Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo Ap 11,19a; 12,1–6a.10ab
Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza.
Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio.
Allora udii una voce potente nel cielo che diceva: «Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo».
Seconda Lettura
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 1Cor 15,20–27a
Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi.
VANGELO DEL GIORNO Dal Vangelo secondo Luca Lc 1,39-56
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
PAROLE DEL SANTO PADRE Abbiamo sentito il Canto di Maria, il Magnificat: è il cantico della speranza, è il cantico del Popolo di Dio in cammino nella storia. E’ il cantico di tanti santi e sante, alcuni noti, altri, moltissimi, ignoti, ma ben conosciuti a Dio: mamme, papà, catechisti, missionari, preti, suore, giovani, anche bambini, nonni, nonne: questi hanno affrontato la lotta della vita portando nel cuore la speranza dei piccoli e degli umili. Maria dice: «L’anima mia magnifica il Signore» - anche oggi canta questo la Chiesa e lo canta in ogni parte del mondo. (Santa Messa nella Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, 15 agosto 2013)
FAUSTI IL MAGNIFICAT , con il quale la Chiesa conclude ogni giorno i Vespri, è il canto di coloro che hanno sperimentato “oggi” la salvezza. E' un cantico di lode, sul tipo di quello di Anna (1Sam 2) , che vede la realizzazione della promessa. Esprime la beatitudine di chi ha riconosciuto l'azione di Dio in suo favore , prorompe dal cuore di chi ha accolto il suo Signore. E' un inno personale e insieme universale e cosmico. Maria è la bocca della figlia di Sion, di tutta l'umanità e dell'intera creazione che vede compiersi la promessa di Dio, più grande di ogni fama (Sl 138,2). E' il Canto nuovo che prorompe dall'uomo nuovo. L'azione di Dio culmina nel canto dell'uomo. Perché canta chi ama e l'amore riposa solo quando è amato. Il termine di tutta la storia sarà un canto di gioia senza fine. Questo canto, anticipato da Maria, è il frutto maturo dell' ascolto di fede, in cui si svela compiutamente il senso della creazione e della storia. Il Magnificat è un compendio di storia di salvezza , che descrive l'azione di Dio – esatto contrappunto di quella umana – attraverso un centone di citazioni e allusioni bibliche. La prima parte è il rendimento di grazie di Maria per cià che Dio ha compiuto in Lei. La seconda parte estende a tutti gli uomini l'azione che Dio in Lei ha compiuto, descritta con sette affermazioni. Il Canto di Maria, occasionato dalla beatitudine proclamata da Elisabetta, ha la stessa melodia delle Beatitudini (Lc 6, 20-26).
TONINO BELLO Maria, pur consapevole del suo sovrumano destino, non ha mai voluto vivere nei quartieri alti. Non si è mai costruita piedistalli di gloria. E ha sempre rifiutato le nicchie che potessero impedirle la gioia di vivere a piano terra con la gente comune. Si è però, riservata una specola altissima, questo sì, da cui contemplare non solo il senso ultimo della sua vicenda umana, ma anche le traiettorie lunghe della tenerezza di Dio. Ci sono due punti strategici, nella vita di Maria, che ci danno la conferma di come lei fosse inquilina abituale di quel piano superiore che lo Spirito Santo l'aveva chiamata ad abitare : l'altura del Magnificat e l'altare del Golgota. Da quell'altura ella spinge lo sguardo fino agli estremi confini del tempo. E cogliendo il distendersi della misericordia di Dio di generazione in generazione, ci offre la più organica lettura che si conosca nella storia della salvezza. Da quell'altare Ella spinge lo sguardo fino agli estremi confini dello spazio. E, stringendo il mondo in un unico abbraccio, ci offre la più sicura garanzia che gli angoli sfiorati dai suoi occhi materni saranno raggiunti anche dallo Spirito, sgorgato dal fianco di Cristo.
Grandi cose di te si cantano, o Maria: oggi sei stata assunta sopra i cori degli angeli e trionfi con Cristo in eterno.
Si dice il Gloria.
