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domenica 4 agosto 2024

S. GIOVANNI MARIA VIANNEY , CURATO D'ARS


 

3 commenti:

  1. Lo Spirito del Signore è sopra di me;
    per questo mi ha consacrato con l'unzione,
    mi ha mandato per annunziare ai poveri il lieto
    messaggio, e a risanare chi ha il cuore affranto.



    Dio onnipotente e misericordioso, che in san Giovanni Maria Vianney ci hai offerto un mirabile pastore, pienamente consacrato al servizio del tuo popolo, per la sua intercessione e il suo esempio fa' che dedichiamo la nostra vita per guadagnare a Cristo i fratelli e godere insieme con loro la gioia senza fine. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te...



    LITURGIA DELLA PAROLA

    Prima Lettura Ez 3, 16-21
    Ti ho posto per sentinella ala mia casa.

    Dal libro del profeta Ezechièle
    In quei giorni, mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell'uomo, ti ho posto per sentinella alla casa d'Israele. Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia. Se io dico al malvagio: Tu morirai! e tu non lo avverti e non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta perversa e viva, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te. Ma se tu ammonisci il malvagio ed egli non si allontana dalla sua malvagità e dalla sua perversa condotta, egli morirà per il suo peccato, ma tu ti sarai salvato.
    Così, se il giusto si allontana dalla sua giustizia e commette l'iniquità, io porrò un ostacolo davanti a lui ed egli morirà; poiché tu non l'avrai avvertito, morirà per il suo peccato e le opere giuste da lui compiute non saranno più ricordate; ma della morte di lui domanderò conto a te. Se tu invece avrai avvertito il giusto di non peccare ed egli non peccherà, egli vivrà, perché è stato avvertito e tu ti sarai salvato».

    Salmo Responsoriale Salmo 22
    Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

    Su pascoli erbosi mi fa riposare,
    ad acque tranquille mi conduce.
    Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
    per amore del suo nome.

    Se dovessi camminare in una valle oscura,
    non temerei alcun male, perché tu sei con me.
    Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.

    Davanti a me tu prepari una mensa
    sotto gli occhi dei miei nemici;
    cospargi di olio il mio capo.
    Il mio calice trabocca.

    Felicità e grazia mi saranno compagne
    tutti i giorni della mia vita,
    e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni.

    Canto al Vangelo Cf Sap 11,23-26
    Alleluia, alleluia.
    Tu hai compassione di tutti e nulla disprezzi
    di quanto hai creato, o Signore, amante della vita.
    Alleluia.





    Vangelo Mt 9,35 - 10,1
    Vedendo le folle ne sentì compassione.

    Dal vangelo secondo Matteo
    In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagòghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità.
    Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!».
    Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità.


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  2. FAUSTI - “Supplicate dunque il Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe”
    dice Gesù ai Suoi discepoli prima di inviarli a continuare la Sua stessa opera. Unica è la missione . Quella del Padre che manda il Figlio ai fratelli, perchè nella fraternità Sua e tra di loro, diventino figli. I discepoli, dopo di Lui, son chiamati a trasmetterla nello spazio e nel tempo.
    “Come il Padre ha mandato me, così anch'io mando voi” (Gv 20,21).
    La storia è storia di missione : l'unico amore, che è la vita di tutto, “spinge” il Padre verso il Figlio
    e il Figlio verso il Padre. Ma il Figlio non può amare il Padre, se non ama come Lui i fratelli.
    Per questo va verso di loro, per condurli dall'esilio alla casa paterna.
    L'apostolo, a sua volta, è spinto dal medesimo amore.
    Vocazione e missione sono da sempre congiunte : la mia vocazione di figlio si realizza nella missione verso i fratelli .
    “Viste le folle, ebbe compassione, erano stanche e oppresse, come pecore senza pastore”
    L'occhio del Signore è il Suo giudizio, molto diverso dal nostro. Lui, che ha il cuore buono, ha solo giudizi di salvezza. L'uomo, allontanatosi da Dio è lacerato, diviso da sé e da tutti, e oppresso, schiacciato fin a terra, incapace di stare ritto. Il pastore conduce ai pascoli e alle sorgenti. Senza di lui la pecora muore.
    Gesù rende partecipi della Sua compassione quelli che manderà in missione.
    Il male non è l luogo della disperazione, ma della gioia del raccolto! Infatti proprio nella miseria si vive la misericordia ; il grande dono di Dio che è Dio stesso.
    L'umanità è messe matura per il dono di Dio.
    Non si attendano tempi migliori . Il peccato è luogo di perdono, la perdizione di salvezza.
    Tutti gli uomini, da sempre son figli di Dio. Ma nessuno lo sa. Questo è il momento che uno glielo mostri nella sua compassione di fratello.
    Gesù è il primo operaio che opera verso i fratelli con la stessa misericordia del Padre.
    Attende collaboratori.
    Bisogna pregare, entrare in comunione col Padre,per diventare figli ed essere inviati verso i fratelli.
    Come Paolo, ogni credente è spinto verso i lontani dallo stesso Amore di Cristo, che ha dato la vita per tutti ( 2Cor5,14).

