessa via, per andare incontro a Lui, che per primo è venuto incontro a noi. Egli non viene solo perché è già venuto e attende l'oggi in cui noi ci volgiamo a Lui. I termini son da capovolgere : l'attesa è Sua e il ritorno è nostro. Il Suo ritorno a noi sarà nel ritorno di noi tutti a Lui. Contro la tentazione di evadere dal presente in nome del futuro, il cristiano sa che il “tempo è compiuto”.(Mc1,15) e conosce bene il valore dell'oggi. E' il tempo urgente in cui ci si deve convertire. Il presente, con tutte le realtà che contiene, non va né disprezzato come se fosse niente, né sovra-estimato, come se fosse tutto : è il tempo e il luogo in cui si gioca il tutto, che è la fedeltà al Signore. “Chi è fedele nel poco, lo è anche nel molto” (16,10). L'aldilà, assoluto e infinito, si gioca nell' aldiquà, relativo e finito. Le creature quindi, non vanno né idolatrate, né demonizzate. Non sono un fine, ma un mezzo da utilizzare tanto quanto servono al fine. Il testo è un'allegoria della partenza e del ritorno del Signore. Partito con la Sua Morte e la Sua Ascensione, tornerà definitivamente a salvarci nel giorno del giudizio. Questi sono i due confini che racchiudono la storia umana. Nel mezzo c'è il tempo del Suo, o meglio del nostro viaggio, in cui siamo mandati a ripercorrere lo stesso pellegrinaggio del Samaritano :”Va' e fa' lo stesso” (10,7). I discepoli, prima dell'Ascensione, fanno a Gesù la loro ultima domanda , che è la prima urgenza della Chiesa . “E' questo il tempo in cui ricostituirai il regno d'Israele?” Egli risponde di non indagare sui tempi e i momenti , ma d'essere d'ora in poi Suoi testimoni fino agli estremi confini della terra (At1,7). Ciò significa diventare come Lui, Misericordioso come il Padre. La mina che ha dato non serve per arricchire davanti agli uomini, ma davanti a Dio , farla fruttare non vuol dire accumulare con avidità, ma donare con generosità. Questa Parabola è simile a quella dei talenti (Mt 25,14..21). In Luca si sottolinea la parità dei doni e la diversità del premio : tutti hanno una mina e il premio è secondo la risposta. In Matteo la diversità dei doni che abbiamo (cinque, due, un talento) e la parità del premio :”Entra nella gioia del Tuo Signore” .
Nata nel 1256 a Eisleben, in Germania, a 5 anni venne affidata alle monache di Helfta e con loro trascorse il resto della vita. Educata nell’eccellente scuola dell’abbazia, presto rivelò un’intelligenza fuori dal comune. A 26 anni ebbe una visione nella quale si trovò di fronte a una siepe di spine. Il Signore la sollevò e la depose dalla sua parte. «Da allora cominciai a seguire il profumo dei tuoi balsami e appresi in breve che il giogo del tuo amore è mite e leggero». Dei suoi progressi nella vita dello spirito, siamo informati dalla sua opera, 'Rivelazioni', che consta di cinque libri. Solo il secondo, il 'Legatus', un inno alla misericordia di Dio, è scritto di suo pugno. Il primo, una sua biografia, e gli altri vennero composti dopo la sua morte da una consorella, a partire da suoi appunti e racconti. Alla base delle sue esperienze mistiche vi sono le celebrazioni liturgiche, mentre il linguaggio evidenzia una forte impronta biblica. La sua dottrina, infine, è cristocentrica. La misericordia del Salvatore la trasporta nella sua divinità al punto che, come Maria, ella si sente sposa e madre di Gesù. Vivendo costantemente alla presenza di Dio, vede sempre Gesù, il Dio fatto uomo, il Salvatore con il cuore squarciato e vive nella disponibilità a patire ciò che ancora manca alla passione di Cristo. Una delle più grandi mistiche cristiane morì nel 1301 o 1302.
RispondiEliminaCome olivo verdeggiante nella casa di Dio,
confido nella sua misericordia
in eterno e per sempre. (Sal 51,10)
O Dio, che ti sei preparato una lieta dimora
nel cuore della santa vergine Gertrude,
per sua intercessione rischiara le tenebre del nostro cuore,
perché possiamo gustare in noi la gioia
della tua presenza e della tua azione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Santo il Signore Dio, l'Onnipotente, Colui che era, che è e che viene!
Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Ap 4,1-11
Io, Giovanni, vidi: ecco, una porta era aperta nel cielo. La voce, che prima avevo udito parlarmi come una tromba, diceva: «Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito». Subito fui preso dallo Spirito.