Colletta
O Dio, che volgendo lo sguardo all’umiltà della beata Vergine Maria l’hai innalzata alla sublime dignità di Madre del tuo Figlio unigenito fatto uomo e oggi l’hai coronata di gloria incomparabile, per sua intercessione fa’ che, salvati per il mistero della tua redenzione, possiamo essere da te innalzati alla gloria del cielo. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Si dice il Credo.
Prima Lettura Introdussero dunque l'arca di Dio e la collocarono al centro della tenda che Davide aveva piantato per essa.
Dal primo libro delle Cronache 1Cr 15,3-4.15-16; 16,1-2
In quei giorni Davide convocò tutto Israele a Gerusalemme, per far salire l’arca del Signore nel posto che le aveva preparato. Davide radunò i figli di Aronne e i leviti. I figli dei leviti sollevarono l’arca di Dio sulle loro spalle per mezzo di stanghe, come aveva prescritto Mosè sulla parola del Signore. Davide disse ai capi dei leviti di tenere pronti i loro fratelli, i cantori con gli strumenti musicali, arpe, cetre e cìmbali, perché, levando la loro voce, facessero udire i suoni di gioia. Introdussero dunque l’arca di Dio e la collocarono al centro della tenda che Davide aveva piantato per essa; offrirono olocausti e sacrifici di comunione davanti a Dio. Quando ebbe finito di offrire gli olocausti e i sacrifici di comunione, Davide benedisse il popolo nel nome del Signore.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 131 (132)
R. Sorgi, Signore, tu e l'arca della tua potenza.
Ecco, abbiamo saputo che era in Èfrata, l'abbiamo trovata nei campi di Iàar. Entriamo nella sua dimora, prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi. R.
I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia ed esultino i tuoi fedeli. Per amore di Davide, tuo servo, non respingere il volto del tuo consacrato. R.
Sì, il Signore ha scelto Sion, l'ha voluta per sua residenza: «Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre: qui risiederò, perché l'ho voluto». R.
Seconda Lettura Dio ci dà la vittoria per mezzo di Gesù Cristo.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1Cor 15,54b-57
Fratelli, quando questo corpo mortale si sarà vestito d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura: «La morte è stata inghiottita nella vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?». Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge. Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano. (Lc 11,28)
Alleluia.
Vangelo Beato il grembo che ti ha portato!
Dal Vangelo secondo Luca Lc 11,27-28
In quel tempo, mentre Gesù parlava alle folle, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
FAUSTI – Le folle erano piene di stupore per la Parola restituita al muto. Una donna è presa da stupore per chi ha generato Colui che restituisce la parola, e proclama beata Sua Madre. Gesù estende tale beatitudine a chiunque Lo ascolta. Chi Lo ascolta è con Lui e non disperde. Gesù che ora annuncia la Parola diviene la Parola che Lo annuncia. Si passa dal tempo di Gesù al nostro : noi siamo Suoi fratelli per il dono della Parola :”Abbà!” La Chiesa nell'ascolto e nella custodia della Parola, si fa contemporanea a Lui, attuale all'oggi del Figlio che realizza il Regno del Padre. E' come Maria, Figlia fedele di Sion, che genera nel tempo la Parola Eterna del Padre da cui è generata come Figlia. Gesù è il centro del tempo. Come nel passato i profeti e i re desideravano Colui che doveva venire, così nel futuro tutti i credenti desidereranno Colui che è venuto. Egli è la realtà prima attesa e poi compiuta, la realizzazione della Parola che da profezia si è fatta ricordo e racconto. Gesù è il Verbo Eterno di Dio, promesso nell'Antico e trasmesso nel Nuovo Testamento. Tutto il passato sboccia in Lui, suo frutto pieno. In Lui il Regno del Padre è aperto a tutti, perché Egli fa fiorire sulla bocca di tutti la Parola :”Abbà”. Quanto i Suoi contemporanei ebbero il privilegio di vedere e di udire, resta ancora a noi accessibile nella Parola su di Lui. La nuova e vera conoscenza di Gesù è l'ascolto della Sua Parola. In questo breve dialogo la donna, invece di invidiare Maria, è chiamata ad imitarla : la sua vera realtà di Madre di Dio è ascoltare e custodire la Parola (”ascoltare e fare “). La generazione del Figlio, che è dall'eternità nell'Amore del Padre, avviene nel tempo nell'ubbidienza di chi ne ascolta e custodisce la Parola. Questi, mentre genera il Figlio nel tempo, è generato nell'eternità come figlio del Padre. L'uomo, infatti, è generato dalla Parola che ascolta, fatto dalla Parola che fa. Il Verbo, fatto Carne in Gesù, è tornato a essere Parola per farsi carne in chi Lo ascolta. Il Pane e lo Spirito ce ne danno la possibilità. Queste Parole rispondono all'accusa di chi dice che Gesù libera dallo spirito muto perché è alleato di satana. In realtà solo chi ascolta la Sua Parola è con Lui : è Suo parente, addirittura madre. Chi non Lo ascolta, non è con Lui, è contro di Lui, suo Salvatore.
