In mezzo alla Chiesa gli ha aperto la bocca, il Signore lo ha colmato dello spirito di sapienza e d’intelligenza; gli ha fatto indossare una veste di gloria. (Cf. Sir 15,5)
Colletta O Dio, che nel vescovo sant’Ambrogio ci hai dato un maestro della fede cattolica e un esempio di apostolica fortezza, suscita nella tua Chiesa uomini secondo il tuo cuore che la governino con coraggio e sapienza. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Il Signore dà forza a chi è stanco. Dal libro del profeta Isaìa Is 40,25-31
«A chi potreste paragonarmi, quasi che io gli sia pari?» dice il Santo. Levate in alto i vostri occhi e guardate: chi ha creato tali cose? Egli fa uscire in numero preciso il loro esercito e le chiama tutte per nome; per la sua onnipotenza e il vigore della sua forza non ne manca alcuna.
Perché dici, Giacobbe, e tu, Israele, ripeti: «La mia via è nascosta al Signore e il mio diritto è trascurato dal mio Dio»? Non lo sai forse? Non l'hai udito? Dio eterno è il Signore, che ha creato i confini della terra. Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile. Egli dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato.
Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 102 (103) R. Benedici il Signore, anima mia. Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici. R.
Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia. R.
Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all'ira e grande nell'amore. Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe. R.
Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia.
Ecco, viene il Signore a salvare il suo popolo: beati coloro che sono preparati all'incontro.
Alleluia.
Vangelo Venite a me, voi tutti che siete stanchi. Dal Vangelo secondo Matteo Mt 11,28-30
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
PAROLE DEL SANTO PADRE Il «ristoro» che Cristo offre agli affaticati e oppressi non è un sollievo soltanto psicologico o un’elemosina elargita, ma la gioia dei poveri di essere evangelizzati e costruttori della nuova umanità. Questo è il sollievo: la gioia, la gioia che ci dà Gesù. È unica, è la gioia che ha Lui stesso. (Angelus, 5 luglio 2020)
FAUSTI 11,28 “Venita a me” E' l'invito a seguire Lui (4,19), a partecipare alle nozze (22,2-4), a entrare nel Regno preparato per noi fin dalla fondazione del mondo (25,34). Nella carne di Gesù noi accediamo allo Spirito e attingiamo grazia su grazia (Gv 1,17). In Lui il Verbo si è fatto carne, è venuto ad abitare tra noi e ci ha aperto l'ingresso all'unica Gloria del Padre e dell'Unigenito Figlio (Gv 1,14). La Sapienza invisibile, che si è manifestata con la Sua ombra nella Creazione e nella Storia, nella legge e nella promessa, ora toglie il velo . È accessibile a tutti, come Amore tra Padre e Figlio, offerto a noi nel Figlio. “ Voi tutti, affaticati e oppressi” grande è la fatica di chi osserva la Legge , più grande ancora l'oppressione di chi non la osserva! Non ha detto anche Gesù che la Legge è da insegnare e compiere, fin nel minimo dettaglio ? (5,17-20)? E' vero, ma non in forza della legge, ma dell'amore, che fa vivere ciò che la Legge dice, ma non dà. Ciò che prima era fatica e oppressione, ora è gioia, riposo e giustizia nuova, che ci fa “mangiare di sabato”, vivere la stessa vita di Dio. ”Vi darò riposo” Il riposo è Dio stesso, vera casa dell'uomo, al quale ognuno è invitato a tornare, dopo l'affanno delle sue fughe. L'uomo sta di casa nell'amore reciproco tra Figlio e Padre. “Prendete il Mio giogo su di voi” Il giogo permette all'animale di usare la sua forza in modo utile. E' come la Legge per l'uomo: dura ma necessaria disciplina, canalizza le sue energie perché possa guadagnarsi il “pane di sudore” (Sl 127,2a) A questo Gesù contrappone il Suo giogo : la liberalità del Padre, che elargisce doni ai Suoi diletti nel sonno (Sl 127,2b) . E' un giogo dolce : l'amore con il quale Lui mi ha amato e ha dato Se stesso per me, diventa il mio stesso amore per Lui (Gal 2,20). “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore” Gesù è la Sapienza che insegna l'amore agli inesperti, esperti solo di egoismo. Gesù è il Mite, Colui che eredita la terra (5,5) . La mitezza è la qualità del Signore, il cui potere è servire e perdonare. E' il piccolo, l'umile, il servo, l'ultimo. Ed è il più grande, perché chi è umile sarà innalzato. La pace sta nel trovare questa strada, la più antica : quella eterna del Figlio, la via della mitezza e dell'umiltà, che conduce al riposo del Padre, che è anche il nostro. La Legge dell'amore non è un fardello da portare, ma un paio di ali che portano. E' un peso che non pesa, un carico che scarica e rende leggeri. L'amore infatti è forza interiore divina: è lo stesso Spirito di Dio, che ci dice tutta la Verità e ci dà la forza per viverla. (Gv 16,12). Al giogo che né noi né i nostri padri han saputo portare, subentra la Grazia del Signore che salva. E' la legge di libertà (Gc 2,12), quella della Nuova Alleanza, che ci dà un cuore nuovo (Ez 36,26-28)
