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giovedì 27 novembre 2025

SANTA CATERINA LABOURE'


 

6 commenti:

  1. Tutte le persone che porteranno questa Medaglia riceveranno grandi grazie, specialmente portandola al collo.
    “Le grazie saranno più abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia”.

    Accogliamo con gratitudini questo Dono della Nostra Mamma Celeste!

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  2. Fain-les-Moutiers, Borgogna, 2 maggio 1806 - Parigi, 31 dicembre 1876

    Caterina Labouré (2-5-1806 ) visse i suoi primi 24 anni in una famiglia numerosa (10 fratelli) nella fattoria dei genitori, presso Chatillon (Francia). Nel 1830 entrò tra le Figlie della carità di Parigi. Erano le suore nate dal carisma di san Vincenzo e di santa Luisa de Marillac.

    Ebbe delle visioni soprannaturali riguardanti san Vincenzo e soprattutto la Madonna, che le predisse avvenimenti francesi futuri (rivoluzioni del 1830 e 1848) e le affidò dei messaggi.

    La più nota e la più singolare delle apparizioni fu quella avvenuta il 27 novembre, nella quale si possono distinguere due fasi. Nella prima fase la Madonna appare a Caterina, ritta su un globo avvolto dalle spire del serpente, nell'atto di offrire a Dio un altro piccolo globo dorato, simbolo del mondo e di ogni anima, ch'Ella tiene all'altezza del cuore: dalle mani della Madonna piovono sul globo inferiore due fasci di luce.
    Nella seconda fase, mentre il piccolo globo d'oro scompare, le mani della Vergine si abbassano, ancora irraggianti fasci luminosi, simbolo delle grazie ottenute da Dio per la sua intercessione e, come a formare un'aureola intorno alla testa della Madonna, appaiono a caratteri d'oro le parole della giaculatoria: "O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi". Poi il quadro sembra visto nel suo retro: la figura della Madonna scompare e al centro si staglia, luminosissima, la lettera M, al di sopra della quale appare la croce e al di sotto i ss. Cuori di Gesù e Maria, mentre dodici stelle fulgidissime fanno corona (bisogna, tuttavia, osservare che nelle sue relazioni C. non parla mai né delle stelle. né del loro numero)
    Contemporaneamente una voce interiore ingiunse a Caterina di far coniare una medaglia che riproducesse la visione.
    La medaglia fu presto detta "miracolosa" e fra i miracoli più belli da essa operati, vi fu la conversione dell'ebreo Alfonso RATISBONNE
    (20 gennaio 1842) che, indossando la medaglia ,entrato in una Chiesa,
    si è sentito folgorato dalla Luce di Cristo e si convertì al cristianesimo e si fece sacerdote, mettendosi capo di una associazione di ebrei convertiti.

    Per desiderio espresso dalla Madonna nelle apparizioni di Parigi, nacque l'Associazione delle Figlie di Maria Immacolata (1836-47). Nessuno, tranne i superiori, seppe mai dei favori celesti concessi a Caterina Ella visse nella più grande umiltà e nel più assoluto silenzio.
    Caterina spese 45 anni di servizio agli anziani nell'ospizio di Enghien in un sobborgo della capitale francese, dove morì nel 31 dicembre 1876.

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  3. Il Signore annuncia la pace per il suo popolo,
    per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con fiducia. (Sal 84,9)

    Colletta
    Ridesta, o Signore, la volontà dei tuoi fedeli,
    perché, collaborando con impegno alla tua opera di salvezza,
    ottengano in misura sempre più abbondante
    i doni della tua misericordia.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Dio ha mandato il suo angelo che ha chiuso le fauci dei leoni.
    Dal libro del profeta Daniele
    Dn 6,12-28

    In quei giorni, alcuni uomini accorsero e trovarono Daniele che stava pregando e supplicando il suo Dio. Subito si recarono dal re e gli dissero riguardo al suo decreto: «Non hai approvato un decreto che chiunque, per la durata di trenta giorni, rivolga supplica a qualsiasi dio o uomo all’infuori di te, o re, sia gettato nella fossa dei leoni?». Il re rispose: «Sì. Il decreto è irrevocabile come lo sono le leggi dei Medi e dei Persiani». «Ebbene – replicarono al re –, Daniele, quel deportato dalla Giudea, non ha alcun rispetto né di te, o re, né del tuo decreto: tre volte al giorno fa le sue preghiere».
    Il re, all’udire queste parole, ne fu molto addolorato e si mise in animo di salvare Daniele e fino al tramonto del sole fece ogni sforzo per liberarlo. Ma quegli uomini si riunirono di nuovo presso il re e gli dissero: «Sappi, o re, che i Medi e i Persiani hanno per legge che qualunque decreto emanato dal re non può essere mutato».
    Allora il re ordinò che si prendesse Daniele e lo si gettasse nella fossa dei leoni. Il re, rivolto a Daniele, gli disse: «Quel Dio, che tu servi con perseveranza, ti possa salvare!». Poi fu portata una pietra e fu posta sopra la bocca della fossa: il re la sigillò con il suo anello e con l’anello dei suoi dignitari, perché niente fosse mutato riguardo a Daniele. Quindi il re ritornò al suo palazzo, passò la notte digiuno, non gli fu introdotta nessuna concubina e anche il sonno lo abbandonò.
    La mattina dopo il re si alzò di buon’ora e allo spuntare del giorno andò in fretta alla fossa dei leoni. Quando fu vicino, il re chiamò Daniele con voce mesta: «Daniele, servo del Dio vivente, il tuo Dio che tu servi con perseveranza ti ha potuto salvare dai leoni?». Daniele rispose: «O re, vivi in eterno! Il mio Dio ha mandato il suo angelo che ha chiuso le fauci dei leoni ed essi non mi hanno fatto alcun male, perché sono stato trovato innocente davanti a lui; ma neppure contro di te, o re, ho commesso alcun male».
    Il re fu pieno di gioia e comandò che Daniele fosse tirato fuori dalla fossa. Appena uscito, non si riscontrò in lui lesione alcuna, poiché egli aveva confidato nel suo Dio. Quindi, per ordine del re, fatti venire quegli uomini che avevano accusato Daniele, furono gettati nella fossa dei leoni insieme con i figli e le mogli. Non erano ancora giunti al fondo della fossa, che i leoni si avventarono contro di loro e ne stritolarono tutte le ossa.
    Allora il re Dario scrisse a tutti i popoli, nazioni e lingue, che abitano tutta la terra: «Abbondi la vostra pace. Per mio comando viene promulgato questo decreto: In tutto l’impero a me soggetto si tremi e si tema davanti al Dio di Daniele,
    perché egli è il Dio vivente,
    che rimane in eterno;
    il suo regno non sarà mai distrutto
    e il suo potere non avrà mai fine.
    Egli salva e libera,
    fa prodigi e miracoli in cielo e in terra:
    egli ha liberato Daniele dalle fauci dei leoni».

