FAUSTI – Nei racconti pasquali i Vangeli si diversificano molto, pur avendo in comune gli elementi fondamentali. Questi sono il sepolcro vuoto, l'annuncio della resurrezione e gli incontri con il Risorto – dapprima non riconosciuto e poi riconosciuto attraverso la Parola e il Pane – che fanno risorgere chi Lo incontra. L'intenzione, comune a tutti, è quella di qualsiasi autore . Coinvolgere il lettore nell'esperienza raccontata , perchè diventi sua. Ogni evangelista ha però un'ottica particolare : accentua un aspetto piuttosto che un altro, evidenziando della stessa realtà sfaccettature diverse. Si può dire che i quattro evangelisti ci offrono una visione quadrimensionale del mistero cristiano. Marco vuol portare alla fede nell'Evangelo :chi ascolta la Parola, incontra direttamente il Signore che parla e opera in lui quanto dice. Matteo, supponendo questo, che è il fondamento della fede, mette in luce l'aspetto comunitario . La parola del Figlio ci rende fratelli tra di noi. Luca, a sua volta, sottolinea la dimensione missionaria . La fraternità ci apre a tutti gli uomini, sino agli estremi confini della terra. Giovanni, consapevole di essere l'ultimo tra quelli che hanno visto Gesù, dichiara l'importanza del “credere senza vedere”. Ogni evento, unico e irripetibile, è visto solo da chi è vicino nel tempo e nello spazio. Tuttavia, la parola di chi lo testimonia lo rende presente anche a chi l'ascolta. Tema di Giovanni 20 è il rapporto tra “vedere e credere” (8-29) . si vede un fatto e si crede a ciò che significa. L'uomo è colui che sa leggere la realtà . Ogni evento è un segno , che è significativo solo per chi lo intende. La fede non è cieca : è intelligenza che coglie il significato dei fatti e si rende conto del perchè siano così e non diversamente. Credere non è ingenuità , ma la lettura più ragionevole della realtà. I primi discepoli, contemporanei a Gesù, credono in Lui non solo perchè Lo hanno visto Risorto, ma anche perchè hanno sperimentato cosa significa per loro che Lui sia Risorto. Noi, che veniamo dopo, crediamo sulla loro Parola . Accogliendo la loro testimonianza, vediamo con i lor occhi. Tuttavia chiunque crede, abbia o non abbia visto, fa la medesima esperienza : aderisce con amore al Signore Risorto e vive del Suo Spirito. La promessa del Signore è comprensibile solo dopo il suo compimento e alla luce del Suo Spirito d'Amore (14,26). Per questo i discepoli possono credere alla Scrittura e alla Parola di Gesù solo dopo la Sua Risurrezione. Rimane sempre un velo sul volto di chi legge la Scrittura, che viene eliminato dalla conversione a Cristo Signore. E questa è donata a chi ha contemplato il Suo Amore e Lo ama. Per noi, che veniamo dopo i primi che l'hanno visto e toccato, i Vangeli e l'intera Scrittura diventano come il Corpo di Cristo : sono il segno in cui Lo incontriamo e Lo vediamo Risorto “E' stato compiuto”- E' l'ultima Parola di Gesù che, donate le vesti ai soldati e affidato il discepolo alla Madre e questa al discepolo, ha appena bevuto il nostro aceto. Così è compiuta la Sua missione . Mostrando la Gloria dell'Amore estremo, ci consegna lo Spirito, che in Lui ora vediamo e conosciamo. Il Vangelo di Giovanni è davvero il “Vangelo spirituale” , la Buona Notizia che lo Spirito, Vita di Dio, è comunicato agli uomini. Con la Sua morte, Gesù non giunge alla fine, ma al fine della Sua esistenza . Dopo la Croce comincia il settimo giorno, quando Dio, portata a termine la creazione, finalmente riposa dalla Sua fatica (Gen2,2) . Il Figlio dell'uomo è generato al cielo, ai Suoi piedi nasce l'umanità nuova dei figli di Dio. Gesù, mentre torna al Padre con la nostra carne, consegna a ogni carne il Suo Spirito, che ci fa Suoi fratelli. Ciò che sul Golgota è stato compiuto, resta sempre a nostra disposizione nel memoriale Eucaristico, dono permanente della Sua Carne e del Suo Sangue, del Suo Corpo e del Suo Spirito.