La Chiesa del tempo di Ambrogio attraversava una grave turbolenza dottrinale: la presenza cioè dell’eresia ariana, originata e predicata da Ario. Questi negava la divinità di Cristo e la sua consustanzialità col Padre, affermando che anche lui era una semplice creatura, scelta da Dio come strumento di salvezza. Come si vede un’eresia dirompente e devastante per la cristianità, che minacciava il centro stesso del Cristianesimo: Gesù Cristo, e questi Figlio di Dio. Purtroppo ebbe molti seguaci anche nei ranghi alti delle autorità e cioè imperatori e imperatrici, governatori, ufficiali dell’esercito romano che la sostennero con il loro peso politico e militare. Ambrogio conosceva il problema già da governatore, ma dovette affrontarlo specialmente da vescovo di Milano scontrandosi addirittura con la più alta autorità: quella imperiale. Nel 386 fu approvata una legge che autorizzava le assemblee religiose degli ariani e il possesso delle chiese, ma in realtà bandiva quelle dei cristiani cattolici. Pena di morte a chi non obbediva. Ambrogio incurante della legge e delle conseguenze personali, si rifiutò di consegnare agli ariani anche una sola chiesa. Arrivarono le minacce contro di lui. Allora il popolo, temendo per il proprio vescovo, si barricò nella basilica insieme con lui. Le truppe imperiali circondarono e assediarono la chiesa, decisi a farli morire di fame. Ambrogio, per occupare il tempo, insegnò ai suoi fedeli salmi e cantici composti da lui stesso e raccontò al popolo tutto ciò che era accaduto tra lui e l’imperatore Valentiniano, riassumendo il tutto con la famosa frase: “L’imperatore è nella Chiesa, non sopra la Chiesa”.
In quel giorno si canterà questo canto nella terra di Giuda: «Abbiamo una città forte; mura e bastioni egli ha posto a salvezza. Aprite le porte: entri una nazione giusta, che si mantiene fedele. La sua volontà è salda; tu le assicurerai la pace, pace perché in te confida. Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna, perché egli ha abbattuto coloro che abitavano in alto, ha rovesciato la città eccelsa, l'ha rovesciata fino a terra, l'ha rasa al suolo. I piedi la calpestano: sono i piedi degli oppressi, i passi dei poveri».
VANGELO DEL GIORNO Dal Vangelo secondo Matteo Mt 7,21.24-27
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
PAROLE DEL SANTO PADRE La roccia. Così è il Signore. Chi si affida al Signore sarà sempre sicuro, perché le sue fondamenta sono sulla roccia. È quello che dice Gesù nel Vangelo. Parla di un uomo saggio che ha costruito la sua casa su una roccia, cioè sulla fiducia nel Signore, sulle cose serie. E anche questa fiducia è un materiale nobile, perché il fondamento di questa costruzione della nostra vita è sicuro, è forte. […] E anche la vita nostra può essere così. Quando le mie fondamenta non sono forti, viene la tempesta – e tutti noi abbiamo tempeste nella vita, tutti, dal Papa all’ultimo, tutti – e non siamo capaci di resistere. E tanti dicono: “No, io cambierò vita” e pensano che cambiare vita sia truccarsi. No, cambiare vita è andare a cambiare i fondamenti della vita, cioè mettere la roccia che è Gesù. “Io vorrei ripristinare questa costruzione, questo palazzo, perché è molto brutto, molto brutto e io vorrei abbellirlo un po’ e anche assicurare le fondamenta”. Ma se rifaccio il trucco e faccio una "romanella", la cosa non va avanti; cadrà. Con le apparenze, la vita cristiana cade. […] Noi non possiamo edificare la nostra vita sulle cose passeggere, sulle apparenze, sul fare finta che tutto va bene. Andiamo alla roccia, dove c’è la nostra salvezza. E lì saremo felici tutti. Tutti. (Omelia da Santa Marta, 5 dicembre 2019)
In quel giorno si canterà questo canto nella terra di Giuda: «Abbiamo una città forte; mura e bastioni egli ha posto a salvezza. Aprite le porte: entri una nazione giusta, che si mantiene fedele. La sua volontà è salda; tu le assicurerai la pace, pace perché in te confida. Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna, perché egli ha abbattuto coloro che abitavano in alto, ha rovesciato la città eccelsa, l'ha rovesciata fino a terra, l'ha rasa al suolo. I piedi la calpestano: sono i piedi degli oppressi, i passi dei poveri».
