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mercoledì 6 dicembre 2023

SAN NICOLA


 

5 commenti:

  1. FAUSTI – Il pastore porta il gregge dove ci sono acqua e cibo, inoltre lo difende da fiere, briganti e intemperie. Tra gregge e pastore si stabilisce un rapporto di conoscenza e affetto reciproco . La vita dell'uno dipende dall'altro, e viceversa, soprattutto in zone desertiche. Il pastore è immagine di Dio in rapporto al popolo che egli ama. Pastore è chiamato anche il re che lo rappresenta.
    Il Salmo 23 è la presentazione del Signore come re e pastore.
    Motivo ispiratore di questa parabola è Ez 34, 11-12 , dove il Signore dice ciò che Lui fa, a differenza dei capi del popolo.
    Per sé il pastore non abbandona il gregge, se non quando è al sicuro e custodito. Questo Pastore invece ha come primo interesse la pecora smarrita, per la quale abbandona le altre sul monte. Solo quando si perde una cosa, si vede con chiarezza il suo valore, pari all'amore che si ha per essa. Come un membro dolorante richiama l'aattenzione, così l'amore di Dio è concentrato sul peccatore perduto. Gli fa un male da morire, da morire in croce! I peccatori son realmente più amati da Dio, perché ne han più bisogno! Il Signore lascia tutto per cercare la pecora perduta, quella che per noi non conta!– E' la gioia di chi ha scoperto il tesoro, trovato la perla preziosa! Il fatto di lasciare le altre per cercare la smarrita e di rallegrarsi per il suo ritrovamento più che per le altre indica quanto essa valga agli occhi del Pastore. Il fratello che noi disprezziamo sta a cuore al Padre ; è il centro dei Suoi pensieri e delle Sue cure. Dio è Amore, la cui Misericordia é proporzionale allla miseria dell'amato. Il Padre ama tutti i Suoi figli. Il perduto da ritrovare è il Suo stesso Figlio Unigenito, che si è perduto perchè in Lui ogni perduto potesse essere ritrovato. In ogni smarrito il Padre vede il Figlio crocifisso e noi vediamo il Signore.
    Per questo amiamo gli smarriti e i perduti, i peccatori e i nemici. C'è un divino in ogni creatura : l'amore del Padre per il Figlio. L'amore per l'ultimo riscatta tutto il creato nel Figlio e costituisce la gioia di Dio, finalmente tutto in tutti. Per questo il Figlio si è incarnato, ha lasciato la corte celeste, è sceso dal monte della Trinità ed è venuto sulla terra. In questo modo salva i peccatori, dei quali il primo sono io, dice Paolo. (….!!!) e lo stesso posso dire anch'io di me e di qualunque altro.
    Infatti mi ha amato e ha dato se stesso per me.
    La cura pastorale ha come obiettivo non i vicini, ma i lontani, soprattutto se i lontani son novantanove! Solo così la Chiesa è quella del Figlio, che ha lo stesso Amore del Padre.
    La Comunità, come al suo interno ha al centro il piccolo, così è tutta proiettata all'esterno verso il lontano. Per questo l'apostolo si farà un punto d'onore di annunciare il Vangelo dove non è ancora giunto il Nome di Cristo.
    L'immagine più bella della Chiesa, inviata a tutte le nazioni, ci è offerta nel finale degli Atti : una casa in affitto, a Roma, nel cuore della paganità, dove Paolo, prigioniero, accoglie tutti e con libertà e franchezza proclama il regno, insegnando chi è il Signore.
    Il Padre non vuole che si perda nessuno degli smarriti.E' la Sua volontà in cielo, che noi siamo chiamati a compiere qui, sulla terra.
    Il modello del nostro agire è Gesù, il Figlio che compie la Volontà del Padre, cercando il fratello smarrito. Noi lo destiniamo a perdersi se verso di lui nutriamo disprezzo e non stima.

