I tuoi sacerdoti, o Signore, si rivestano di giustizia ed esultino i tuoi santi. (Cf. Sal 131,9) Colletta
O Dio, che hai suscitato il presbitero san Giovanni [Bosco] come padre e maestro dei giovani, concedi anche a noi la stessa fiamma di carità, a servizio della tua gloria, per la salvezza dei fratelli. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Avete dovuto sopportare una lotta grande. Non abbandonate dunque la vostra franchezza.
Dalla lettera agli Ebrei Eb 10,32-39
Fratelli, richiamate alla memoria quei primi giorni: dopo aver ricevuto la luce di Cristo, avete dovuto sopportare una lotta grande e penosa, ora esposti pubblicamente a insulti e persecuzioni, ora facendovi solidali con coloro che venivano trattati in questo modo. Infatti avete preso parte alle sofferenze dei carcerati e avete accettato con gioia di essere derubati delle vostre sostanze, sapendo di possedere beni migliori e duraturi. Non abbandonate dunque la vostra franchezza, alla quale è riservata una grande ricompensa. Avete solo bisogno di perseveranza, perché, fatta la volontà di Dio, otteniate ciò che vi è stato promesso. Ancora un poco, infatti, un poco appena, e colui che deve venire, verrà e non tarderà. Il mio giusto per fede vivrà; ma se cede, non porrò in lui il mio amore. Noi però non siamo di quelli che cedono, per la propria rovina, ma uomini di fede per la salvezza della nostra anima.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 36 (37)
R. La salvezza dei giusti viene dal Signore.
Confida nel Signore e fa' il bene: abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza. Cerca la gioia nel Signore: esaudirà i desideri del tuo cuore. R.
Affida al Signore la tua via, confida in lui ed egli agirà: farà brillare come luce la tua giustizia, il tuo diritto come il mezzogiorno. R.
Il Signore rende sicuri i passi dell'uomo e si compiace della sua via. Se egli cade, non rimane a terra, perché il Signore sostiene la sua mano. R.
La salvezza dei giusti viene dal Signore: nel tempo dell'angoscia è loro fortezza. Il Signore li aiuta e li libera, li libera dai malvagi e li salva, perché in lui si sono rifugiati. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno. (Cf. Mt 11,25)
Alleluia.
Vangelo L'uomo getta il seme e dorme; il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa.
Dal Vangelo secondo Marco Mc 4,26-34
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell'orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Il messaggio che questa parabola ci consegna è questo: mediante la predicazione e l’azione di Gesù, il Regno di Dio è annunciato, ha fatto irruzione nel campo del mondo e, come il seme, cresce e si sviluppa da sé stesso, per forza propria e secondo criteri umanamente non decifrabili. Esso, nel suo crescere e germogliare dentro la storia, non dipende tanto dall’opera dell’uomo, ma è soprattutto espressione della potenza e della bontà di Dio, della forza dello Spirito Santo che porta avanti la vita cristiana nel Popolo di Dio.