VANGELO DEL GIORNO Dal Vangelo secondo Matteo Mt 7,21.24-27
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
PAROLE DEL SANTO PADRE La roccia. Così è il Signore. Chi si affida al Signore sarà sempre sicuro, perché le sue fondamenta sono sulla roccia. È quello che dice Gesù nel Vangelo. Parla di un uomo saggio che ha costruito la sua casa su una roccia, cioè sulla fiducia nel Signore, sulle cose serie. E anche questa fiducia è un materiale nobile, perché il fondamento di questa costruzione della nostra vita è sicuro, è forte. […] E anche la vita nostra può essere così. Quando le mie fondamenta non sono forti, viene la tempesta – e tutti noi abbiamo tempeste nella vita, tutti, dal Papa all’ultimo, tutti – e non siamo capaci di resistere. E tanti dicono: “No, io cambierò vita” e pensano che cambiare vita sia truccarsi. No, cambiare vita è andare a cambiare i fondamenti della vita, cioè mettere la roccia che è Gesù. “Io vorrei ripristinare questa costruzione, questo palazzo, perché è molto brutto, molto brutto e io vorrei abbellirlo un po’ e anche assicurare le fondamenta”. Ma se rifaccio il trucco e faccio una "romanella", la cosa non va avanti; cadrà. Con le apparenze, la vita cristiana cade. […] Noi non possiamo edificare la nostra vita sulle cose passeggere, sulle apparenze, sul fare finta che tutto va bene. Andiamo alla roccia, dove c’è la nostra salvezza. E lì saremo felici tutti. Tutti. (Omelia da Santa Marta, 5 dicembre 2019)
FAUSTI - “Chiunque ascolta queste mie Parole e le fa” dice Gesù, compie la Volontà del Padre mio : edifica qui in terra la sua dimora eterna, costruita su quella stabile roccia che è Dio stesso. Chi invece le ascolta e non le fa – Matteo si rivolge ai credenti che ascoltano e non sempre fanno – per quanto facciano cose buone non fa la volontà di Dio . Costruisce sulla sabbia del proprio io la rovina di se stesso. Si conclude il discorso sul monte dichiarando la sua importanza per il destino dell'uomo. Il “giudizio” sulla nostra vita di credenti è lasciato non all'arbitrio di Dio, ma alla nostra libertà di fare o meno la Sua Parola . Matteo si trova davanti una comunità carismatica , ricca di fede e di entusiasmo: adora il Signore, nel Suo Nome fa profezie, miracoli ed esorcismi. Ma questo non basta. Infatti, senza l'amore, tutto è nulla (1 Cor 13)E l'amore è, innanzitutto, fare ciò che piace all'amato. La comunità di Matteo, piena di doni, anche straordinari, rischia di trascinare il quotidiano “fare la Volontà del Padre” amandone servendo i fratelli nelle piccole cose di ogni giorno. Nel primo quadro Gesù dice che si possono compiere opere religiose – celebrare la liturgia, fare profezie, esorcismi e miracoli – senza il cuore del Figlio. Si può agire nel nome del Signore , ma ancora per amore del proprio io, senza l'Amore del Padre e dei fratelli. In “quel giorno” ciascuno mieterà ciò che ha seminato (Gal 6,7) . Se avrà seminato amore, sarà riconosciuto, altrimenti sarà bollato come “operatore di iniquità”, che non ha agito secondo la legge dell'amore. - “Chiunque dunque ascolta queste Parole e le fa” Il “dunque” è ascoltare queste Parole di Gesù e farle . L'ascolto è il presupposto per il fare. Uno infatti agisce secondo la Parola che ha dentro. Saggio è chi edifica sulle Parole di Gesù, sapienza del Padre. “Edificò la sua casa sulla pietra ”La “casa” non è semplicemente la tana dove l'uomo si ripara . è il luogo di relazioni, intimità, familiarità e amore, dove ci si realizza a immagine di Dio. La pietra è Dio, stabile come una roccia. La differenza tra sapienza e stoltezza sta nel fare le Parole del Signore o le proprie, nello scegliere come fondamento del proprio agire quella