S.P. BENEDETTO XVI (15 ag. 2011)- In Maria, madre di Gesù Cristo figlio di Dio, noi oggi celebriamo il compimento della nostra salvezza, quello che verrà anzi è già avviato nel BATTESIMO e si compirà pienamente al termine della nostra esistenza terrena, uniti a Gesù Cristo, partecipando con Cristo alla sua gloria eterna, conclusa la nostra esistenza terrena nel generoso servizio dei fratelli, nella docile sequela di Cristo ... Maria esempio e modello per tutti ci indica la meta ultima che ci attende al termine della lotta quotidiana contro il male, come ci ricorda la visione dell’Apocalisse (11,19a; 12,1-6a.10ab) che la Liturgia ci proporrà domani nella prima lettura ... Noi oggi celebriamo “il pieno compimento del mistero pasquale di Cristo in MARIA Vergine madre: anzi la realizzazione di tale mistero in maniera del tutto unica, perché in maniera del tutto unica ella ha collaborato al suo compiersi. Infatti, se tutta la vita dell’umile Vergine di Nazareth è inscindibile dal mistero di Cristo, ella - per divina disposizione - è stata particolarmente inserita nel cuore stesso del mistero pasquale del Figlio per la sua divina maternità. Se, dunque, Maria fu indissolubilmente associata alla passione-morte del suo Figlio, perché non lo dovrebbe essere stata anche alla sua risurrezione? La ‘lieta notizia’ di Cristo risorto non può non implicare per la CHIESA anche la ‘certezza’ della madre sua glorificata: subito e completamente, come il Figlio! L’ASSUNZIONE della Vergine in anima e corpo altro non è che il riverbero della risurrezione di Cristo capo sul membro più eminente del suo corpo. La pre-redenta è anche la pre-risorta: dopo Cristo e prima di noi! [...] “piena configurazione” a Cristo risorto e glorioso [...] anzitutto in dipendenza della risurrezione - inaugurale e fontale – di Lui e quindi in stretta connessione con tutti noi i credenti” . Subordinazione a Cristo e quindi solidarietà con noi uniti a Cristo, che danno la misura, il limite e nello stesso tempo il valore esemplare della situazione della Theotékos [Madre di Dio]” nella fede .... sostenuti dalla preghiera come oggi la Chiesa propone a tutti noi credenti. “O Dio, che volgendo lo sguardo all’umiltà della beata Vergine Maria l’hai innalzata alla sublime dignità di Madre del tuo Figlio unigenito fatto uomo e oggi l’hai coronata di gloria incomparabile, per sua intercessione fa’ che, salvati per il mistero della tua redenzione, possiamo essere da te innalzati alla gloria del cielo. Per il nostro Signore Gesù Cristo”
LETTURA DEL GIORNO
RispondiEliminaPrima Lettura
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
Ap 11,19a; 12,1–6a.10ab
Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza.
Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto.
Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra.
Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito.
Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio.
Allora udii una voce potente nel cielo che diceva:
«Ora si è compiuta
la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo».