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  2. San Nicola è uno dei santi più venerati ed amati al mondo. Egli è certamente una delle figure più grandi nel campo dell’agiografia. Tra il X e il XIII secolo non è facile trovare santi che possano reggere il confronto con lui quanto a universalità e vivacità di culto.
    Ogni popolo lo ha fatto proprio, vedendolo sotto una luce diversa, pur conservandogli le caratteristiche fondamentali, prima fra tutte quella di difensore dei deboli e di coloro che subiscono ingiustizie. Egli è anche il protettore delle fanciulle che si avviano al matrimonio e dei marinai, mentre l’ancor più celebre suo patrocinio sui bambini è noto soprattutto in Occidente. (Santi e beati)

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  3. Antifona
    «Io cercherò le mie pecore», dice il Signore,
    «e susciterò un pastore che le pascerà:
    io, il Signore, sarò il loro Dio». (Cf. Ez. 34,11.23-24)

    ¬Oppure:

    Ecco il servo fedele e prudente,
    che il Signore ha messo a capo della sua famiglia,
    per nutrirla al tempo opportuno. (Cf. Lc 12,42)

    Colletta
    Imploriamo umilmente la tua misericordia, o Signore:
    per intercessione del santo vescovo Nicola
    salvaci da tutti i pericoli,
    perché procediamo sicuri sulla via della salvezza.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Il Signore invita tutti al suo banchetto e asciuga le lacrime su ogni volto.
    Dal libro del profeta Isaìa
    Is 25,6-10a

    In quel giorno,
    preparerà il Signore degli eserciti
    per tutti i popoli, su questo monte,
    un banchetto di grasse vivande,
    un banchetto di vini eccellenti,
    di cibi succulenti, di vini raffinati.
    Egli strapperà su questo monte
    il velo che copriva la faccia di tutti i popoli
    e la coltre distesa su tutte le nazioni.
    Eliminerà la morte per sempre.
    Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto,
    l'ignominia del suo popolo
    farà scomparire da tutta la terra,
    poiché il Signore ha parlato.
    E si dirà in quel giorno: «Ecco il nostro Dio;
    in lui abbiamo sperato perché ci salvasse.
    Questi è il Signore in cui abbiamo sperato;
    rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza,
    poiché la mano del Signore si poserà su questo monte».

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 22 (23)

    R. Abiterò nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita.

    Il Signore è il mio pastore:
    non manco di nulla.
    Su pascoli erbosi mi fa riposare,
    ad acque tranquille mi conduce.
    Rinfranca l'anima mia. R.

    Mi guida per il giusto cammino
    a motivo del suo nome.
    Anche se vado per una valle oscura,
    non temo alcun male, perché tu sei con me.
    Il tuo bastone e il tuo vincastro
    mi danno sicurezza. R.

    Davanti a me tu prepari una mensa
    sotto gli occhi dei miei nemici.
    Ungi di olio il mio capo;
    il mio calice trabocca. R.

    Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
    tutti i giorni della mia vita,
    abiterò ancora nella casa del Signore
    per lunghi giorni. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Ecco, viene il Signore a salvare il suo popolo:
    beati coloro che sono preparati all'incontro.

    Alleluia.



    Vangelo
    Gesù guarisce molti malati e moltiplica i pani.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 15,29-37


    Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?».
    Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla.
    Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.

    Parola del Signore.

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    1. PAROLE DEL SANTO PADRE
      La compassione, la tenerezza che Gesù ha mostrato nei confronti delle folle non è sentimentalismo, ma la manifestazione concreta dell’amore che si fa carico delle necessità delle persone. E noi siamo chiamati ad accostarci alla mensa eucaristica con questi stessi atteggiamenti di Gesù: [anzitutto] compassione dei bisogni altrui. Questa parola che si ripete nel Vangelo quando Gesù vede un problema, una malattia o questa gente senza cibo. “Ne ebbe compassione”. Compassione non è un sentimento puramente materiale; la vera compassione è patire con, prendere su di noi i dolori altrui. Forse ci farà bene oggi domandarci: io ho compassione? Quando leggo le notizie delle guerre, della fame, delle pandemie, tante cose, ho compassione di quella gente? Io ho compassione della gente che è vicina a me? Sono capace di patire con loro, o guardo da un’altra parte o dico “che si arrangino”? Non dimenticare questa parola “compassione”, che è fiducia nell’amore provvidente del Padre e significa coraggiosa condivisione. (Angelus, 2 agosto 2020)