roccia che è Dio, o la sabbia dei propri idoli. “Scese la pioggia e vennero i fiumi...” le difficoltà, le acque travolgenti e le bufere della vita, fino alla strettoia finale della morte, non possono spegnere l'amore.. Questo è la dimora eterna di Dio, del Padre nel Figlio e del Figlio nel Padre, aperta da Gesù a tutti i fratelli. Questo è il tesoro nel cielo che puoi accumulare sulla terra, che nulla può consumare e nessuno rapire. “Chiunque ascolta queste mie Parole e non le fa” La contrapposizione non è sull'ascoltare, ma sul fare! La differenza tra i credenti sta non nella fede , ma nell'amore, non nell'ortodossia, ma nell'ortoprassi. Chi non fa le Parole di Gesù fa altre parole. Invece di costruire su Dio, costruisce sugli idoli, i suoi piccoli dei del momento. La sua esistenza è inaffidabile, costruita sulla sabbia “E scese la pioggia e vennero i fiumi” Se uno non ha edificato su Dio, crolla davanti alle difficoltà. Chi non costruisce sull'amore, viene sepolto proprio da ciò che ha costruito per vivere.
In mezzo alla Chiesa gli ha aperto la bocca,
RispondiEliminail Signore lo ha colmato dello spirito di sapienza e d’intelligenza;
gli ha fatto indossare una veste di gloria. (Cf. Sir 15,5)
Colletta
O Dio, che nel vescovo sant’Ambrogio
ci hai dato un maestro della fede cattolica
e un esempio di apostolica fortezza,
suscita nella tua Chiesa uomini secondo il tuo cuore
che la governino con coraggio e sapienza.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Il Signore dà forza a chi è stanco.
Dal libro del profeta Isaìa
Is 40,25-31
«A chi potreste paragonarmi,
quasi che io gli sia pari?» dice il Santo.
Levate in alto i vostri occhi e guardate:
chi ha creato tali cose?
Egli fa uscire in numero preciso il loro esercito
e le chiama tutte per nome;
per la sua onnipotenza e il vigore della sua forza
non ne manca alcuna.
Perché dici, Giacobbe,
e tu, Israele, ripeti:
«La mia via è nascosta al Signore
e il mio diritto è trascurato dal mio Dio»?
Non lo sai forse?
Non l'hai udito?
Dio eterno è il Signore,
che ha creato i confini della terra.
Egli non si affatica né si stanca,
la sua intelligenza è inscrutabile.
Egli dà forza allo stanco
e moltiplica il vigore allo spossato.
Anche i giovani faticano e si stancano,
gli adulti inciampano e cadono;
ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza,
mettono ali come aquile,
corrono senza affannarsi,
camminano senza stancarsi.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 102 (103)
R. Benedici il Signore, anima mia.
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici. R.
Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia. R.
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all'ira e grande nell'amore.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Ecco, viene il Signore a salvare il suo popolo:
beati coloro che sono preparati all'incontro.
Alleluia.
Vangelo
Venite a me, voi tutti che siete stanchi.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,28-30
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Parola del Signore.
PAROLE DEL SANTO PADRE
RispondiEliminaIl «ristoro» che Cristo offre agli affaticati e oppressi non è un sollievo soltanto psicologico o un’elemosina elargita, ma la gioia dei poveri di essere evangelizzati e costruttori della nuova umanità. Questo è il sollievo: la gioia, la gioia che ci dà Gesù. È unica, è la gioia che ha Lui stesso. (Angelus, 5 luglio 2020)
FAUSTI
11,28 “Venita a me” E' l'invito a seguire Lui (4,19), a partecipare alle nozze (22,2-4), a entrare nel Regno
preparato per noi fin dalla fondazione del mondo (25,34).
Nella carne di Gesù noi accediamo allo Spirito e attingiamo grazia su grazia (Gv 1,17).