A volte la storia, con le sue vicende e i suoi protagonisti, sembra andare in senso contrario al disegno del Padre celeste, che vuole per tutti i suoi figli la giustizia, la fraternità, la pace. Ma noi siamo chiamati a vivere questi periodi come stagioni di prova, di speranza e di attesa vigile del raccolto. Infatti, ieri come oggi, il Regno di Dio cresce nel mondo in modo misterioso, in modo sorprendente. […] Per questo, nei momenti di buio e di difficoltà noi non dobbiamo abbatterci, ma rimanere ancorati alla fedeltà di Dio, alla sua presenza che sempre salva. Ricordate questo: Dio sempre salva. È il Salvatore. (Angelus, 17 giugno 2018)
Possiamo essere fiduciosi, perché la Parola di Dio è parola creatrice, destinata a diventare «il chicco pieno nella spiga» (v. 28). Questa Parola, se viene accolta, porta certamente i suoi frutti, perché Dio stesso la fa germogliare e maturare attraverso vie che non sempre possiamo verificare e in un modo che noi non sappiamo ( v. 27). Tutto ciò ci fa capire che è sempre Dio, è sempre Dio a far crescere il suo Regno - per questo preghiamo tanto che “venga il tuo Regno” - è Lui che lo fa crescere, l’uomo è suo umile collaboratore, che contempla e gioisce dell’azione creatrice divina e ne attende con pazienza i frutti. (ANGELUS , 14 giugno 2015) Gesù oggi paragona il Regno di Dio, cioè la sua presenza che abita il cuore delle cose e del mondo, al granello di senape, cioè al seme più piccolo che ci sia: è piccolissimo. Eppure, gettato in terra, esso cresce fino a diventare l’albero più grande ( Mc 4,31-32). Così fa Dio. A volte, il frastuono del mondo, insieme alle tante attività che riempiono le nostre giornate, ci impediscono di fermarci e di scorgere in quale modo il Signore conduce la storia. Eppure – assicura il Vangelo – Dio è all’opera, al modo di un piccolo seme buono, che silenziosamente e lentamente germoglia. […] Il bene – ricordiamolo – cresce sempre in modo umile, in modo nascosto, spesso invisibile. (Angelus, 13 giugno 2021)
FAUSTI - “E dorma o vegli, e di notte e di giorno, il seme germoglia e cresce” Non è l'azione dell'uomo che produce il Regno, ma la potenza stessa di Dio, nascosta nel seme. Tante nostre ansie per il bene non solo sono inutili, ma dannose. Come il male ha in sé la propria morte e si uccide, così il bene ha in sé la propria vita e cresce da sé, in modo inarrestabile. In queste Parole Gesù evidenzia il contrasto tra l'inattività nostra e l'azione di Dio. Ma è solo apparente , perché Egli agisce proprio dove noi sappiamo di non potere e attendiamo tranquilli con fiducia. L'efficacia evangelica è l'opposto dell'efficienza mondana. A Gesù dicono che bisogna darsi da fare prima che sia troppo tardi . È ora di agire con urgenza e determinazione – come gli zeloti – perché non venga perduto il frutto delle Sue fatiche. Ma Lui risponde che , a tirar l'erba, non cresce. Solo si strappa. La vita ha il suo ritmo , che non puoi impunemente affrettare. Una volta gettato, il seme cresce da sé, con la calma di un fiume che va al mare. Il Regno di Dio è di Dio. La nostra salvezza sta nel volgerci a Dio ; la nostra forza nell'abbandono confidente in Lui (Is 30,5). Chi ci salva è Lui, il Signore unico di tutti e di tutto. Il credente lo sa e sta tranquillo. L'empio invece è come un “mare agitato che non può calmarsi e le cui acque portan su melma e fango” (Is 57, 20). Tutte le nostre inquietudini nel bene vengono non da Dio, ma dal nemico . Sono segno di sfiducia e causa di perdizione. Un contadino stava seduto ai bordi di un vasto campo pulito, senza un filo d'erba. Mandò altrove i bambini che volevano giocare a palla , fece deviare un viandante che lo stava calpestando per andare diritto alla sua meta , mandò via un prete che glielo chiedeva per costruire le opere parrocchiali. In quel campo c'era niente, ma il contadino lo contemplava già biondeggiante di messe. Non era un illuso . L'apparenza dava ragione agli inesperti , la realtà invece a lui, che aveva seminato e che sapeva che il seme non delude. Chi non ha la sapiente pazienza del contadino, distrugge con due mani ciò che fa con una. Gesù ha seminato la Parola, ed è Lui stesso il seme di Dio gettato nel campo della storia. Non è un'attività ulteriore che lo fa crescere. Ha solo bisogno della Sua passività : una terra spoglia e pulita che accoglie, una pazienza fiduciosa che attende. La storia di Gesù nella Sua Carne ci fa vedere il modo in cui Dio agisce , e ci dà il criterio di discernimento per leggere, valutare e scegliere secondo il Suo Spirito. Per questo nelle contraddizioni abbiamo speranza, nel nascondimento fiducia, nell'inefficienza forza, nella piccolezza coraggio. Gesù non mira al successo e non fa sconti alle masse : vuole persone autentiche, che abbiano le medesime caratteristiche di quel seme che è Lui stesso. Una piccola candela illumina più di mille notti ; e alla sua fiamma tutti posson accendere. Gesù è la grandezza di Dio che per noi si è fatto piccolo, fino alla morte e alla morte di croce. Proprio così diventa il grande albero, dove ciascuno e tutti possono trovare accoglienza.
