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giovedì 22 settembre 2022

SAN PADRE PIO DA PETRALCINA


 

3 commenti:


  1. Prima Lettura Ger 9,22-23
    La vera sapienza.

    Dal libro del profeta Geremia
    Così dice il Signore:
    «Non si vanti il saggio della sua saggezza e non si vanti il forte della sua forza, non si vanti il ricco delle sue ricchezze. Ma chi vuol gloriarsi si vanti di questo, di avere senno e di conoscere me, perché io sono il Signore che agisce con misericordia, con diritto e con giustizia sulla terra; di queste cose mi compiaccio».

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 15
    Sei tu, Signore, l’unico mio bene.

    Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
    Ho detto a Dio: «Sei tu il mio Signore».
    Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
    nelle tue mani è la mia vita.

    Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
    anche di notte il mio cuore mi istruisce.
    Io pongo sempre innanzi a me il Signore,
    sta alla mia destra, non posso vacillare.

    Mi indicherai il sentiero della vita,
    gioia piena nella tua presenza,
    dolcezza senza fine alla tua destra.

    Seconda Lettura Gal 6,14-18
    Porto le stigmate di Gesù nel mio corpo.

    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati
    Fratelli,quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l'essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l'Israele di Dio. D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo.
    La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.

    Canto al Vangelo Cfr. Mt 11,25
    Alleluia, alleluia.
    Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra,
    perché ai piccoli hai rivelato i misteri del regno.
    Alleluia.





    Vangelo Mt 11,25-30
    Queste cose le hai rivelate ai piccoli.

    Dal vangelo secondo Matteo
    In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.
    Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.
    Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».

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  2. AROLE DEL SANTO PADRE
    Le grandi svolte della missione di Gesù sono sempre precedute dalla preghiera, ma non così en passant, dalla preghiera intensa, prolungata. Questa verifica della fede sembra un traguardo e invece è un rinnovato punto di partenza per i discepoli, perché, da lì in avanti, è come se Gesù salisse di un tono nella sua missione, parlando loro apertamente della sua passione, morte e risurrezione. In questa prospettiva, che istintivamente suscita repulsione, sia nei discepoli, sia in noi che leggiamo il Vangelo, la preghiera è la sola fonte di luce e di forza. Occorre pregare più intensamente, ogni volta che la strada imbocca una salita. (Udienza generale, 2 giugno 2021)

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  3. FAUSTI – Questo brano segna l'inizio dell'opera dei discepoli chiamati da Gesù a continuare la Sua stessa opera. Da Lui e come Lui, anch'essi sono inviati. Fine di questa e di ogni missione sarà l'Eucaristia, il servizio del pane di Vita – come fine del servizio di Cristo fu il dono del Suo Corpo.
    Nell'Eucaristia noi ripresentiamo “oggi” al Padre il Suo Figlio donato a noi ; e in Lui presentiamo al Padre noi stessi, che di questo Dono viviamo.
    I Discepoli dopo la chiamata alla sequela (c 5), la scelta dei Dodici (c 6) e la formazione (c 8) che ha come capisaldi l'ascolto e una verifica costante, perchè “siano con Lui” ora chiamati perchè siano “come Lui”. Li invia infatti a continuare la Sua stessa Missione che termina nell'Eucaristia.
    Luca pone l'inizio del ministero dei Dodici nel tempo del Gesù terreno e vede in esso prefigurata e fondata la Chiesa.
    Questa prolunga oggi nello spazio e nel tempo la Sua opera, con lo stesso potere e la stessa autorità. C'è un invio analogo dei 72 Discepoli (c 10), Luca intende le due missioni in continuità, come quella tra fondazione ed edificio. In quella dei Dodici si compie la promessa ad Israele e alle sue 12 tribù ; in quella dei 72 essa si apre a tutti i popoli della terra.
    Le consegne che Gesù dà ai Dodici servono da “breviario di viaggio” per la Missione della Chiesa. Contengono l'avvertimento unico che Gesù dà sulla Missione . Esso consiste in un imperativo negativo “non prendete” (seguito da 5 specificazioni...né...né...) più l'ordine di “dimorare” o di “scuotere la polvere”.
    Il termine “uscire” ricorre tre volte e indica la realtà della Missione.
    Le Parole di Gesù non riguardano l'oggetto dell'annuncio. Esso è ovvio : è il Regno di Dio, udito e visto in Lui, è Lui stesso!.
    Ciò che non è ovvio , e su cui Gesù insiste , è “come” deve vivere e presentarsi chi annuncia.
    Per noi l'importante non è cosa dire, che non dipende da noi, ma come essere, per non contraddire con la vita ciò che annunciamo con la bocca. Ciò che sei fa da cassa di risonanza a ciò che dici.
    Questo brano ci dà la carta di identità degli inviati : devono riprodurre i lineamenti di Chi li invia.
    Non sono consigli, ma ordini.
    Non è che la fede di chi ascolta dipenda dalla credibilità di chi annuncia.
    La Parola è viva ed efficace di per Sé. Chi annuncia ha però il tragico potere , per quanto sta in lui, di offuscare o annullare l'annuncio : se non ha il potere di renderlo credibile, è tuttavia in grado di renderlo incredibile. E' la responsabilità dell'uomo, il quale, non essendo Dio, non può dare la vita, è però in grado di dare morte a ciò che vive.
    Il discernimento apostolico non riguarda tanto le priorità apostoliche o le analisi accurate delle situazioni, anche se sono utili o necessarie, e non riguarda per sé neanche l'oggetto della Missione, ma il “come” realizzarla.
    Questo “come” è la povertà, l'umiliazione e il fallimento che ne conseguono. E' associazione a Cristo e alla Sua stessa fiducia filiale nel Padre che solo riscatta dalla morte.
    Per il discepolo, lo strumento adeguato, è la Croce del Suo Signore, che ha salvato il mondo.

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