In Lui il Verbo si è fatto carne, è venuto ad abitare tra noi e ci ha aperto l'ingresso all'unica Gloria del Padre e dell'Unigenito Figlio (Gv 1,14).
La Sapienza invisibile, che si è manifestata con la Sua ombra nella Creazione e nella Storia, nella legge e nella promessa, ora toglie il velo .
È accessibile a tutti, come Amore tra Padre e Figlio, offerto a noi nel Figlio.
“ Voi tutti, affaticati e oppressi” grande è la fatica di chi osserva la Legge , più grande ancora l'oppressione di chi non la osserva!
Non ha detto anche Gesù che la Legge è da insegnare e compiere, fin nel minimo dettaglio ? (5,17-20)? E' vero, ma non in forza della legge, ma dell'amore, che fa vivere ciò che la Legge dice, ma non dà. Ciò che prima era fatica e oppressione, ora è gioia, riposo e giustizia nuova, che ci fa “mangiare di sabato”, vivere la stessa vita di Dio.
”Vi darò riposo” Il riposo è Dio stesso, vera casa dell'uomo, al quale ognuno è invitato a tornare, dopo l'affanno delle sue fughe.
L'uomo sta di casa nell'amore reciproco tra Figlio e Padre.
“Prendete il Mio giogo su di voi” Il giogo permette all'animale di usare la sua forza in modo utile.
E' come la Legge per l'uomo: dura ma necessaria disciplina, canalizza le sue energie perché possa guadagnarsi il “pane di sudore” (Sl 127,2a) A questo Gesù contrappone il Suo giogo : la liberalità del Padre, che elargisce doni ai Suoi diletti nel sonno (Sl 127,2b) .
E' un giogo dolce : l'amore con il quale Lui mi ha amato e ha dato Se stesso per me, diventa il mio stesso amore per Lui (Gal 2,20).
“Imparate da me, che sono mite e umile di cuore”
Gesù è la Sapienza che insegna l'amore agli inesperti, esperti solo di egoismo.
Gesù è il Mite, Colui che eredita la terra (5,5) .
La mitezza è la qualità del Signore, il cui potere è servire e perdonare. E' il piccolo, l'umile, il servo, l'ultimo. Ed è il più grande, perché chi è umile sarà innalzato.
La pace sta nel trovare questa strada, la più antica : quella eterna del Figlio, la via della mitezza e dell'umiltà, che conduce al riposo del Padre, che è anche il nostro.
La Legge dell'amore non è un fardello da portare, ma un paio di ali che portano.
E' un peso che non pesa, un carico che scarica e rende leggeri.
L'amore infatti è forza interiore divina: è lo stesso Spirito di Dio, che ci dice tutta la Verità e ci dà la forza per viverla.
(Gv 16,12).
Al giogo che né noi né i nostri padri han saputo portare, subentra la Grazia del Signore che salva.
E' la legge di libertà (Gc 2,12), quella della Nuova Alleanza, che ci dà un cuore nuovo (Ez 36,26-28)
La Chiesa del tempo di Ambrogio attraversava una grave turbolenza dottrinale: la presenza cioè dell’eresia ariana, originata e predicata da Ario. Questi negava la divinità di Cristo e la sua consustanzialità col Padre, affermando che anche lui era una semplice creatura, scelta da Dio come strumento di salvezza. Come si vede un’eresia dirompente e devastante per la cristianità, che minacciava il centro stesso del Cristianesimo: Gesù Cristo, e questi Figlio di Dio.
RispondiEliminaPurtroppo ebbe molti seguaci anche nei ranghi alti delle autorità e cioè imperatori e imperatrici, governatori, ufficiali dell’esercito romano che la sostennero con il loro peso politico e militare. Ambrogio conosceva il problema già da governatore, ma dovette affrontarlo specialmente da vescovo di Milano scontrandosi addirittura con la più alta autorità: quella imperiale.
Nel 386 fu approvata una legge che autorizzava le assemblee religiose degli ariani e il possesso delle chiese, ma in realtà bandiva quelle dei cristiani cattolici. Pena di morte a chi non obbediva.
