Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. (Gv 14,23)
Alleluia.
Vangelo Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso. Dal Vangelo secondo Matteo Mt 22,34-40
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «"Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
LETTURA BREVE 1 Pt 1, 22-23 Dopo aver santificato le vostre anime con l’obbedienza alla verità, per amarvi sinceramente come fratelli, amatevi intensamente, di vero cuore, gli uni gli altri, essendo stati rigenerati non da un seme corruttibile, ma immortale, cioè dalla parola di Dio viva ed eterna.
PAPA FRANCESCO ANGELUS 25 ottobre 2020 Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nell’odierna pagina evangelica ( Mt 22,34-40), un dottore della Legge domanda a Gesù quale sia «il grande comandamento» (v. 36), cioè il comandamento principale di tutta la Legge divina. Gesù risponde semplicemente: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”» (v. 37). E subito aggiunge: «Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”» (v. 39).
La risposta di Gesù riprende e unisce due precetti fondamentali, che Dio ha dato al suo popolo mediante Mosè ( Dt 6,5; Lv 19,18). E così supera il trabocchetto che gli è stato teso «per metterlo alla prova» (v. 35). Il suo interlocutore, infatti, cerca di trascinarlo nella disputa tra gli esperti della Legge sulla gerarchia delle prescrizioni. Ma Gesù stabilisce due cardini essenziali per i credenti di tutti i tempi, due cardini essenziali della nostra vita. Il primo è che la vita morale e religiosa non può ridursi a un’obbedienza ansiosa e forzata. C’è gente che cerca di compiere i comandamenti in modo ansioso o forzato, e Gesù ci fa capire che la vita morale e religiosa non può ridursi a un’obbedienza ansiosa e forzata, ma deve avere come principio l’amore. Il secondo cardine è che l’amore deve tendere insieme e inseparabilmente verso Dio e verso il prossimo. Questa è una delle principali novità dell’insegnamento di Gesù e ci fa capire che non è vero amore di Dio quello che non si esprime nell’amore del prossimo; e, allo stesso modo, non è vero amore del prossimo quello che non attinge dalla relazione con Dio.
Gesù conclude la sua risposta con queste parole: «Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti» (v. 40). Ciò significa che tutti i precetti che il Signore ha dato al suo popolo devono essere messi in rapporto con l’amore di Dio e del prossimo. Infatti, tutti i comandamenti servono ad attuare, ad esprimere quel duplice indivisibile amore. L’amore per Dio si esprime soprattutto nella preghiera, in particolare nell’adorazione. Noi trascuriamo tanto l’adorazione a Dio. Facciamo la preghiera di ringraziamento, la supplica per chiedere qualche cosa…, ma trascuriamo l’adorazione. È adorare Dio proprio il nocciolo della preghiera. E l’amore per il prossimo, che si chiama anche carità fraterna, è fatto di vicinanza, di ascolto, di condivisione, di cura per l’altro. E tante volte noi tralasciamo di ascoltare l’altro perché è noioso o perché mi toglie del tempo, o di portarlo, accompagnarlo nei suoi dolori, nelle sue prove… Ma troviamo sempre il tempo per chiacchierare, sempre! Non abbiamo tempo per consolare gli afflitti, ma tanto tempo per chiacchierare. State attenti! Scrive l’apostolo Giovanni: «Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede» (1 Gv 4,20). Così si vede l’unità di questi due comandamenti.
Nel Vangelo di oggi, ancora una volta, Gesù ci aiuta ad andare alla sorgente viva e zampillante dell’Amore. E tale sorgente è Dio stesso, da amare totalmente in una comunione che niente e nessuno può spezzare. Comunione che è dono da invocare ogni giorno, ma anche impegno personale perché la nostra vita non si lasci schiavizzare dagli idoli del mondo. E la verifica del nostro cammino di conversione e di santità è sempre nell’amore del prossimo. Questa è la verifica: se io dico “amo Dio” e non amo il prossimo, non va. La verifica che io amo Dio è che amo il prossimo. Finché ci sarà un fratello o una sorella a cui chiudiamo il nostro cuore, saremo ancora lontani dall’essere discepoli come Gesù ci chiede. Ma la sua divina misericordia non ci permette di scoraggiarci, anzi ci chiama a ricominciare ogni giorno per vivere coerentemente il Vangelo.
L’intercessione di Maria Santissima ci apra il cuore per accogliere il “grande comandamento”, il duplice comandamento dell’amore, che riassume tutta la legge di Dio e da cui dipende la nostra salvezza.