-->Gesù, da protagonista attivo, vive coscientemente la Sua morte e dirige il momento ultimo del Suo passaggio da questo mondo al Padre. Come ha lasciato in eredità ai nemici vesti e tunica, lascia al discepolo – e in lui a tutti – la Madre e lo Spirito, il Sangue e l'Acqua. Alla fine, invece del grido di abbandono (Sl 22,2)o di affidamento (Sl 31,6) , c'è l'annuncio: “E' stato compiuto”. Il Messia sofferente in Giovanni è presentato esplicitamente come il Re della Gloria : il Crocifisso è vittorioso. L'andarsene di Gesù , culminante nel dono dello Spirito, è sotto il segno del compimento . Tutto è consegnato e accolto. All'inizio c'è la coscienza che ogni cosa è compiuta (28a), alla fine la Parola che lo rivela a tutti (30a) e nel mezzo la considerazione dell'evangelista che dichiara il compimento della Scrittura (28b). “Dopo questo” tutte le cose sono già compiute per quanto riguarda Gesù. Ha vissuto l'Amore alla perfezione, fin dentro la morte. Infatti, seguendo il comando del Padre, ha deposto la vita in favore dei fratelli (10,18); consegnando poi al discepolo la Madre e questa al discepolo, ha donato ai mortali la reciprocità dell'amore. Di più non può darci : ci ha dato Dio stesso, che è Amore reciproco tra Padre e Figlio. Questo è tutto e, al di fuori di questo, non c'è nulla. L'ora della gloria, verso cui la Sua vita tendeva, è venuta. La creazione nuova è compiuta : è Lui stesso la creatura nuova , il Figlio che ama dello stesso unico amore Padre e fratelli. Ma ciò che sulla croce è portato a termine, ai piedi della croce è appena cominciato con la Madre e il discepolo amato. Quanto è già perfettamente completato in Lui, “da quell'ora” deve continuare a compiersi in noi fino al Suo ritorno. Anzi, il Suo ritorno è ormai il crescere in noi del Suo Amore : il Suo tornare a noi è il nostro tornare a Lui. Per questo il discepolo prediletto , testimone dell'Amore, non morirà mai (21,23) : l'Amore non avrà mai fine (1Cor 13,8), ma crescerà per noi all'infinito. Infatti Dio è Amore (1 Gv 4, 8-16).
Antifona Sepolti con Cristo nel Battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti. Alleluia. (Col 2,12)
Colletta Dio onnipotente ed eterno, che nella rigenerazione battesimale ci hai comunicato la tua stessa vita, concedi a coloro che hai reso giusti con la tua grazia, disponendoli alla vita immortale, di giungere da te guidati alla pienezza della gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Vieni in Macedònia e aiutaci! Dagli Atti degli Apostoli At 16,1-10
In quei giorni, Paolo si recò a Derbe e a Listra. Vi era qui un discepolo chiamato Timòteo, figlio di una donna giudea credente e di padre greco: era assai stimato dai fratelli di Listra e di Icònio. Paolo volle che partisse con lui, lo prese e lo fece circoncidere a motivo dei Giudei che si trovavano in quelle regioni: tutti infatti sapevano che suo padre era greco. Percorrendo le città, trasmettevano loro le decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani di Gerusalemme, perché le osservassero. Le Chiese intanto andavano fortificandosi nella fede e crescevano di numero ogni giorno. Attraversarono quindi la Frìgia e la regione della Galàzia, poiché lo Spirito Santo aveva impedito loro di proclamare la Parola nella provincia di Asia. Giunti verso la Mìsia, cercavano di passare in Bitinia, ma lo Spirito di Gesù non lo permise loro; così, lasciata da parte la Mìsia, scesero a Tròade. Durante la notte apparve a Paolo una visione: era un Macèdone che lo supplicava: «Vieni in Macedònia e aiutaci!». Dopo che ebbe questa visione, subito cercammo di partire per la Macedònia, ritenendo che Dio ci avesse chiamati ad annunciare loro il Vangelo.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 99 (100)