Se vogliamo farci vedere amici del vero bene dei nostri allievi, e obbligarli fare il loro dovere, bisogna che voi non dimentichiate mai che rappresentate i genitori di questa cara gioventù, che fu sempre tenero oggetto delle mie occupazioni, dei miei studi, del mio ministero sacerdotale, e della nostra Congregazione salesiana. Se perciò sarete veri padri dei vostri allievi, bisogna che voi ne abbiate anche il cuore; e non veniate mai alla repressione o punizione senza ragione e senza giustizia, e solo alla maniera di chi vi si adatta per forza e per compiere un dovere.
Quante volte, miei cari figliuoli, nella mia lunga carriera ho dovuto persuadermi di questa grande verità! E’ certo più facile irritarsi che pazientare: minacciare un fanciullo che persuaderlo: direi ancora che è più comodo alla nostra impazienza e alla nostra superbia castigare quelli che resistono, che correggerli col sopportarli con fermezza e con benignità. La carità che vi raccomando è quella che adoperava san Paolo verso i fedeli di fresco convertiti alla religione del Signore, e che sovente lo facevano piangere e supplicare quando se li vedeva meno docili e corrispondenti al suo zelo.
Difficilmente quando si castiga si conserva quella calma, che è necessaria per allontanare ogni dubbio che si opera per far sentire la propria autorità, o sfogare la propria passione.
Riguardiamo come nostri figli quelli sui quali abbiamo da esercitare qualche potere. Mettiamoci quasi al loro servizio, come Gesù che venne a ubbidire e non a comandare, vergognandoci di ciò che potesse aver l’aria in noi di dominatori; e non dominiamoli che per servirli con maggior piacere. Così faceva Gesù con i suoi apostoli, tollerandoli nella loro ignoranza e rozzezza, nella loro poca fedeltà, e col trattare i peccatori con una dimestichezza e familiarità da produrre in alcuni lo stupore, in altri quasi
scandalo, e in molti la Santa speranza di ottenere il perdono da Dio. Egli ci disse perciò di imparare da lui ad essere mansueti e umili di cuore (4r.Mt 11,29).
Dal momento che sono i nostri figli, allontaniamo ogni collera quando dobbiamo reprimere i loro falli, o almeno moderiamola in maniera che sembri soffocata del tutto. Non agitazione dell’animo, non disprezzo negli occhi, non ingiuria sul labbro; ma sentiamo la compassione per il momento, la speranza per l’avvenire, e allora voi sarete i veri padri e farete una vera correzione.
In certi momenti molto gravi, giova più una raccomandazione a Dio, un atto di umiltà a lui, che una tempesta di parole, le quali, se da una parte non producono che male in chi le sente, dall’altra parte non arrecano vantaggio a chi le merita.
Ricordatevi che l’educazione è cosa del cuore, e che Dio solo ne è il padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l’arte, e non ce ne mette in mano le chiavi.
Studiamoci di farci amare, di insinuare il sentimento del dovere, del santo timore di Dio, e vedremo con mirabile facilità aprirsi le porte di tanti cuori e unirsi a noi per cantare le lodi e le benedizioni di colui, che volle farsi nostro modello, nostra via, nostro esempio in tutto, ma particolarmente nell’educazione della gioventù.
PREGHIERA A MARIA SS. di S. G. BOSCO O Maria, vergine potente: tu, grande e illustre difesa della Chiesa, tu, aiuto mirabile dei cristiani, tu terribile come esercito schierato a battaglia, tu, che hai distrutto da sola tutte le eresie del mondo, tu nelle angustie, nelle lotte, nelle necessità difendici dal nemico e nell’ora della morte accoglici nel Paradiso. Amen ( Indulgenza di 3 anni. Indulgenza plenaria alle solite condizioni, recitata ogni giorno per un mese intero.)