FAUSTI - “Amerai” Dio è Amore, e ci comanda di amare. Co-mandare significa mandare insieme : Dio ci manda insieme verso l'amore, perché la Sua Vita diventi anche la nostra. L'amore infatti rende simili, e fa sì che la vita di uno diventi quella dell'altro. Il desiderio di essere come Dio non si realizza nell'avere in mano tutto, ma nel mettersi nelle mani del Padre e dei fratelli, per amore! Nell'amore non c'è bene e male, c'è solo il Bene! Dio non si può carpire con la mente o con le mani, ma “capire, contenere” nel cuore. Amare è avere l'altro nel cuore. Siamo fatti per amare, perché Dio ci ha fatti a Sua immagine e somiglianza. Conoscere serve per amare : non si ama se non ciò che si conosce. E amare a sua volta serve per capire : non si capisce se non ciò che si ama. Amore e intelletto si alimentano reciprocamente : è la tensione dinamica propria dell'amore , in un circolo virtuoso senza fine. L'amore riguarda non solo il cuore e la mente, ma anche la vita. L'amore è anzitutto gioia del cuore per il bene dell'altro (il contrario è l'invidia) : si esprime con la bocca come lode (il contrario è la critica), e si realizza con le mani, poste al servizio dell'altro come di me stesso. Si manifesta più nei fatti che nelle parole . Amiamoci non a parole, ma con i fatti e in verità (1Gv 3,18). L'amore porta a comunicare ciò che si ha e si è, fino all'unione di intelletto, volontà e azione. La diversità e i limiti – pure quelli negativi- non sono luogo di nascondimento e aggressione, perpetrata o subita, ma di accoglienza e servizio reciproco. Il comando è duplice : Amare Dio e il prossimo, perché noi solo amando il Padre e i fratelli diventiamo ciò che siamo : figli. Così raggiungiamo la nostra identità , sanando la rottura originaria con l'Altro, con noi stessi e con gli altri. Gesù è il Signore che si fa mio prossimo e mi ama con tutto il cuore, perché anch'io possa fare altrettanto. Con lo stesso amore amo Lui e il fratello, perché Lui si è fatto mio fratello; amo Dio e l'uomo perché Dio si è fatto uomo! Ogni volta infatti che amo l'ultimo dei fratelli, amo Lui (Mt25) che si è fatto ultimo di tutti. L'amore reciproco è il distintivo del cristiano . “da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri (Gv 13,35).
Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: Così benedirete gli Israeliti: direte loro: Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace. Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò». Portiamo qs benedizione a ogni persona che abiti nelle terre del conflitto o ne sia coinvolta nelle decisioni da prendere, nelle scelte da fare per loro, perché i cuori trovino Pace e riprendano a vivere serenamente con relazioni costruttive di dialogo e di Pace.
Alleluia, alleluia.
RispondiEliminaSe uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. (Gv 14,23)
Alleluia.
Vangelo
Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 22,34-40
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «"Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
LETTURA BREVE 1 Pt 1, 22-23
EliminaDopo aver santificato le vostre anime con l’obbedienza alla verità, per amarvi sinceramente come fratelli, amatevi intensamente, di vero cuore, gli uni gli altri, essendo stati rigenerati non da un seme corruttibile, ma immortale, cioè dalla parola di Dio viva ed eterna.
PAPA FRANCESCO
RispondiEliminaANGELUS 25 ottobre 2020
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nell’odierna pagina evangelica ( Mt 22,34-40), un dottore della Legge domanda a Gesù quale sia «il grande comandamento» (v. 36), cioè il comandamento principale di tutta la Legge divina. Gesù risponde semplicemente: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”» (v. 37). E subito aggiunge: «Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”» (v. 39).
La risposta di Gesù riprende e unisce due precetti fondamentali, che Dio ha dato al suo popolo mediante Mosè ( Dt 6,5; Lv 19,18). E così supera il trabocchetto che gli è stato teso «per metterlo alla prova» (v. 35). Il suo interlocutore, infatti, cerca di trascinarlo nella disputa tra gli esperti della Legge sulla gerarchia delle prescrizioni. Ma Gesù stabilisce due cardini essenziali per i credenti di tutti i tempi, due cardini essenziali della nostra vita. Il primo è che la vita morale e religiosa non può ridursi a un’obbedienza ansiosa e forzata. C’è gente che cerca di compiere i comandamenti in modo ansioso o forzato, e Gesù ci fa capire che la vita morale e religiosa non può ridursi a un’obbedienza ansiosa e forzata, ma deve avere come principio l’amore. Il secondo cardine è che l’amore deve tendere insieme e inseparabilmente verso Dio e verso il prossimo. Questa è una delle principali novità dell’insegnamento di Gesù e ci fa capire che non è vero amore di Dio quello che non si esprime nell’amore del prossimo; e, allo stesso modo, non è vero amore del prossimo quello che non attinge dalla relazione con Dio.