R. Acclamate il Signore, voi tutti della terra. Oppure: R. Alleluia, alleluia, alleluia.
Acclamate al Signore, voi tutti della terra, servite il Signore nella gioia, presentatevi a lui con esultanza. R.
Riconoscete che solo il Signore è Dio: egli ci ha fatti e noi siamo suoi, suo popolo e gregge del suo pascolo. R.
Perché buono è il Signore, il suo amore è per sempre, la sua fedeltà di generazione in generazione. R.
Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia.
Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo seduto alla destra di Dio. (Col 3,1)
Alleluia.
Vangelo Voi non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo. Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 15,18-21
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: "Un servo non è più grande del suo padrone". Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».
Lettera di S. Paolo ai FILIPPESI 2,5-10 5 Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, 6 il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; 7 ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, 8 umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. 9 Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; 10 perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; 11 e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.
Ecc .mo Arcivescovo Cesare Nosiglia: La preghiera da recitare davanti alla Sacra Sindone
“Signore Gesù, davanti alla Sindone, come in uno specchio,
contempliamo il mistero della tua passione e morte per noi.
È l’Amore più grande
con cui ci hai amati, fino a dare la vita per l’ultimo peccatore.
È l’Amore più grande,
che spinge anche noi a dare la vita per i nostri fratelli e sorelle.
Nelle ferite del tuo corpo martoriato meditiamo le ferite causate da ogni peccato:
perdonaci, Signore.
Nel silenzio del tuo volto umiliato riconosciamo il volto sofferente di ogni uomo:
soccorrici, Signore.
Nella pace del tuo corpo adagiato nel sepolcro meditiamo il mistero della morte che attende la risurrezione:
ascoltaci, Signore.
Tu che sulla croce hai abbracciato tutti noi, e ci hai affidati come figli alla Vergine Maria,
fa’ che nessuno si senta lontano dal tuo amore, e in ogni volto possiamo riconoscere il tuo volto,
che ci invita ad amarci come Tu ci ami.
La preghiera alla Sacra Sindone
“Imprimi il tuo volto in me, Signore, perché il Padre vedendo Te in me ripeta: “Tu sei Il figlio che amo”.
E perché chiunque mi incontra veda una scintilla del Padre.
Imprimi il tuo volto in me, Signore, perché possa essere testimone della tua luce e della tua bontà, e dell’infinita tenerezza che hai per ogni creatura.
Imprimi il tuo volto in me, Signore, perché io possa essere un segno del tuo amore per i piccoli e i poveri, per gli ammalati e gli esclusi.
Imprimi il tuo volto in me, Signore, perché sia lo una Sindone vivente che porta in sé i segni della tua morte e Risurrezione”.
Testimonianza Nel volontariato per l'esposizione della S. Sindone, ho sentito un mare di dolore che sovrastava , e ho pensato a tutto ciò che Gesù ha sofferto per liberarci dal peccato e dalla morte, davvero , come dice S. Pietro ." Dalle Sue piaghe siamo stati guariti"!(1 Pt.2,25)
FAUSTI – Nei racconti pasquali i Vangeli si diversificano molto, pur avendo in comune gli elementi fondamentali. Questi sono il sepolcro vuoto, l'annuncio della resurrezione e gli incontri con il Risorto – dapprima non riconosciuto e poi riconosciuto attraverso la Parola e il Pane – che fanno risorgere chi Lo incontra. L'intenzione, comune a tutti, è quella di qualsiasi autore . Coinvolgere il lettore nell'esperienza raccontata , perchè diventi sua.