Ambrogio incurante della legge e delle conseguenze personali, si rifiutò di consegnare agli ariani anche una sola chiesa. Arrivarono le minacce contro di lui. Allora il popolo, temendo per il proprio vescovo, si barricò nella basilica insieme con lui. Le truppe imperiali circondarono e assediarono la chiesa, decisi a farli morire di fame. Ambrogio, per occupare il tempo, insegnò ai suoi fedeli salmi e cantici composti da lui stesso e raccontò al popolo tutto ciò che era accaduto tra lui e l’imperatore Valentiniano, riassumendo il tutto con la famosa frase: “L’imperatore è nella Chiesa, non sopra la Chiesa”.
Sant'Ambrogio, vescovo e dottore della Chiesa
RispondiEliminaDal libro del profeta Isaìa
Is 26,1-6
In quel giorno si canterà questo canto nella terra di Giuda:
«Abbiamo una città forte;
mura e bastioni egli ha posto a salvezza.
Aprite le porte:
entri una nazione giusta,
che si mantiene fedele.
La sua volontà è salda;
tu le assicurerai la pace,
pace perché in te confida.
Confidate nel Signore sempre,
perché il Signore è una roccia eterna,
perché egli ha abbattuto
coloro che abitavano in alto,
ha rovesciato la città eccelsa,
l'ha rovesciata fino a terra,
l'ha rasa al suolo.
I piedi la calpestano:
sono i piedi degli oppressi,
i passi dei poveri».
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 7,21.24-27
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
PAROLE DEL SANTO PADRE
La roccia. Così è il Signore. Chi si affida al Signore sarà sempre sicuro, perché le sue fondamenta sono sulla roccia. È quello che dice Gesù nel Vangelo. Parla di un uomo saggio che ha costruito la sua casa su una roccia, cioè sulla fiducia nel Signore, sulle cose serie. E anche questa fiducia è un materiale nobile, perché il fondamento di questa costruzione della nostra vita è sicuro, è forte. […]
E anche la vita nostra può essere così. Quando le mie fondamenta non sono forti, viene la tempesta – e tutti noi abbiamo tempeste nella vita, tutti, dal Papa all’ultimo, tutti – e non siamo capaci di resistere. E tanti dicono: “No, io cambierò vita” e pensano che cambiare vita sia truccarsi. No, cambiare vita è andare a cambiare i fondamenti della vita, cioè mettere la roccia che è Gesù. “Io vorrei ripristinare questa costruzione, questo palazzo, perché è molto brutto, molto brutto e io vorrei abbellirlo un po’ e anche assicurare le fondamenta”. Ma se rifaccio il trucco e faccio una "romanella", la cosa non va avanti; cadrà. Con le apparenze, la vita cristiana cade. […]
Noi non possiamo edificare la nostra vita sulle cose passeggere, sulle apparenze, sul fare finta che tutto va bene. Andiamo alla roccia, dove c’è la nostra salvezza. E lì saremo felici tutti. Tutti. (Omelia da Santa Marta, 5 dicembre 2019)
Sant'Ambrogio, vescovo e dottore della Chiesa
RispondiEliminaDal libro del profeta Isaìa
Is 26,1-6
In quel giorno si canterà questo canto nella terra di Giuda:
«Abbiamo una città forte;
mura e bastioni egli ha posto a salvezza.
Aprite le porte:
entri una nazione giusta,
che si mantiene fedele.
La sua volontà è salda;
tu le assicurerai la pace,
pace perché in te confida.
Confidate nel Signore sempre,
perché il Signore è una roccia eterna,
perché egli ha abbattuto
coloro che abitavano in alto,
ha rovesciato la città eccelsa,
l'ha rovesciata fino a terra,
l'ha rasa al suolo.
I piedi la calpestano:
sono i piedi degli oppressi,
i passi dei poveri».