Seconda Lettura
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
1Cor 15,20–27a
Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi.
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,39-56
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Abbiamo sentito il Canto di Maria, il Magnificat: è il cantico della speranza, è il cantico del Popolo di Dio in cammino nella storia. E’ il cantico di tanti santi e sante, alcuni noti, altri, moltissimi, ignoti, ma ben conosciuti a Dio: mamme, papà, catechisti, missionari, preti, suore, giovani, anche bambini, nonni, nonne: questi hanno affrontato la lotta della vita portando nel cuore la speranza dei piccoli e degli umili. Maria dice: «L’anima mia magnifica il Signore» - anche oggi canta questo la Chiesa e lo canta in ogni parte del mondo. (Santa Messa nella Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, 15 agosto 2013)
FAUSTI
RispondiEliminaIL MAGNIFICAT , con il quale la Chiesa conclude ogni giorno i Vespri, è il canto di coloro che hanno sperimentato “oggi” la salvezza. E' un cantico di lode, sul tipo di quello di Anna (1Sam 2) , che vede la realizzazione della promessa. Esprime la beatitudine di chi ha riconosciuto l'azione di Dio in suo favore , prorompe dal cuore di chi ha accolto il suo Signore.
E' un inno personale e insieme universale e cosmico.
Maria è la bocca della figlia di Sion, di tutta l'umanità e dell'intera creazione che vede compiersi la promessa di Dio, più grande di ogni fama (Sl 138,2).
E' il Canto nuovo che prorompe dall'uomo nuovo.
L'azione di Dio culmina nel canto dell'uomo. Perché canta chi ama e l'amore riposa solo quando è amato.
Il termine di tutta la storia sarà un canto di gioia senza fine.
Questo canto, anticipato da Maria, è il frutto maturo dell' ascolto di fede, in cui si svela compiutamente il senso della creazione e della storia.
Il Magnificat è un compendio di storia di salvezza , che descrive l'azione di Dio – esatto contrappunto di quella umana – attraverso un centone di citazioni e allusioni bibliche.
La prima parte è il rendimento di grazie di Maria per cià che Dio ha compiuto in Lei.
La seconda parte estende a tutti gli uomini l'azione che Dio in Lei ha compiuto, descritta con sette affermazioni.
Il Canto di Maria, occasionato dalla beatitudine proclamata da Elisabetta, ha la stessa melodia delle Beatitudini (Lc 6, 20-26).
TONINO BELLO
RispondiEliminaMaria, pur consapevole del suo sovrumano destino, non ha mai voluto vivere nei quartieri alti.
Non si è mai costruita piedistalli di gloria. E ha sempre rifiutato le nicchie che potessero impedirle
la gioia di vivere a piano terra con la gente comune.
Si è però, riservata una specola altissima, questo sì, da cui contemplare non solo
il senso ultimo della sua vicenda umana, ma anche le traiettorie lunghe della tenerezza di Dio.
Ci sono due punti strategici, nella vita di Maria, che ci danno la conferma di come lei fosse inquilina
abituale di quel piano superiore che lo Spirito Santo l'aveva chiamata ad abitare : l'altura del Magnificat e l'altare del Golgota.
Da quell'altura ella spinge lo sguardo fino agli estremi confini del tempo.
E cogliendo il distendersi della misericordia di Dio di generazione in generazione,
ci offre la più organica lettura che si conosca nella storia della salvezza.
Da quell'altare Ella spinge lo sguardo fino agli estremi confini dello spazio.
E, stringendo il mondo in un unico abbraccio, ci offre la più sicura garanzia che gli angoli sfiorati
dai suoi occhi materni saranno raggiunti anche dallo Spirito, sgorgato dal fianco di Cristo.
S. MESSA DELLA VIGILIA
RispondiEliminaAntifona
Grandi cose di te si cantano, o Maria:
oggi sei stata assunta sopra i cori degli angeli
e trionfi con Cristo in eterno.
Si dice il Gloria.