RispondiEliminaOgni evangelista ha però un'ottica particolare : accentua un aspetto piuttosto che un altro, evidenziando della stessa realtà sfaccettature diverse.
Si può dire che i quattro evangelisti ci offrono una visione quadrimensionale del mistero cristiano.
Marco vuol portare alla fede nell'Evangelo :chi ascolta la Parola, incontra direttamente il Signore che parla e opera in lui quanto dice.
Matteo, supponendo questo, che è il fondamento della fede, mette in luce l'aspetto comunitario .
La parola del Figlio ci rende fratelli tra di noi.
Luca, a sua volta, sottolinea la dimensione missionaria .
La fraternità ci apre a tutti gli uomini, sino agli estremi confini della terra.
Giovanni, consapevole di essere l'ultimo tra quelli che hanno visto Gesù, dichiara l'importanza del “credere senza vedere”.
Ogni evento, unico e irripetibile, è visto solo da chi è vicino nel tempo e nello spazio.
Tuttavia, la parola di chi lo testimonia lo rende presente anche a chi l'ascolta.
Tema di Giovanni 20 è il rapporto tra “vedere e credere” (8-29) . si vede un fatto e si crede a ciò che significa.
L'uomo è colui che sa leggere la realtà . Ogni evento è un segno , che è significativo solo per chi lo intende.
La fede non è cieca : è intelligenza che coglie il significato dei fatti e si rende conto del perchè siano così e non diversamente. Credere non è ingenuità , ma la lettura più ragionevole della realtà.
I primi discepoli, contemporanei a Gesù, credono in Lui non solo perchè Lo hanno visto Risorto, ma anche perchè hanno sperimentato cosa significa per loro che Lui sia Risorto.
Noi, che veniamo dopo, crediamo sulla loro Parola .
Accogliendo la loro testimonianza, vediamo con i lor occhi.
Tuttavia chiunque crede, abbia o non abbia visto, fa la medesima esperienza : aderisce con amore al Signore Risorto e vive del Suo Spirito. La promessa del Signore è comprensibile solo dopo il suo compimento e alla luce del Suo Spirito d'Amore (14,26).
Per questo i discepoli possono credere alla Scrittura e alla Parola di Gesù solo dopo la Sua Risurrezione.
Rimane sempre un velo sul volto di chi legge la Scrittura, che viene eliminato dalla conversione a Cristo Signore.
E questa è donata a chi ha contemplato il Suo Amore e Lo ama.
Per noi, che veniamo dopo i primi che l'hanno visto e toccato, i Vangeli e l'intera Scrittura diventano come il Corpo di Cristo : sono il segno in cui Lo incontriamo e Lo vediamo Risorto “E' stato compiuto”-
E' l'ultima Parola di Gesù che, donate le vesti ai soldati e affidato il discepolo alla Madre e questa al discepolo, ha appena bevuto il nostro aceto. Così è compiuta la Sua missione .
Mostrando la Gloria dell'Amore estremo, ci consegna lo Spirito, che in Lui ora vediamo e conosciamo. Il Vangelo di Giovanni è davvero il “Vangelo spirituale” , la Buona Notizia che lo Spirito, Vita di Dio, è comunicato agli uomini.
Con la Sua morte, Gesù non giunge alla fine, ma al fine della Sua esistenza .
Dopo la Croce comincia il settimo giorno, quando Dio, portata a termine la creazione, finalmente riposa dalla Sua fatica (Gen2,2) .
Il Figlio dell'uomo è generato al cielo, ai Suoi piedi nasce l'umanità nuova dei figli di Dio.