Ed ecco, c'era un trono nel cielo, e sul trono Uno stava seduto. Colui che stava seduto era simile nell'aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile nell'aspetto a smeraldo avvolgeva il trono. Attorno al trono c'erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro anziani avvolti in candide vesti con corone d'oro sul capo. Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni; ardevano davanti al trono sette fiaccole accese, che sono i sette spiriti di Dio. Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al trono e attorno al trono vi erano quattro esseri viventi, pieni d'occhi davanti e dietro.
Il primo vivente era simile a un leone; il secondo vivente era simile a un vitello; il terzo vivente aveva l'aspetto come di uomo; il quarto vivente era simile a un'aquila che vola. I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere:
«Santo, santo, santo
il Signore Dio, l'Onnipotente,
Colui che era, che è e che viene!».
E ogni volta che questi esseri viventi rendono gloria, onore e grazie a Colui che è seduto sul trono e che vive nei secoli dei secoli, i ventiquattro anziani si prostrano davanti a Colui che siede sul trono e adorano Colui che vive nei secoli dei secoli e gettano le loro corone davanti al trono, dicendo:
«Tu sei degno, o Signore e Dio nostro,
di ricevere la gloria, l'onore e la potenza,
perché tu hai creato tutte le cose,
per la tua volontà esistevano e furono create».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 150
R. Santo, santo, santo il Signore Dio, l'Onnipotente.
Lodate Dio nel suo santuario,
lodatelo nel suo maestoso firmamento.
Lodatelo per le sue imprese,
lodatelo per la sua immensa grandezza. R.
Lodatelo con il suono del corno,
lodatelo con l'arpa e la cetra.
Lodatelo con tamburelli e danze,
lodatelo sulle corde e con i flauti. R.
Lodatelo con cimbali sonori,
lodatelo con cimbali squillanti.
Ogni vivente dia lode al Signore. R.
Acclamazione al Vangelo
RispondiEliminaAlleluia, alleluia.
Io ho scelto voi, dice il Signore,
perché andiate e portiate frutto
e il vostro frutto rimanga. ( Gv 15,16)
Alleluia.
Perché non hai consegnato il mio denaro a una banca?
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19,11-28
In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all'altro.
Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d'oro, dicendo: "Fatele fruttare fino al mio ritorno". Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: "Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi". Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.
Si presentò il primo e disse: "Signore, la tua moneta d'oro ne ha fruttate dieci". Gli disse: "Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città".
Poi si presentò il secondo e disse: "Signore, la tua moneta d'oro ne ha fruttate cinque". Anche a questo disse: "Tu pure sarai a capo di cinque città".
Venne poi anche un altro e disse: "Signore, ecco la tua moneta d'oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato". Gli rispose: "Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi". Disse poi ai presenti: "Toglietegli la moneta d'oro e datela a colui che ne ha dieci". Gli risposero: "Signore, ne ha già dieci!". "Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me"».
Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.
Parola del Signore.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Questa parabola ci fa capire quanto è importante avere un’idea vera di Dio. Non dobbiamo pensare che Egli sia un padrone cattivo, duro e severo che vuole punirci. Se dentro di noi c’è questa immagine sbagliata di Dio, allora la nostra vita non potrà essere feconda, perché vivremo nella paura e questa non ci condurrà a nulla di costruttivo, anzi, la paura ci paralizza, ci autodistrugge. Siamo chiamati a riflettere per scoprire quale sia veramente la nostra idea di Dio. Già nell’Antico Testamento Egli si è rivelato come «Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà» (Es 34,6). E Gesù ci ha sempre mostrato che Dio non è un padrone severo e intollerante, ma un padre pieno di amore, di tenerezza, un padre pieno di bontà. Pertanto possiamo e dobbiamo avere un’immensa fiducia in Lui. (Angelus, 19 novembre 2017)
FAUSTI - Nella “piccola Apocalisse” ( 17,20-18,8) si dice che il “quando” e il “dove” del Regno è la quotidianità dell'esistenza, in cui si sceglie di vivere per Dio invece che per il ,mondo. Qui, prima della grande Apocalisse (c. 21), si spiega perché il Signore tarda a tornare, e cosa bisogna fare nel frattempo.
RispondiEliminaQuesta parabola delle “mine” ha poco a vedere con l'etica calvinista . - trafficare i talenti e le risorse - e più si guadagna, più siamo benedetti.
Il problema al quale qui si risponde è lo stesso della 2^ lettera di Pietro (3,4):
“Dov'è la promessa della Sua Venuta?”.
Precede il racconto di Zaccheo, che “oggi” Lo accoglie, segue quello dell'ingresso di Gesù in Gerusalemme.
Questa cornice chiarisce il discorso delle mine : il Regno viene “oggi” per chi, come Zaccheo, si converte alla Misericordia e accoglie il suo Signore che viene in povertà e umiltà.
Questo significa far fruttare i doni ricevuti.
