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sabato 10 agosto 2024

SANTA CHIARA di ASSISI



 

7 commenti:


  1. PRIMA LETTURA Os 2,14-15.19-20

    Dal libro del profeta Osea

    Così dice il Signore: «Ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore.
    Là canterà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d’Egitto.
    Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore».

    Parola di Dio.



    SALMO RESPONSORIALE dal Salmo 44

    Rit. Ecco lo sposo: andate incontro a Cristo Signore!

    Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio,
    dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
    al re piacerà la tua bellezza.
    Egli è il tuo Signore: pròstrati a lui. Rit.

    La figlia del re è tutta splendore,
    gemme e tessuto d’oro è il suo vestito.
    È presentata al re in preziosi ricami. Rit.

    Con lei le vergini compagne a te sono condotte;
    guidate in gioia ed esultanza
    entrano insieme nel palazzo dei re. Rit.



    SECONDA LETTURA 2Cor 4,6-10.16-18

    Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

    Fratelli, Dio rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo.
    Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nei nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nei nostro corpo.
    Per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria.

    Parola di Dio.



    CANTO AL VANGELO

    Alleluia, alleluia.

    Vieni, Sposa di Cristo, ricevi la corona che il Signore ti ha preparata per la vita eterna.

    Alleluia.



    VANGELO Gv 15,4-10

    + Dal vangelo secondo Giovanni

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso, se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me, viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
    Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
    Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti dei Padre mio e rimango nel suo amore».

    Parola del Signore.

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  2. „Stringiti alla sua dolcissima Madre, che nel piccolo chiostro del suo sacro seno raccolse e nel suo grembo verginale portò Colui che i cieli non potevano contenere... È ormai chiaro che la più degna di tutte le creatura, cioè l'anima dell'uomo fedele, è per la grazia di Dio più grande del cielo. Mentre il cielo, infatti, con tutte le altre cose create non può contenere il Creatore, l'anima fedele, invece, ed essa sola, è sua dimora e soggiorno, e cò soltanto in forza della carità di cui gli empi sono privi. È la stessa Verità che lo assicura, dicendo: Colui che mi ama, sarà amato dal Padre mio; ed io pure l'amerò; e verremo a lui e porremo in lui la nostra dimora. – Come, dunque, la gloriosa Vergine delle vergini portò Cristo materialmente nel suo grembo, tu pure, seguendo le tue vestigia, specialmente dell'umiltà e della povertà, nel tuo corpo casto e verginal puoi sempre, senza alcun dubbio, portarlo, spiritualmente. E conterrai in te Colui dal quale tu e tutte le creature siete contenute, e possederai ciò che, a paragone di tutti i transeunti beni di questo mondo, è possesso ben più stabile e definitivo.“ — Chiara d'Assisi

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    1. O Serafica Santa Chiara, prima discepola del poverello d’Assisi, che abbandonasti ricchezze ed onori per una vita di sacrificio e di altissima povertà, ottienici da Dio con la grazia che imploriamo (…) di essere sempre sottomessi al divino volere e fiduciosi nella provvidenza del Padre.
      Pater, Ave, Gloria

      O Serafica Santa Chiara, che pur vivendo segregata dal mondo non dimenticasti i poveri e gli afflitti, ma ti facesti loro madre sacrificando per essi le tue ricchezze e compiendo molti miracoli in loro favore, ottienici da Dio, con la grazia che imploriamo (…), la carità cristiana verso i nostri fratelli bisognosi, in tutte le necessità spirituali e materiali.
      Pater, Ave, Gloria

      O Serafica Santa Chiara, luce della nostra patria, che liberasti la tua città dai barbari devastatori ottienici da Dio, con la grazia che imploriamo (…), di vincere le insidie del mondo contro la fede e la morale conservando nelle nostre famiglie la vera pace cristiana con il santo timore di Dio e la devozione al Santissimo Sacramento dell’altare.
      Pater, Ave, Gloria