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  3. (Benedetto XVI: Lettera ai Sacerdoti) San Giovanni Maria Vianney non risparmiava se stesso per salvare le anime della sua parrocchia e di chi chiedeva il suo aiuto. Il Curato d’Ars, nel suo tempo, ha saputo trasformare il cuore e la vita di tante persone, perché è riuscito a far loro percepire l’amore misericordioso del Signore. Al tempo del Santo Curato, in Francia, la confessione non era né più facile, né più frequente che ai nostri giorni, dato che la tormentata Rivoluzione francese aveva soffocato a lungo la pratica religiosa.
    Ma egli cercò in ogni modo, con la predicazione e con il consiglio persuasivo, di far riscoprire ai suoi parrocchiani il significato e la bellezza della Penitenza sacramentale, mostrandola come un’esigenza intima della Presenza eucaristica.
    Con le lunghe permanenze in chiesa davanti al tabernacolo fece sì che i fedeli cominciassero ad imitarlo, recandovisi per visitare Gesù, e fossero, al tempo stesso, sicuri di trovarvi il loro parroco, disponibile all’ascolto e al perdono.

    In seguito, fu la folla crescente dei penitenti, provenienti da tutta la Francia, a trattenerlo nel confessionale fino a 16 ore al giorno. Si diceva allora che Ars era diventata “il grande ospedale delle anime”. “La grazia che egli otteneva [per la conversione dei peccatori] era sì forte che essa andava a cercarli senza lasciar loro un momento di tregua!”, dice il primo biografo. Il Santo Curato non la pensava diversamente, quando diceva: “Non è il peccatore che ritorna a Dio per domandargli perdono, ma è Dio stesso che corre dietro al peccatore e lo fa tornare a Lui”. “Questo buon Salvatore è così colmo d’amore che ci cerca dappertutto”.



    Dal «Catechismo» di san Giovanni Maria Vianney, sacerdote
    Fate bene attenzione, miei figliuoli: il tesoro del cristiano non è sulla terra, ma in cielo. Il nostro pensiero perciò deve volgersi dov'è il nostro tesoro. Questo è il bel compito dell'uomo: pregare ed amare. Se voi pregate ed amate, ecco, questa è la felicità dell'uomo sulla terra.
    La preghiera nient'altro è che l'unione con Dio. Quando qualcuno ha il cuore puro e unito a Dio, è preso da una certa saovità e dolcezza che inebria, è purificato da una luce che si diffonde attorno a lui misteriosamente. In questa unione intima, Dio e l'anima sono come due pezzi di cera fusi insieme, che nessuno può più separare.
    Come è bella questa unione di Dio con la sua piccola creatura! E' una felicità questa che non si può comprendere. Noi eravamo diventati indegni di pregare. Dio però, nella sua bontà, ci ha permesso di parlare con lui. La nostra preghiera è incenso a lui quanto mai gradito.
    Figliuoli miei, il vostro cuore è piccolo, ma la preghiera lo dilata e lo rende capace di amare Dio. La preghiera ci fa pregustare il cielo, come qualcosa che discende a noi dal paradiso. Non ci lascia mai senza dolcezza. Infatti è miele che stilla nell'anima e fa che tutto sia dolce.
    Nella preghiera ben fatta i dolori si sciolgono come neve al sole. Anche questo ci dà la preghiera: che il tempo scorra con tanta velocità e tanta felicità dell'uomo che non si avverte più la sua lunghezza. Ascoltate: quando ero parroco di Bresse, dovendo per un certo tempo sostituire i miei confratelli, quasi tutti malati, mi trovavo spesso a percorrere lunghi tratti di strada; allora pregavo il buon Dio, e il tempo, siatene certi, non mi pareva mai lungo.
    Ci sono alcune persone che si sprofondano completamente nella preghiera come un pesce nell'onda, perché sono tutte dedite al buon Dio. Non c'è divisione alcuna nel loro cuore. O quanto amo queste anime generose! San Francesco d'Assisi e santa Coletta vedevano nostro Signore e parlavano con lui a quel modo che noi ci parliamo gli uni agli altri.

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