RispondiEliminaI tuoi sacerdoti, o Signore, si rivestano di giustizia
ed esultino i tuoi santi. (Cf. Sal 131,9)
Colletta
O Dio, che hai suscitato il presbitero san Giovanni [Bosco]
come padre e maestro dei giovani,
concedi anche a noi la stessa fiamma di carità,
a servizio della tua gloria, per la salvezza dei fratelli.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Avete dovuto sopportare una lotta grande. Non abbandonate dunque la vostra franchezza.
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 10,32-39
Fratelli, richiamate alla memoria quei primi giorni: dopo aver ricevuto la luce di Cristo, avete dovuto sopportare una lotta grande e penosa, ora esposti pubblicamente a insulti e persecuzioni, ora facendovi solidali con coloro che venivano trattati in questo modo. Infatti avete preso parte alle sofferenze dei carcerati e avete accettato con gioia di essere derubati delle vostre sostanze, sapendo di possedere beni migliori e duraturi.
Non abbandonate dunque la vostra franchezza, alla quale è riservata una grande ricompensa. Avete solo bisogno di perseveranza, perché, fatta la volontà di Dio, otteniate ciò che vi è stato promesso.
Ancora un poco, infatti, un poco appena,
e colui che deve venire, verrà e non tarderà.
Il mio giusto per fede vivrà;
ma se cede, non porrò in lui il mio amore.
Noi però non siamo di quelli che cedono, per la propria rovina, ma uomini di fede per la salvezza della nostra anima.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 36 (37)
R. La salvezza dei giusti viene dal Signore.
Confida nel Signore e fa' il bene:
abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza.
Cerca la gioia nel Signore:
esaudirà i desideri del tuo cuore. R.
Affida al Signore la tua via,
confida in lui ed egli agirà:
farà brillare come luce la tua giustizia,
il tuo diritto come il mezzogiorno. R.
Il Signore rende sicuri i passi dell'uomo
e si compiace della sua via.
Se egli cade, non rimane a terra,
perché il Signore sostiene la sua mano. R.
La salvezza dei giusti viene dal Signore:
nel tempo dell'angoscia è loro fortezza.
Il Signore li aiuta e li libera,
li libera dai malvagi e li salva,
perché in lui si sono rifugiati. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno. (Cf. Mt 11,25)
Alleluia.
Vangelo
L'uomo getta il seme e dorme; il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 4,26-34
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell'orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Parola del Signore.
RispondiEliminaParole del Santo Padre
Il messaggio che questa parabola ci consegna è questo: mediante la predicazione e l’azione di Gesù, il Regno di Dio è annunciato, ha fatto irruzione nel campo del mondo e, come il seme, cresce e si sviluppa da sé stesso, per forza propria e secondo criteri umanamente non decifrabili. Esso, nel suo crescere e germogliare dentro la storia, non dipende tanto dall’opera dell’uomo, ma è soprattutto espressione della potenza e della bontà di Dio, della forza dello Spirito Santo che porta avanti la vita cristiana nel Popolo di Dio.
A volte la storia, con le sue vicende e i suoi protagonisti, sembra andare in senso contrario al disegno del Padre celeste, che vuole per tutti i suoi figli la giustizia, la fraternità, la pace. Ma noi siamo chiamati a vivere questi periodi come stagioni di prova, di speranza e di attesa vigile del raccolto. Infatti, ieri come oggi, il Regno di Dio cresce nel mondo in modo misterioso, in modo sorprendente. […] Per questo, nei momenti di buio e di difficoltà noi non dobbiamo abbatterci, ma rimanere ancorati alla fedeltà di Dio, alla sua presenza che sempre salva. Ricordate questo: Dio sempre salva. È il Salvatore. (Angelus, 17 giugno 2018)
Parole del Santo Padre