Gesù, mentre torna al Padre con la nostra carne, consegna a ogni carne il Suo Spirito, che ci fa Suoi fratelli.
Ciò che sul Golgota è stato compiuto, resta sempre a nostra disposizione nel memoriale Eucaristico, dono permanente della Sua Carne e del Suo Sangue, del Suo Corpo e del Suo Spirito.
-->Gesù, da protagonista attivo, vive coscientemente la Sua morte e dirige il momento ultimo del Suo passaggio da questo mondo al Padre. Come ha lasciato in eredità ai nemici vesti e tunica, lascia al discepolo – e in lui a tutti – la Madre e lo Spirito, il Sangue e l'Acqua.
RispondiEliminaAlla fine, invece del grido di abbandono (Sl 22,2)o di affidamento (Sl 31,6) , c'è l'annuncio: “E' stato compiuto”. Il Messia sofferente in Giovanni è presentato esplicitamente come il Re della Gloria : il Crocifisso è vittorioso. L'andarsene di Gesù , culminante nel dono dello Spirito, è sotto il segno del compimento . Tutto è consegnato e accolto.
All'inizio c'è la coscienza che ogni cosa è compiuta (28a), alla fine la Parola che lo rivela a tutti (30a) e nel mezzo la considerazione dell'evangelista che dichiara il compimento della Scrittura (28b).
“Dopo questo” tutte le cose sono già compiute per quanto riguarda Gesù. Ha vissuto l'Amore alla perfezione, fin dentro la morte. Infatti, seguendo il comando del Padre, ha deposto la vita in favore dei fratelli (10,18); consegnando poi al discepolo la Madre e questa al discepolo, ha donato ai mortali la reciprocità dell'amore. Di più non può darci : ci ha dato Dio stesso, che è Amore reciproco tra Padre e Figlio. Questo è tutto e, al di fuori di questo, non c'è nulla.
L'ora della gloria, verso cui la Sua vita tendeva, è venuta. La creazione nuova è compiuta : è Lui stesso la creatura nuova , il Figlio che ama dello stesso unico amore Padre e fratelli.
Ma ciò che sulla croce è portato a termine, ai piedi della croce è appena cominciato con la Madre e il discepolo amato. Quanto è già perfettamente completato in Lui, “da quell'ora” deve continuare a compiersi in noi fino al Suo ritorno. Anzi, il Suo ritorno è ormai il crescere in noi del Suo Amore :
il Suo tornare a noi è il nostro tornare a Lui. Per questo il discepolo prediletto , testimone dell'Amore, non morirà mai (21,23) : l'Amore non avrà mai fine (1Cor 13,8), ma crescerà per noi all'infinito.
Infatti Dio è Amore (1 Gv 4, 8-16).
Antifona
EliminaSepolti con Cristo nel Battesimo,
con lui siete anche risorti
mediante la fede nella potenza di Dio,
che lo ha risuscitato dai morti. Alleluia. (Col 2,12)
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
che nella rigenerazione battesimale
ci hai comunicato la tua stessa vita,
concedi a coloro che hai reso giusti con la tua grazia,
disponendoli alla vita immortale,
di giungere da te guidati alla pienezza della gloria.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Vieni in Macedònia e aiutaci!
Dagli Atti degli Apostoli
At 16,1-10
In quei giorni, Paolo si recò a Derbe e a Listra. Vi era qui un discepolo chiamato Timòteo, figlio di una donna giudea credente e di padre greco: era assai stimato dai fratelli di Listra e di Icònio. Paolo volle che partisse con lui, lo prese e lo fece circoncidere a motivo dei Giudei che si trovavano in quelle regioni: tutti infatti sapevano che suo padre era greco.
Percorrendo le città, trasmettevano loro le decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani di Gerusalemme, perché le osservassero. Le Chiese intanto andavano fortificandosi nella fede e crescevano di numero ogni giorno.