Gesù conclude la sua risposta con queste parole: «Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti» (v. 40). Ciò significa che tutti i precetti che il Signore ha dato al suo popolo devono essere messi in rapporto con l’amore di Dio e del prossimo. Infatti, tutti i comandamenti servono ad attuare, ad esprimere quel duplice indivisibile amore. L’amore per Dio si esprime soprattutto nella preghiera, in particolare nell’adorazione. Noi trascuriamo tanto l’adorazione a Dio. Facciamo la preghiera di ringraziamento, la supplica per chiedere qualche cosa…, ma trascuriamo l’adorazione. È adorare Dio proprio il nocciolo della preghiera. E l’amore per il prossimo, che si chiama anche carità fraterna, è fatto di vicinanza, di ascolto, di condivisione, di cura per l’altro. E tante volte noi tralasciamo di ascoltare l’altro perché è noioso o perché mi toglie del tempo, o di portarlo, accompagnarlo nei suoi dolori, nelle sue prove… Ma troviamo sempre il tempo per chiacchierare, sempre! Non abbiamo tempo per consolare gli afflitti, ma tanto tempo per chiacchierare. State attenti! Scrive l’apostolo Giovanni: «Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede» (1 Gv 4,20). Così si vede l’unità di questi due comandamenti.
Nel Vangelo di oggi, ancora una volta, Gesù ci aiuta ad andare alla sorgente viva e zampillante dell’Amore. E tale sorgente è Dio stesso, da amare totalmente in una comunione che niente e nessuno può spezzare. Comunione che è dono da invocare ogni giorno, ma anche impegno personale perché la nostra vita non si lasci schiavizzare dagli idoli del mondo. E la verifica del nostro cammino di conversione e di santità è sempre nell’amore del prossimo. Questa è la verifica: se io dico “amo Dio” e non amo il prossimo, non va. La verifica che io amo Dio è che amo il prossimo. Finché ci sarà un fratello o una sorella a cui chiudiamo il nostro cuore, saremo ancora lontani dall’essere discepoli come Gesù ci chiede. Ma la sua divina misericordia non ci permette di scoraggiarci, anzi ci chiama a ricominciare ogni giorno per vivere coerentemente il Vangelo.
L’intercessione di Maria Santissima ci apra il cuore per accogliere il “grande comandamento”, il duplice comandamento dell’amore, che riassume tutta la legge di Dio e da cui dipende la nostra salvezza.
FAUSTI - “Amerai” Dio è Amore, e ci comanda di amare. Co-mandare significa mandare insieme : Dio ci manda insieme verso l'amore, perché la Sua Vita diventi anche la nostra. L'amore infatti rende simili, e fa sì che la vita di uno diventi quella dell'altro.
RispondiEliminaIl desiderio di essere come Dio non si realizza nell'avere in mano tutto, ma nel mettersi nelle mani del Padre e dei fratelli, per amore! Nell'amore non c'è bene e male, c'è solo il Bene! Dio non si può carpire con la mente o con le mani, ma “capire, contenere” nel cuore. Amare è avere l'altro nel cuore. Siamo fatti per amare, perché Dio ci ha fatti a Sua immagine e somiglianza. Conoscere serve per amare : non si ama se non ciò che si conosce. E amare a sua volta serve per capire : non si capisce se non ciò che si ama. Amore e intelletto si alimentano reciprocamente : è la tensione dinamica propria dell'amore , in un circolo virtuoso senza fine.
L'amore riguarda non solo il cuore e la mente, ma anche la vita. L'amore è anzitutto gioia del cuore
per il bene dell'altro (il contrario è l'invidia) : si esprime con la bocca come lode (il contrario è la critica), e si realizza con le mani, poste al servizio dell'altro come di me stesso. Si manifesta più nei fatti che nelle parole . Amiamoci non a parole, ma con i fatti e in verità (1Gv 3,18).
L'amore porta a comunicare ciò che si ha e si è, fino all'unione di intelletto, volontà e azione.
La diversità e i limiti – pure quelli negativi- non sono luogo di nascondimento e aggressione, perpetrata o subita, ma di accoglienza e servizio reciproco.
Il comando è duplice : Amare Dio e il prossimo, perché noi solo amando il Padre e i fratelli diventiamo ciò che siamo : figli. Così raggiungiamo la nostra identità , sanando la rottura originaria con l'Altro, con noi stessi e con gli altri.
Gesù è il Signore che si fa mio prossimo e mi ama con tutto il cuore, perché anch'io possa fare altrettanto. Con lo stesso amore amo Lui e il fratello, perché Lui si è fatto mio fratello; amo Dio e l'uomo perché Dio si è fatto uomo!
Ogni volta infatti che amo l'ultimo dei fratelli, amo Lui (Mt25) che si è fatto ultimo di tutti.
L'amore reciproco è il distintivo del cristiano . “da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri (Gv 13,35).
Nm 6, 22-27
RispondiEliminaIl Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: Così
benedirete gli Israeliti: direte loro:
Ti benedica il Signore
e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto
e ti conceda pace.
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».
Portiamo qs benedizione a ogni persona che abiti nelle terre del conflitto o ne sia coinvolta nelle decisioni da prendere, nelle scelte da fare per loro, perché i cuori trovino Pace e riprendano a vivere serenamente con relazioni costruttive di dialogo e di Pace.
MARIA SS. REGINA DELLA PACE,
prega per noi!
(translator)
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