EliminaPossiamo essere fiduciosi, perché la Parola di Dio è parola creatrice, destinata a diventare «il chicco pieno nella spiga» (v. 28). Questa Parola, se viene accolta, porta certamente i suoi frutti, perché Dio stesso la fa germogliare e maturare attraverso vie che non sempre possiamo verificare e in un modo che noi non sappiamo ( v. 27). Tutto ciò ci fa capire che è sempre Dio, è sempre Dio a far crescere il suo Regno - per questo preghiamo tanto che “venga il tuo Regno” - è Lui che lo fa crescere, l’uomo è suo umile collaboratore, che contempla e gioisce dell’azione creatrice divina e ne attende con pazienza i frutti. (ANGELUS , 14 giugno 2015)
Gesù oggi paragona il Regno di Dio, cioè la sua presenza che abita il cuore delle cose e del mondo, al granello di senape, cioè al seme più piccolo che ci sia: è piccolissimo. Eppure, gettato in terra, esso cresce fino a diventare l’albero più grande ( Mc 4,31-32). Così fa Dio. A volte, il frastuono del mondo, insieme alle tante attività che riempiono le nostre giornate, ci impediscono di fermarci e di scorgere in quale modo il Signore conduce la storia. Eppure – assicura il Vangelo – Dio è all’opera, al modo di un piccolo seme buono, che silenziosamente e lentamente germoglia. […] Il bene – ricordiamolo – cresce sempre in modo umile, in modo nascosto, spesso invisibile. (Angelus, 13 giugno 2021)
FAUSTI - “E dorma o vegli, e di notte e di giorno, il seme germoglia e cresce” Non è l'azione dell'uomo che produce il Regno, ma la potenza stessa di Dio, nascosta nel seme. Tante nostre ansie per il bene non solo sono inutili, ma dannose. Come il male ha in sé la propria morte e si uccide, così il bene ha in sé la propria vita e cresce da sé, in modo inarrestabile.
RispondiEliminaIn queste Parole Gesù evidenzia il contrasto tra l'inattività nostra e l'azione di Dio. Ma è solo apparente , perché Egli agisce proprio dove noi sappiamo di non potere e attendiamo tranquilli con fiducia. L'efficacia evangelica è l'opposto dell'efficienza mondana.
A Gesù dicono che bisogna darsi da fare prima che sia troppo tardi . È ora di agire con urgenza e determinazione – come gli zeloti – perché non venga perduto il frutto delle Sue fatiche.
Ma Lui risponde che , a tirar l'erba, non cresce. Solo si strappa. La vita ha il suo ritmo , che non puoi impunemente affrettare. Una volta gettato, il seme cresce da sé, con la calma di un fiume che va al mare. Il Regno di Dio è di Dio.
La nostra salvezza sta nel volgerci a Dio ; la nostra forza nell'abbandono confidente
in Lui (Is 30,5). Chi ci salva è Lui, il Signore unico di tutti e di tutto.
Il credente lo sa e sta tranquillo. L'empio invece è come un “mare agitato che non può calmarsi e le cui acque portan su melma e fango” (Is 57, 20).
Tutte le nostre inquietudini nel bene vengono non da Dio, ma dal nemico . Sono segno di sfiducia e causa di perdizione.
Un contadino stava seduto ai bordi di un vasto campo pulito, senza un filo d'erba. Mandò altrove i bambini che volevano giocare a palla , fece deviare un viandante che lo stava calpestando per andare diritto alla sua meta , mandò via un prete che glielo chiedeva per costruire le opere parrocchiali. In quel campo c'era niente, ma il contadino lo contemplava già biondeggiante di messe. Non era un illuso . L'apparenza dava ragione agli inesperti , la realtà invece a lui, che aveva seminato e che sapeva che il seme non delude. Chi non ha la sapiente pazienza del contadino, distrugge con due mani ciò che fa con una.
Gesù ha seminato la Parola, ed è Lui stesso il seme di Dio gettato nel campo della storia.
Non è un'attività ulteriore che lo fa crescere. Ha solo bisogno della Sua passività : una terra spoglia e pulita che accoglie, una pazienza fiduciosa che attende.
La storia di Gesù nella Sua Carne ci fa vedere il modo in cui Dio agisce , e ci dà il criterio di discernimento per leggere, valutare e scegliere secondo il Suo Spirito.
Per questo nelle contraddizioni abbiamo speranza, nel nascondimento fiducia, nell'inefficienza forza, nella piccolezza coraggio.
Gesù non mira al successo e non fa sconti alle masse : vuole persone autentiche, che abbiano le medesime caratteristiche di quel seme che è Lui stesso.
Una piccola candela illumina più di mille notti ; e alla sua fiamma tutti posson accendere.