Attraversarono quindi la Frìgia e la regione della Galàzia, poiché lo Spirito Santo aveva impedito loro di proclamare la Parola nella provincia di Asia. Giunti verso la Mìsia, cercavano di passare in Bitinia, ma lo Spirito di Gesù non lo permise loro; così, lasciata da parte la Mìsia, scesero a Tròade.
Durante la notte apparve a Paolo una visione: era un Macèdone che lo supplicava: «Vieni in Macedònia e aiutaci!». Dopo che ebbe questa visione, subito cercammo di partire per la Macedònia, ritenendo che Dio ci avesse chiamati ad annunciare loro il Vangelo.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 99 (100)
R. Acclamate il Signore, voi tutti della terra.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.
Acclamate al Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza. R.
Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo. R.
Perché buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Se siete risorti con Cristo,
cercate le cose di lassù, dove è Cristo
seduto alla destra di Dio. (Col 3,1)
Alleluia.
Vangelo
Voi non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,18-21
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che io vi ho detto: "Un servo non è più grande del suo padrone". Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».
Parola del Signore.
Lettera di S. Paolo ai FILIPPESI 2,5-10
RispondiElimina5 Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù,
6 il quale, pur essendo di natura divina,
non considerò un tesoro geloso
la sua uguaglianza con Dio;
7 ma spogliò se stesso,
assumendo la condizione di servo
e divenendo simile agli uomini;
apparso in forma umana,
8 umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e alla morte di croce.
9 Per questo Dio l'ha esaltato
e gli ha dato il nome
che è al di sopra di ogni altro nome;
10 perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra;
11 e ogni lingua proclami
che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.
Ecc .mo Arcivescovo Cesare Nosiglia:
RispondiEliminaLa preghiera da recitare davanti alla Sacra Sindone
“Signore Gesù, davanti alla Sindone, come in uno specchio,
contempliamo il mistero della tua passione e morte per noi.
È l’Amore più grande
con cui ci hai amati, fino a dare la vita per l’ultimo peccatore.
È l’Amore più grande,
che spinge anche noi a dare la vita per i nostri fratelli e sorelle.
Nelle ferite del tuo corpo martoriato meditiamo le ferite causate da ogni peccato:
perdonaci, Signore.
Nel silenzio del tuo volto umiliato riconosciamo il volto sofferente di ogni uomo:
soccorrici, Signore.
Nella pace del tuo corpo adagiato nel sepolcro meditiamo il mistero della morte che attende la risurrezione:
ascoltaci, Signore.
Tu che sulla croce hai abbracciato tutti noi, e ci hai affidati come figli alla Vergine Maria,
fa’ che nessuno si senta lontano dal tuo amore, e in ogni volto possiamo riconoscere il tuo volto,
che ci invita ad amarci come Tu ci ami.
La preghiera alla Sacra Sindone
“Imprimi il tuo volto in me, Signore, perché il Padre vedendo Te in me ripeta: “Tu sei Il figlio che amo”.
E perché chiunque mi incontra veda una scintilla del Padre.
Imprimi il tuo volto in me, Signore, perché possa essere testimone della tua luce e della tua bontà, e dell’infinita tenerezza che hai per ogni creatura.
Imprimi il tuo volto in me, Signore, perché io possa essere un segno del tuo amore per i piccoli e i poveri, per gli ammalati e gli esclusi.
Imprimi il tuo volto in me, Signore, perché sia lo una Sindone vivente che porta in sé i segni della tua morte e Risurrezione”.
Testimonianza
RispondiEliminaNel volontariato per l'esposizione della S. Sindone, ho sentito un mare di dolore
che sovrastava , e ho pensato a tutto ciò che Gesù ha sofferto per liberarci dal peccato
e dalla morte, davvero , come dice S. Pietro ." Dalle Sue piaghe siamo stati guariti"!(1 Pt.2,25)