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  3. FAUSTI . L'essere o dimorare “in” Lui è condizione per vivere ed essere fecondi. Gesù ha parlato di messe abbondante e di grano che porta molto frutto (12,24). Non portare frutto è essere fuori dal comando e dalla benedizione fondamentale del Creatore che vuole le creature partecipi della Sua fecondità. Una vita che non dà vita è morta, una luce che non dà luce è spenta.
    Il frutto di cui si parla sarà chiaro solo alla fine.
    Purtroppo possiamo essere discepoli di Gesù solo a parole, senza vivere la Sua Parola.
    E' un severo ammonimento perchè non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità. Se però non viviamo di Lui e non amiamo i fratelli, siamo rami morti, siamo non figli, che si autoescludono dal Figlio e dal Padre, recisi dalla fonte della vita.
    Questo è il dramma dell'uomo , ma anche di Dio che troverà la Sua soluzione sulla Croce, dove il legno verde porta in sé la maledizione del legno secco. “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito” (3,16). Nell'Alleanza, sia Antica che Nuova, Dio è sempre fedele 
    Ciò che manca è la nostra risposta, lasciata alla nostra libertà.
    Gesù, il Figlio, è il primo che risponde, amando il Padre e i fratelli. Il Padre è un agricoltore che sa il Suo mestiere. Si prende cura della Sua vite togliendo i rami infecondi e sfrondando gli altri, perchè siano più fruttiferi. Dio in noi purifica dall'egoismo ciò che è bene e toglie ciò che è male, palese o meno.
    C'è una “purezza” fondamentale nel discepolo, operata dalla parola, “più tagliente di una spada a doppio taglio”, che penetra fin nelle profondità dei pensieri e del cuore.
    La Parola mette a nudo la nostra verità, è un costante esorcismo che ci libera dalla menzogna.
    La Parola del Signore è Spirito e Vita (6,63) : ci comunica lo Spirito, la Vita del Figlio.
    Il Battesimo di Cristo è innanzi tutto un'immersione nella Parola , che ce lo fa conoscere e amare.
    Essa ci porta a sfrondare i nostri egoismi , a rompere con l mondo e ad assimilarci a Lui.
    “Rimanete in me” : è un imperativo : il Signore ci supplica di essere tralci uniti alla vite. Dimoriamo in Lui dimorando nel Suo Amore per noi , sorgente del nostro amore reciproco.
    Siamo al vertice della rivelazione del Dio Amore : 
    l'Amore unico e totale che il Padre ha per il Figlio, è lo stesso che il Figlio ha per noi, suoi fratelli.
    Nell'Amore di Gesù vediamo l'Amore estremo di Dio per noi.
    Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano tutte le cose .
    L'essere del Padre è Amare ed essere amato dal Figlio.
    Nel loro reciproco amore l'essere dell'Uno è essere dell'Altro e viceversa.
    Questo Amore e Vita di Dio è principio di tutto, è donato dal Figlio a noi, suoi fratelli.
    Siamo vertiginosamente presi nell'Amore del Padre e del Figlio,partecipi della Vita Trinitaria.
    Siamo chiamati a dimorare nell'Amore Suo per noi , 
    che è lo stesso che il Padre ha per Lui e per noi.
    Questa è la nostra vera casa, dove possiamo vivere e ritrovare la nostra identità di figli e di fratelli.
    L'unico amore tra Padre e Figlio, circola anche in noi e ci fa dimorare nel Figlio come il Figlio nel Padre.
    Gesù è il primo uomo che dimora nell'Amore del Padre , è il Figlio che ne compie la volontà perchè ama i fratelli. Anche noi dimoriamo in Lui , nel Suo Amore, se ci amiamo come Lui ci ha amati.

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  4. Questa è la vergine saggia,
    una delle vergini prudenti
    che andò incontro a Cristo
    con la lampada accesa. (Cf. Mt 25,1-13):

    Come sei bella, o vergine di Cristo,
    degna di ricevere la corona del Signore,
    la corona della verginità eterna.

    O Dio, che nella tua misericordia hai ispirato a santa Chiara
    l’amore per la povertà evangelica,
    per sua intercessione concedi a noi
    di seguire Cristo in povertà di spirito,
    per contemplarti un giorno nel regno dei cieli.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Di giorno, davanti ai loro occhi, emigrerai.
    Dal libro del profeta Ezechièle
    Ez 12,1–12

    Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, tu abiti in mezzo a una genìa di ribelli, che hanno occhi per vedere e non vedono, hanno orecchi per udire e non odono, perché sono una genìa di ribelli.
    Tu, figlio dell’uomo, fatti un bagaglio da esule e di giorno, davanti ai loro occhi, prepàrati a emigrare; davanti ai loro occhi emigrerai dal luogo dove stai verso un altro luogo. Forse comprenderanno che sono una genìa di ribelli. Davanti ai loro occhi prepara di giorno il tuo bagaglio, come fosse il bagaglio di un esule. Davanti a loro uscirai però al tramonto, come partono gli esiliati. Fa’ alla loro presenza un’apertura nel muro ed esci di lì. Alla loro presenza mettiti il bagaglio sulle spalle ed esci nell’oscurità. Ti coprirai la faccia, in modo da non vedere il paese, perché io ho fatto di te un simbolo per gli Israeliti».
    Io feci come mi era stato comandato: preparai di giorno il mio bagaglio come quello di un esule e, sul tramonto, feci un foro nel muro con le mani. Uscii nell’oscurità e sotto i loro occhi mi misi il bagaglio sulle spalle.
    Al mattino mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, non ti ha chiesto la casa d’Israele, quella genìa di ribelli, che cosa stai facendo? Rispondi loro: Così dice il Signore Dio: Questo messaggio è per il principe di Gerusalemme e per tutta la casa d’Israele che vi abita.
    Tu dirai: Io sono un simbolo per voi. Quello che ho fatto io, sarà fatto a loro; saranno deportati e andranno in schiavitù. Il principe che è in mezzo a loro si caricherà il bagaglio sulle spalle, nell’oscurità, e uscirà per la breccia che verrà fatta nel muro per farlo partire; si coprirà il viso, per non vedere con gli occhi il paese».

    Parola di Dio.


    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 77 (78)
    R. Proclameremo le tue opere, Signore.
    Si ribellarono a Dio, l’Altissimo,
    e non osservarono i suoi insegnamenti.
    Deviarono e tradirono come i loro padri,
    fallirono come un arco allentato. R.

    Lo provocarono con le loro alture sacre
    e con i loro idoli lo resero geloso.
    Dio udì e s’infiammò,
    e respinse duramente Israele. R.

    Ridusse in schiavitù la sua forza,
    il suo splendore in potere del nemico.
    Diede il suo popolo in preda alla spada
    e s’infiammò contro la sua eredità. R.

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  5. Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Fa' risplendere il tuo volto sul tuo servo
    e insegnami i tuoi decreti. (Sal 118 (119),135)

    Alleluia.


    Vangelo
    Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 18,21-19,1

    In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?».
    E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
    Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
    Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
    Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
    Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
    Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.

    Parola del Signore

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  6. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Gesù risponde dalla verità schiacciante, dalla verità contundente — questa è la verità! — dalla pienezza, sempre. E Gesù mai negozia la verità. E questi, questo piccolo gruppetto di teologi illuminati negoziava sempre la verità, riducendola alla casistica. Gesù non negozia la verità: questa è la verità sul matrimonio, non ce n’è un’altra. (Santa Marta, 20 maggio 2016)

    FAUSTI - Egli riscopre la vera dignità dell'uomo : essere partner di Dio e amarlo con tutto il cuore. Vive il matrimonio come immagine di questo grande mistero.
    La fedeltà indissolubile nel matrimonio che Gesù propone non è da intendere come legge, ma come Vangelo. Lui è il Dio che salva, e risana in radice il nostro male che è la chiusura egoistica in noi stessi, e la non accettazione dell'altro.
    Per lui il divorzio è naufragio, amore non andato in porto. La proibizione del divorzio, e le affermazioni di principio non servono molto per vivere bene il matrimonio. E' necessaria una formazione che ne faccia scoprire la bellezza e le difficoltà, unita a una determinazione nel creare condizioni adatte alla vita di coppia in una società sempre più complessa e frammentata , che tende a dividere più che a unire.
    La monogamia, più che una legge, è un dono evangelico.
    Deriva dalla coscienza dell'amore con cui si è amati e a cui si è chiamati.
    La proposta di Gesù punta in alto. La relazione di coppia è rivelazione e partecipazione alla vita stessa di Dio.Il celibato, come alternativa al matrimonio, è una via eccellente. Ma si tratta di un carisma, che è dato a qualcuno per testimoniare a tutti ciò che appaga il cuore di ciascuno :è l'anticipo della vita futura , dove non si prende né moglie, né marito.
    La Chiesa è quella parte di umanità che,in Cristo, si riconosce come l'altra parte di Dio, il suo partner che l'ha amata e ha dato Se stesso per lei, l'ha purificata e unita a Sé, perchè viva la Sua stessa vita (Ef 5,25-33).

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