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lunedì 31 luglio 2023

S. ALFONSO MARIA


 

4 commenti:

  1. Prima Lettura Rm 8, 1-4
    La legge dello Spirito che dà vita in Cristo mi ha liberato dalla legge del peccato e dalla morte.

    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
    Fratelli, non c'è più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. Poiché la legge dello Spirito che dá vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte.
    Infatti ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della legge si adempisse in noi, che non camminiamo secondo la carne ma secondo lo Spirito.

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 88
    Canterò senza fine la bontà del Signore.

    Canterò senza fine le grazie del Signore,
    con la mia bocca annunzierò la tua fedeltà nei secoli,
    perché hai detto:
    «La mia grazia rimane per sempre» ;
    la tua fedeltà è fondata nei cieli.

    Dice il Signore:
    «Ho stretto un'alleanza con il mio eletto,
    ho giurato a Davide mio servo:
    stabilirò per sempre la tua discendenza,
    ti darò un trono che duri nei secoli».

    Ho trovato Davide, mio servo,
    con il mio santo olio l'ho consacrato;
    la mia mano è il suo sostegno,
    il mio braccio è la sua forza.

    La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui
    e nel mio nome si innalzerà la sua potenza.
    Egli mi invocherà: Tu sei mio padre,
    mio Dio e roccia della mia salvezza».

    Canto al Vangelo Gv 15,15
    Alleluia, alleluia.
    Vi ho chiamati amici, dice il Signore,
    perché tutto ciò che ho udito dal Padre, ve l'ho fatto conoscere.
    Alleluia.





    Vangelo Gv 15, 9-17
    Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando.

    Dal vangelo secondo Giovanni
    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
    Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
    Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando.
    Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri».

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  2. FAUSTI - Siamo al vertice della rivelazione del Dio Amore :
    l'Amore unico e totale che il Padre ha per il Figlio, è lo stesso che il Figlio ha per noi, suoi fratelli.
    Nell'Amore di Gesù vediamo l'Amore estremo di Dio per noi.
    “Amò” in greco indica un Amore perfetto , che è da sempre e per sempre.
    Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano tutte le cose .
    L'essere del Padre è Amare ed essere amato dal Figlio.
    Nel loro reciproco amore l'essere dell'Uno è essere dell'Altro e viceversa.
    Questo Amore e Vita di Dio è principio di tutto, è donato dal Figlio a noi, suoi fratelli.
    Siamo vertiginosamente presi nell'Amore del Padre e del Figlio, partecipi della Vita Trinitaria.
    Siamo chiamati a dimorare nell'Amore Suo per noi ,
    che è lo stesso che il Padre ha per Lui e per noi.
    Questa è la nostra vera casa, dove possiamo vivere e ritrovare la nostra identità di figli e di fratelli.
    L'unico amore tra Padre e Figlio, circola anche in noi e ci fa dimorare nel Figlio come il Figlio nel Padre.
    Gesù è il primo uomo che dimora nell'Amore del Padre , è il Figlio che ne compie la volontà perchè ama i fratelli. Anche noi dimoriamo in Lui , nel Suo Amore, se ci amiamo come Lui ci ha amati.
    “Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita , perchè amiamo i fratelli. (1Gv 3,14).
    La fede è inscindibile dall'amore, anzi ha come oggetto l'amore .
    A sua volta, l'amore di Dio è inscindibile dall'amore dall'amore per l'uomo .
    “Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede.
    Questo è il comandamento che abbiamo da Lui : chi ama Dio, ami anche il suo fratello” (Gv 4,20). Ed è pure inscindibile dalle opere :
    non si ama “a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità” (1Gv 3,18).
    Il fine dell'azione di Gesù è comunicarci la gioia ineffabile dell'amore che c'è tra Lui e il Padre.
    La gioia è il colore dell'amore , che vive nella reciprocità : gioisce chi ama ed è amato.
    Tanto amore è senza gioia perchè o non è amore o non è corrisposto.
    La gioia, che viene dalla comunione d'amore, è il fine della rivelazione. (1Gv 1,1-4).
    E' proprio di Dio dare gioia. Ed è proprio e solo di Dio dare gioia senza alcun motivo che la produca È l'esultanza interiore che viene dal Suo Spirito in noi, che ci attesta l'amore del Padre.
    L'uomo è desiderio insaziabile di felicità . Solo Dio gli dà quella gioia senza limite che è Lui stesso, amore infinito.
    Gesù ha lavato i piedi ai discepoli, dichiarandosi il modello da imitare per essere come Lui, Maestro e Signore.
    Subito dopo aveva detto che non c'è servo più grande del suo Signore.
    Qui richiama e completa l'istruzione. Se il servo fa come il suo Signore, ottiene gli stessi risultati : se hanno perseguitato Lui, perseguiteranno anche loro, per lo stesso motivo.
    Egoismo e amore sono inconciliabili, come morte e vita. Tra loro non c'è mai pace.
    Il destino del discepolo è il medesimo del suo Maestro.
    I discepoli sono perseguitati a causa del Nome di Gesù.
    Non perchè fanno del male, ma perchè lo Spirito della gloria e lo Spirito di Dio riposa su di loro.(1Pt 4,14). Il motivo della persecuzione è l'ignoranza del Padre.
    Chi non conosce l'amore del Padre, non ama né sé né gli altri : odia l'amore.
    Anche se, come il fratello maggiore, osservasse tutte le prescrizioni della Legge (Lc 15,29) , andrebbe contro il principio della Legge, che dice di amare il Padre e i fratelli.


