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martedì 13 settembre 2022

ESALTAZIONE DELLA CROCE


 

4 commenti:

  1. PRIMA LETTURA
    Chiunque sarà stato morso e guarderà il serpente, resterà in vita.
    Dal libro dei Numeri 21,4b-9
    In quei giorni, il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero». Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d’Israeliti morì. Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita». Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.
    Parola di Dio.

    SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 77)
    R. Non dimenticate le opere del Signore!
    Ascolta, popolo mio, la mia legge,
    porgi l’orecchio alle parole della mia bocca.
    Aprirò la mia bocca con una parabola,
    rievocherò gli enigmi dei tempi antichi. R.

    Quando li uccideva, lo cercavano
    e tornavano a rivolgersi a lui,
    ricordavano che Dio è la loro roccia
    e Dio, l’Altissimo, il loro redentore. R.

    Lo lusingavano con la loro bocca,
    ma gli mentivano con la lingua:
    il loro cuore non era costante verso di lui
    e non erano fedeli alla sua alleanza. R.

    Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa,
    invece di distruggere.
    Molte volte trattenne la sua ira
    e non scatenò il suo furore. R.

    SECONDA LETTURA
    Cristo umiliò se stesso, per questo Dio lo esaltò.
    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi 2,6-11
    Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.
    Parola di Dio.

    CANTO AL VANGELO
    R. Alleluia, alleluia.
    Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo,
    perché con la tua croce hai redento il mondo.
    R. Alleluia.

    VANGELO
    Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo.
    + Dal Vangelo secondo Giovanni 3,13-17
    In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
    Parola del Signore.
    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Quando noi guardiamo il crocifisso, pensiamo al Signore che soffre: tutto quello è vero. Ma ci fermiamo prima di arrivare al centro di quella verità: in questo momento, Tu sembri il più grande peccatore, Ti sei fatto peccato. Dobbiamo abituarci a guardare il crocifisso sotto questa luce, che è la più vera, è la luce della redenzione. In Gesù fatto peccato vediamo la sconfitta totale di Cristo. Non fa finta di morire, non fa finta di non soffrire, solo, abbandonato … “Padre, perché mi hai abbandonato?” (Cf Mt 27,46; Mc 15,34). Non è facile capire questo e, se pensiamo, mai arriveremo a una conclusione. Soltanto, contemplare, pregare e ringraziare. (Santa Marta, 31 marzo 2020)

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  2. BENEDETTO XVI - Gesù e la Chiesa non si possono separare l'uno dall'altro più di quanto si possano semplicemente identificare.
    Egli supera sempre infinitamente la Chiesa.
    Non è stato solo ad opera del Concilio Vaticano II che ci si è palesato ben chiaro che Egli, come Signore della Chiesa, ne costituisce anche la grandezza e il metro di giudizio.
    Ciò l'ho sempre sperimentato come consolazione e allo stesso tempo come sfida
    Come consolazione , perché abbiamo sempre saputo che la scrupolosità dei rubricisti e dei legalisti non ha nulla a che fare con Lui, con l'infinita generosità che giunge a noi dalle Parole del Vangelo come una brezza che reca refrigerio e abbatte come un castello di carte ogni devozionismo pedante.
    Abbiamo sempre saputo che la vicinanza a Lui è del tutto indipendente dalla dignità ecclesiastica che uno possiede come pure dall'erudizione giuridica o storica.
    Questo mi ha sempre permesso di guardare alle cose esteriori con la giusta pacatezza, avvertendo sempre irradiarsi dalla figura di Gesù un senso di ottimismo liberante.
    Ma d'altro canto non si mai perdere di vista il fatto che Cristo, per molti aspetti, esige molto più di quanto sa pretendere la Chiesa.
    Il radicalismo delle Sue Parole trova vera corrispondenza soltanto nel radicalismo di scelte come quelle attuate dall'eremita Antonio, il padre del deserto, o da Francesco d'Assisi nell'accettazione del tutto alla lettera del messaggio del Vangelo...
    Io so che il Gesù dei Vangeli è il Gesù reale, so che mi posso fidare molto più tranquillamente di Lui che delle più dotte ricostruzioni, e che Egli sopravviverà a tutte.
    Tutta intera l'ampiezza e le diverse sfumature della tradizione Evangelica mi ragguagliano su chi era ed è Gesù. Egli si fa sentire e vedere sempre di nuovo in essa...

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  3. A te, Padre Onnipotente,
    origine del cosmo e dell'uomo,
    per Cristo, il Vivente,
    Signore del tempo e della storia,
    nello Spirito che santifica l'universo,
    la lode, l'onore, la Gloria,
    oggi e nei secoli senza fine. Amen! S.Giov. Paolo II

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  4. FAUSTI - “Dio infatti tanto amò il mondo “ Dio da sempre ama il mondo, anche se il mondo Lo rifiuta. L'amore del Padre è gratuito e senza riserve. Il Figlio, che Lo conosce e ne vive, ce Lo testimonia dalla croce .
    Questo versetto ci presenta il centro del Vangelo di Giovanni, che vuol portarci a confessare con meraviglia . “ Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi”.
    Infatti “Dio è Amore” (1Gv 4,16).
    “Da dare il Figlio Unigenito” Ci ha dato il Figlio, perché solo in Lui, che ama come è amato, vediamo la nostra identità di figli del Padre.
    Gesù, essendo Figlio, ha vissuto ciò che anche noi siamo chiamati a vivere : “la filialità” e la conseguente fraternità. Egli ci ama dello stesso Amore che il Padre ha per Lui e ci assicura che il Padre ci ama come Lui (17,23) , con un amore che è prima della fondazione del mondo (17,24).
    La salvezza è credere in Gesù Crocifisso, il Figlio dell'Uomo innalzato .
    Lui è la Parola, luce e vita di ogni uomo, diventata carne per narrarci l'Amore assoluto del Padre.
    In Lui ci è data la nostra identità di figli e noi siamo ciò che siamo.
    Al di fuori di Lui, siamo ciò che non siamo, il nulla di noi stessi.
    Per questo accogliere Lui, il Figlio, è trovare se stessi ; rifiutare Lui è perdere se stessi.
    “Non per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui” Il Figlio ha lo stesso giudizio del Padre. Egli viene con il flagello nel tempio non per giudicare o condannare il mondo peccatore. E' venuto a salvarlo proprio “purificando” il Tempio, sdemonizzando con la Sua Croce l'immagine diabolica che l'uomo ha di Dio e di sé. In Lui innalzato abbiamo la conoscenza vera di Lui e di noi stessi , che la bocca del serpente ci aveva sottratta. Aderire a Lui è la santità e giustizia vera : è vivere del Figlio e da figli, partecipare alla gloria comune del Padre e del Figlio. Chi non crede all'amore assoluto offerto dal Figlio dell'uomo innalzato, si esclude dall'amore e dalla vita.
    La decisione di fede nei confronti della Carne di Gesù ci fa nascere dall'alto: è la vita eterna.
    Il prologo non dice che chi Lo rifiuta nella testimonianza dei sapienti e dei profeti è giudicato.
    Anzi la Parola si è fatta Carne per salvare questo mondo che non ha accolto la luce e si è condannato alle tenebre.
    Per questo ogni uomo, come Nicodemo, pur tra incertezze e difficoltà, va condotto a nascere dall'alto attraverso la conoscenza del Figlio.
    Il senso della storia umana è la rivelazione del Figlio, il suo crescere fino alla Sua statura piena (Ef 4,13) perché Dio sia tutto in tutti.

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