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dn 3,68-74

    R. A lui la lode e la gloria nei secoli.

    Benedite, rugiada e brina, il Signore.
    Benedite, gelo e freddo, il Signore. R.

    Benedite, ghiacci e nevi, il Signore.
    Benedite, notti e giorni, il Signore. R.

    Benedite, luce e tenebre, il Signore.
    Benedite, folgori e nubi, il Signore. R.

    Benedica la terra il Signore,
    lo lodi e lo esalti nei secoli. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Risollevatevi e alzate il capo,
    perché la vostra liberazione è vicina. (Lc 21,28)

    Alleluia.

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    1. Vangelo
      Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
      Dal Vangelo secondo Luca
      Lc 21,20-28

      In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
      «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
      Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

      Parola del Signore.

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  4. Le Parole dei Papi
    Il Vangelo della liturgia di oggi (…) ci parla di sconvolgimenti cosmici e di ansia e paura nell’umanità. In questo contesto Gesù rivolge ai suoi discepoli una parola di speranza: «Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». (…) In effetti, molti contemporanei di Gesù, di fronte agli eventi catastrofici che vedono accadere attorno a sé – persecuzioni, conflitti, calamità naturali –, sono presi dall’angoscia e pensano che stia per arrivare la fine del mondo. Hanno il cuore appesantito dalla paura. Gesù, però, vuole liberarli dalle angustie presenti e dalle false convinzioni, indicando come stare svegli nel cuore, come leggere gli eventi a partire dal progetto di Dio, che opera la salvezza anche dentro le vicende più drammatiche della storia. Per questo suggerisce loro di volgere lo sguardo verso il Cielo per comprendere le cose della terra. (…) Può succedere, infatti, che le ansie, le paure e gli affanni per la nostra vita personale o per quanto accade anche oggi nel mondo, gravino come macigni su di noi e ci gettino nello scoraggiamento. Se le preoccupazioni appesantiscono il cuore e ci inducono a chiuderci in noi stessi, Gesù, al contrario, ci invita ad alzare il capo, a confidare nel suo amore che ci vuole salvare e che si fa vicino in ogni situazione della nostra esistenza, ci chiede di fare spazio a Lui per ritrovare la speranza.
    (Papa Francesco - Angelus, 1° dicembre 2024)

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    1. La Parola di Dio ci introduce oggi, in modo speciale, nel significato del tempo, nel capire che il tempo non è una realtà estranea a Dio, semplicemente perché Egli ha voluto rivelarsi e salvarci nella storia, nel tempo. Dunque, ci manifesta come il tempo che è stato - per così dire - "toccato" da Cristo, il Figlio di Dio e di Maria, e da Lui ha ricevuto significati nuovi e sorprendenti: è diventato il “tempo salvifico”, cioè il tempo definitivo di salvezza e di grazia. Contemporaneamente il dono stesso per cui ringraziamo è anche motivo di esame di coscienza, di revisione della vita personale e comunitaria, del domandarci: com’è il nostro modo di vivere? Viviamo da persone battezzate in Cristo, unte dallo Spirito, riscattate, libere? Oppure viviamo secondo la logica mondana, corrotta, facendo quello che il diavolo ci fa credere sia il nostro interesse? È bello ascoltare questa Parola di incoraggiamento: risollevarci e alzare il capo perché proprio nei momenti in cui tutto sembra finito il Signore viene a salvarci; attenderlo con gioia anche nel cuore delle tribolazioni, nelle crisi della vita e nei drammi della storia. Attendere il Signore. Ma come si fa ad alzare il capo, a non farci assorbire dalle difficoltà, dalle sofferenze, dalle sconfitte? Gesù ci indica la via con un richiamo forte: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano […]. Vegliate in ogni momento pregando» (Papa Francesco Angelus, 28 novembre 2021 )

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