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  3. --->L'Amore è Uno solo ; è Dio. E mette in comunione tutti.
    Si parla di amore gli uni verso gli altri.
    L'amore infatti è gioia solo nella reciprocità. Essa da sempre c'è in Dio ; noi siamo chiamati ad averla tra di noi, rendendo presente Dio sulla terra.
    L'apice dell' amore sta nel porre la propria vita a favore dell'amato.
    Gesù ci considera amici. Anche quando eravamo suoi nemici, traditori come Giuda o rinnegatori come Pietro, ci ha mostrato il Suo Amore , gratuito e indubitabile.
    Proprio così, da nemici che eravamo, possiamo diventare Suoi amici. Gesù è sempre e comunque nostro amico. A nostra volta, anche noi siamo suoi amici , se rispondiamo al Suo amore, facendo come Lui ha fatto.
    “Non vi chiamo più servi” : “Servo” è un titolo onorifico.
    Servi del re sono i grandi di corte, servi di Dio i profeti e i giusti.
    Il servo esegue la volontà del suo Signore , ma con un rapporto di sudditanza, non di uguaglianza.
    Gesù non ci vuole servi, ma amici, uguali a Lui.
    Non siamo infatti sudditi della Legge, ma viviamo nella libertà di figli amati.
    Se Mosè ci ha dato la Legge, dalla pienezza della Parola diventata carne, riceviamo grazia su grazia;
    la grazia della verità del Figlio, che ci mette in comunione col Padre. Siamo stati scelti non per essere servi, ma amici di Dio, uniti a Lui nell'unico amore.
    La nostra vocazione è sicura, perchè è “Sua”, è Lui che ci sceglie e ci chiama.
    E la Sua scelta è irrevocabile, a prova di tradimenti e rinnegamenti.
    Qui non si parla della scelta dei dodici e del loro invio in missione, ma dei discepoli presenti e futuri, che devono andare dove Gesù stesso è andato : verso la pienezza dell'amore del Padre, amando i fratelli fino a porre la vita al loro servizio.
    Questo è il molto frutto che glorifica il Padre.
    E' quel “molto frutto” che porterà il Figlio stesso quando, dando la vita per i fratelli,
    attirerà tutti a sé.
    Questa è la missione fondamentale della Chiesa ,sale della terra, luce del mondo, (Mt 5,13...)
    e profumo di Cristo per tutti (2 Cor 2,14).
    Vedendo come i discepoli vivono, tutti ritrovano ciò che in fondo al cuore desiderano :
    la bellezza dell'amore che salva il mondo.
    La missione non è propaganda , ma irraggiamento dell'amore reciproco, che tutti attira a sé.
    Quel Dio che nessuno mai ha visto, noi l'abbiamo visto nel volto del Figlio, che ha detto : “Chi ha visto me, ha visto il Padre”. Gli altri lo vedono nel nostro volto di fratelli.
    Questo frutto ci fa dimorare nel Figlio e nel Padre come fa dimorare il Figlio e il Padre in noi.
    Se siamo nel Figlio sappiamo che il Padre sempre ci ascolta come ascolta Lui. Per questo gli chiediamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere da figli.
    Ecco che cosa chiedere al Padre nel nome del Figlio : il Suo stesso amore per i fratelli.
    Oltre questo amore non c'è più nulla, se non ancora l'amore, che è infinito.
    Perchè “Dio è Amore”, e “ Chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (1Gv 4,16)

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  4. L'amore di Cristo
    Dalla «Pratica di amare Gesù Cristo» di sant'Alfonso Maria de' Liguori, vescovo (Cap. 1, 1-5)

    Tutta la santità e la perfezione di un'anima consiste nell'amar Gesù Cristo nostro Dio, nostro sommo bene e nostro Salvatore. La carità è quella che unisce e conserva tutte le virtù che rendono l'uomo perfetto.
    Forse Iddio non si merita tutto il nostro amore? Egli ci ha amati sin dall'eternità. «Uomo, dice il Signore, considera ch'io sono stato il primo ad amarti. Tu non eri ancora al mondo, il mondo neppure v'era ed io già t'amavo. Da che sono Dio, io t'amo». Vedendo Iddio che gli uomini si fan tirare dà benefici, volle per mezzo de' suoi doni cattivarli al suo amore. Disse pertanto: «Voglio tirare gli uomini ad amarmi con quei lacci con cui gli uomini si fanno tirare, cioè coi legami dell'amore». Tali appunto sono stati i doni fatti da Dio all'uomo. Egli dopo di averlo dotato di anima colle potenze a sua immagine, di memoria, intelletto e volontà, e di corpo fornito dei sensi, ha creato per lui il cielo e la terra e tante altre cose tute per amor dell'uomo; acciocché servano all'uomo, e l'uomo l'ami per gratitudine di tanti doni.
    Ma Iddio non è stato contento di donarci tutte queste belle creature. Egli per cattivarsi tutto il nostro amore è giunto a donarci tutto se stesso. L'Eterno Padre è giunto a darci il suo medesimo ed unico Figlio. Vedendo che noi eravamo tutti morti e privi della sua grazia per causa del peccato, che fece? Per l'amor immenso, anzi, come scrive l'Apostolo, per il troppo amore che ci portava, mandò il Figlio diletto a soddisfare per noi, e così renderci quella vita che il peccato ci aveva tolta.
    E dandoci il Figlio (non perdonando al Figlio per perdonare a noi), insieme col Figlio ci ha donato ogni bene: la sua grazia, il suo amore e il paradiso; poiché tutti questi beni sono certamente minori del Figlio: «Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?» (Rm 8, 32).

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