Colletta
O Dio, che volgendo lo sguardo
all’umiltà della beata Vergine Maria
l’hai innalzata alla sublime dignità di Madre
del tuo Figlio unigenito fatto uomo
e oggi l’hai coronata di gloria incomparabile,
per sua intercessione fa’ che,
salvati per il mistero della tua redenzione,
possiamo essere da te innalzati alla gloria del cielo.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Si dice il Credo.
Prima Lettura
Introdussero dunque l'arca di Dio e la collocarono al centro della tenda che Davide aveva piantato per essa.
Dal primo libro delle Cronache
1Cr 15,3-4.15-16; 16,1-2
In quei giorni Davide convocò tutto Israele a Gerusalemme, per far salire l’arca del Signore nel posto che le aveva preparato. Davide radunò i figli di Aronne e i leviti.
I figli dei leviti sollevarono l’arca di Dio sulle loro spalle per mezzo di stanghe, come aveva prescritto Mosè sulla parola del Signore. Davide disse ai capi dei leviti di tenere pronti i loro fratelli, i cantori con gli strumenti musicali, arpe, cetre e cìmbali, perché, levando la loro voce, facessero udire i suoni di gioia.
Introdussero dunque l’arca di Dio e la collocarono al centro della tenda che Davide aveva piantato per essa; offrirono olocausti e sacrifici di comunione davanti a Dio.
Quando ebbe finito di offrire gli olocausti e i sacrifici di comunione, Davide benedisse il popolo nel nome del Signore.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 131 (132)
R. Sorgi, Signore, tu e l'arca della tua potenza.
Ecco, abbiamo saputo che era in Èfrata,
l'abbiamo trovata nei campi di Iàar.
Entriamo nella sua dimora,
prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi. R.
I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia
ed esultino i tuoi fedeli.
Per amore di Davide, tuo servo,
non respingere il volto del tuo consacrato. R.
Sì, il Signore ha scelto Sion,
l'ha voluta per sua residenza:
«Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre:
qui risiederò, perché l'ho voluto». R.
Seconda Lettura
Dio ci dà la vittoria per mezzo di Gesù Cristo.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
1Cor 15,54b-57
Fratelli, quando questo corpo mortale si sarà vestito d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
«La morte è stata inghiottita nella vittoria.
Dov’è, o morte, la tua vittoria?
Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?».
Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge. Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Beati coloro che ascoltano la parola di Dio
e la osservano. (Lc 11,28)
Alleluia.
Vangelo
Beato il grembo che ti ha portato!
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,27-28
In quel tempo, mentre Gesù parlava alle folle, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
Parola del Signore.
FAUSTI – Le folle erano piene di stupore per la Parola restituita al muto.
EliminaUna donna è presa da stupore per chi ha generato Colui che restituisce la parola, e proclama beata Sua Madre.
Gesù estende tale beatitudine a chiunque Lo ascolta.
Chi Lo ascolta è con Lui e non disperde.
Gesù che ora annuncia la Parola diviene la Parola che Lo annuncia.
Si passa dal tempo di Gesù al nostro : noi siamo Suoi fratelli per il dono della Parola :”Abbà!”
La Chiesa nell'ascolto e nella custodia della Parola, si fa contemporanea a Lui, attuale all'oggi del Figlio che realizza il Regno del Padre.
E' come Maria, Figlia fedele di Sion, che genera nel tempo la Parola Eterna del Padre da cui è generata come Figlia.
Gesù è il centro del tempo.
Come nel passato i profeti e i re desideravano Colui che doveva venire, così nel futuro tutti i credenti desidereranno Colui che è venuto.
Egli è la realtà prima attesa e poi compiuta, la realizzazione della Parola che da profezia si è fatta ricordo e racconto.
Gesù è il Verbo Eterno di Dio, promesso nell'Antico e trasmesso nel Nuovo Testamento.
Tutto il passato sboccia in Lui, suo frutto pieno.
In Lui il Regno del Padre è aperto a tutti, perché Egli fa fiorire sulla bocca di tutti la Parola :”Abbà”.