Gesù è la grandezza di Dio che per noi si è fatto piccolo, fino alla morte e alla morte di croce.
Proprio così diventa il grande albero, dove ciascuno e tutti possono trovare accoglienza.
Imitare Gesù e lasciarsi guidare dall'amore
RispondiEliminaDalle «Lettere di san Giovanni Bosco
Se vogliamo farci vedere amici del vero bene dei nostri allievi, e obbligarli fare il loro dovere, bisogna che voi non dimentichiate mai che rappresentate i genitori di questa cara gioventù, che fu sempre tenero oggetto delle mie occupazioni, dei miei studi, del mio ministero sacerdotale, e della nostra Congregazione salesiana. Se perciò sarete veri padri dei vostri allievi, bisogna che voi ne abbiate anche il cuore; e non veniate mai alla repressione o punizione senza ragione e senza giustizia, e solo alla maniera di chi vi si adatta per forza e per compiere un dovere.
Quante volte, miei cari figliuoli, nella mia lunga carriera ho dovuto persuadermi di questa grande verità! E’ certo più facile irritarsi che pazientare: minacciare un fanciullo che persuaderlo: direi ancora che è più comodo alla nostra impazienza e alla nostra superbia castigare quelli che resistono, che correggerli col sopportarli con fermezza e con benignità. La carità che vi raccomando è quella che adoperava san Paolo verso i fedeli di fresco convertiti alla religione del Signore, e che sovente lo facevano piangere e supplicare quando se li vedeva meno docili e corrispondenti al suo zelo.
Difficilmente quando si castiga si conserva quella calma, che è necessaria per allontanare ogni dubbio che si opera per far sentire la propria autorità, o sfogare la propria passione.
Riguardiamo come nostri figli quelli sui quali abbiamo da esercitare qualche potere. Mettiamoci quasi al loro servizio, come Gesù che venne a ubbidire e non a comandare, vergognandoci di ciò che potesse aver l’aria in noi di dominatori; e non dominiamoli che per servirli con maggior piacere. Così faceva Gesù con i suoi apostoli, tollerandoli nella loro ignoranza e rozzezza, nella loro poca fedeltà, e col trattare i peccatori con una dimestichezza e familiarità da produrre in alcuni lo stupore, in altri quasi
scandalo, e in molti la Santa speranza di ottenere il perdono da Dio. Egli ci disse perciò di imparare da lui ad essere mansueti e umili di cuore (4r.Mt 11,29).
Dal momento che sono i nostri figli, allontaniamo ogni collera quando dobbiamo reprimere i loro falli, o almeno moderiamola in maniera che sembri soffocata del tutto. Non agitazione dell’animo, non disprezzo negli occhi, non ingiuria sul labbro; ma sentiamo la compassione per il momento, la speranza per l’avvenire, e allora voi sarete i veri padri e farete una vera correzione.
In certi momenti molto gravi, giova più una raccomandazione a Dio, un atto di umiltà a lui, che una tempesta di parole, le quali, se da una parte non producono che male in chi le sente, dall’altra parte non arrecano vantaggio a chi le merita.
Ricordatevi che l’educazione è cosa del cuore, e che Dio solo ne è il padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l’arte, e non ce ne mette in mano le chiavi.
Studiamoci di farci amare, di insinuare il sentimento del dovere, del santo timore di Dio, e vedremo con mirabile facilità aprirsi le porte di tanti cuori e unirsi a noi per cantare le lodi e le benedizioni di colui, che volle farsi nostro modello, nostra via, nostro esempio in tutto, ma particolarmente nell’educazione della gioventù.
PREGHIERA A MARIA SS. di S. G. BOSCO
O Maria,
vergine potente:
tu, grande e illustre
difesa della Chiesa,
tu, aiuto mirabile dei cristiani,
tu terribile
come esercito schierato
a battaglia,
tu, che hai distrutto da sola
tutte le eresie del mondo,
tu nelle angustie, nelle lotte,
nelle necessità
difendici dal nemico
e nell’ora della morte
accoglici nel Paradiso.
Amen
( Indulgenza di 3 anni. Indulgenza plenaria alle solite condizioni, recitata ogni giorno per un mese intero.)