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 7,21.24-27
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
PAROLE DEL SANTO PADRE
La roccia. Così è il Signore. Chi si affida al Signore sarà sempre sicuro, perché le sue fondamenta sono sulla roccia. È quello che dice Gesù nel Vangelo. Parla di un uomo saggio che ha costruito la sua casa su una roccia, cioè sulla fiducia nel Signore, sulle cose serie. E anche questa fiducia è un materiale nobile, perché il fondamento di questa costruzione della nostra vita è sicuro, è forte. […]
E anche la vita nostra può essere così. Quando le mie fondamenta non sono forti, viene la tempesta – e tutti noi abbiamo tempeste nella vita, tutti, dal Papa all’ultimo, tutti – e non siamo capaci di resistere. E tanti dicono: “No, io cambierò vita” e pensano che cambiare vita sia truccarsi. No, cambiare vita è andare a cambiare i fondamenti della vita, cioè mettere la roccia che è Gesù. “Io vorrei ripristinare questa costruzione, questo palazzo, perché è molto brutto, molto brutto e io vorrei abbellirlo un po’ e anche assicurare le fondamenta”. Ma se rifaccio il trucco e faccio una "romanella", la cosa non va avanti; cadrà. Con le apparenze, la vita cristiana cade. […]
Noi non possiamo edificare la nostra vita sulle cose passeggere, sulle apparenze, sul fare finta che tutto va bene. Andiamo alla roccia, dove c’è la nostra salvezza. E lì saremo felici tutti. Tutti. (Omelia da Santa Marta, 5 dicembre 2019)
FAUSTI - “Chiunque ascolta queste mie Parole e le fa” dice Gesù, compie la Volontà del Padre mio : edifica qui in terra la sua dimora eterna, costruita su quella stabile roccia che è Dio stesso.
RispondiEliminaChi invece le ascolta e non le fa – Matteo si rivolge ai credenti che ascoltano e non sempre fanno – per quanto facciano cose buone non fa la volontà di Dio . Costruisce sulla sabbia del proprio io la rovina di se stesso. Si conclude il discorso sul monte dichiarando la sua importanza per il destino dell'uomo. Il “giudizio” sulla nostra vita di credenti è lasciato non all'arbitrio di Dio, ma alla nostra libertà di fare o meno la Sua Parola .
Matteo si trova davanti una comunità carismatica , ricca di fede e di entusiasmo: adora il Signore, nel Suo Nome fa profezie, miracoli ed esorcismi. Ma questo non basta. Infatti, senza l'amore, tutto è nulla (1 Cor 13)E l'amore è, innanzitutto, fare ciò che piace all'amato.
La comunità di Matteo, piena di doni, anche straordinari, rischia di trascinare il quotidiano “fare la
Volontà del Padre” amandone servendo i fratelli nelle piccole cose di ogni giorno.
Nel primo quadro Gesù dice che si possono compiere opere religiose – celebrare la liturgia, fare profezie, esorcismi e miracoli – senza il cuore del Figlio.
Si può agire nel nome del Signore , ma ancora per amore del proprio io, senza l'Amore del Padre e dei fratelli. In “quel giorno” ciascuno mieterà ciò che ha seminato (Gal 6,7) .
Se avrà seminato amore, sarà riconosciuto, altrimenti sarà bollato come “operatore di iniquità”, che non ha agito secondo la legge dell'amore.
- “Chiunque dunque ascolta queste Parole e le fa” Il “dunque” è ascoltare queste Parole di Gesù e farle . L'ascolto è il presupposto per il fare. Uno infatti agisce secondo la Parola che ha dentro. Saggio è chi edifica sulle Parole di Gesù, sapienza del Padre.
“Edificò la sua casa sulla pietra ”La “casa” non è semplicemente la tana dove l'uomo si ripara . è il luogo di relazioni, intimità, familiarità e amore, dove ci si realizza a immagine di Dio. La pietra è
Dio, stabile come una roccia. La differenza tra sapienza e stoltezza sta nel fare le Parole del Signore o le proprie, nello scegliere come fondamento del proprio agire quella roccia che è Dio, o la sabbia dei propri idoli.
“Scese la pioggia e vennero i fiumi...” le difficoltà, le acque travolgenti e le bufere della vita, fino alla strettoia finale della morte, non possono spegnere l'amore.. Questo è la dimora eterna di Dio, del Padre nel Figlio e del Figlio nel Padre, aperta da Gesù a tutti i fratelli. Questo è il tesoro nel cielo che puoi accumulare sulla terra, che nulla può consumare e nessuno rapire.
“Chiunque ascolta queste mie Parole e non le fa” La contrapposizione non è sull'ascoltare, ma sul fare! La differenza tra i credenti sta non nella fede , ma nell'amore, non nell'ortodossia, ma nell'ortoprassi.
Chi non fa le Parole di Gesù fa altre parole. Invece di costruire su Dio, costruisce sugli idoli, i suoi piccoli dei del momento. La sua esistenza è inaffidabile, costruita sulla sabbia
“E scese la pioggia e vennero i fiumi” Se uno non ha edificato su Dio, crolla davanti alle difficoltà.
Chi non costruisce sull'amore, viene sepolto proprio da ciò che ha costruito per vivere.