Quanto i Suoi contemporanei ebbero il privilegio di vedere e di udire, resta ancora a noi accessibile nella Parola su di Lui.
La nuova e vera conoscenza di Gesù è l'ascolto della Sua Parola.
In questo breve dialogo la donna, invece di invidiare Maria, è chiamata ad imitarla : la sua vera realtà di Madre di Dio è ascoltare e custodire la Parola (”ascoltare e fare “).
La generazione del Figlio, che è dall'eternità nell'Amore del Padre, avviene nel tempo nell'ubbidienza di chi ne ascolta e custodisce la Parola.
Questi, mentre genera il Figlio nel tempo, è generato nell'eternità come figlio del Padre.
L'uomo, infatti, è generato dalla Parola che ascolta, fatto dalla Parola che fa.
Il Verbo, fatto Carne in Gesù, è tornato a essere Parola per farsi carne in chi Lo ascolta.
Il Pane e lo Spirito ce ne danno la possibilità.
Queste Parole rispondono all'accusa di chi dice che Gesù libera dallo spirito muto perché è alleato di satana. In realtà solo chi ascolta la Sua Parola è con Lui : è Suo parente, addirittura madre.
Chi non Lo ascolta, non è con Lui, è contro di Lui, suo Salvatore.
S.P. BENEDETTO XVI (15 ag. 2011)- In Maria, madre di Gesù Cristo figlio
RispondiEliminadi Dio, noi oggi celebriamo il compimento della nostra salvezza, quello che
verrà anzi è già avviato nel BATTESIMO e si compirà pienamente al
termine della nostra esistenza terrena, uniti a Gesù Cristo, partecipando con
Cristo alla sua gloria eterna, conclusa la nostra esistenza terrena nel
generoso servizio dei fratelli, nella docile sequela di Cristo ... Maria
esempio e modello per tutti ci indica la meta ultima che ci attende al termine
della lotta quotidiana contro il male, come ci ricorda la visione
dell’Apocalisse (11,19a; 12,1-6a.10ab) che la Liturgia ci proporrà domani
nella prima lettura ... Noi oggi celebriamo “il pieno compimento del
mistero pasquale di Cristo in MARIA Vergine madre: anzi la realizzazione
di tale mistero in maniera del tutto unica, perché in maniera del tutto unica
ella ha collaborato al suo compiersi. Infatti, se tutta la vita dell’umile
Vergine di Nazareth è inscindibile dal mistero di Cristo, ella - per divina
disposizione - è stata particolarmente inserita nel cuore stesso del mistero
pasquale del Figlio per la sua divina maternità. Se, dunque, Maria fu
indissolubilmente associata alla passione-morte del suo Figlio, perché non
lo dovrebbe essere stata anche alla sua risurrezione? La ‘lieta notizia’ di
Cristo risorto non può non implicare per la CHIESA anche la ‘certezza’
della madre sua glorificata: subito e completamente, come il Figlio!
L’ASSUNZIONE della Vergine in anima e corpo altro non è che il riverbero
della risurrezione di Cristo capo sul membro più eminente del suo corpo. La
pre-redenta è anche la pre-risorta: dopo Cristo e prima di noi! [...] “piena
configurazione” a Cristo risorto e glorioso [...] anzitutto in dipendenza della
risurrezione - inaugurale e fontale – di Lui e quindi in stretta
connessione con tutti noi i credenti” . Subordinazione a Cristo e
quindi solidarietà con noi uniti a Cristo, che danno la misura, il limite e nello
stesso tempo il valore esemplare della situazione della Theotékos [Madre di
Dio]” nella fede .... sostenuti dalla preghiera come oggi la
Chiesa propone a tutti noi credenti. “O Dio, che volgendo lo sguardo
all’umiltà della beata Vergine Maria l’hai innalzata alla sublime dignità
di Madre del tuo Figlio unigenito fatto uomo e oggi l’hai coronata di
gloria incomparabile, per sua intercessione fa’ che, salvati per il mistero
della tua redenzione, possiamo essere da te innalzati alla gloria del cielo.
Per il nostro Signore Gesù Cristo”