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  4. S. FAUSTI - “Chiunque ascolta queste mie Parole e le fa” dice Gesù, compie la Volontà del Padre mio : edifica qui in terra la sua dimora eterna, costruita su quella stabile roccia che è Dio stesso.
    Chi invece le ascolta e non le fa – Matteo si rivolge ai credenti che ascoltano e non sempre fanno – per quanto facciano cose buone non fa la volontà di Dio . Costruisce sulla sabbia del proprio io la rovina di se stesso. Si conclude il disorso sull monte dichiarando la sua importanza per il destino dell'uomo. Il “giudizio” sulla nostra vita di credenti è lasciato non all'arbitrio di Dio, ma alla nostra libertà di fare o meno la Sua Parola .
    Matteo si trova davanti una comunità carismatica , ricca di fede e di entusiasmo: adora il Signore, nel Suo Nome fa profezie, miracoli ed esorcismi. Ma questo non basta. Infatti, senza l'amore, tutto è nulla (1 Cor 13)E l'amore è, innanzittutto, fare ciò che piace all'amato.
    La comunità di Matteo, piena di doni, anche straordinari, rischia di trascirare il quotidiano “fare la
    Volontà del Padre” amandone servendo i fratelli nelle piccole cose di ogni giorno.
    Nel primo quadro Gesù dice che si possono compiere opere religiose – celebrare la liturgia, fare profezie, esorcismi e miracoli – senza il cuore del Figlio.
    Si può agire nel nome del Signore , ma ancora per amore del proprio io, senza l'Amore del Padre e dei fratelli. In “quel giorno” ciascuno mieterà ciò che ha seminato (Gal 6,7) .
    Se avrà seminato amore, sarà riconosciuto, altrimenti sarà bollato come “operatore di iniquità”, che non ha agito secondo la legge dell'amore.
    - “Chiunque dunque ascolta queste Parole e le fa” Il “dunque” è ascoltare queste Parole di Gesù e farle . L'ascolto è il presupposto per il fare. Uno infatti agisce secondo la Parola che ha dentro. Saggio è chi edifica sulle Parole di Gesù, sapienza del Padre.
    “Edificò la sua casa sulla pietra ”La “casa” non è semplicemente la tana dove l'uomo si ripara . è il luogo di relazioni, intimità, familiarità e amore, dove ci si realizza a immagine di Dio. La pietra è
    Dio, stabile come una roccia. La differenza tra sapienza e stoltezza sta nel fare le Parole del Signore o le proprie, nello scegliere come fondamento del proprio agire quella roccia che è Dio, o la sabbia dei propri idoli.
    “Scese la pioggia e vennero i fiumi...” le difficoltà, le acque travolgenti e le bufere della vita, fino alla strettoia finale della morte, non possono spegnere l'amore.. Questo è la dimora eterna di Dio, del Padre nel Figlio e del Figlio nel Padre, aperta da Gesù a tutti i fratelli. Questo è il tesoro nel cielo che puoi accumulare sulla terra, che nulla può consumare e nessuno rapire.
    “Chiunque ascolta queste mie Parole e non le fa” La contrapposizione non è sull'ascoltare, ma sul fare! La differenza tra i credenti sta non nella fede , ma nell'amore, non nell'ortodossia, ma nell'ortoprassi.
    Chi non fa le Parole di Gesù fa altre parole. Invece di costruire su Dio, costruisce sugli idoli, i suoi piccoli dei del momento. La sua esistenza è inaffidabile, costruita sulla sabbia
    “E scese la pioggia e vennero i fiumi” Se uno non ha edificato su Dio, crolla davanti alle difficoltà.
    Chi non costruisce sull'amore, viene sepolto proprio da ciò che ha costruito per vivere.

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