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giovedì 21 dicembre 2023

NOVENA DI NATALE - 22 DICEMBRE - MAGNIFICAT


 

3 commenti:

  1. Antifona
    Sollevate, o porte, i vostri frontali,
    alzatevi, soglie antiche,
    ed entri il re della gloria. (Sal 23,7)


    O Dio, che vedendo l’uomo
    precipitato nella morte
    hai voluto redimerlo con la venuta del tuo Figlio unigenito,
    concedi a coloro che confessano con pietà sincera
    la sua incarnazione
    di condividere anche la gloria del redentore.
    Egli è Dio, e vive e regna con te.

    Prima Lettura
    Anna ringrazia per la nascita di Samuèle.
    Dal primo libro di Samuèle
    1Sam 1,24-28

    In quei giorni, Anna portò con sé Samuèle, con un giovenco di tre anni, un'efa di farina e un otre di vino, e lo introdusse nel tempio del Signore a Silo: era ancora un fanciullo.
    Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli e lei disse: «Perdona, mio signore. Per la tua vita, mio signore, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto. Anch'io lascio che il Signore lo richieda: per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore».
    E si prostrarono là davanti al Signore.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    1Sam 2,1.4-8

    R. Il mio cuore esulta nel Signore, mio Salvatore.

    Il mio cuore esulta nel Signore,
    la mia forza s'innalza grazie al mio Dio.
    Si apre la mia bocca contro i miei nemici,
    perché io gioisco per la tua salvezza. R.

    L'arco dei forti s'è spezzato,
    ma i deboli si sono rivestiti di vigore.
    I sazi si sono venduti per un pane,
    hanno smesso di farlo gli affamati.
    La sterile ha partorito sette volte
    e la ricca di figli è sfiorita. R.

    Il Signore fa morire e fa vivere,
    scendere agli inferi e risalire.
    Il Signore rende povero e arricchisce,
    abbassa ed esalta. R.

    Solleva dalla polvere il debole,
    dall'immondizia rialza il povero,
    per farli sedere con i nobili
    e assegnare loro un trono di gloria. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    O Re delle genti e pietra angolare della Chiesa:
    vieni, e salva l’uomo che hai formato dalla terra.

    Alleluia.

    Vangelo
    Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente.
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 1,46-55

    In quel tempo, Maria disse:
    «L'anima mia magnifica il Signore
    e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
    perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
    D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno
    beata.
    Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente
    e Santo è il suo nome;
    di generazione in generazione la sua misericordia
    per quelli che lo temono.
    Ha spiegato la potenza del suo braccio,
    ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
    ha rovesciato i potenti dai troni,
    ha innalzato gli umili;
    ha ricolmato di beni gli affamati,
    ha rimandato i ricchi a mani vuote.
    Ha soccorso Israele, suo servo,
    ricordandosi della sua misericordia,
    come aveva detto ai nostri padri,
    per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

    Parola del Signore.

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    1. PAROLE DEL SANTO PADRE
      Quando Maria entra in casa della cugina, loda il Signore. Non parla della sua stanchezza per il viaggio, ma dal cuore le prorompe un cantico di giubilo. Perché chi ama Dio conosce la lode. E il Vangelo oggi ci mostra “una cascata di lode”: il bambino sussulta di gioia nel grembo di Elisabetta (cfr Lc 1,44), la quale pronuncia parole di benedizione e “la prima beatitudine”: «Beata colei che ha creduto» (Lc 1,45); e tutto culmina in Maria, che proclama il Magnificat (cfr Lc 1,46-55). La lode aumenta la gioia. La lode è come una scala: porta in alto i cuori. La lode eleva gli animi e vince la tentazione di abbattersi. Avete visto che la gente noiosa, quella che vive del chiacchiericcio, è incapace di lodare? Domandatevi: io sono capace di lodare? Quanto fa bene lodare ogni giorno Dio, e anche gli altri! Quanto fa bene vivere di gratitudine e di benedizione anziché di rimpianti e lamentele, alzare lo sguardo verso l’alto invece che tenere il muso lungo! Le lamentele: c’è gente che si lamenta tutti i giorni. Ma guarda che Dio è vicino a te, guarda che ti ha creato, guarda le cose che ti ha dato. Loda, loda! E questo è salute spirituale. (Angelus, 15 agosto 2023)

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    2. FAUSTI – IL MAGNIFICAT , con il quale la Chiesa conclude ogni giorno i Vespri, è il canto di coloro che hanno sperimentato “oggi” la salvezza. E' un cantico di lode, sul tipo di quello di Anna (1Sam 2) , che vede la realizzazione della promessa. Esprime la beatitudine di chi ha riconosciuto l'azione di Dio in suo favore , prorompe dal cuore di chi ha accolto il suo Signore.
      E' un inno personale e insieme universale e cosmico.
      Maria è la bocca della figlia di Sion, di tutta l'umanità e dell'intera creazione che vede compiersi la promessa di Dio, più grande di ogni fama (Sl 138,2).
      E' il Canto nuovo che prorompe dall'uomo nuovo.
      L'azione di Dio culmina nel canto dell'uomo. Perché canta chi ama e l'amore riposa solo quando è amato.
      Il termine di tutta la storia sarà un canto di gioia senza fine.
      Questo canto, anticipato da Maria, è il frutto maturo dell' ascolto di fede, in cui si svela compiutamente il senso della creazione e della storia.
      Il Magnificat è un compendio di storia di salvezza , che descrive l'azione di Dio – esatto contrappunto di quella umana – attraverso un centone di citazioni e allusioni bibliche.
      La prima parte è il rendimento di grazie di Maria per cià che Dio ha compiuto in Lei.
      La seconda parte estende a tutti gli uomini l'azione che Dio in Lei ha compiuto, descritta con sette affermazioni.
      Il Canto di Maria, occasionato dalla beatitudine proclamata da Elisabetta, ha la stessa melodia delle Beatitudini (Lc 6, 20-26).

      MARIA, DONNA DEI NOSTRI GIORNI – D. TONINO BELLO
      Maria, pur consapevole del suo sovrumano destino, non ha mai voluto vivere nei quartieri alti.
      Non si è mai costruita piedistalli di gloria. E ha sempre rifiutato le nicchie che potessero impedirle
      la gioia di vivere a piano terra con la gente comune.
      Si è però, riservata una specola altissima, questo sì, da cui contemplare non solo
      il senso ultimo della sua vicenda umana, ma anche le traiettorie lunghe della tenerezza di Dio.
      Ci sono due punti strategici, nella vita di Maria, che ci danno la conferma di come lei fosse inquilina
      abituale di quel piano superiore che lo Spirito Santo l'aveva chiamata ad abitare : l'altura del Magnificat e l'altare del Golgota.
      Da quell'altura ella spinge lo sguardo fino agli estremi confini del tempo.
      E cogliendo il distendersi della misericordia di Dio di generazione in generazione,
      ci offre la più organica lettura che si conosca nella storia della salvezza.
      Da quell'altare Ella spinge lo sguardo fino agli estremi confini dello spazio.
      E, stringendo il mondo in un unico abbraccio, ci offre la più sicura garanzia che gli angoli sfiorati
      dai suoi occhi materni saranno raggiunti anche dallo Spirito, sgorgato dal fianco di Cristo.

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