Il rimando del Suo Ritorno non è dilazione del Suo giorno, ma dilatazione del tempo della salvezza.
Il prolungarsi del tempo ha il suo ultimo perché nella pazienza di Colui che vuole “che tutti gli uomini siano salvati” (1 Tm 2,4) e “che tutti abbiano modo di convertirsi “(2 Pt3,9).
Il ritardo della Sua Venuta dipende dalla nostra lentezza a convertirci.
L'attesa deve tradursi nell'impegno di una vita che segue la Sua stessa via, per andare incontro a Lui, che per primo è venuto incontro a noi.
Egli non viene solo perché è già venuto e attende l'oggi in cui noi ci volgiamo a Lui. I termini son da capovolgere : l'attesa è Sua e il ritorno è nostro.
Il Suo ritorno a noi sarà nel ritorno di noi tutti a Lui.
Contro la tentazione di evadere dal presente in nome del futuro, il cristiano sa che il “tempo è compiuto”.(Mc1,15) e conosce bene il valore dell'oggi.
E' il tempo urgente in cui ci si deve convertire.
Il presente, con tutte le realtà che contiene, non va né disprezzato come se fosse niente, né sovra-estimato, come se fosse tutto : è il tempo e il luogo in cui si gioca il tutto, che è la fedeltà al Signore.
“Chi è fedele nel poco, lo è anche nel molto” (16,10).
L'aldilà, assoluto e infinito, si gioca nell' aldiquà, relativo e finito.
Le creature quindi, non vanno né idolatrate, né demonizzate.
Non sono un fine, ma un mezzo da utilizzare tanto quanto servono al fine.
Il testo è un'allegoria della partenza e del ritorno del Signore. Partito con la Sua Morte e la Sua Ascensione, tornerà definitivamente a salvarci nel giorno del giudizio.
Questi sono i due confini che racchiudono la storia umana.
Nel mezzo c'è il tempo del Suo, o meglio del nostro viaggio, in cui siamo mandati a ripercorrere lo stesso pellegrinaggio del Samaritano :”Va' e fa' lo stesso” (10,7).
I discepoli, prima dell'Ascensione, fanno a Gesù la loro ultima domanda , che è la prima urgenza della Chiesa . “E' questo il tempo in cui ricostituirai il regno d'Israele?” Egli risponde di non indagare sui tempi e i momenti , ma d'essere d'ora in poi Suoi testimoni fino agli estremi confini della terra (At1,7).
Ciò significa diventare come Lui, Misericordioso come il Padre.
La mina che ha dato non serve per arricchire davanti agli uomini, ma davanti a Dio , farla fruttare non vuol dire accumulare con avidità, ma donare con generosità.
Questa Parabola è simile a quella dei talenti (Mt 25,14..21). In Luca si sottolinea la parità dei doni e la diversità del premio : tutti hanno una mina e il premio è secondo la risposta.
In Matteo la diversità dei doni che abbiamo (cinque, due, un talento) e la parità del premio :”Entra nella gioia del Tuo Signore” .
Nata nel 1256 a Eisleben, in Germania, a 5 anni venne affidata alle monache di Helfta e con loro trascorse il resto della vita. Educata nell’eccellente scuola dell’abbazia, presto rivelò un’intelligenza fuori dal comune. A 26 anni ebbe una visione nella quale si trovò di fronte a una siepe di spine. Il Signore la sollevò e la depose dalla sua parte. «Da allora cominciai a seguire il profumo dei tuoi balsami e appresi in breve che il giogo del tuo amore è mite e leggero». Dei suoi progressi nella vita dello spirito, siamo informati dalla sua opera, 'Rivelazioni', che consta di cinque libri. Solo il secondo, il 'Legatus', un inno alla misericordia di Dio, è scritto di suo pugno. Il primo, una sua biografia, e gli altri vennero composti dopo la sua morte da una consorella, a partire da suoi appunti e racconti. Alla base delle sue esperienze mistiche vi sono le celebrazioni liturgiche, mentre il linguaggio evidenzia una forte impronta biblica. La sua dottrina, infine, è cristocentrica. La misericordia del Salvatore la trasporta nella sua divinità al punto che, come Maria, ella si sente sposa e madre di Gesù. Vivendo costantemente alla presenza di Dio, vede sempre Gesù, il Dio fatto uomo, il Salvatore con il cuore squarciato e vive nella disponibilità a patire ciò che ancora manca alla passione di Cristo. Una delle più grandi mistiche cristiane morì nel 1301 o 1302.
RispondiEliminaGiaculatoria per liberare mille anime del purgatorio
RispondiEliminaSanta Madre di Dio, corredentrice del Mondo, Prega per noi
– 1 Gloria
– 1 Pater
– 10 Santa Madre di Dio, Corredentrice del mondo, Prega per noi
– 1 Salve regina